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Autore: Gyal    03/07/2013    1 recensioni
E se ti dicessi che non è tutto come sembra? Se ti dicessi che non esiste giusto o sbagliato? Ti sei mai sentito come se qualcuno ti stesse leggendo nel pensiero? Ti senti confuso, non è vero? Sei uno scherzo della natura. Come loro, del resto.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cuore mi batteva forte, tanto da temere che lo sentisse anche lui. Non riuscivo a respirare. Mi sentivo annegare nel buio di quella notte. Alzai gli occhi al cielo e nel vedere quelle rade stelle presenti, mi rasserenai.
Feci un bel respiro profondo. Sentivo quel peso che mi massacrava l'addome, diventare sempre più leggero, fino quasi a sparire del tutto. 
Lo guardai fisso per un po', incerta riguardo cosa dire. Mi persi nei suoi occhi. Quel verde riflettè nei miei occhi le gioie e i bei momenti passati. Una sensazione di pace rimbombò silenziosa nella mia anima. Un'insolita
quiete invase il mio corpo, ma tentai di mascherarlo al meglio, come si fa con quelle felicità celate all'interno del cuore che sono piccoli segreti, piccoli tesori, che se rivelati, rischiano di rovinarsi.
"Aspetta! Cosa volevi dirmi prima?" mi riecheggiava nella mente.
"Prima?" gli chiesi con aria confusa.
"Sì, prima che trovassero la lapide di Viola. Stavi per dirmi qualcosa..." mi rispose fermamente senza lasciarmi il polso.
"No, è che in quel momento c'era un'aria tetra... Avevo un po' paura. Tutto qui." contestai.
Mi guardò con aria scettica. Non so come, ma riuscì a leggermi dentro.
"Dal primo momento in cui ti ho vista, ho capito che mi nascondi qualcosa..."
"Non prenderla a male, non nascondo qualcosa solo a te."
"Ma io pensavo di essere diverso dagli altri..."
"E lo sei! E' che..."
"E' che?"
Sospirai.
"...Non posso dirtelo. Non adesso. Non qui. Non così." 
Abbassai lo sguardo ricolmo di lacrime che però non potevo permettere di farmi cadere. Silvio allentò dolcemente la presa, quasi accarezzandomi la mano, come se volesse chiedermi scusa per la tale insistenza.
Mi alzò il viso per permettermi di guardarlo negli occhi. Ci fu un attimo di silenzio. 
"Se c'è qualcosa che posso fare... Qualsiasi cosa... Conta su di me." mi disse con un sorriso, asciugando una lacrima che non riuscii a trattenere.
"Grazie. Sapevo che avresti capito." gli risposi con un sorriso.
"Solo non..." 
"Non dirlo agli altri, ve'?" mi precedette.
"Esatto..."
"Tranquilla." aggiunse rassicurandomi con un sorriso. 
Ci sedemmo sul marciapiede.
"Hai visto come brillano le stelle?" gli domandai cambiando discorso.
"Già, all'una di notte si vedono proprio bene." mi rispose.
Mi spostò i ricci castani dietro le orecchie. Ci guardammo negli occhi per interminabili minuti, avvicinandoci sempre più. 
Eravamo ad un sospiro l'uno dall'altra. Mi riaffiorarono in mente tanti ricordi che allontanai per cercare di assaporare il più possibile quel dolce momento. 

Chissà se il sapore è rimasto lo stesso. Chissà se anche lui ha qualche ricordo, anche sfocato. Chissà se magari tornerà a ricordare tutto. 

E mentre le farfalle del mio stomaco si agitavano come una mandria elefanti spaventati e le nostre labbra erano vicinissime, prossime a sfiorarsi, Silvio scattò all'indietro, portandosi le mani alla testa. 
Riuscii a percepire il dolore che stava provando. Sembrava un trapano che dall'interno lo perforava insistentemente. Fu un attimo. Riuscì a mettere a tacere un grido di dolore. 

"Silvio!" gridai preoccupata.
"Non preoccuparti, è stato un attimo. Niente di che." mi tranquillizzò.
"Niente di che? Guarda che l'ho sentito! Stai bene?" gli chiesi.
"Sì sì. Diciamo che un po' mi mancava. Mi ricorda che sono vivo." mi rispose.
"...And you bleed just..." bisbigliai.
"...To know you're alive." continuò.
"Iris dei..." 
"Goo Goo Dolls. La conosci anche tu?" mi chiese.
"Già. E la conosco proprio grazie a te."
"Eh?" rispose perplesso.
"Tranquillo, poi capirai." gli risposi. 

Che occasione te sei perso!
"Domenico? E te che ce fai?" chiese Silvio stupito.
S'era liberato 'n posto come amico immaginario... Ed eccomi qua. 

"Immagino che questo terzo sia l'amico immaginario del quale mi parlavi..." aggiunsi.
Piacere, Domenico.
"Laura."
"Ora che te sei presentato, potresti pure levarte da 'r cazzo." rispose Silvio infastidito. 
Sì, però stai calmo. Non è così che s'accoglie un vecchio amico. 
"Ora non mettetevi a litiga' pure voi. Marco e Andrea bastano e avanzano. Dai, vi accompagno a casa."
  
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