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Autore: Sae    17/01/2008    5 recensioni
Sciocca cosa, sprecare parole per un traditore e sciocca la ragazza che in una notte ha dato il suo cuore al vento… ad una persona che non può accettarlo perché ricattato dal destino più grande di lui… mille volte più grande di loro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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SILLY T H I N G S

SILLY  T H I N G S

 

Sere d’ estate

 

 

 

 

Lui era cresciuto, ed era ovvio e inevitabile che prima o poi avrebbe affrontato in modo diverso anche la vita.

 

Già.

 

Eppure se ne stava lassù appollaiato su quell’albero del parco dove, tante volte si era allenato scappando dall’indifferenza della gente, rifugiandosi nell’unico posto dove nessuno poteva scacciarlo.

Ce l’aveva ancora negli occhi, lei e il suo sguardo.

 

Afferrò un lembo della sua felpa, stringendola e stropicciandola, cercando di sostenere in quel modo, il terribile dolore che gli scuoteva il petto. Eppure lì non c’erano ferite… .

Scosse il capo lasciando che una sua mano si aggrappasse al tronco ruvido di quell’albero.

Anche se ce ne fossero state, pensò che non avrebbe permesso a nessuno di curarle. Perché la ferita, anche se non si vedeva c’era e bruciava, bruciava dannatamente bene, da fargli dimenticare anche i suoi sogni portandogli al contempo stesso, refrigerio.

 

Ci aveva creduto, come sempre e questa era stata la sua unica colpa.

E ci aveva davvero creduto in quell’ultimo periodo. Illuso. Lei si, che era cambiata, era diversa tanto da rimanere sempre la stessa … maledizione!

E in tutto questo… tu hai vinto ancora una volta.

 

Lanciò uno sguardo pieno di rancore alla luna gialla che da lassù osservava tutti silenziosa e immobile.

-Perché sono così?!-

 

Chiuse gli occhi tirando un forte pugno all’albero, sfogandosi in quel modo, mentre rivedeva per l’ennesima volta quella scena dentro di lui.

 

*

 

Konoha ha un profumo particolare in estate. È davvero una cosa insignificante ma è un aroma “speciale”, è così, ed esiste.

A ragion veduta: è una cosa davvero molto sciocca ma che lo stesso Naruto ha spesso osservato viaggiando da una parte all’altra.

 

Tante volte, si era ritrovato a osservare i suoi amici con quei furbi occhi azzurri. Lui, altresì faceva lo stupido fuori, ma sapeva leggere i mutamenti e percepire gli animi buoni delle persone… anche se dentro di lui viveva una bestia senza cuore.

Si ritrovò a sorridere, come faceva di solito rincuorando tutti e se stesso in primis….

 

Erano tornati da una missione molto lunga durata circa due mesi…, ma nulla cambiava mai davvero… Davanti a lui Kakashi-sensei continuava difatti, a leggere le solite porcherie… mentre Rock Lee parlava con il suo maestro spifferando e surriscaldandosi sul valore della giovinezza…. Si ritrovò a sorridere per la solita facciaccia di Shikamaru e che stava subendo in silenzio un rimprovero o qualche sciocchezza di Ino.

Choji stava mangiando e davvero lui non sarebbe mai, cambiato.

Neji stava poco distante da loro, sempre fissato e puntiglioso se si parlava di destino o di altre scempiaggini simili e a cui lui davvero non badava… oh, quanto non lo sopportava! Tenten, invece lo rinfrancava, era lì dove se ne stava sempre: vicina al suo compagno di squadra.

Tsunade-sama stava litigando con Jiraiya, ancora e tanto per cambiare. Sai stava ascoltando con il suo solito ghigno, tutte quelle sciocchezze e Hinata… bhe lo fissava, come al solito. Le regalò quindi un grosso sorriso che la fece arrossire da capo a piedi, facendola girare da tutt’altra parte.

Naruto sospirò, scuotendo il capo e pensando che davvero nulla cambiava mai.

 

E poi… bastò osservarla.

Portava ancora i segni dell’ultima missione, una lieve e innocua ferita al braccio; che tuttavia né lui, né Sai, sapevano come diavolo se l’era procurata. E la cosa che più l’aveva insospettito è che malgrado i suoi inviti, lei, non aveva mai esercitato l’arte curativa su di sé, malgrado la ferita c’era ancora e ritardava incredibilmente a rimarginarsi.

L’aveva vista quella piaga e stupido a dirsi, ma riconobbe quasi la firma dell’autore; quella …quella che era una bruciatura ed… era fin troppo simile a una delle tante che si era beccato sulla pelle, anni addietro.

 

Era stata anche una missione semplice, finita nel solito sproloquio… come se si trattasse dell’ultima pagina di uno sconsiderato libro, magari quelli che sembrano chissà che, dalla foderina ruvida e di pelle….

…I suoi occhi azzurri erano insolitamente attenti, mentre ritornava a scrutare quella figura così famigliare.

 

La cosa che più lo colpì è che la ninjia non si accorse nemmeno del suo sguardo, persa com’era in chissà quali sciocchi pensieri.

 

I suoi occhi verdi erano seminascosti, ma poteva vederne la direzione.

Puntavano verso l’orizzonte.

 

Naruto fece una smorfia amara, l’orizzonte.

Quanto odiava l’orizzonte misterioso e incerto, non sicuro come gli abitanti di quel villaggio o come la determinazione dei suoi sogni. Già l’orizzonte è una semplicissima linea che perfino lui era capace di disegnare, ma che in un modo o nell’altro cambiava sempre.

 

Non puoi catturala, non puoi ricordarla. La puoi solo osservare.

E Sakura-chan in quella mattina d’estate era completamente assorbita da quella stupidissima linea.

Sbuffò come per attirare l’attenzione del ninjia medico, che non lo sentì.

 

Naruto continuò indi a scrutarne i lineamenti…e … trasalì.

 

Sakura-chan, quella mattina, stava sorridendo.

 

Non che non sorridesse prima, ovvio, però… le fossette che si formarono ai lati delle sue labbra vermiglie… erano così diverse, così strane, che lo riportarono indietro nel tempo… allo stesso sorriso che una volta rivolgeva al loro Sasuke, da brava ragazza innamorata.

 

E quel sorriso, così radioso, mentre Ino la richiamava alla realtà, lui non l’aveva mai rivisto veramente dopo il tradimento e l’inseguimento fallito del moro. Rimase paralizzato mentre Sakura, continuava a sorridere e lui più confuso che mai, fissava le sottili ciocche rosa come se volesse interrogarle che svolazzavano per un lieve venticello.

 

La Sakura-chan che lui aveva imparato a conoscere era diversa. Era il ninjia medico, l’allieva prediletta di Tsunade-sama… quella determinata e testarda e irascibile compagna di avventura… . E la nuova Sakura, sapeva come difendersi e non avrebbe mai mostrato quel sorriso ingenuo quasi, che solo una volta faceva parte di lei. La Sakura, descrittagli dalla stessa nonna Tsunade, aveva pianto e lottato con le unghie e con i denti per colpa di Sas’ke.

 

Si ritrovò a stringere i pugni nel pensare quel nome e il suo sguardo si fece serio, dimenticando perfino il sorriso che tanto lo caratterizzava.

 

Sakura, la sua Sakura non avrebbe mai sorriso in quel modo così naturale.

 

Lo comprese guardandola mentre quella stessa increspatura si perdeva, quando i suoi occhi verdi si incontrarono con i suoi fieri e azzurri.

 

Ecco e quello bastò, per fargli capire che in realtà, qualcosa era cambiato.

 

Il suo, ninjia medico, aveva sempre una punta dolorosa nello sguardo, un amaro regalo che la vita gli aveva fatto. Era soprattutto per questo che di solito lui faceva cose stupide… solo per farle abbozzare un sorriso. Il solito amaro ma rassicurante sorriso. E invece ora Sakura-chan stava sorridendo, come non faceva da molto tempo oramai….

 

Il suo stomaco brontolò all’improvviso facendo sghignazzare gli astanti e lui perse il filo di quel discorso, che lasciò cadere. …Ma Naruto aveva appreso perfettamente che ora in lui, rimaneva definitivamente quella strana sensazione provata in una mattina d’estate.

Ben presto, i suoi amici salutarono, andando ognuno un po’ per conto proprio, oddio… escludendo Rock Lee e il maestro Gai che andarono via, illuminati dal Sole e verso l’astro splendente… come in uno dei migliori film; o come nel caso di Ino con Shikamaru… con la prima che non la smetteva più di parlare con il secondo… o come Hinata, che balbettando era riuscita a salutarlo degnamente, facendolo sorridere.

 

-Sai, rimani con me? Andiamo a prenderci una buona ciotola di ramen!?-

 

Naruto lo invitò cordialmente ma quello come al solito digrignò il volto, rifiutando altrettanto amabilmente.

 

-Vabbhe!- Naruto scosse il capo ritrovandosi di fronte la sua Sakura-chan. -Tu vieni?!-

 

Quella annuì, e il biondo si illuse nel rivedere il solito sorriso sul volto dell’amica.

Camminarono in silenzio. Poi parlarono un po’ della missione e Naruto si rabbuiò credendo di aver visto ancora una volta quella smorfia spontanea, sul volto della kunoichi.

 

-Sakura.- esclamò fermandosi di botto nelle strade assolate e calde del villaggio.

La donna si voltò stupita dalla sua serietà.

-Cosa c’è, Naruto?-

 

Il suo tono risuonò troppo gentile alle orecchie del ragazzo che fece una moina.

-Dimmi la verità, è successo qualcosa vero?-

 

Qualcosa cambia, cambia sempre…. Anche se l’apparenza inganna, adorabilmente.

Sakura sembrò cercare l’aria, scosse il capo, cercando l’ombra e spostandosi dalla strada assolata seguita dall’aitante Naruto anche lui era così mutato… in quegli anni di solitudine e di speranze.

 

-No.- la sua voce tremò leggermente perdendosi nei rumori di quella mattina d’estate.

-Credi di potermi mentire, così? Non sono uno stupido Sakura-chan.-

 

Naruto era però sempre la solita testa calda e Sakura si ritrovò a sobbalzare per quell’avvertimento. I suoi occhi verdi vagarono sulla figura dell’amica, non riuscendo a puntarli dritti nei suoi.

 

-Oh… io ecco…-

 

Glielo si leggeva chiaro in faccia quello che era successo, la cruda e semplice verità.

-Hai parlato con Sas’ke, vero?-

 

La donna arrossì rimanendo ferma e impassibile. La regola 25 le rimbalzò in testa.

-No.- il suo tono stavolta era deciso ma il suo sforzo fu inutile, dato che Naruto le scoppiò deliberatamente a riderle in faccia.

-Naruto!- Lo richiamò lei mentre lui si teneva la pancia, come un bambino.

-E… che sei così divertente, Sakura-chan!- Il biondo riprese fiato scrutando di nuovo l’amica.- Credi davvero di potermi convincere così? Anch’io so fare quella buffa faccia! Ma il sorriso che hai negli occhi, quello Sakura, neanche una stupida regola può spegnerlo!-

 

Rise ancora per un po’ mentre l’allieva di Tsunade lo guardava allibita. Quel ragazzino la conosceva meglio di come lei conosceva se stessa.

 

-Allora,- lui parve calmarsi assumendo quella tipica faccia da bambino sorridente, ma a cui lei non credeva più da molto tempo. -l’hai rivisto, Sakura?-

 

Sapeva che l’avrebbe fatto soffrire. Sapeva perfettamente, che per quello, qualcuno la poteva definire tranquillamente un’infedele o una poco di buono. Avrebbe dovuto innamorarsi di Naruto, maledizione! Ma da brava illusionista, gli aveva solo fatto credere quello che in realtà non c’era mai stato.

 

Accettò, fissandolo profondamente prima di rispondere, che si era aggrappata disperatamente a lui… ma che la solitudine dovuta alla perdita di Sasuke, era una cicatrice troppo forte e che neanche il sorriso sincero del suo amico era riuscito a curare.

 

La poteva sanare solo Sas’ke quella ferita….

Si toccò il braccio ferito, sentendo ancora il calore di due mesi prima, su di se.

 

Sapeva che gli avrebbe dato un colpo mortale, ma non tardò oltre, avendo imparato che anche la maschera del biondo aveva un limite.

 

-Si.-

 

E come si sentì libera per quel “Si!” e come si sentì morire… osservando i lineamenti amari dell’amico, che riceveva in pieno la stoccata.

 

Rimasero così in silenzio, nel vuoto della giornata; quando la gente è occupata a mangiare e quando il sonno colpisce sempre l’individuo dalla pancia piena.

Sospesi sotto quel sole quasi a picco ma riparati dalla lieve ombra che tra poco sarebbe scomparsa.

 

-Bene.- Il sorriso falso di lui le diede allo stomaco. Sakura strinse i pugni mentre l’amico si rivoltava per incamminarsi di nuovo verso l’amato piatto di ramen.

-Andiamo a mangiare, ora, non so tu ma io sto morendo di fame!!-

 

Sakura non si mosse, nascose il volto mentre le gote le si infiammavano. –Oh maledizione…!-

Sussurrò prima di urlare la sua nausea per quella farsa. -Arrabbiati Naruto!-

 

Il biondo si voltò piano a fissarla, gli occhi azzurri erano cupi, mentre quel dannato sorriso rimaneva sulle sue labbra cremisi.

 

-Ne hai tutto il diritto! Ho tradito la tua fiducia Naruto…! Ma che ci posso fare….- Le lacrime le scesero dagli occhi e il biondo ingoiò amaramente quella visione. –Che ci posso fare… se sono fatta così…-

 

Sakura ora singhiozzava e piangeva asciugandosi a tratti le stille bianche e trasparenti che le rigarono il volto pallido, come se si vergognasse di essersi lasciata troppo andare. Naruto si mise una mano dietro alla nuca, mentre il cuore gli batteva furiosamente in petto tanto da fargli male fisicamente.

-Non urlerò contro di te, Sakura chan.-

 

Comunicò piano mentre lei in silenzio lo ascoltava, stupita da quanto lui fosse cambiato.

 

-Non ti incolperò per amare una persona che, detto francamente, non se lo merita proprio il tuo amore…. Non ti odierò, perché anche se è molto difficile per me…, anch’io ho bisogno di te, Sakura.-

Le lacrime smisero di colpo di scivolare, mentre tanta amarezza e tanta tristezza sgorgavano dalle labbra del giovane.

 

-È evidente e Sasuke sa anche che un giorno la sconterà, per tutto. Ma io stesso non potrei mai, impedirgli di donarti il suo cuore malato, ma che tu hai imparato a curare. Anzi lo minaccerei se lui ti illudesse, come tra l’altro – il giovane guardò il cielo, mentre le nuvole ora balzava qua e là non disturbando però i raggi solari. –come ho fatto io tutto questo tempo, tutto da solo.-

 

-Oh… Naruto!-

-Non fa niente. Sakura chan-

 

Sakura lo abbracciò stringendosi forte all’amico, cercando di fargli capire che anche per lei, malgrado tutto lui era importante… più di un amico, più di un fratello… la loro amicizia era immortale e lei era solo triste perché oltre quello non poteva dargli niente. Così come lui ricambiando quell’abbraccio, dopo con lo stesso identico sorriso di una vita, accettò quella sconfitta… portandola a mangiare del buon ramen.

 

 

*

 

E proprio lo stomaco a quel ricordo, borbottò vivacemente. Se l’era riempito così tanto che Naruto pensò che sarebbe scoppiato lì su quell’albero…. Ottima fine... per un degno ninjia non c’è che dire!

 

Comunque, Naruto quel giorno imparò anche che: avendo, lo stomaco pieno e il cuore spezzato, quella era una pessima combinazione e che avrebbe passato sicuramente una nottataccia.

Rimase ancora lì, mentre il sole calava rapidamente portando il rinfresco della sera tra le strade di Konoha.

 

Era incredibile… ed era terribilmente ingiusto quello che la vita gli stava riservando.

Se alcune persone nascono solo per soffrire… che scopo hanno nella vita?

 

Ci aveva provato, lui, ci stava provando davvero a risolvere tutto con un sorriso… anche a rispondere a quella domanda con un sorriso!

…Ma se ripensava allo sguardo sereno di Sakura solo calde lacrime gli scivolavano sulle gote. Che senso ha… vivere se poi ti accorgi che per un banale sorriso, puoi rimanere secco all’istante?

 

“Sasuke: hai vinto di nuovo tu.”

 

Ma non era questione di vincere o di perdere. La cosa andava ben oltre. non si trattava neanche di fato, perché Naruto, sapeva al contrario di Neji, che siamo noi a cambiare il nostro destino. Lì si trattava ancora una volta di vivere e di scegliere uno di tutti quei sentimenti che aleggiano sopra noi, pronti per essere indossati.

 

“E a quanto pare…” rivolse il suo sguardo a quella sera d’estate calda ma fresca… “ l’hai finalmente capito che devi vivere anche per lei, ‘ardo.”

 

Si limitò a corrugare il volto e a fare una tenera smorfia.

Non lo odiava, non poteva mai odiarlo… perché non si può odiare la persona più simile a te, quella che conosce già quello che stai per dire, quella che ti difende e con la quale ingaggi furiose battaglie…; dove escono fuori come tanti kunai: l’insieme dei vostri difetti. E lui è lì pronto a farteli correggere, malgrado di lui lì, non ci si traccia alcuna.

 

“Anche ora mi stai insegnando qualcosa, fottutissimo bastardo?” Tirò un sospiro di sollievo asciugandosi le lacrime che avevano inumidito quel tronco di Konoha.

 

Sorrise, e non si stancò di farlo, malgrado sentiva che per quella giornata una lieve paralisi e stanchezza gli aveva colpito le mascelle.

 

Si alzò in piedi mentre improvvisamente un vento del nord gli rispondeva. E Naruto parve sentire la voce del suo migliore amico in quell’alito di vento.

 

Si grattò il naso chiudendo gli occhi come nell’atto di pensare. Camminò leggermente non accorgendosi che il ramo si piegava pericolosamente sotto il suo peso e di tutto quello dei ramen che aveva ingurgitato.

 

-Sas’ke!-

 

Esclamò mentre un lieve “Crack” risuonava nell’aria.

 

-Io…-

 

Il ramo si piegò leggermente sostenendo ancora il biondo per poco, biondo che non riaccorgeva minimamente di quello che gli stava per accadere.

 

-Io ti troverò, ti porterò indietro e ti batterò qui (di fronte a lei!) fottutissimo bastardo, che non sei altro!!!-

 

Naruto sorrise, mentre stavolta sentì in pieno e troppo tardi il cedimento di quel povero ramo. Il suo urlo simpatico, si diffuse nell’aria mentre cadeva con il sedere per terra.

 

-OHI!- Naruto prese a toccarsi le natiche.-Ohiohiohi…chebotta!- Scoppiò a ridere da solo mentre una figura femminile accorreva spaventata, lasciando l’albero che l’aveva nascosta fino a quel momento.

 

-Na..Naruto-kun!-

 

Il biondo si riprese dalla sua risata aprendo i suoi grandi occhi azzurri. –Oh… ciao Hinata!- esclamò divertito.-Hai visto come sono caduto?! Ehehe!!-

 

-Oh… si!- La nobile ragazza appartenente al chan Hyuga arrossì leggermente. Naruto era così strano ma pur sempre il solito bambino, anche quella sera. –Ti…Ti sei fatto…molto, molto male?-

-Nah!-

 

Naruto si rialzò come una molla saltellando allegramente davanti a Hinata.-No! Sto benissimo!!- Saltellò e azzardò una corsetta sul posto.-Guardami, sono sano come un pesce… uhm! Ho solo mangiato troppo ramen!- Nascose gli occhi mettendosi di nuovo a ridere, massaggiandosi velocemente la pancia. –Uh… come sono caduto… da vero allocco! No?!- Rideva… e Hinata accennò solo un lieve sorriso, annuendo vistosamente.

 

Guardandolo meglio, il ninjia confermò dentro di sé, che quella non era la solita risata allegra e spensierata del suo mito. C’era qualcosa di estremamente amaro e lento, mentre usciva quel suono spensierato dalle labbra del genin.

 

-Si… ti… ho visto…Naruto…kun.-

 

“Come al solito.” Pensò Hinata arrossendo, perché gli occhi chiari di Naruto si scontrarono con i suoi grandi e trasparenti.

-Uh?- Quello si mise le mani dietro alla schiena, sorridendo.-Bhe, se ci ripenso, a me viene ancora da ridere…!!-

 

Hinata abbassò il capo mentre il biondo rideva di nuovo… con quella strana smorfia sul viso, che la ragazza non gli aveva mai visto.- O…h Nar…uto.-

Per tutta risposta sentì le lacrime pizzicargli i bordi degli occhi… che stupida mica ora si sarebbe messa a frignare anche lei, vero??

 

Hinata singhiozzò, tremando leggermente, mentre Naruto smetteva immediatamente di ridere per cercare di capire cosa stava succedendo all’amica.

-Perché stai piangendo Hinata?!- saltellò come se fosse stato fulminato dal cielo.-Ho fatto, ho detto, qualcosa di sbagliato?-

Il ninjia dai capelli neri scosse il capo violentemente. Come dire a quel babbione di un ninjia che lei, come una piccola e timida ragazzina l’aveva osservato per tutto il giorno e aveva notato anche quelle lacrime amare scendergli dai suoi occhi chiari e azzurri?

Come poteva, d’altronde non piangere anche lei ricordando, le parole furiose che aveva rivolto solo all’albero, ma che lei da impudente aveva osato ascoltare… spiandolo sempre per ammirarlo?

Inoltre, cosa si poteva pretendere se adesso anche il suo cuore sanguinava… avendo capito a chi erano rivolte le stille salate del giovane?

 

-NA…Naruto!!-

 

Esclamò mentre il ninjia rimaneva come un sprovveduto a guardarla. E Hinata era proprio bella in quel momento. Le lacrime cristalline le sfuggivano dagli occhi grandi e in cui era facile perdersi, ma lei non faceva nulla per nasconderle… non erano lacrime di amara constatazione, come quelle di Sakura che l’avevano scosso dentro quella mattina.

I capelli poi a ciocche nere venivano illuminate dalle luci della sera che filtravano fra i rami, intessendo quei fili neri, con altri argentati.

Si, Naruto sorrise il tutto come avrebbe fatto davvero per tutto quel tempo.

 

La ragazza spalancò gli occhi nel vedere quel sorriso mesto, che davvero non faceva parte di lui e allora altre lacrime scesero senza alcun suono.

 

-Naruto… scusa! Sei… così… triste... che …io…-

 

Un singhiozzo la scosse mentre pareva calmarsi. Il biondo la osservò ancora senza parole, per quella infinita solidarietà e gentilezza.

Aveva paragonato Hinata come il suo angelo custode, alle volte. Si, non si vergognava a quel pensiero infantile… perché in fondo lui non era mai cambiato veramente.

 

-Grazie. Hinata-chan.- Si limitò a sussurrarle mentre ora puntando i suoi occhi al cielo… sentiva anche le sue iridi sul punto di esplodere per quelle lacrime trattenute da troppo tempo e che invece premevano per uscire e sanare la ferita del cuore.

 

La ragazzina lo fissò ancora qualche stilla le scendeva rigandole il volto pallido.

-Di…di…nulla….

…Na…-

 

Il ragazzino abbassò lo sguardo seccato, per come si stava per mostrare… ma lieto di poter essere se stesso almeno con qualcuno. Hinata vide quella smorfia e senti il cuore spezzarsi dentro. Un ‘amore non corrisposto, sapeva cosa voleva dire e quella era la sua espressione….

 

-…ru…-

 

Il ragazzo poggiò la sua testa bionda sulla sua spalla. Lei si irrigidì… anche per il pianto sordo che scosse a poco a poco il giovane.

 

-…to.-

 

Hinata prese ad accarezzarli i capelli come se lui fosse un’apparizione. Oramai dai suoi occhi non scendevano più lacrime, ma si limita rassegnata a consolare il suo primo amore… il suo esempio per la vita.

 

Il ragazzo la abbracciò furiosamente.

 

-Perché…?!- si lasciò sfuggire sorridendo impercettibilmente sentendo l’odore delicato e altrettanto fievole della donna.

 

 [… Se alcune persone nascono solo per soffrire… che scopo hanno nella vita?... ]

 

Si strinse crogiolandosi in quel calore così tenero.

-Perché?!-

 

[…di lui l,ì non c’era traccia alcuna… ma lei viveva per lui… e lui avrebbe imparato a vivere per lei…]

 

-Per quale motivo dobbiamo soffrire…così??!-

 

Hinata si fermò sentì nelle narici il profumo di Naruto. Il suo abbraccio così forte l’aveva fatta arrossire e smettere anche di accarezzargli i capelli le sue mani penzolavano nel vuoto della sera….

Sentì di nuovo… disperazione in tutte quelle domande… la stessa che conosceva lei.

 

-mi dispiace.-

 

Azzardò non sapendo come prendere quel giovane Naruto in lacrime.

Lui si fermò per ascoltarla.

 

-io però, posso… starti… vicino… e se ti va… potremmo scoprire… tutto insieme e…- la voce le si ruppe in un sordo gemito. Naruto rimaneva fermo con gli occhi verso il cielo ancora abbracciato alla piccola e tenera Hinata.-Io… so… solo che possiamo cambiare tutto, se lo vogliamo… e che…. dobbiamo soffrire, per scoprire la vera felicità.-

 

Hinata parlò più piano. –Tu se lo vuoi, puoi davvero riuscire a realizzare il tuo sogno, questo è l’importante. Le persone vanno e vengono, ci fanno felici oppure senza scrupoli o senza intenzioni ci fanno soffrire… ma i sogni, quelli Naruto, bastano a farci sopravvivere, malgrado il dolore. Noi siamo i nostri sogni e con quelli riconosciamo la felicità: ecco a che serve vivere. Viviamo per sognare… Naruto-kun anche se ci spezzano le ali, andiamo avanti. Dobbiamo andare avanti.-

 

Poche frasi e coincise, che servirono per ridare il sorriso a quel ragazzo.

 

Capì che Hinata provava davvero qualcosa di serio per lui. Annuì con più forza mentre la stessa aria calda asciugava amabilmente quelle gocce salate che entrambi avevano sparpagliato un po’ sull’uno e sull’altro.

Lui… amava Sakura. Nessun dubbio in proposito e questo lo sapeva anche la piccola Hyuga… esattamente come lui sapeva che nel cuore dell’allieva di Tsunade c’era Sasuke.

 

Si… -se ne rese conto in quella sera d’estate- che forse valeva la pena vivere, per cambiare alcune cose, che non lo convincevano molto.

 

-Hinata.- sussurrò quel nome al vento mentre la lasciava, con il solito sorriso sulle labbra sottili. Lei arrossì furiosamente, rendendosi conto anche di quello che aveva fatto senza balbettii, in una semplice sera d’estate.

 

 

 

-Arigatou.-

 

 

 

E inizia così no?

Con un grazie, ed è poca cosa, una cosa sciocca se vogliamo… che serve però per incominciare a cambiare qualcosa. Chiedete a Sakura, se non ne siete convinti…. Indagate nell’ animo scuro e profondo di Sasuke… chiedete a Ino… chiedete, anche se sapete già la risposta.

 

(Che è diversa per tutti noi… ma questo…questo non ditelo a Naruto.)

 

 

 

 

 

take what you need, and be on your way… and stop crying your heart out…*

Oasis

 

 

                       

**

Note dell’addetta ai lavori U.U

 

Eccomi qui, ad aggiornare “Sciocche cose” e con una Naru/Hina, diciamo all’inizio di tutto!! Dedicata a Terrastoria, per ringraziarla delle sue Sasusaku! E perché se lo merita davvero la nostra piccinna ^-^!

Così come, non potrei mai dimenticare le persone che hanno recensito questa umile raccolta!! Voi mi avete davvero fatto appassionare al mondo di Naruto e mi avete spinto a continuare!

 

Mimi_chan92: a cui è piaciuta la shina ino!^^thankss!baci

 

Hime_chan: grazie per tutti i tuoi complimenti!! ^^ quale sono anche le tue altre coppie preferite!?

 

Inu_Kagghy:  il tuo commento mi ha davvero fatto felice, è molto difficile mantenere i personaggi ic!^^ specialmente quelli pazzi di naruto!quali sono i tuoi personaggi preferiti!?!?

 

Bergathekid_chan: ^^ io ti conosco giusto ^_- grazie davvero per tutto e sasusaku forever!

 

MoMozzia: la mia petrusina che mi ha lasciato la recensione più bella!!! Oddio amore grazie davvero per tutto i love you!!

 

Nely: ecco la naru-hina ^_- kissoni magari il Kishi disegnasse scene del genere!! Baci

 

 

Ciao a tutti

 

Yours Sara

 

 

  
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