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Autore: Paperetta    17/01/2008    5 recensioni
Non avevo ancora pensato di scrivere una fic su Rock Lee e Gai, ma poi ho visto una certa puntata e non ho potuto farne a meno! Non so ancora come finirà: intanto voi leggete, e io decido!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gai Maito, Rock Lee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
Rock Lee corse, corse come un disperato. Non gli importava di sbattere contro 
decine di rami, di essere pieno di tagli; non gli importava nemmeno di finire in 
qualche posto sconosciuto a quell'ora della notte: voleva solo trovare il suo 
maestro, solo a questo riusciva a pensare.
Ormai stava correndo da dieci minuti, avrebbe dovuto vederlo a momenti. Arrivò 
in uno spiazzo, al limitare della foresta. Si guardò intorno, cercando di capire 
dove fosse andato Gai; ma era impossibile, c'erano troppe strade lì intorno. 
Doveva assolutamente tentare la fortuna e imboccare una delle vie, ma non 
riusciva a decidere: aveva il terrore di sbagliare e di non riuscire a trovarlo.
Si lasciò cadere su una piccola roccia al centro dello spiazzo, le mani nei 
capelli.
No... no... maestro... sono uno stupido, uno stupido!”
Perché era stato così stupido? Perché? Non sarebbe mai riuscito a darsi una 
risposta.
Poi sentì un rumore dietro di sé e si girò di scatto; non vide nessuno, ma a 
pochi passi dalla roccia trovò una busta chiusa. La prese e l'aprì subito:


Caro Lee,
ho lasciato una mia copia a girare nella foresta, certo che verrai a cercarmi 
tra un po'. Mi dispiace, ma non sono riuscito a trovarti per tutto il giorno e 
non ti ho detto quello che avrei voluto, quindi mi vedo costretto a scriverti 
una semplice lettera.
Rock Lee, so che non riesci ad accettare che io debba allontanarmi per così 
tanto tempo, ma so anche che non mi ritieni veramente responsabile: ormai ti 
conosco bene, non lo pensi. Se ti avessi trovato, ti avrei detto di portare 
pazienza, di essere forte e di aspettare il mio ritorno senza darti troppi 
pensieri; se rifletti bene è solo un anno, o poco più, puoi sopravvivere 
benissimo anche se non sono lì con te.
Avanti! Stiamo trasformando questa storia in una tragedia! Potrei capire se si 
trattasse di due, tre anni... ma dodici mesi non sono poi tanti. Adesso dirai 
che per te è comunque troppo tempo, perché sono sempre stato con te e non sei 
abituato alla mia assenza; anche per me un anno è molto, ma ti assicuro che 
passerà in fretta, se non trascorri tutto il tempo con quell'aria depressa. E te 
lo sto dicendo io, che sto soffrendo almeno quanto te per questa storia, se non 
di più.
Quindi, per favore, ricordati tutto quello che ti ho insegnato e sorridi come 
sempre; altrimenti non riuscirò a lavorare, se so che non sei felice. D'accordo?
Ti scriverò ogni volta che potrò e ti farò sapere non appena avrò finito qui.
Ricorda che ti voglio bene 
Il tuo maestro Gai
Rilesse la lettera molte volte, e per ognuna di queste il suo cuore si faceva 
sempre più leggero, sempre meno angosciato. E sempre più in colpa.
Maestro Gai... anch'io le voglio bene...”
*** *** ***


Cinque mesi dopo, Rock Lee mangiava tranquillo una ciotola di ramen nel locale 
preferito di Naruto; l'amico era dovuto correre al palazzo dell'Hokage, 
lasciando la sua porzione a metà, senza che nessuno dei due ne conoscesse il 
motivo. Così il ragazzo dai capelli neri aveva potuto finire pure l'altra 
ciotola, anche se da solo. 
Era da un po' di tempo che si era abituato all'idea che il suo maestro fosse 
partito, ma ancora provava una grande nostalgia ogni volta che pensava a lui: 
non era caduto in depressione e già questa era una buona cosa.
Una notizia, però, avrebbe a breve distrutto quella calma che era riuscito a 
creare con tanta fatica.


Nel locale entrarono due persone che non conosceva; due jonin, maschi, sui 
venticinque anni, che ordinarono il menù del giorno ed iniziarono a 
chiacchierare. La conversazione non interessò Lee, almeno in un primo momento.
Kai dov'è?”
Chi? Ah, si, Kai. È andato all'entrata nord, a prendere dei feriti...”
Feriti? Perché, qualche missione è andata male?”
Temo di si. Però non so chi sia, non me l'hanno detto: credo che sia una 
missione vecchia di qualche mese... ehi!”
Rock Lee scattò sulla sedia e schizzò fuori dal locale, rovesciando la sua 
ciotola che quasi cadde addosso ad uno dei due jonin.
Corse a più non posso finché non raggiunse l'entrata nord e lì si guardò 
intorno, alla ricerca di qualcuno che potesse dargli informazioni.
Mi scusi, sa dirmi cos'è successo?” chiese ad una donna poco distante “Chi è 
che sta arrivando?”
Sono i ninja inviati per la missione nel villaggio di Kavoe, cinque mesi fa. A 
quanto pare hanno avuto successo, ma ci sono diversi feriti e addirittura un 
decesso: arriveranno a momenti.”
Questo... non ci avevo pensato...”
Mai a Rock Lee sarebbe anche solo passata per l'anticamera del cervello l'idea 
che il suo maestro potesse morire in missione. Mai. L'unica sua preoccupazione 
era di non vederlo per molto tempo, ma a questa eventualità non aveva mai 
pensato.
Come quella notte, in cui Gai era partito per Kavoe, Lee venne colpito da un 
fortissimo dolore allo stomaco, come di mille lame che lo perforavano. Aspettò 
con queste fitte per soli cinque minuti, che a lui sembrarono ore. Dall'enorme 
portone principale entrarono un carro trainato da due cavalli e tre ninja a 
piedi; vide che uno di loro si fermava a parlare con la donna di prima e, 
insieme, guardarono dentro al carro. Si avvicinò con molta calma, perché voleva 
ancora un po' di speranza... Prima che potesse dire qualcosa, la donna si 
rivolse a lui:
Ho controllato: ha perso la vita un jonin, mentre gli altri sono solo 
lievemente feriti. Secondo me avrebbero dovuto...” Ma Lee non l'ascoltava più. 
Non voleva sentire più niente. Rimase lì, davanti al carro, per chissà quanto 
tempo, prima di decidersi a controllare al suo interno. 
Voleva sapere. Doveva sapere, ma allo stesso tempo era tentato di andarsene, di 
continuare a credere e a sperare di riunirsi un bel giorno con il suo maestro, 
la sua unica ragione di vita. 
Alzò la mano, la ritrasse; si avvicinò un poco, tornò indietro.
Aveva paura. Era terrorizzato dalla paura.
Sollevò con un colpo il telo bianco... e il suo adorato maestro era lì.






Lì, dietro di lui, che sorrideva rassicurante.
Chi stai cercando, Rock Lee? Guarda che io sono qui dietro!”
Ma... maestro Gai...? Lei è...”
E non balbettare! Cos'è, non sei contento di vedermi?”
MAESTRO GAI!!” Lee si lanciò contro di lui senza aspettare un secondo di più. 
Maestro! È vivo... È VIVO!! I... io... mi è preso un colpo: pensavo che 
fosse... che l'avessero...”
Il sorriso di Gai si allargò ancora di più: voleva così bene a quel ragazzo, che 
non poteva fare a meno di sorridere e di abbracciarlo. Intanto, il carro e i 
quattro ninja erano ripartiti verso l'ospedale.
Certo che sono vivo, Rock Lee. Hai davvero pensato che fossi morto?”
Si...”
Vabbè che sono un po' ammaccato, però ci vuole più di questo per farmi fuori! 
Su, avanti! Andiamo, che ti offro da bere.”
Ma, maestro” disse Lee, staccandosi a malavoglia dal suo abbraccio. “Io devo 
parlarle: le ho detto delle idiozie, non pensavo assolutamente quello che ho 
detto...”
Lo so, non c'è bisogno che me lo dici. Adesso andiamo, che ho una gran sete... 
ah! Quasi dimenticavo!”
Prese la borsa che aveva sulle spalle e si mise a frugare al suo interno: ne 
estrasse una tuta verde fiammante, nuova, perfetta.
Questa è per te” esclamò, orgoglioso. “L'ultima volta non ce l'avevi e ho 
pensato che fosse perché non ti stava più, quindi te ne ho fatta una nuova. Con 
le mie mani!
Maestro... ma è bellissima!”
Lo so! Ora andiamo, così dopo puoi metterla.”
No” esclamò Rock Lee, infogato. “Vado subito a metterla! Mi dia due minuti, la 
prego!”
D'accordo” annuì, e si avviarono tutti e due verso casa.


Maestro... anche se il mondo dovesse crollare; anche se mi succedesse qualcosa, 
qualsiasi cosa; anche se non avessi più una gamba, o un braccio, o entrambi; 
anche se dovessi morire... mi riterrei la persona più fortunata del mondo, 
perché lei è qui con me.

Fine


Ecco qui il finale! Lo ammetto, ero tentata di concludere con “e il suo adorato 
maestro era lì”, ma ho cambiato idea all'improvviso; ci stava così bene quel 
seguito, che non ho saputo resistere ed ho optato per un finale felice. Però vi 
avverto che ve la siete vista brutta, perché l'ho terminata una domenica, il 
giorno dopo aver visto Cold Case in tivù, e chiunque lo segua sa che può essere 
molto influente sull'umore; diciamo che, se l'avessi scritta di sabato, ora 
stareste piangendo come fontane!
Spero che vi sia preso un bel colpo con la storia del telo, perché il mio 
intento era proprio quello (me molto sadica ultimamente, eheh!).
Un grandissimo grazie a tutte le persone che mi hanno seguito e mi hanno 
recensito e anche a chi lo farà per questo capitolo e non potrò rispondergli. Un 
bacione^^


Ah! Due avvertimenti dell'ultimo minuto.
Prima di tutto, sarei contentissima di ricevere recensioni (per questa o per le 
altre storie) anche dopo mesi, quindi non mettetevi problemi (che invece mi 
metto io ogni volta! Quindi il senso del messaggio è: non fate come me!).
Seconda cosa... la prossima storia potrebbe essere una TsunadeXJiraiya e, 
attenzione, potrebbe essere una lemon! Ebbene si, ho deciso di provarci anch'io. 
In realtà l'ho già scritta e dovrei solo risistemarla un po', però prima voglio 
farla leggere ad alcune mie amiche: deciderò se pubblicarla in base al loro 
giudizio, ma voi state in allerta e fatemi sapere se vi interessa, anche perché 
mi vergogno un po' ^////^. Insomma, di lemon su loro due non ce ne sono! (io non 
le ho trovate, ma se ci sono fatemelo sapere! Almeno una!)
Ora me ne vado seriamente***
  
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