Anime & Manga > 5cm per second
Ricorda la storia  |      
Autore: A r l i e    03/07/2013    6 recensioni
Era di 5 centimetri per secondo, la velocità con cui la poca distanza che li divideva si riduceva, fino ad essere completamente annientata dall'unione delle loro bocche, in un dolce secondo bacio.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akari Shinohara, Kanae Sumita, Sorpresa, Takaki Tōno
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angolo di Charlie
Ehilà ^^ 
Grazie per aver cliccato sulla mia storia ^^
Spero che possa piacerti. Ho deciso di scivere una FanFiction su questo meraviglioso anime perché dopo averlo visto per la quinta volta, alcune idee malsane hanno cominciato ad assalire la mia povera mente.
Sinceramente non so come sia uscita, anche perché posso scrivere solo la notte, per alcuni problemi che riguardano la mia vita privata quindi se trovate qualche errore riferitelo pure nelle recensioni o per messaggio privato e io provvederò a correggerlo ^^
Attendo i vostri pareri, sia positivi che negativi.
Buona lettura.
P.S: La parte scritta in blu è un ricordo di Takaki




Il fantasma del primo amore

 

La solitudine ormai, era diventata la migliore amica di Takaki. 
Inizialmente non la sopportava, dopotutto, per colpa sua, la sua adolescenza non era stata rose e fiori. 
Lei si presentava puntuale, ogni volta che doveva trasferirsi in un'altra città, per le innumerevoli questioni di lavoro dei suoi genitori. 
Era abituato alla sua presenza, ma continuava ad odiarla. 
La odiava perché gli faceva capire quanto fosse solo al mondo nei momenti in cui avrebbe semplicemente avuto bisogno di parlare con qualcuno.
Ma poi con il passare del tempo, la solitudine cominciò ad essergli simpatica. 
Fu lui a cominciare a cercare lei, dal giorno il cui Akari, la sua Akari, nell'attraversare i binari gli era passata a fianco senza neanche riconoscerlo.
Una sigaretta, una lattina di birra ghiacciata e la solitudine: erano loro a far compagnia a Takaki.
Ma i ricordi di un passato lontano erano quelli che si presentavano continuamente per dargli l'illusione di essere un uomo felice.
 
-Sembra che il destino voglia a tutti i costi tenerci sempre più lontani- 
Akari sussurrò quelle parole con voce tremante. Era una notte fredda quella in cui lei e Takaki decisero di incontrarsi, ma nessuno dei due riusciva a percepirlo. 
-Già...- mormorò lui.
Coperti da un vecchio lenzuolo, in quel piccolo casolare abbandonato, i due giovani, se ne stavano abbracciati appoggiati alla vecchia parete in legno costellata da una miriade di fori, dalla quale, alcuni spifferi gelidi penetravano facendoli rabbrividire. 
Ma il calore del loro abbraccio e del loro primo amore li rendeva immuni dal provare quella fastidiosa sensazione di freddo. 
-Akari- per Takaki pronunciare quel nome, che per mesi non aveva fatto altro che rimbombare nella sua testa come una dolce melodia, era una delle sensazioni più belle.
La ragazza alzò la testa dalla sua spalla per poterlo guardare negli occhi. 
Erano azzurri, come il cielo sereno di Tokyo, ma erano velati da lacrime sul procinto di uscire. La mano calda del ragazzo, andò a sfiorare la guancia fredda della ragazza, la quale rispose a quel gesto poggiando la sua mano su quella del moro.-Noi...Noi siamo più forti del destino, Akari. Per quanto lui voglia tenerci lontani sappi che io...- le braccia di Akari circondarono il suo collo, appena alcune lacrime repentine rigarono il suo viso. A quel punto le parole gli morirono in gola. Ricambiò l'abbraccio stringendola a se più che poteva, e affondò il viso nei suoi profumati capelli color cioccolato.
-Resterai sempre nel mio cuore-sussurrò dolcemente la tredicenne allontanandosi quanto poteva per vederlo in volto -Takaki- 
Era di 5 centimetri per secondo, la velocità con cui la poca distanza che li divideva si riduceva, fino ad essere completamente annientata dall'unione delle loro bocche, in un dolce secondo bacio.
 
Non sapeva esattamente come era riuscito a liberarsene, resta il fatto che, finalmente dopo aver ragionato a lungo, Takaki aveva deciso di lasciarsi il passato alle spalle e di cominciare una nuova vita proseguendo la sua strada verso un futuro migliore ma soprattutto felice. 
Ecco perché, dopo aver dato le dimissioni al suo datore di lavoro, era tornato a Kagoshima.
Non aveva dimenticato il viso sorridente di quella ragazza che su quell'isola, nel breve periodo in cui era rimasto prima di tornare a Tokyo, aveva preso il posto della fedele solitudine. 
Ricordava ancora dove abitava Kanae, ogni sera dopo scuola l'accompagnava sempre a casa. Si mostrava sempre molto gentile con lei anche se non ne capiva il motivo. 
Il cagnolino di Kanae lo accolse calorosamente, non appena Takaki premette il campanello. Sembrava essere felicissimo di vederlo, ma mai come la padrona che al vederlo davanti casa con un mazzo di fiori tra le mani non poté far altro che arrossire, ma dentro se era nato un uragano di emozioni incotrollabi.
Ebbene sì, Kanae lo aveva aspettato, e finalmente Takaki era tornato da lei. D'altronde lo aveva detto: non avrebbe mai smesso di amare Takaki, mai. 
Da quel giorno, ci fu un susseguirsi di giorni felici per i due giovani innamorati, che dopo due anni di convivenza coronarono il loro amore prima con il matrimonio poi con la nascita della loro bambina. 
-Come vuoi chiamarla, Kanae?- 
La donna, stanca dal parto, stringeva tra le braccia quel piccolo fagottino dagli occhi blu, scrutando attentamente il suo viso , come se la neonata potesse riferirle in qualche modo, il suo nome. -Akari...- rispose abbozzando un sorriso. 
Il cuore di Takaki smise di battere per alcuni istanti, per poi cominciare martellare in petto subito dopo.-A-Akari, hai detto?- balbettò sorpreso. 
-Sì. Ha un significato bellissimo. Significa piccola luce. E lei, è la nostra piccola luce.- Kanae alzò lo sguardo incontrando quello stupefatto di Takaki -Forse non ti piace?- chiese preoccupata. 
Takaki scosse la testa sorridendo -No, Akari è un nome bellissimo.- disse.
Prima che le lacrime potessero bagnare il suo volto, corse nel bagno dell'ospedale; si avvicinò allo specchio e guardò la sua immagine riflessa.
Era di cinque centimetri al secondo, la velocità con cui una lacrima, solcò il suo viso fino ad arrivare al mento. 
 
Sei anni erano volati via senza che Takaki se ne accorgesse.
Il tempo passava velocemente tra il lavoro e la famiglia.
Takaki non avrebbe potuto chiedere di meglio, finalmente era felice e anche la sua piccola Akari e Kanae lo erano. 
Ogni week-end, si concedevano una piccola gita fuori porta, ogni volta in città giapponesi diverse. 
Questa volta, scelsero di comune accordo di andare a Tokyo. Akari aveva sempre sognato di visitare la capitale un giorno e finalmente i suoi genitori l'avevano accontenta.
Per colpa di un imprevisto però, Kanae fu costretta a rimanere a Kagoshima, e per non arrecare un dispiacere alla sua piccola aveva chiesto al marito di andare anche se senza lei.
Ecco perché Takaki e sua figlia Akari si ritrovavano a passeggiare mano nella mano soli, per i lunghi viali di Tokyo.
I petali di ciliegio scendevano lentamente dagli alberi fioriti mossi dal vento, posandosi delicatamente sui marciapiedi.
-Sai?- disse Takaki attirando l'attenzione della bambina -è di cinque centimetri al secondo-
-Cosa?- 
I due si fermarono davanti al passaggio a livello che divideva i binari dal viale. Due treni passarono velocemente, alzando una folata di vento che gli scompigliò i capelli. -La velocità a cui cadono i fiori di ciliegio- nella sua testa, Takaki, pronunciò quelle parole accompagnato dalla vocina del suo primo amore.
Akari gli sorrise -Davvero?- chiese non ricevendo alcuna risposta dal padre.
Takaki infatti aveva lo sguardo fisso nel vuoto, Tokyo aveva risvegliato in lui ricordi che con grande fatica aveva seppellito nel dimenticatoio e con che estrema facilità ne erano usciti, riaffiorando senza troppi problemi nella sua mente. 
Per questo motivo non si accorse che la sbarra si era alzata, e per questo motivo, non si accorse che la mano di Akari aveva lasciato la sua per correre dall'altra parte dei binari. 
-AKARI TORNA QUI!-urlò.
Nello stesso momento una donna da i lunghi capelli color cioccolato, attraversò i binari accompagnata da un bambino dai capelli corvini.
-Mamma, quel signore ti ha chiamata.- disse il bambino indicando Takaki. 
La madre alzò lo sguardo in direzzione dell'uomo indicato dal figlio. La borsa della spesa gli scivolò dalle mani quando si accorse che si trattava del suo primo amore.
-Non devi lasciare la mia mano per nessun motivo.- Takaki dopo aver raggiunto la figlia, la sgridò a dovere poi si chinò alla sua altezza e le prese la mano -Se ti perdi poi non riuscirò a trovarti- 
Una mela rossa roteò ai suoi piedi -Uh?- si guardò intorno non capendo da dove questa provenisse, poi notò una donna intenta a raccogliere della spesa che le era sicuramente scivolata di mano. 
Raccolse la mela e seguita da sua figlia si avvicinò per aiutarla. 
-Mi scusi, posso darle una mano, Sign...- la donna alzò lo sguardo incrociando quello dell'uomo che gli aveva appena offerto il suo aiuto.
Il cuore di entrambi saltò un battito. 
-Takaki- mormorò lei. 
-Akari- sibilò lui. 
-Si?!- risposero in coro i due bambini.
Era di cinque centimetri, la distanza che li divideva e che mai sarebbe scomparsa.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > 5cm per second / Vai alla pagina dell'autore: A r l i e