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Autore: Nice Doll    04/07/2013    1 recensioni
Per chiunque abbia voglia di leggere di un amore sofferto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 E’ possibile amare ancora una persona anche dopo averla persa da più di un anno?
Sì. Assolutamente! Non ho mai, mai, mai smesso.
Anche se, lo ammetto, diverse volte ci ho sperato. O forse, ci ho creduto.
A volte solo lievemente, perché in fondo sapevo di provare sempre quel sentimento forte e puro verso di te, altre ci ho creduto per davvero. 
 Certa di averti dimenticato. Illusa che l’incontrare altre persone avesse messo fine a tutta la sofferenza. Ma, purtroppo così non è stato. 
Anzi, tutt’altro.
Continuo a scrivere i nostri nomi vicini, come facevo prima.
Continuo a saltare un battito quando ti vedo o anche solo sentendo il tuo nome.
Continuo a piangere nel risentire quella canzone.
La stessa, che appena un anno fa mi trasmetteva un’infinità di emozioni.
Tante, tantissime. Sensazioni così piene di gioia e di amore, di affetto e che mi facevano sentire bene, erano tutte così reali. 
Al contrario di questo amore falso, che ho pensato di provare per altri, dopo e prima di te.
Tu sei stato l’unico:
L'unico ad avermi fatto provare la delicatezza, la freschezza e la purezza di un sentimento, ormai, tanto sciupato;
L'unico ad avermi fatta sentire una bambina e una donna;
L'unico i cui occhi conservavano sempre quell'adorabile luccichio;
L'unico che mi teneva costantemente con il fiato corto.
Basti pensare ad una maratona, come si ci sente dopo averla terminata?

Stanchi e affaticati. Spossati e senza fiato.
Con la gola secca e le gambe pesanti, anche se alla fine neanche te le senti più.
Ecco, così mi sento io. Proprio così.

Stanca.  Di ripensare alle tue parole, ai sogni e alle speranze che confidavo in te. 
Di specchiarmi in ogni ricordo, e annegarvici dentro usando poi come ancora di salvataggio la totale consapevolezza di averti perso. 
E di sentirmi incapace di accettare quell’innegabile verità, tu non tornerai.
Affaticata.  Mi sembra esserti stata e di starti tutt’ora, sempre dietro, e di correre, correre senza fermarmi mai un attimo. 
Sempre meno convinta che un giorno riuscirò ad arrivare a te. A toccarti o anche solo a sfiorarti. 
Per poi arrivare al tuo fianco e anche se esausta, tenderti la mano e accorgermi che la tenevi già e, proseguire, insieme stavolta. 
Con la certezza di essere uniti e avvertire quelle vibrazioni che percorrono il mio corpo quando siamo vicini.
Spossata.  Il risultato di notti insonni, e di giornate passate tanto perché dovevano passare. 
La somma di tutti i giorni trascorsi, dall’ultima volta. L’ultima volta che tu mi hai sollevata da tutti i problemi esistenti nella mia vita, gravi e lievi che fossero. Ma tanto poi, alla fine, a cosa è servita? Tutta quella felicità sprecata dietro una facciata di bugie, che hanno determinato questa incessabile malinconia. E invidia.
Invidia per la felicità che non ho più e che non riesco a procurarmi, non riesco a sentire niente come prima! 
Tutte le emozioni sembrano talmente superflue.
Ma tu, tu e i tuoi occhi, Dio, li ho sempre adorati. 
Quello che provo per te non è superficiale, è reale, tangibile, concreto, definito, ma è anche incomprensibile, incontrollato. Mi rende vulnerabile. 
Con te, l’odio è odio. La felicità è felicità. E l’amore…l’amore è amore. Sento tutto sulla pelle.
Tu per me sei stato peggio di una macchia fatta con l’erba del prato, peggio di un pennarello nero indelebile, peggio di un errore, uno bello grande. 
E' difficile cancellare un errore. O semplicemente non si può. Sei rimasto intatto proprio come un tatuaggio, un vero tatuaggio. 
Di quelli che non si lavano via con l’acqua.
Senza fiato.  Averti vicino mi blocca(va) il respiro. Non riuscivo a controllarlo, per quanto mi sforzassi. 
Tu con quegli occhi, enormi, interrompevi ogni mio pensiero razionale. 
E la tua voce, mi risuona in testa. Come a volermi ricordare che ormai, non sei più qui ed io non sono più lì per sentirla. 
I tuoi saluti prima pieni d’affetto ora freddi come una stalattite, glaciali e indifferenti, più che esaurienti nel trasmettere proprio quell'indifferenza che senti tu adesso, tu che sei andato avanti. 
Ed io che me ne sto qui, ancora una volta indietro a guardarmi ancora più indietro, a ricordare ogni piccolo, singolo dettaglio, ad essere coinvolta emotivamente come se un tradimento non bastasse;
Continuo ostinata, e ogni dannata volta che ci incontriamo mi lasci inesorabilmente e inevitabilmente senza fiato. 

Ti amerò per sempre, o se non altro, fino alla fine dei tempi. Fino alla fine di ogni cosa.
E lì, mi ricorderò di pensare che noi no, noi non siamo finiti e non finiremo, mai. 
  
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