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Autore: Fred Halliwell    03/07/2013    3 recensioni
Avete mai pensato a cosa sarebbe successo se la dinastia dei Black non si fosse interrotta con Sirius e Regulus?
Beh, io si! XD Ed è per questo che ho creato lei: Renè Black, nipote del caro Sirius e ironicamente migliore amica del primogenito di Harry Potter, il caro James!
Ma perché la sua storia è importante?
Perchè ben presto, la cara Renè, scoprirà a suo discapito che non tutto può sempre andare come uno vuole e che, per un'amica, ci sono cosa che non si devono neanche lontanamente immaginare.
Un esempio?
Innamorarsi del proprio migliore amico! Che però non ti nota neanche di striscio.
E se l'amico in questione è proprio James Sirius Potter le cose non possono fare a meno di degenerare drasticamente portando a tanti bei rompicapi. Purtroppo è questo che attende la povera Renè ... che ne dite, volete scoprire con lei a cosa dovrà andare in contro?
Se la risposta è si non perdetevi neanche un capitolo de: "I Rompicapi di Renè", in onda su Efp 24h su 24! XD
Baci dalla vostra Fred Halliwell!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Fred Weasley Jr, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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I Rompicapi di Renè
 
Capitolo 1
L’iniziodi tutti i miei problemi …     

 
Salve, mi chiamo Renette Black, ho quindici anni, i capelli rossi, gli occhi grigi e sono ufficialmente nei casini.
Perché?  Beh vi basti sapere che, al momento, mi sto nascondendo dalle ire del mio migliore amico, che mi sta cercando in giro per il castello di Hogwarts per uccidermi, preferibilmente in modo violento e doloroso.
Il motivo?  Dovrei rispondervi: “Ma perché non vi fate un calderone di caz … ehm … cavoli  vostri?”, ma oggi mi sento generosa e quindi avrete l’onore di prendere parte alle mie disgrazie.
Prima di raccontarvi la ragione della mia fuga, però, devo mettervi accorrente di alcune piccole cose riguardanti la mia vita …
Innanzi tutto devo dirvi che sono una strega! Quindi, se non siete dei babbani e avete un briciolo di cervello, sentendo il mio cognome vi sarà sorto un dubbio.
Ebbene si!
Sono l’ultima discendente dell’antica, nobile, blasonata, e chi più né ha più né metta, famiglia di maghi e streghe purosangue dei Black.
Ed a questo punto vi dovrebbe sorgere un altro dubbio: ma i due cari pargoli Sirius e Regulus, ultimi discendenti della casata, non erano venuti a mancare per una morte lenta e/o dolorosa senza aver avuto figli interrompendo in questo modo la stirpe dei Black?
La risposta a questa domanda è logicamente e semplicemente si! E allora com’è possibile che io stia qui a rompervi le scatole?
Spiegazione altrettanto logica anche se non semplice come la precedente.
A quanto pare, prima di finire in prigione, accusato di omicidio e tradimento, il caro Sirius aveva una pseudo moglie, Penelope, che, non appena aveva saputo dell’arresto dell’uomo che amava, aveva cercato di salvarlo, finendo per essere attaccata dagli Auror. Si salvò per miracolo e a quel punto, visto che tutti (Sirius compreso) la credevano morta, decise di darsi alla macchia non sapendo di aspettare un bel bebè. Il bambino altri non era che il mio paparino, Lion Black, che crebbe sereno e tranquillo, nonostante lui e la madre pensassero che suo padre fosse un traditore.
La svolta nella loro vita venne quando Harry Potter, sconfitto il Signore Oscuro, rivelò al mondo magico le notizie che ignoravano tutti, compresa la verità sul famigerato pluriomicida Sirius Black.
Scoperto, quindi, che il poverino era si famigerato ma non era di certo pluriomicida (e che anzi aveva cercato di vendicare i suoi amici ed era morto da eroe per salvare il suo figlioccio), nonna e papà dovettero riorganizzare tutta la loro vita. Insomma, avevano sempre considerato un buon uomo come un traditore, infangando la sua memoria e il suo ricordo; di sensi di colpa ne avevano eccome!
In quel periodo (e anche tutt’ora come lei stessa mi disse un volta), soprattutto mia nonna si sentì male con se stessa. L’uomo che aveva amato non era un traditore; lei lo aveva abbandonato al suo destino e lui era morto senza neanche sapere che lei era ancora viva e che aveva avuto un figlio.
Aspettarono che il clima teso del dopoguerra scemasse prima di farsi vivi con Harry Potter. In tutto questo tempo lui e mio padre erano cresciuti e si erano sposati, quindi, quando i neo Black si presentarono a Godric's Hollow (dove risiedeva Potter e famiglia), non erano più solo in due, ma c’eravamo anche io e mia madre …
Credo sia giusto che il mio vero racconto cominci da qui.
Quel giorno, infatti, lo ricordo come fosse ieri.
Era una calda domenica di agosto, avevo solo sei anni e la casa dei Potter mi sembrava ancora più grande di quanto non mi sembri adesso. Quando mio padre bussò e un bel uomo alto, moro e con gli occhiali tondi ci venne ad aprire, mi nascosi automaticamente dietro le gambe di mia madre per non farmi vedere mentre lo scrutavo attentamente con i miei occhioni grigi.
Aveva circa la stessa età di mio padre ma mi sentivo stranamente in imbarazzo di fronte a lui. Io sapevo chi era quell’uomo: era Harry Potter per Merlino!
Come potevo stare calma? Me lo dite? Quando avevo saputo la nostra destinazione avevo dato in escandescenza.
 
[Flash Back]
<< Harry Potter, nonna? Davvero andiamo a trovare Harry Potter? Andiamo proprio da lui? >>  avevo gridato eccitata << Wow nonna, è il mio idolo, è il nostro eroe, è scritto anche sulla sua figurina delle cioccorane sai?! >> Mia nonna si era messa a ridere di gusto accarezzandomi la testa, ma non aveva aggiunto nulla.
[Fine Flash Back]
 
Ora, dovete sapere che per una bambina di sei anni ciò che è scritto sul retro della figurine delle cioccorane è quasi un vangelo, quindi potete immaginare la mia agitazione. E dicoquasi perché è di gran lunga più importante di un vangelo, sia chiaro!
                << Posso fare qualcosa per voi? >> ci chiese gentilmente il bambino sopravvissuto sorridendoci cordialmente da dietro la porta semi aperta.
                << In realtà si >>gli rispose mio padre imbarazzato mentre l’uomo davanti a lui ci guardava curioso << Possiamo entrare signor Potter? >>
                << Ma certamente >>disse tentennando Harry Potter lasciandoci passare << Prego, accomodatevi in salotto. Posso offrirvi qualcosa? >>
                << No grazie >>fece anche per noi mio padre mentre ci accomodavamo sul morbido divano bianco in pelle del salotto dei Potter.
Quel divano è un martire, un eroe di guerra, dico sul serio! Ma questa è un’altra storia, che magari, in un altro momento di generosità, potrei anche raccontarvi, ma decisamente non è questo il momento migliore.
                << Allora >> disse il padrone di casa<< siete venuti da me per qualcosa di serio? >> ce lo aveva domandato con aria professionale, sedendosi su una poltrona di fronte a noi e accavallando le gambe.
A quell’epoca Harry Potter non era ancora diventato Capo del Dipartimento Auror (lo sarebbe diventato qualche anno dopo), ma aveva già il tono e l’aspetto di un vero condottiero, metteva quasi soggezione quando parlava, soprattutto a una bambina com’era io all’epoca. Ricordo solo che mi strinsi con più forza nel fianco di mia madre.
                << Abbastanza, si … >> rispose, sta volta, mia nonna, guardandolo intensamente << Vede, signor Potter, lei non ci conosce, ma noi conosciamo lei e non perché ha salvato il mondo … >> e sorrise mesta abbassando un poco lo sguardo. Prima che continui, dovete sapere che mia nonna Penelope è una donnaestremamente orgogliosa, una vera Grifondoro, vederla abbassare lo sguardo è una cosa più unica che rara, soprattutto se i suoi penetranti occhi neri sono velati dalle lacrime. Probabilmente quella in cui svelò la sua identità al signor P. (come lo chiamo io) è l’unica occasione in cui l’ho vista così debole. Comunque, con quella frase mia nonna aveva suscitato la curiosità del ex-prescelto, infatti sembrava invogliarla a continuare con lo sguardo. << Vede signor Potter, io l’ho vista nascere. Conoscevo molto bene i suoi genitori e i Malandrini >>
                << Era … era amica di mia madre? >>si stava quasi commuovendo anche lui e in quel momento più che il nostro salvatore, sembrava essere ritornato il bambino che non aveva potuto essere, il piccolo orfano a cui mancano tanto i genitori.
                << No … ero la … beh, diciamo moglie di Sirius Black, Penelope, e questi … >> aggiunse indicando noi altri<< … Sono mio figlio Lion, mia nuora Cordelia e mia nipote Renette >>
Harry Potter sgranò i suoi occhi verdi, che da dietro gli occhiali sembravano ancora più grandi, e spalancò la bocca incredulo << Sei … sei figlio di …? >> provò a chiedere rivolto a mio padre.
                << Si >>rispose lui con un sorriso mal celato << Sono Lion Black, figlio di Sirius Black >>
Probabilmente se non fosse intervenuta sua moglie, il signor P. sarebbe svenuto o peggio, ma quando sentì la voce della donna si riprese di scatto, quasi saltando sul posto.
                << Harry, tesoro >>chiamò la donna << Chi era alla porta? Abbiamo ospiti? >>
                << Si Ginny, vieni in salotto … >> biascicò lui, continuando, però, a guardarci incredulo.
Sentimmo dei passi nel corridoio e poi un bella donna dai capelli rossi entrò nella nostra visuale.
Ginny Weasley in Potter era un altro dei miei miti (si, anche lei è sulle figurine delle cioccorane … come l’avete capito?!). Era stata un’ottima giocatrice di Quidditch e anche se non leggevo il giornale, sapevo che era una giornalista sportiva altrettanto brava.
La donna aveva in braccio quella che sarebbe diventata una delle mie migliori amiche, una Lily Luna Potter di appena tre anni, che se ne stava placidamente addormentata tra la braccia della madre.
                << Com’è bella … >>mormorai riferita alla bimba e cinque paia di occhi si puntarono addosso a me. Avvampai e mi nascosi di nuovo nel fianco di mia madre. Fino a quel momento non avevo fiatato, quindi era normale che tutti mi guardassero in quel frangente ma il mio imbarazzo era comunque troppo per essere nascosto.
                << Ti chiami Renette, giusto? >>mi domandò Harry Potter sorridendomi ancora un po’ scosso << Quanti anni hai piccolina? >> mi domandò ancora dopo che io ebbi annuito alla prima domanda.
                << Sei, signore … >>risposi quasi con orgoglio << Compiuti a maggio >>
                << Magnifico! >>fece sta volta Ginny << Noi abbiamo un figlio della tua stessa età e uno di un anno più piccolo. Si chiamano James e Albus e stanno giocando in cortile, ti va di raggiungerli e giocare un po’ con loro? >>
Io annuì imbarazzata. Mi vergognavo di andare a giocare con degli sconosciuti, ma era sempre meglio che stare in salotto ad ascoltare discorsi da grandi, così mi alzai, mi diressi dove la signora Potter mi aveva indirizzato (“Infondo al corridoio a destra cara, non puoi sbagliarti”) e aprii tremante la porta che dava sul giardino.
Dovete sapere che questo è stato il vero inizio di tutti i miei guai.
Nello spiazzo che si aprì davanti a me, infatti, c’erano due ragazzini, più o meno della mia età, che giocavano su delle scope giocattolo con quella che sembrava una pluffa di gomma. Erano entrambi mori, con i capelli decisamente scompigliati, il viso magro e pallido, cosparso di graziose lentiggini. Li ricordo così piccoli e teneri che mi sembra impossibile che ora siano due dei ragazzi più corteggiati della scuola.
Quando conobbi i fratelli Potter divenni subito loro amica, ed in particolare legai con il maggiore, James.  Da piccolo era un vero terremoto, anche se devo ammettere che ora non è tanto diverso e che io non sono mai stata da meno. Insieme, io e lui, ci siamo messi in tanti di quei casini da fare invidia ai nostri nonni. Sono certa che dal paradiso ci guardino fieri di come siamo venuti su.
In realtà la nostra prima conversazione non fu niente di speciale e non faceva presupporre che potesse nascere una tale amicizia tra di noi, però sentii subito che io e lui eravamo uniti da una specie di doppio filo dal momento in cui i nostri occhi si erano incrociati.
                << Tu chi sei? E che ci fa qui? >> mi chiese quello che dei due fratelli sembrava il maggiore (James per l’appunto), quando mi vide uscire dalla porticina che dava sul retro.
Ci impiegai un poco a rispondere; i suoi occhi nocciola mi avevano completamente catturato. Non erano marroni, erano color cioccolato al latte, con pagliuzze dorate. Uno spettacolo, non avevo mai visto occhi così belli e magnetici!
                << Mi chimo Renette Black >> risposi infine, riprendendomi<< i nostri genitori stanno parlando in salotto di “cose da maghi gradi” così mi hanno mandato qui a giocare con voi … >> risposi vaga.
Infondo neanche io sapevo bene di cosa stavano parlando “i grandi”. Tutta la faccenda che vi ho raccontato prima, quella di mio nonno Sirius insomma, l’avrei scoperta solo qualche anno dopo, quando fu il momento per me e per James di salire sul treno per la scuola di Hogwarts.
                << Lui è Albus Severus, ma noi tutti lo chiamiamo semplicemente Al >> disse indicando il fratellino col pollice. Fratellino che notai essere uguale al padre, stesso sorriso sincero e stessi penetranti occhi verdi << Mentre io sono James Sirius Potter >> e gonfiò, tronfio, il petto, come se avesse detto di chiamarsi Napoleone.
Io lo guardai incuriosita dalla sua boria<< Sai, anche mio nonno si chiamava Sirius … >> ammisi poi, ancora catturata dal suo sguardo.
Lui sgranò gli occhi, sorpreso dalla mia rivelazione<< Davvero? Forte! Nessuno si chiama così. Papà mi ripete sempre che è un nome appartenuto ad un grand’uomo ed io devo essere orgoglioso di chiamarmi così >> commentò.
Il piccolo Albus prese parola, parlando con voce flebile. All’epoca era davvero timidissimo << Guarda che lo dice sempre anche a me Jim >> gli rinfacciò, ma il più grande non gli prestò minimamente attenzione e, allontanatolo come si farebbe con un insetto molesto, continuò a guardare me, e infine mi sorrise raggiante.
Quello fu il primo splendido sorriso che mi regalò, il primo di una lunga serie e quello che mi conquistò. Come si faceva a non amare quel modo di curvare la labbra e quelle deliziose fossette che si formava ai lati della bocca? Era davvero il sorriso più contagioso che avessi mai visto e inconsapevolmente mi ritrovai a sorridere a mia volta.
Intanto James si era girato indietro a guardare una terza scopa abbandonata sul prato e poi tornò a guadare me con occhi speranzosi: << Sai giocare a Quidditch? >> mi domandò.
Quello fu il mio turno di sorridere, di sorridere sul serio: << Se so giocare? Sono una campionessa! >> e mi affrettai a prendere la terza scopa per giocare con i miei nuovi amici.
 
Ricordo che ce ne andammo da casa Potter alcune ore dopo, ore in cui io e James avevamo legato sempre più. Avevamo molte cose in comune e in quel pomeriggio insieme ci eravamo divertiti parecchio, quindi, quando seppi che nonna voleva trasferirsi a Godric's Hollow per stare più vicina a Harry Potter (che secondo lei era, oltre a mio padre, l’ultimo legame che aveva con mio nonno) non potevo che esserne felice.
In pochi giorni divenni vicina di casa di James e da quel momento fummo inseparabili.
Qualche volta mi portò perfino da sua nonna Molly, alla Tana, dove conobbi Dominique Weasley (la mia futura migliore amica), nostra coetanea e una delle sue innumerevoli cugine.
Alla Tana feci le migliori scorpacciate di dolci della mia vita! Quella donna è una cuoca eccezionale, la sua crostata di ricotta e cioccolato è indescrivibilmente deliziosa!
E ricordo anche il giorno in cui partimmo per Hogwarts. Io, a differenza di James, ero davvero tesissima.
Lui sembrava sicuro di finire a Grifondoro e io volevo restargli affianco ma avevo paura che non sarebbe stato così.
Nella sua famiglia erano tutti Grifondoro, sembrava quasi scontato che anche lui finisse in quella casa!
Nella mia famiglia, invece, seppur mia nonna, Sirius e mio padre erano stati dei Grifondoro, avevo anche una Corvonero (mia madre) ed innumerevoli Serpeverde (tutti i Black prima di mio nonno più o meno, quindi decisamente parecchi!).
Quando, però, vedevo il sorriso incoraggiante di James non potevo che rilassarmi all’istante. Quel ragazzo era diventato il mio punto di riferimento, il mio punto fisso: su di lui avrei sempre potuto contare.
Se eravamo così amici perché ci saremmo dovuti separare?
Me lo disse lui stesso, sul treno, quando capì che ormai stavo scoppiando per la tensione e la paura …
 
[Flash Back]
                << Calmati Renè! >> mi disse James per l’ennesima volta guardandomi saltellare sul posto che mi ero scelta nello scompartimento << Sembri una teiera che bolle! >> aggiunse ridendo e imitando il mio modo di muovermi.
                << Si, devi tranquillizzarti >> mi disse Dominique con la solita flemma che la contraddistingueva << Agitarti non serve a nulla, se non a farti star male >> e mi guardò con i suoi occhioni verde chiaro, penetranti e bellissimi, che ogni volta mi incantavano e avevano sul serio il potere di tranquillizzarmi, ma non in una situazione come quella.
                << Parlate facile voi! Siete tutti Grifondoro nella vostra famiglia! >> e misi il broncio << Starete sicuramente insieme! >>
James mi vede e scoppiò a ridere. Come al solito la sua risata fu un toccasana e mi tornò il buon umore in pochi istanti, nei quali la mia amica francese aveva scosso il capo, ormai decisa ad arrendersi sotto i miei continui cambi d’umore. Dominique era veramente una bella ragazza(non a caso era per un ottavo veela): con i suoi capelli biondo oro e la pelle di porcellana sembrava davvero una bambola.
                << Dom ha ragione, Black! >> mi disse ghignando un ragazzo moro e dalla carnagione scura << Così ti vengono le rughe! >>
Per tutta risposta gli diedi un calcio sul ginocchio facendogli decisamente male << Ben ti sta Fred! >> rise il giovane Potter, seduto alla mia destra, mettendomi un braccio sulle spalle, e a quel contatto io arrossii vistosamente << Così impari ad offendere la mia migliore amica >>
                << Sta zitto cugino! >> rispose quello con voce astiosa, massaggiandosi la zona dolorante << Scommetto che le hai prese anche tu da quella pazza! >>
Avrete sicuramente intuito che io e Fred Weasley Jr., cugino di James, non siamo mai andati molto d’accordo. Abbiamo passato metà del nostro tempo a scuola a litigare, ma infondo ci vogliamo bene. Anzi … credo che ora Fred ci provi con me … ma non ne sono poi tanto sicura …
<< Si, ed è per questo che ho imparato a non sfidarla mai >> rispose il ragazzo accanto a me ed io annuii con un sorriso da maniaca sul volto.
La porta dello scompartimento si aprì di scatto ed un’altra ragazza bionda, molto simile a Dominique fece il suo ingresso. Era Victorie Weasley, la bellissima e biondissima sorella maggiore della ragazza seduta al mio fianco dall’altro lato di James. L’intrusa chiamò la mia amica nel suo scompartimento, dicendo di volerla presentare a delle sue amiche, e così scomparvero.
Dalla porta dello scompartimento lasciata semiaperta entrò, però, un altro ragazzo dai capelli biondo sporco e gli occhi azzurri. Io lo avevo già visto un paio di volte di sfuggita alla Tana, era figlio del professore di erbologia di Hogwarts, Neville Paciock, un amico del signor Potter, e quindi lo avevo già incontrato, ma non sapevo neanche il suo nome, più precisamente non lo ricordavo, perché sapete … io ho davvero una pessima memoria!
<< Ehi Frank! >>salutò Fred alzando il braccio a mo’ di saluto << Cerchi uno scompartimento? Unisciti a noi! >> e con il braccio gli fece segno di accomodarsi dentro. Frank annuì un po’ in imbarazzo e si sedette accanto al ragazzo.
                << Ciao Frank, io sono Renette Black, un’amica di Jamie e, purtroppo, di Fred >> dissi sorridendogli amichevolmente. Mi sembrava timido ma simpatico, quindi decisi di concedergli la mia fiducia e gli offrii la mano.
Lui la guardò un po’ incerto, poi disse:<< Ciao Renette, è davvero un piacere conoscerti! >> e mi strinse a sua volta la mano ridendo, mentre l’altro ragazzo mi faceva la linguaccia.
                << Oh ragazzi >> urlò all’improvviso il moro accanto a me << Si vede il castello in lontananza! >>
Inutile dire che ci schiacciammo tutti contro il vetro per cercare di vedere qualcosa ed il mio naso finì incollato alla superfice di vetro del finestrino. Quando la figura maestosa della scuola si stagliò chiara nel cielo il mio cuore riprese a battere furiosamente. Sarà che ormai eravamo amici da cinque anni, ma James comprese al volo i miei timori e mi strinse la mano sorridendomi.
                << Hai ancora paura? >> mi chiese a bruciapelo.
                << No! >> risposi, forse con troppa fretta e quindi lasciando trapelare la mia bugia, ma quando lui mi guardava con i suoi occhi dorati non riuscivo a mentirgli, era più forte di me.
Il ragazzo rise e tornò a guardare l’ombra del castello. Aveva sicuramente capito che mentivo, ma nonostante ciò mi tenne il gioco e mi chiese: << Secondo te io sono una persona in gamba, Renè? >>
Io lo guardai incerta, non capendo dove volesse andare a parare ma annuii lo stesso. Certo che era in gamba, era James Potter! << Beh le persone in gamba vanno a Grifondoro >> disse impettito << E se tu sei amica mia allora sei in gamba anche tu! Quindi finirai a Grifondoro con me! >> e mi scompigliò i capelli, che mi volarono davanti agli occhi come tanti fili rossi << Resteremo insieme e scommetto che saremo tutti nella stessa casa >> aggiunse girandosi verso gli altri due ragazzi che lo guardarono sorridenti.
Quel giorno era nata una nuova grande amicizia tra quattro semplici ragazzi, come era successo quasi cinquant’anni prima a mio nonno e al nonno di James.
Erano nati i quattro nuovi Malandrini!
[Fine Flash Back]
 
Ed indovinate un po’?! Già! Bravissimi!
Finimmo tutti e quattro a Grifondoro!
E anche Dominique!
Ora, guardando i miei amici non posso fare a meno di ricordare quasi ridendo l’ansia di quel giorno, di quando il professore di Difesa contro le Arti Oscure, e direttore della casa di Grifondoro, Aberforth Silente, chiamò il mio nome per sedermi sotto il capello parlante.
 
[Flash Back]
                << Black Renette! >>tuonò la possente voce del professore e tutta la Sala Grande piombò nel silenzio totale.
“A quanto pare il mio cognome mette ancora soggezione”, pensai mentre mi avvicinavo allo sgabello e mi ci accomodavo.
“Cervello niente male”disse la voce gracchiante e roca di quell’oggetto direttamente nella testa non appena mi fu messo sul capo “Davvero interessante. Hai ingegno, coraggio ed impertinenza. Un vero talento per i guai. Potresti andare ovunque …” ed il mio cuore prese a battere forte.
“Voglio stare con James, voglio stare con James, voglio stare con James …” cominciai a ripetere nella mia testa.
Ero certa che il cappello mi sentisse, ma non fece alcun tipo di commento, disse solo: << … Allora credo che sia il caso che tu sia una … GRIFONDORO! >>
E tutta la tavolata, James più di tutti, parti in un sonoro applauso.
[Fine Flash Back]
 
Non lo potrò scordare mai!
Fu una giornata sensazionale, come tutte quelle che seguirono fino ad ora … il mio quinto anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts!







Ma salve gente! XD Sono tornata! Siete felici?
Ho pubblicato poco o nulla in questa sezione u.u e quelle poche cose che ho messo risalgono e secoli fa (tra l’altro lasciate anche interrotte) ma sto cullando questa storia già da parecchio quindi non potevo più attendere altro.
Se siete arrivati a leggere il commento post capitolo, questo primo capitolo lo avrete già letto. Mi dite cosa ne pensate per favore? ^^’’’ Tra l’altro vi chiedo di essere clementi, perché come ho già accennato questa storia è alquanto vecchia e il mio stile, nel frattempo, è decisamente migliorato. Se volete una conferma potreste anche andare sulla mia pagina e leggere le mie ultime pubblicazioni, ossia due one-shot su quel mitico manga che è L’attacco dei Giganti (spero che qualcuno di voi lo conosca)
1)     
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1955259&i=1
2)      http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1930103&i=1
e una one-shot e un long fic (quasi finita, manca solo l’ultimo capitolo) su quel fantastico film che è Le 5 Leggende.
1)     
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1506316&i=1
2)      http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1728056&i=1
Se per puro caso a qualcuno di voi è piaciuto questo primo capitolo e ha apprezzato il mio stile e conosce una delle due opere sopra citate, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate ^^.
Ora, però, tornando alle cose serie u.u
Come ho detto e ripetuto per l’ennesima volta, questa storia la sto cullando da molto. È nata dalla mia precedente storia su HP (quella che non ho concluso), ripresa e migliorata. Ho creato la mia protagonista, Renè, mettendoci l’anima, perché dal mio punto di vista lei è perfetta, perfetta perché imperfetta! È una strega, è vero, ma è una ragazza come tutte noi, con i suoi pregi e i suoi difetti, spero che saprete apprezzare anche quelli.
Prima di lasciarvi definitivamente alla storia, però, volevo chiedervi scusa se per puro cosa la mia storia dovesse somigliare a qualcuna già scritta (non è una cosa fatta di proposito sia chiaro u.u) o se troverete degli errori di battitura u.u (sono una tipa molto distratta).
Conto di aggiornare una volta a settimana come minimo e vi garantisco che questa storia non resterà incompiuta u.u anche perché molti capitoli sono già scritti e conto di farla abbastanza corta, meno di dieci capitoli più o meno ^^ con tanto di foto dei protagonisti. Questa vi potrà sembrare una cosa stupida ma personalmente, avendo davanti il volto del personaggio riesco a scrivere e leggere meglio, non so voi.
Vi ringrazio se siete arrivati a leggere fino a questo punto e spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che vi piaceranno anche quelli a venire.
Recensite numerosi ok? XD
 
Ps ultima nota non meno importante delle altre, ma che non interesserà a nessuno quindi se volete non leggete. Proprio ieri la mia adorata micina Luna è venuta a mancare dopo 12 anni di una splendida vita passata insieme. Dedico questa storia a lei, visto che l’ho cominciata molto prima che la mia cucciola di ammalasse. Ora corre nel paradiso dei mici tra l’erba gatta e altri felini. Ti ho voluto bene …
  
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