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Autore: blazethecat31    04/07/2013    2 recensioni
-Ciao, sono Shin-
-Shinichi! E’ da un mese che non ti fai sentire! Ero…ero preoccupata!-
E poi la solita storia: lui le diceva con quella voce calda e rassicurante che stava svolgendo un’indagine difficile fuori città e che sarebbe tornato presto, pregandola infine di tenere duro. Chissà perché, appena la telefonata finiva Conan rientrava a casa.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le telefonate erano gli eventi più importanti che smorzavano la noia all’interno dell’agenzia investigativa Mori, dopo i clienti che entravano lì direttamente per esporre i loro casi ovviamente.

Il telefono squillò all’improvviso facendo balzare Kogoro dalla scrivania colma di mozziconi di sigarette e di lattine di birra vuote, che caddero in parte sul pavimento. Fortuna che c’era solo Ran in casa con lui, altrimenti chissà che brutta figura avrebbe fatto.
Il detective alzò la cornetta, rispondendo stancamente e sentendo una voce maledettamente familiare dall’altra parte.

Oh, è quel sapientone di Kudo. Fortuna che da quando è andato chissà dove tutti i casi da risolvere me li prendo io.

-Ehi, Ran! Ti vogliono al telefono!-

Mentre raggiungeva il padre nella mente della ragazza balenarono migliaia di pensieri. Chi poteva mai cercarla? Sonoko? Qualche compagno del club di karate?
Infine l’opzione più desiderata, che si rivelò essere quella giusta

-Ciao, sono Shin-
-Shinichi! E’ da un mese che non ti fai sentire! Ero…ero preoccupata!-

E poi la solita storia: lui le diceva con quella voce calda e rassicurante che stava svolgendo un’indagine difficile fuori città e che sarebbe tornato presto, pregandola infine di tenere duro. Chissà perché, appena la telefonata finiva Conan rientrava a casa.
Quella notte fu talmente certa suo ritorno che lo aspettò fino a tarda notte, a guardare dalla vetrata usata come cartellone dell’agenzia.
Non immaginava che la persona tanto attesa in scala ridotta la spiava da dietro il divano, facendo credere invece di essere a dormire.
Era ferma lì, con una mano appoggiata al vetro e con i suoi sospiri che si condensavano dopo pochi centimetri in una nuvoletta che annebbiava una piccola parte della finestra, persa con lo sguardo nelle macchine che passavano. Conan non riusciva proprio a vederla così, e il desiderio di fare in modo che questi suoi attacchi di nostalgia finissero era più forte del desiderio di successo, che lasciava tutto a Kogoro. Ma tanto, pur di smascherare quei farabutti avrebbe rinunciato anche alle sue partite di calcio, forse.
Arrivata al limite della stanchezza Ran decise di lasciar perdere nonostante fosse assolutamente certa che sarebbe arrivato; ma l’assenza di qualcuno di importante logora il cuore come l’allenamento eccessivo logora i muscoli.
Conan inspirò a fondo coprendo la sua preoccupazione con un’infantile curiosità, e si fece avanti.
-Ran, cosa ci fai qui a quest’ora? Non hai sonno?-
La ragazza si girò di scatto, con un’espressione sorpresa che accompagnò una lacrima solitaria mentre scendeva lungo il suo viso.
-Conan! Dovresti essere a letto, devi andare a scuola domani.- gli disse dolcemente, accarezzandogli piano la testa.
-Ma anche tu hai scuola! E stai piangendo, vero? Scommetto che stavi aspettando Shinichi!-
Ran sospirò per l’ennesima volta e sorrise rassegnata.
-Già…dai, andiamo a dormire.-
Si sentì stringere la mano mentre saliva le scale, una piccola mano che emanava un calore che dava un’indescrivibile tranquillità; strano da dire visto che era stata tutto il tempo appoggiata al pavimento. Le regalava la stessa emozione che le dava Shinichi quando si sfioravano per pura o falsa casualità.
-Posso dormire con te? Ho avuto un incubo, ecco perché sono
sceso a cercarti.-
Le sorrise ingenuamente e la superò in corsa, portandola con sé fino alla sua camera, buttandosi a peso morto sul letto e attorcigliandosi nelle coperte.

 

Il giorno dopo il piccolo detective fu poco attento a scuola, era davvero tardi quando andò a dormire. Alla fine delle lezioni Genta gli lanciò un pallone, colpendolo in pieno sulla testa.
-Dai Conan, andiamo a giocare a calcio!-
-Ahia…oggi non me la sento, ho fatto le ore piccole la notte scorsa.- rispose stanco, massaggiandosi la testa.
Dopo che tutti si allontanarono Ai gli sbucò da dietro le spalle, con la sua solita espressione pensierosa e apparentemente inespressiva.
-Quanti tiri in porta sarai costretto a sacrificare per scoprire la verità, Shinichi Kudo?-

                   

  
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