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Autore: myidolsbravery    03/07/2013    3 recensioni
Louis va via, ed Harry è solo.
Accenni Ziam.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice: allora, piccola premessa; sono stata più di due settimane a scrivere questa OS, e all'inizio mi sembrava molto lunga, sul serio, stavo pensando di creare una FF, ma ne sto già scrivendo una sui Larry, e quindi non mi sembrava il caso.

Comunque, vi consiglio di ascoltarla con Don't let me go come sottofondo, fa tutto un effetto diverso.

Spero vi piaccia, sul serio, baci.
xx





Erano passati tre mesi, tre fottuti mesi da quando Louis se n’era andato via, per sempre, da me, da noi.

Noi. Cos’eravamo noi?
Amici, amanti, cosa?
Cos’è la nostra storia?
“E’ quel che è” diceva lui..

Lui.
Chi era lui?
Non riuscivo quasi più a ricordare il suo viso, la sua voce. Non sapevo più che sapore avessero i suoi baci, il tocco delle sue mani, l’odore del profumo che usava.
Chi sei Louis? Cosa mi hai fatto?
Sono solo. Solo in una casa troppo grande, ma in questa casa, caro Louis, ci siamo amati, non posso lasciarla come hai fatto tu, non è giusto.

Non riesco più ad entrare in quella fottuta stanza, dormire su quel fottuto letto, tra quelle lenzuola che sanno di te.
Le tue foto sono sparite dalla circolazione, tranne una però, ed è proprio in quella stanza, a terra, con la cornice rotta, ed i vetri sparsi in giro.
La porta è chiusa a chiave, ma la chiave non c’è; non so nemmeno dove l’ho messa.
Perché sei andato via Louis? Perché?
 
Non riesco ad uscire da qua dentro.
Non rispondo al telefono, ai messaggi, al campanello; non mangio.. sono diventato un vegetale, a stento ricordo come si parla.
Non lasciarmi Louis.
Non lasciarmi andare.
 
 
 
“Sono fuori la porta, apri.”

Questo diceva il messaggio di Niall, l’ennesimo messaggio di Niall, non ne potevo più, volevo stare solo, per sempre.
Ormai anche lui, come Zayn e Liam, aveva rinunciato a suonare il campanello, era del tutto inutile.
Perdendo Louis avevo perso me stesso.

“Harry, so che sei sveglio, so che hai letto il messaggio, quindi rimarrò qui, a tartassarti di sms, finchè non apri questa fottuta porta, è una promessa.”
Insisteva, ancora, sempre.
Era il mio migliore amico, troppo scontato farlo.
“Lasciami stare Niall” risposi, alla fine.
 
Avevo acceso la tv, come sottofondo, a farmi compagnia mentre componevo.
Si, avevo iniziato a scrivere canzoni da quando Louis se n’era andato. Molte erano finite diritte nel cestino, ma non cambiava molto la situazione, avrei scritto comunque, era la mia via di fuga, dal mondo, da Louis, che amava la mia voce.
Ma io non volevo scappare da Louis..

“Lasciarti stare? Sono 100 giorni che sei chiuso lì dentro, esci, o almeno fammi entrare!”
Cento giorni? Stava portando il conto al posto mio?
Erano davvero passati cento giorni senza Louis? Incredibile..
“Lasciami stare.”
Due parole.
Percepisco la disperazione di Niall da dietro la porta.
Perché era ancora lì? Perché non mi lasciava in pace? Era così difficile da capire?
 
Sentii sbattere dei pugni contro la porta chiusa a chiave, era lui. O era pazzo, o sordo, oppure troppo preoccupato per me.
“Harry Styles, apri questa cazzo di porta, prima che la butto giù!” urlò, inferocito come un toro all’attacco.
Ero stufo delle sue lamentele, così mi alzai dal divano, posai la chitarra e mi diressi verso la porta, per aprirla, mentre lui continuava a bussare.
“Calmati tigre, ecco fatto, ho aperto..”
Mi squadrò dalla testa ai piedi non appena chiusi la porta, ed io rimasi lì, a fissarlo, voleva soltanto assicurarsi che stessi bene.
“Come stai?” mi chiese, ed io senza rispondere, tornai al mio divano, dove avevo tutti gli spartiti e la chitarra.
Feci per sedermi, ma lui prese la mia mano e mi tirò a sé, con una forza che non avevo mai visto prima.
Ci trovammo faccia a faccia, anche se io ero più alto di lui. Ci guardammo per circa cinque secondi, e poi mi abbracciò.
Non so bene il motivo per cui lo fece, forse gli ero semplicemente mancato tanto, ma ricambiai.
“Harry sono così felice che tu stia bene.. Eravamo tutti preoccupati per te..” spiegò, ed io mi limitai a sorridere.
“Lo so Niall, e mi dispiace, ma volevo starmene un po’ per conto mio..”
“Si, ho capito, ma cento giorni Harry..cento, ora basta, su..!” sentenziò agitando le braccia, ed io non potetti fare a meno di osservarle; erano più muscolose da come  le ricordavo.
“Che hai fatto?” chiesi indicandole.
Le guardò, e mi sorrise.
“Palestra.” Rispose soddisfatto.
“Su dai, usciamo di qui, devo aggiornarti sul mondo esterno.”
Sbuffai, ma eseguii l’ordine, andandomi a preparare.
Mentre Niall metteva a posto gli spartiti, mi feci una doccia, con molta calma.
Cento giorni, cento fottuti giorni.

 
“Louis..ti prego non mi lasciare Louis, non farlo!”
“Devo Harry, mi spiace..ti amerò per sempre, lo giuro piccolo mio.”

 
Ogni qual volta mi fermassi a pensare, avevo quella scena parata davanti agli occhi.
L’immagine di un Louis, che non era più Louis, con zaino in spalla che lascia casa nostra.
Già, quella casa era nostra, ma allora perché non avevo ancora trovato il coraggio di abbandonarla?
Semplice Harry, Louis ti manca da morire.
Morire.
Era facile, no?
 
Quando tornai da Niall lo trovai a leggere uno spartito, pareva immerso nella canzone.
“Ti piace?” sussurrai, e sentendomi alzò lo sguardo su di me.
“Credo sia perfetta Styles, ma..forse se me la canti tu è meglio, no?”
Non aveva fretta di uscire?
Quella era una delle tante canzoni che avevo scritto dopo che Louis era scappato, da noi, da me.

 
Now you were standing there right in front of me
I hold on scared and harder to breath
All of a sudden these lights are blinding me
I never noticed how bright they would be.

 

Louis mi aveva abbandonato, ed io gli avevo scritto una canzone, sono proprio pazzo.
O innamorato?
Bhè, non è forse vero che amore e pazzia sono sinonimi?
Ed eccomi lì, un miscuglio di due sinonimi, io Harry Styles innamorato pazzamente di Louis Tomlinson.
“Sai qualcosa di lui?” chiesi a Niall, che parve sorpreso.
“Ancora? Dopo tutto quello che ti ha fatto?”
“Si.” Sussurrai.
“Usciamo di qui, prima che ti rompo la chitarra in testa.”
Risi, dopo cento giorni.
 
 
Doncaster era sempre la stessa città, stessa gente, stessi bidoni dell’immondizia, stessi cani; non era cambiato nulla, non mi ero perso poi così tanto, su. Ma forse una cosa era cambiata, si, la più importante, per me almeno: io e Louis.
“Niall..” sussurrai, come una preghiera, mentre mi guardavo attorno.
“Lo so Harry, so che ogni cosa ti fa venire a mente lui, ma..pensa a te ora, ti prego.”
Annuii, ma il mio cuore gridava no.
No Harry, perché tu ami Louis, più di qualsiasi altra cosa.
No Harry, perché Louis è il tuo mondo, lo è sempre stato.
No Harry, perché ti basta guardare i tuoi tatuaggi e collegarli ai suoi.
“Dove stiamo andando Niall?”
“Da Liam e Zayn, manchi tanto anche a loro..”
Sorrisi, imbarazzato.
Sapevo quanto le mie scelte avevano fatto star male i miei amici, i miei migliori amici, e mi sentivo tremendamente in colpa.
“Ti vogliamo tutti bene Harry, non pensare a noi, pensa a te stesso.”
Niall aveva questo strano potere, quello di leggermi nel pensiero, ma forse è solo per il fatto che lo conosco da sempre, da quando siamo nati.
Zayn invece lo abbiamo incontrato alle scuole medie, e da allora siamo diventati un trio inseparabile.
Era il compleanno di Greg, il fratello di Niall, quando conoscemmo Liam e.. Louis. Si, erano compagni di classe anche loro, e noi ci trovammo così, per puro caso, alla sua festa.
Greg poi partì per l’America, e noi tre iniziammo a frequentare Liam e Louis.
Nacque subito una grande amicizia, anche se ho sempre sospettato che tra Zayn e Liam ci fosse molto di più, ma non glielo chiesi mai. In certe cose Zayn sapeva essere molto riservato, e comunque, in quel periodo, io mi stavo innamorando di Louis, e a me andava bene così.
 
 
“Sai Harry, ormai è troppo tempo che fingo di esserti amico, e a me questa cosa non mi va per niente a genio.. in fin dei conti, devo dirti la verità, adesso o mai più..”
Cosa voleva dirmi? Che frequentava me, Niall e Zayn solo per fare un favore a Liam? A Greg?
“C-cosa?..” balbettai contorcendomi le mani sudate.
“Sono innamorato di te Harreh.” Mi sorrise. 
Il sorriso più bello del mondo.
Il sorriso di Louis William Tomlinson.
“Di..me?” 
Non ci credevo. Non potevo credere al fatto che il ragazzo che amavo ricambiasse i miei sentimenti, era tutto perfetto.
Mi sorrise, e quando fu abbastanza vicino unì le sue labbra alle mie, in un bacio.
Perfetto, dolce, romantico.
Eravamo innamorati.
 

 
Durante il tragitto eravamo passati davanti casa Tomlinson. Per quanto ne sapevo io ci abitavano soltanto la madre e le sorelle ora, e mi sorpresi quando decisi di non pensarci.
“Euhm.. Harry, ora Zayn e Liam convivono..”
Non rimasi molto sorpreso, dato che avevo sempre pensato che in fin dei conti si amavano, così gli sorrisi, a trentadue denti, mostrando le fossette.
“E’ una cosa bellissima..”
Niall parve rilassarsi, sapeva che in passato avevo provato un piccolo interesse per Zayn, ma ormai nella mia testa e nel mio cuore c’era una sola persona.
Bussò il campanello, e venne ad aprirci Liam Payne.
Appena mi vide mi gettò le braccia al collo, stringendomi forte; si, era mancato anche a me.
Lo stesso fece Zayn, quando mi vide entrare in cucina mentre era intento a preparare una torta di mele.
“Dio Harry, quanto ci sei mancato..” sussurrò, ed io gli sorrisi abbassando lo sguardo.
“Diciamo che Niall ha fatto un bel lavoro a tirarmi fuori di lì, ci stavo morendo, ma non avevo più forze..”
Li avevo spiazzati, non sapevano cosa dire.
“Puoi sempre dormire da me..” ipotizzò il biondino.
“Non è una brutta idea..” osservò Liam, ed in fin dei conti era proprio così, dovevo continuare a vivere, come sicuramente stava facendo Louis.
 
Niall e Liam andarono a casa mia, per prendere le cose che mi servivano, dato che mi sarei trasferito insieme al biondino, così ne approfittai per aiutare Zayn in cucina.
“Come va Malik?” gli chiedo sedendomi di fronte a lui.
“Io sto benissimo Harry, con Liam e tutto il resto.. Niall ti ha raccontato?”
Sorrisi.
“No Zay, mi ha solo detto che convivete, ma ho sempre sospettato qual cosina, e sai, sono felicissimo per te, per voi..”
Ricambiò il sorriso, arrossendo un po’.
“Grazie Haz, e tu invece, come stai sul serio?”
Avrei voluto dirgli tante cose, troppe cose, ma ci sarebbero voluti anni, secoli, così decisi di fargli un riassunto.
“Mi sento tremendamente solo, abbandonato. E’ come se avessi una voragine nel petto che aumenta a dismisura, senza fermarsi mai. Continua a crescere. Louis mi manca da morire, mi manca al tal punto da non ricordarmi più com’è fatto, che sapore ha.  Le sue foto sono sparite da casa, dal nostro nido, e mi sento così un fallito..”
Stavo piangendo, ma Zayn non mi disse nulla.
“Harry, stai tranquillo, noi siamo qui, non ti abbandoneremo mai, assolutamente, puoi starne certo.”
“Tu sai qualcosa di Louis? Come sta ed il resto?”
Liam e Louis sicuramente erano rimasti in contatto, Zayn doveva sapere per forza qualcosa, ed anche Niall, ma da bravi amici che erano non volevano farmi star male.
“Si Harry, tutto, ma non vuoi saperlo sul serio..”
Si, lo volevo con tutta l’anima, volevo sapere come stava, se si era fatto un’altra vita, il motivo per cui era andato via, volevo sapere tutto questo.
“Almeno..come sta?”
Sospirò.
“Abbastanza bene.. anche a lui fa male tutto questo.”

 
I promise one day I’ll bring you back a star
I caught one and it burned a hole in my hand oh
Seems like these days I watch you from afar
Just trying to make you understand

 
 
Avevo passato una bella giornata in compagnia dei miei migliori amici. Erano riusciti a distrarmi, e per un po’ di tempo non ho pensato a Louis.
Era notte, ed ero a casa di Niall. Da questo momento in poi avrei passato la mia vita con lui, come quando eravamo piccoli e dormivamo sempre insieme. Sinceramente non so cos’accadrà alla casa in cui vivevo con Louis, ma devo ricominciare a vivere anche io, come sta facendo lui.
 
 
“Abbastanza bene.. anche a lui fa male tutto questo.”
Le parole di Zayn mi arrivavano nelle tempie come spilli, non riuscivo a prendere sonno. Se anche lui stava male, perché mi aveva abbandonato? Proprio non riesco a capire tutto questo. Una persona pretende di sparire dalla tua vita senza lasciare spiegazioni, lasciando spazi vuoti, e bui profondi.
“Niall, sei sveglio?”
Ricevetti un verso strano come risposta, si dai, in fondo era sveglio.
“Non riesco a dormire Nialler.. ed ho delle strane idee in testa..”
Si alzò di scatto, con gli occhi semichiusi, con un’espressione che si avvicinava molto alla preoccupazione.
“No, tranquillo, non voglio ammazzarmi, o fare altre cose spericolate..” lo rassicurai, e tornò con la testa sul cuscino.
“Voglio andare a casa di Louis, dalla madre.. forse lei saprà qualcosa.”
“Cosa?!” tuonò mettendosi a sedere sul letto.
“Si dai, Jay deve pur dirmi qualcosa..”
Niall sbuffò, ed iniziò a presentarmi un discorso molto contorto, del quale non ho capito nemmeno una virgola; ma erano le quattro di mattina, quindi sarebbe stato impossibile.
“Io ho deciso..” sentenzia, e il biondino sbuffò.
“Va bene, allora domani mattina ti accompagno..”
“No Nialler, devo andare da solo.. questa è la mia battaglia.”
Non so per quale strano motivo, ma mi abbracciò, dandomi una pacca sulla spalla, e ritornò a dormire.
Appena si sarebbe fatta mattina sarei andato a casa Tomlinson.
 
Mi svegliai dopo meno di un’ora di sonno, stavo cercando di preparare un discorso, ma non mi veniva niente in mente.
Mi feci una doccia, e mi vestii velocemente, poi scrissi un biglietto a Niall che lasciai sul mio letto, gli diedi un bacio tra i capelli, e scappai quasi da quella casa.
Doncaster la conoscevo a memoria, c’ero nato, e la mia famiglia era sempre vissuta lì. Mia sorella Gemma però era a Londra, e mia madre si era trasferita con il suo nuovo marito a Bristol, perché lui viveva lì.
 Erano le otto e mezza, così decisi di andare a fare colazione. Presi un cappuccino, che bevvi lungo il percorso per arrivare a casa Tomlinson.
Avevo la testa proprio su un altro pianeta, e quando arrivai davanti la porta della villetta a tre piani, quasi mi venne un infarto.
Forza Harry, fallo per te.
 
Non lasciarmi andare.
Perché sono stanco di essere solo.
 
Nell’esatto secondo in cui suonai il campanello il mio cuore sembrò fermarsi.
La porta venne aperta da Pheobe, la sorella di Louis, una delle due gemelle, che alla mia vista rimase paralizzata sulla porta, con la bocca aperta, senza dire nulla.
“Ciao..” sussurrai facendole il gesto con la mano.
“M-ma-mm-aa-a..” sillabò in modo strano, ed io ridacchiai, si perché in fondo doveva essere sconvolgente per lei vedermi lì.
Arrivò Jay, preoccupata dalla reazione della figlia, e quando mi vide stette anche peggio.
“Harry?” domandò incredula, come per confermare l’immagine che le era arrivata al cervello.
“Salve Jay..” sorrisi.
Ma che cazzo ci stavo facendo lì?
Volevo urlare, scappare via.
Me la stavo facendo sotto.
Forza Harry, coraggio.
 
Eravamo seduti io e lei sul divano in soggiorno, quella casa la conoscevo benissimo, ed era rimasto tutto nello stesso modo.
“Jay, sono venuto qui per chiederti di Louis. Niall, Zayn e Liam non mi dicono niente, forse non vogliono, oppure semplicemente preferiscono ‘proteggermi’, anche se non so da cosa.. Probabilmente è perché dopo cento giorni sono uscito dal mio stato ‘vegetativo’ rinchiuso in quella casa, ma io ho bisogno di sapere di lui, come sta, e soprattutto delle spiegazioni, perché non me le ha date..”
“Harry, non sono io quella che deve spiegarti determinate cose, quando arriverà Louis parlerai stesso con lui..”
Il mio mondo si ferma.
Louis era ancora a Doncaster?
Era rimasto lì?
Perché nessuno mi aveva mai detto niente?
“Louis vive ancora qui?” chiesi incredulo.
“Veramente, caro, non è mai andato via..”
Mi cadde il mondo a dosso, per il semplice fatto che mi sentii tradito, preso in giro dai miei migliori amici. Loro sapevano tutto, e non mi avevano mai detto nulla..
“Ed ora dov’è?”
“E’ in camera sua. Sai lavora in una discoteca, serve le bibite ai tavoli, quindi ha dei turni assurdi. Il giorno dorme, e la notte lavora..” confessa con voce rotta.
Non ci credo.. il mio Louis.
“Posso andare da lui?”
“Harry io..non credo sia una buona idea, ecco.”
“Jay, ti prego, io lo amo.” Supplicai.
Fece un sospiro, e mi sorrise.
“La camera sai dov’è.”
Si, sapevo dov’era.
Come posso dimenticare il luogo in cui abbiamo fatto l’amore per la prima volta?
 
 
“Ti amo Harry..” sorrise, accarezzandomi i capelli.
“Anche io ti amo Boo, da vivere.”
“Vivere?” mi chiese guardandomi con occhi confusi.
“Sai, le persone dicono sempre ‘ti amo da morire’, ma io non posso morire, io voglio vivere con te ogni singolo giorno, far fruttare il nostro amore. Se muoio come me lo godo? Come godo i tuoi occhi, le tue labbra, i tuoi sorrisi.. come ti godo Louis? Perciò ti amo da vivere, perché voglio vivere con te, per sempre.”
“Per sempre può essere un tempo molto lungo, sai?”
“Correrò il rischio, e poi, se sono con te, il tempo potrebbe non bastarmi mai..”
“Harry.. facciamo l’amore, ora. Viviamo insieme questo momento.”
“Sei sicuro Lou? Insomma, è una promessa fare l’amore..”
“Harry, ti prometto che t’amerò per sempre..”
“Devo prenderla come una minaccia?”
“Sei uno stronzo, lo sai? Però ti amo, quindi promettimelo.”
“Si Boo, te lo prometto.”
 
 
Quando mi ritrovai davanti la porta della sua camera non seppi che fare. Sembrava tutto così complicato. La salivazione era a meno di zero, mi sudavano le mani, e avevo le gambe molli, forse sarei morto.
Forza Styles, hai passato cose peggiori.
Toc, toc.
Niente, silenzio.
Toc, toc.
Si sentirono dei piccoli rumori dall’altro lato della porta, qualcuno si muoveva nella stanza, e quel qualcuno era Louis.
Dio, salvatemi.
Che cazzo stavo facendo?
La porta si aprì.
"Lottie, quante cazzo di volte ti ho detto di lasciarmi…”
Rimase shockato. Immobile. Paralizzato.
Lo guardai.
Dopo centouno  giorni stavo riguardando i suoi bellissimi occhi azzurri, spaventati, sorpresi.
“Ciao Boo..” soffiai, quasi a non sentirlo.
La porta si chiuse, a due centimetri dalla mia faccia.
Mi aveva chiuso la porta in faccia.
Mi aveva rifiutato, di nuovo.
Ero troppo debole per andarmene.
Scivolai contro il legno della porta, fino a sedermi a terra. Piangevo. Versai tutte le lacrime che Louis mi provocava. Avrei dovuto odiarlo, forse lo stavo facendo, ma lo amavo più di me stesso.
Louis, perché mi uccidi così?
Credevo di aver prosciugato le lacrime in tre mesi di pianti, invece no, erano sempre lì a farmi compagnia, le mie migliori amiche.
Non lasciarmi, non lasciarmi andare.
 
 
La porta si riaprì, dopo non so quanto tempo, ed io quasi caddi con la testa a terra.
Louis s’inginocchiò davanti a me, e potetti notare i suoi occhi rossi, anche lui aveva pianto.
“Harry..” sussurrò, e le mie lacrime si ripresentarono.
Solo a sentirgli pronunciare il mio nome, il mio cuore perdeva i battiti, era assurdo, lo amavo piú di prima. Rivedere quel viso che avevo quasi dimenticato mi fece rinvigorire. Era lì, era Louis, ed era davanti a me, bello più che mai. Non era cambiato per niente, aveva solo qualche altro tatuaggio che spuntava sulle braccia, ma era sempre il mio Louis.
“Oh mio piccolo dolce Harry..” mi abbracciò, mentre sussurrava queste parole sopra i miei capelli.
Mi sentii minuscolo, protetto, al sicuro, come non mi sentivo da tanto tempo.
“Lou, sei..reale?” chiesi incredulo, perdendo ogni connessione con la realtà.
“Si, sono qui, sono io..” risponse alzandosi, mentre mi porgeva una mano.
Ci ritrovammo in piedi, faccia a faccia, più o meno, perché io rimanevo sempre più alto di lui. Mi abbracciò, ed io lo strinsi a me, non doveva scapparmi, non di nuovo.
“Perché te ne sei andato, me lo spieghi?”
 
 
Adesso che sei qui proprio davanti a me
Provo paura ed è più difficile respirare
Ad un tratto tutte le luci mi stanno accecando
Non ho mai notato quanto sarebbero state luminose.

 
 
“E’ difficile Harry..”
“Lo è solo se lo pensi tu, quindi parla.”
“Mi ami ancora?”
“Come potrei smettere di farlo? Si tratta di te Loueh..”
Iniziò a piangere, ed io non sapevo cosa fare, mi sentivo inutile.
Lo abbracciai, e gli lasciai un bacio tra i capelli.
“Okay Harry, ti racconto tutta la verità.”
 
Ci mettemmo a sedere sul letto, mentre con un fazzolettino Louis si asciugava le lacrime.
Era così indifeso, mi sembrava un bambino, un cucciolo da accudire.
“Praticamente..sono malato Harry. Ho la leucemia.”
La mia anima si fece a pezzi.
Li sentii cadere a terra, rimasi paralizzato.
Anche Louis, non disse nient’altro, semplicemente mi abbracciò, cercando conforto.
“Non volevo dirtelo, non volevo distruggerti più di quanto stessi facendo già.. Insomma, io ti amo più di qualsiasi altra cosa Harry, ma se non dovessi sopravvivere, io non potrei mai perdonarmi il male che potrei farti.”
“Quando l’hai saputo?”
“Centootto giorni fa, sette giorni prima che ti lasciassi.. Ho iniziato le cure, ma non so se sopravviverò..”
“SI CAZZO LOUIS, TU DEVI FARCELA. HAI SEMBRE BATTUTO TUTTO, HAI SCONFITTO SEMPRE TUTTI, ORA AMMAZZI ANCHE QUESTA MERDA CHE SI E’ IMPOSSESSATA DI TE. TU NON PUOI ANDARTENE.” Urlai tra le lacrime, come un pazzo.
Probabilmente mi aveva sentito anche mia madre a Bristol, ma non me ne fotteva niente, non potevo perderlo di nuovo.
“Ho iniziato con le medicine, poi toccherà alle chemio, e non so.. cambierò del tutto. Perderò peso, avrò la pelle bianca, i miei capelli non ci saranno più.. non sarò più io.”
Stava piangendo sulla mia spalla.
“Io ti amerò anche così, perché sei tu, sei il ragazzo che amo, mi prenderò cura di te, te lo prometto..”
“Avevo chiesto ai ragazzi di non dirti niente di me..”
“Non l’hanno fatto Lou. Ti prego, torna a casa nostra. Tu sei un guerriero, non ti arrendi, supereremo anche questa.”
Mi baciò, ci baciammo.
Io e Louis.
Harry e Louis.
Insieme, come una volta, come sempre.
Sentii il suo sapore sciogliersi sul mio palato, le sue mani sulla mia pelle.
Avevo una fottuta voglia di volerlo, farlo mio, ancora e ancora.
“Quanto cazzo mi sei mancato Harreh..”
Sorrisi, e lo baciai con più foga di prima.
Dio Louis, se solo sapessi tutto ciò che ho passato. Se sapessi tutti i dubbi esistenziali da cui mi sono fatto prendere per paura che non mi volessi più, ma ora siamo qui, a lottare, insieme.
“Torniamo a casa nostra amore, ho bisogno di te..”
 
 
“Non andiamo a casa Harry?”
“Prima devo passare da Niall a prendere le mie cose, poi le chiavi le ha lui suppongo..”
Avevamo parlato con Jay, e successivamente con le sorelle di Louis; tutte sapevano della sua malattia, e furono entusiaste del fatto che mi sarei preso cura del loro Boo. Si, dovevo prendermene cura.
Jay era commossa, felicissima di rivederci insieme, è stato tutto perfetto.
Eravamo fuori casa di Niall, bussai, e ci venne ad aprire, con una matita posta sull’orecchio.
“Ehy Harry, allora..? Louis!” si abbracciarono, ed io ero felice, si, da morire.
“Come stai Nialler?” gli chiese il mio ragazzo.
Si cazzo, era il mio ragazzo.
“Tutto alla grande, stavo lavorando ad un progetto..a te come va invece?”
Niall studiava architettura insieme a Zayn, mentre Liam voleva diventare neurologo, io invece ero uno scansafatiche, lavoravo in panetteria, ma fortunatamente mio padre mi aveva lasciato abbastanza soldi, sia a  me che a mia sorella.
“Sto bene, dovrò iniziare le chemio, ma.. si supera tutto, si.”
Mi sorrise, ed il mio cuore si sciolse, ancora.
“Ragazzi vado a prendere le mie cose. Niall io e Lou ritorniamo a vivere insieme..”
“Ma è fantastico ragazzi.. che dite se stasera ceniamo tutti e cinque insieme?”
“Magari a casa nostra, si..” sussurrò Louis, e potetti sentire il suo sguardo seguirmi mentre salivo le scale, tutto stava tornando al suo posto, come un puzzle, dove mancava l’ultima tessera.
 
 
 
Louis aveva iniziato le chemio.
Era cambiato esteriormente.
I capelli erano quasi del tutto spariti, ed era per questo che indossava sempre i suoi berrettini di lana o cotone. La pelle era bianca, quasi trasparente, e venivano evidenziate le vene che spuntavano da sotto i tatuaggi. Era dimagrito tantissimo, sembrava quasi uno scheletro di vampiro, e mi faceva paura tutto questo.
Però era sempre Louis, il mio Louis.
Gli occhi erano sempre di quel colore azzurro oceano, acceso, che non si arrendeva, lottava.
La sua risata riecheggiava sempre quando era in casa, ma si, anche quando si trovava sul lettino dell’ospedale.
Era sempre il mio bellissimo Louis.
 
 
“Harry, mi canti qualcosa?”
“Come amore?” gli chiesi raddrizzandomi sulla sedia messa alla destra del suo letto.
“Si, canta qualcosa.. la tua voce non può che farmi bene..”
E così feci.
 
I’ll keep my eyes wide open
I’ll keep my arms wide open

Don’t let me
Don’t let me
Don’t let me go
'Cause I’m tired of being alone.

 
 
 
“Come sta Louis?”
Ricevevo solo questa domanda, da chiunque venisse a fargli visita.
Ma cosa ne potevo sapere io sul serio?
“Le chemio continuano, non so nient’altro.”
Stessa risposta, alla stessa domanda, ogni volta.
Sarei voluto scappare via da quella processione di gente.
Anzi, avrei buttato tutti fuori quella stanza, e mi ci sarei chiuso dentro, con il mio Louis.
 
“Harry, forse hai bisogno di riposo.. che dici se ti do il cambio?”
Jay, anche lei, mi ripeteva la stessa frase da settimane, ma io rifiutavo sempre, categoricamente.
“Harry, Louis non te lo dice, ma non vorrebbe vederti così. Va a casa, fa una doccia e dormi un po’, poi quando ti senti bene e ripreso, torni, non è difficile sai?”
Niall Horan aveva parlato.
“Si ma.. io devo stare qui.”
“Sentimi un po’ ricciolino, mio figlio non molla, non va via, mi ci gioco la vita. Quindi riprenditi, va a casa, qui ci penso io.”
Forse era arrabbiata, ma non aveva tutti i torti, probabilmente voleva stare da sola con il figlio.
“Dai, ti accompagno io..” si offrì Liam, ed accettai, si perché dopotutto Louis non voleva vedermi in quello stato.
 
 
I giorni passavano, e Louis stava sempre peggio.
Mi sentivo tremendamente vuoto, e solo, anche se i ragazzi venivano spessissimo a farci visita, ma quell’ospedale era così triste..
Louis aveva bisogno di sangue, ed io gli avevo donato il mio, anche perché potevo.
“Ora mi scorri nelle vene a tutti gli effetti..Sono certo che avrà dei poteri curativi, è il tuo, deve essere così per forza..”
Piansi.
Come un bambino.
 
 
 
 
Non so cosa successe nei mesi successivi, ma alla fine le cose cambiarono, radicalmente.
Vivevo ancora in quella casa, fatta di ricordi, vestiti sparsi in giro, vetri rotti, risate, amore, film e briciole sul divano.
Vivevo ancora nel nostro piccolo nido, si, ci vivevamo, insieme, io e Louis.
Niente più chemio, niente più medicinali, ospedali e schifezze varie, Louis aveva vinto, e la leucemia aveva perso.
Louis era mio, era tornato quello di sempre.
 
“Sapevi che ero forte Haz.”
Si, lo sapevo sul serio.
Lui era il mio Superman, doveva per forza essere così.
“Per sempre Louis?”
“Mi stai minacciando tu stavolta eh..”
Ridemmo.
“Me lo prometti?”
“Come me lo promettesti tu la prima volta?”
“Mmm, si, direi che è fattibile.. ma prima, un’altra cosa.”
Louis mi guardava interrogativo, mostrando una faccia del tutto buffa, ed io non facevo altro che ridere sotto i baffi.
Andrai verso il mio armadio, e mi misi a cercare sotto i mucchi di vestiti una cosa.
Louis si mise sui gomiti, steso sul letto, ad osservarmi.
“Che stai facendo?”
“Chiudi gli occhi amore, e non dire niente.”
Lo fece, e sulle sue labbra si disegnò un sorrisetto malizioso.
Mi avvicinai a lui, con l’oggetto trovato, e mi misi sul letto.
“Sposami Louis.”
Aprì gli occhi di scatto, e quasi gli venne un infarto.
“C-cosa..?” balbettò guardando l’anello d’oro bianco che avevo nella scatolina di velluto verde tra le mani.
“Sposami, si o no.. non hai altra scelta.” Dichiarai.
“Oh Harreh, certo che ti sposo, si, si, si, e mille volte si!”
Misi l'anello all'anulare della sua mano sinistra, e ci baciammo, con dolcezza, amore.
“Ora voglio la promessa però.” Dichiarai ridendo.
“Tutte le promesse che vuoi.” Giurò guardandomi negli occhi.
Verde nell’azzurro.
“Abbiamo il ‘per sempre’, giusto?”
Mi baciò, e stringemmo quel patto, solo come due innamorati sanno fare.
Louis ed Harry.

Per sempre.

   
 
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