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Autore: alister_    03/07/2013    1 recensioni
Non piange, né si dispera; in fondo, sapeva già che questa storia difficilmente avrebbe avuto un lieto fine, eppure ha voluto comunque investirci ogni energia.
Breve panoramica del rapporto Jun/Kazuya.
[Tanti auguri, Columbrina! ♥]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jun Kazama, Kazuya Mishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cara S.,

credevi davvero che le mie domande su Ask fossero fini a sé stesse?




La prima cosa che percepisce al suo risveglio è la carezza lieve della sua mano liscia che scorre sul suo petto nudo.

Di solito la gente tende a nascondere le proprie cicatrici per vergogna, e il mondo tende a non guardarle per ribrezzo; Kazuya esibisce la sua con fierezza, perché è la testimonianza della vittoria che ha riportato sull'inferno, e vedere i suoi avversari guardarla con timore lo riempie di orgoglio. Credeva che anche lei ne sarebbe stata spaventata; e, invece, quello squarcio deforme non pare affatto intimorirla. Le sue dita ne seguono lentamente il profilo, e la delicatezza reiterata di quel gesto lo fa sentire inerme come un bambino.

Dopo anni passati a combatterla strenuamente, Kazuya Mishima ha di nuovo paura. Questa volta, però, la responsabilità non è di suo padre e del suo sorriso crudele, ma dello sguardo dolce di una donna come tante, che per lui è unica al mondo.

Razionalmente, sa di dover scappare. Ha sacrificato ogni cosa per diventare finalmente forte, e Jun Kazama è la debolezza che potrebbe mettere a repentaglio tutto.

Eppure, in momenti come quello, in cui sperimenta una tenerezza che credeva non avrebbe più provato dopo la morte di sua madre, la sua mente formula pensieri che vanno contro ogni logica. Ancora nel dormiveglia, pensa che forse le sue priorità vanno riviste. Forza, vendetta e potere, gli ideali che ha perseguito per tutta la vita, gli appaiono svuotati di tutto il loro significato; forse, pensa, mentre i primi raggi di sole della giornata gli pizzicano le palpebre chiuse, per quella donna vale davvero la pena di rendere vano ogni sacrificio abbia mai fatto.



Si guarda allo specchio e si trova diverso.

Il suo viso, sempre contratto nel ghigno crudele che ha perfezionato negli anni seguendo l'esempio di Heihachi, ha lasciato il posto ad un'altra espressione. Non sorride, né ride; semplicemente, il suo volto è rilassato, forse solo un po' incuriosito da quelle strane sfumature che legge nel proprio riflesso.

Dovrà fare sforzarsi di rimettere addosso la maschera fredda e crudele di prima, altrimenti il mondo si accorgerà che qualcosa in lui è irrimediabilmente cambiato; ma per il momento c'è ancora tempo, così continua a studiarsi, stupendosi della magia con cui Jun Kazama gli ha restituito il suo aspetto originario, che pensava ormai del tutto cancellato dal demone che alberga in lui.



E' un altro mondo, quello che vede lei.

Lui si sforza di apprendere, lei si impegna ad istruirlo. Gli insegna a percepire colori diversi dai toni scuri e sanguigni in cui è sempre vissuto, e a sentire suoni che non si è mai soffermato ad ascoltare.

Gli fa cenno di tacere e concentrarsi sulle note melodiose intonate dagli uccelli che si nascondono tra le fronde degli alberi. A Kazuya servono svariati secondi per cogliere quella canzone; si è finto sordo per così tanto tempo da diventarlo davvero.

Solo ora capisce che il mondo non è fatto solo dalle lotte di potere dei Mishima, ma che c'è molto di più. Fino a quel momento ha creduto di vedere, senza sapere di essere in realtà bendato; Jun ha rimosso la benda d'odio che copriva i suoi occhi, senza che lui neanche se ne accorgesse. Sembra essere sempre un passo avanti a lui, con i suoi sguardi silenziosi che lo trafiggono per scoprire gli angoli più remoti del suo essere. Kazuya, dal canto suo, non riesce ad essere tanto perspicace; la sua luce l'abbaglia, costringendolo a socchiudere gli occhi. Ma va bene così: prima o poi – spera – ci farà l'abitudine.





Non le serve né un ritardo, né un test di gravidanza per scoprirlo. Semplicemente, lo sente sin da subito.

E' solo una sensazione, ma Jun è sicura di non essere in errore: l'istinto è sempre stato una delle sue carte migliori, e non c'è nulla che abbia mai avvertito con maggiore chiarezza, prima d'ora.

Decidere cosa fare non è facile, ma nemmeno difficile: sin sa subito non vede che una strada da percorrere, per quanto impervia possa essere. Il vero punto di domanda riguarda che cosa dire a Kazuya.

Non sa prevedere la sua reazione: non crede ne sarà dispiaciuto, ma di certo non si rallegrerà neppure. Se già le cose prima erano complicate, questa altro non è che un'ulteriore complicazione. E non può certo dimenticare l'ombra di Heihachi, che incombe minacciosa tra di loro; un nuovo Mishima non farebbe altro che alimentare il caos della loro faida familiare.

“Potremmo sparire” propone un pomeriggio, mentre accarezza l'avambraccio teso di Kazuya. “Quando il torneo sarà finito, potremmo trovare un posto tranquillo in cui sistemarci, lontano da tutto”.

“Sì” risponde lui, senza spostare gli occhi dal tramonto che stanno guardando insieme. “Quando Heihachi sarà morto” precisa, prima che Jun possa tirare un sospiro di sollievo.

Ed è allora che capisce di non poter ancora dargli quella notizia. Se sapesse di quel bambino, Kazuya non proverebbe altro che una maggiore urgenza di regolare i conti; e Jun ha paura, tanta paura, di dove lo condurrà quell'ansia di lasciarsi alle spalle una volta per tutte la lotta con suo padre.

Anche in questo caso, si tratta di un presentimento, che però non lascia intendere nulla di buono.



Sa già che non tornerà.

Il primo giorno si sforza di pensare positivamente e di ignorare il vuoto angosciante che alberga nel suo petto dal loro ultimo saluto. Il secondo giorno, tenta di elaborare spiegazioni razionali che reggano il confronto con la logica conclusione che ha tratto dal suo mancato di ritorno.

Il terzo giorno è lucidamente rassegnata a ciò che già sentiva, e che ora vede confermato dai fatti. Non piange, né si dispera; in fondo, sapeva già che questa storia difficilmente avrebbe avuto un lieto fine, eppure ha voluto comunque investirci ogni energia. E nulla è stato sprecato, pensa, accarezzandosi il ventre. Non c'è tempo per sentirsi tristi o sconfortati: l'attende la sfida più grossa della sua vita, e non può – né vuole – tirarsi indietro per nessun motivo al mondo.



Gli anni passano, la vita va avanti.

Jun guarda suo figlio crescere e farsi sempre più somigliante al padre; man mano che si avvicina all'adolescenza il suo volto si fa più affilato e simile a quello dei Mishima, conservando però anche i tratti somatici tipici della famiglia Kazama. In quanto unica prova della breve unione clandestina tra Jun Kazama e Kazuya Mishima, Jin racchiude in sé caratteristiche dell'uno e dell'altra, sintesi perfetta di due opposti che sono riusciti a conciliarsi per un breve periodo.

A volte Jun non può fare a meno di chiedersi cosa ne sarebbe stato di loro se Kazuya fosse tornato vincitore da quell'ultimo scontro con Heihachi: si sarebbero davvero ritagliati un piccolo angolo di pace in cui vivere insieme al loro bambino, oppure la loro storia si sarebbe spenta in un lampo, inghiottita da un'oscurità troppo profonda perfino per lei?

Non arriverà mai ad una risposta, ma le piace comunque credere che, in un'altra vita, avrebbero potuto crescere Jin insieme, e che sarebbe stata in grado di restituire a Kazuya quella pace interiore che gli è stata strappata via troppo presto.

In fin dei conti, speculare su ciò che sarebbe potuto essere non è di nessuna utilità. Dà il buongiorno a Jin, che entra in cucina con la divisa ancora da abbottonare, e pensa, come ogni giorno, che non potrebbe chiedere di più alla vita. Non ha rimpianti.











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N/A:

Ne vengo da una lunga pausa scrittoria dettata da cause di forze maggiori (esami), perciò sono consapevole di essere un po' arrugginita. Però ci tenevo davvero tanto a fare un regalo di compleanno alla bellissima Columbrina, e spero che possa apprezzare comunque questa storia


Sono anche consapevole di aver proposto una visione forse leggermente più "romantica" del solito del rapporto tra Jun e Kazuya, ma questa volta ho voluto esplorare i momenti che nel gioco vengono volontariamente lasciati alla nostra immaginazione, dando vita alle più disparate interpretazioni. Ai posteri l'ardua sentenza XD

   
 
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