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Autore: il_vaso_di_Pandora_    04/07/2013    4 recensioni
Baywatch!AU se così si può chiamare, non ne ho idea, fatto sta che Kurt è un guardiaspiaggia xD
"Scritta" per il Kurtbastian Day del gruppo I Call Him Mine - Kurtbastian Italian Group
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SUMMER - KURTBASTIAN DAY

 

 

 

Buongiorno a tutti.

Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti oggi, in questo 4 luglio, in memoria dell'ultimo aggiornamento del testo sacro ACITW.

Il gruppo I Call Him Mine ha pensato bene di indire una giornata in onore della Kurtbastian, a tema Estate e quindi eccomi qui.

'Potevi anche restartene dov'eri' so che lo state pensando e non posso darvi torto, infatti non avevo intenzione di partecipare date le mie scarse -assenti- capacità narrative, ma Mary mi ha svangato le palle perché lo facessi, quindi date la colpa a lei ewe

Questa sottospecie di OS non è niente di che ma spero almeno che l'immagine di Kurt stile Baywatch, mezzo nudo col costume rosso e il salvagente vi abbia smosso qualcosa nelle mutande xD E tanto per completare il quadro vi lascio il link per la sigla del telefilm LOL → https://www.youtube.com/watch?v=IuYrRebvFHc

 

Andate in pace e che la Kurtbastian sia con voi <3

 

 

 

***

 

 

Caldo. Torrido caldo.

 

Anche quel giorno sembrava di stare nel più basso girone dell'inferno e Kurt non riusciva a smettere di sbuffare.

La sua pelle era ricoperta da un sottile strato di sudore e protezione solare e diamine, odiava essere unto in quel modo, senza contare che poi la crema solare non avrebbe fatto il proprio lavoro a dovere e avrebbe rischiato di scottarsi.

 

Maledetto il giorno in cui aveva deciso di fare il corso di guardaspiaggia.

 

Sì, Kurt Hummel in persona, colui che era famoso per la sua pelle porcellana, colui che adorava spendere minuti preziosi per i suoi trattamenti di bellezza, quell'estate stava lavorando come bagnino sulle assolate spiagge della California.

Davvero, ancora si chiedeva come diavolo era potuto succedere, poi gli tornava in mente l'ammontare dei soldi necessari per l'università e okay, quel lavoro gli serviva dato che la paga era soddisfacente.

 

Un altro sbuffo.

 

In quel momento Kurt era seduto alla torretta, rigorosamente all'ombra, e scrutava coi binocoli le persone sulla spiaggia.

Un bambino che giocava a palla con la madre, un gruppo di ragazze che prendeva il sole, un tizio che giocava a frisbee col cane, un gruppo di ragazzi che... beveva birra.

Dannazione. Possibile che ci doveva sempre essere un qualche idiota che ignorava deliberatamente le regole della spiaggia? I ragazzi ubriachi alle 4.00 del pomeriggio poi erano quelli della peggiore specie.

 

Rassegnato a dover scendere in spiaggia - sotto il sole - per affrontare quel branco di animali, Kurt aveva afferrato il salvagente e si era incamminato.

Giunto nelle vicinanze del gruppetto aveva potuto osservarli meglio: tranquillamente seduti sui loro teli, ridevano, scherzavano – bevevano – e uno di loro, un biondino dal fisico scolpito e la bocca particolarmente grande, Kurt doveva ammetterlo, sembrava proprio carino ma non era quello il momento di soffermarsi su certi dettagli.

Arrivato alle spalle di uno di loro si era schiarito la voce per attirare la loro attenzione.

 

"Sì?" aveva chiesto quello con una cresta alla moicana in testa.

 

"State bevendo alcolici sulla spiaggia."

 

"E allora?"

 

Quello che gli stava dando le spalle aveva alzato lo sguardo verso di lui. Le sue labbra erano curvate in un ghigno impertinente e suoi occhi verdi lo stavano squadrando dalla testa ai piedi. Non aveva idea di chi fosse ma già gli stava sui nervi.

 

"E allora è contro le regole della spiaggia, quindi siete pregati di mettere via quelle lattine prima che debba prendere provvedimenti."

 

Un coretto di lamentele si era alzato alle sue parole.

 

“E tu Principessa, chi saresti per venire a dirci di smettere?” aveva ribattuto sarcasticamente sempre lo stesso ragazzo dagli occhi smeraldo.

 

'Avanti Kurt, mantieni la calma, sei abituato a sentire di peggio e questo è solo un viziato ragazzino arrogante,' aveva pensato cercando di trattenersi.

 

“So che trovi già estremamente difficile fare anche solo 2+2, ma sono sicuro che tu abbia visto almeno una puntata di Baywatch in tutta la tua inutile vita e quindi arrivare a capire che sono un guardaspiaggia,” aveva detto tutto in un fiato. Il ragazzo stava accennando a controbattere ma Kurt non gliene aveva lasciato il tempo. “Quindi, vedete di far sparire gli alcolici, o come ho già detto, dovrò prendere provvedimenti.”

 

Con la coda dell'occhio aveva notato che il biondino carino stava già mettendo via la sua lattina 'Grazie al cielo almeno uno di loro ha un pizzico di cervello'. Ovvio che non si potesse dire lo stesso per occhi verdi che lo stava guardando con un barlume di sfida nello sguardo. 'Qui va a finire male' pensava Kurt mentre ripercorreva rapidamente con la memoria le regole della spiaggia per ricordare se ci fosse un qualche divieto di abbandonare il cadavere di un bagnante sulla sabbia. Avrebbe controllato immediatamente il manuale di ritorno alla torretta.

 

“E che provvedimenti prenderesti, gattino?”

 

Kurt cominciava a pensare che quel ragazzo ci fosse nato con quel ghigno deformato sulle labbra. Dio quanto avrebbe voluto cancellarglielo a suon di schiaffi, ma non poteva o avrebbe rischiato di avere dei guai.

Forse, però, qualcosa avrebbe potuto farla...

 

Kurt si era inginocchiato di fronte a lui non rompendo mai il contatto visivo e aveva allungato una mano a prendere la lattina dalle mani del ragazzo. L'espressione del giovane era sempre la stessa divertita di prima ma negli occhi si poteva leggere un briciolo di confusione. Gliel'avrebbe fatto vedere lui chi era il gattino.

 

Continuando a guardarlo si era riportato in piedi, aveva allungato il braccio e con un rapido movimento del polso aveva rovesciato la lattina, giusto sopra la testa del ragazzo.

La birra aveva cominciato a scendere arrivando a bagnarli i capelli per poi scorrere lungo il suo viso. Il ghigno era scomparso lasciando il posto ad una bocca spalancata ed un'espressione esterrefatta aveva sostituito quella divertita di poco prima. Gli altri ragazzi erano scoppiati a ridere a suo discapito e Kurt si stava godendo quel momento come pochi nella sua vita, quella smorfia donava molto di più al suo viso.

 

Quando anche l'ultima goccia era uscita a sbeffeggiarsi del giovane, aveva lanciato la lattina verso il suo grembo e con sguardo minaccioso si era rivolto al gruppo.

 

“Ora fate sparire quelle birre, questo è solo un avvertimento, al prossimo vi farò cacciare dalla spiaggia.”

 

Nel giro di due secondi tutte le lattine erano sparite e con un cenno soddisfatto, non degnando occhi verdi di un ulteriore sguardo, aveva girato i tacchi tornandosene alla sua pacifica torretta.

 

*

 

A parte per quella piccola parentesi fastidiosa, il resto del pomeriggio era trascorso fluidamente senza ulteriori inconvenienti. Ora la spiaggia era quasi del tutto deserta se non per qualche bagnante che ancora restava a godersi gli ultimi raggi del sole prima del tramonto.

Il turno di Kurt era quasi finito e il ragazzo stava ringraziando come ogni sera la sua buona stella (non Dio, a quello non credeva) perché anche quel giorno non c'erano stati incidenti.

 

Ma... lo sapete meglio di me come vanno queste cose, no? Nel momento esatto in cui si pensa qualcosa del genere, inevitabilmente qualcosa accade, e quel giorno non voleva rientrare nella categoria delle eccezioni che confermano le regole.

 

Kurt stava riordinando la torretta, pronto a chiudere tutto e tornare a casa quando urla di aiuto erano giunte al suo orecchio. Rapidamente aveva afferrato i binocoli e aveva cominciato a scrutare tra le onde del mare cercandone la provenienza. Dopo alcuni istanti aveva scorto delle braccia agitarsi sulla superficie dell'acqua e- no, non era possibile.

Era il ragazzo dagli occhi verdi del pomeriggio. Per colpa di quell'impiastro sarebbe stato costretto ad entrare in acqua – acqua salata, acerrima nemica della pelle – e dire che non ne aveva assolutamente voglia sarebbe stato un eufemismo.

Sempre con l'aiuto dei binocoli aveva percorso rapidamente la spiaggia per controllare se i suoi amici fossero ancora lì – in quel caso avrebbero potuto salvarlo loro – ma a quanto pareva lo avevano abbandonato a se stesso. Certo non li si poteva biasimare, pensava Kurt, mentre ancora non si decideva ad agire.

 

La sua mente stava correndo tra tutte le opzioni, tra le quali la più allettante era quella di lasciarlo affogare - la spiaggia era praticamente deserta, nessuno si era accorto di niente, avrebbero solamente ritrovato un cadavere sulla riva l'indomani, non sarebbe stato poi così grave, no?

Ma la sua parte più razionale gli stava ricordando che, per quanto quel ragazzo fosse stato insolente, era comunque un essere umano, (forse, perlomeno ne aveva l'aspetto, anche se la somiglianza con la specie delle manguste era sorprendente) e doveva a tutti i costi salvarlo.

 

Raggiunta questa conclusione, Kurt aveva afferrato il salvagente ed era scattato verso la spiaggia. Senza fermarsi un secondo e senza mai perdere di vista la vittima, aveva slegato la cima e infilato la tracolla. Era entrato in acqua e aveva cominciato a nuotare il più rapidamente possibile, bracciata dopo bracciata, fino a raggiungere il ragazzo che però sembrava aver già perso i sensi.

 

'Poco male, almeno non dovrò sentire che si lamenta' aveva pensato Kurt con una smorfia, mentre faceva passare il salvagente sotto le braccia di occhi verdi e poi lo assicurava nella sua presa.

Aveva poi nuotato il più rapidamente possibile verso riva e una volta arrivati, aveva steso il corpo del ragazzo sulla sabbia, controllandone le funzioni vitali.

 

Il battito cardiaco c'era, ma sembrava debole e non respirava. Ripassando a mente gli insegnamenti del corso, Kurt aveva poggiato il palmo della mano sul suo sterno, poggiandovi sopra l'altra e incrociando le dita, dando inizio così alla manovra di rianimazione.

 

Uno, due, tre, quattro, cinque.

 

Uno, due, tre, quattro, cinque.

 

Uno, due, tre, quattro, cinque.

 

Niente. Il ragazzo aveva ripreso a respirare, sì, ma non riprendeva coscienza e Kurt stava cominciando ad andare nel panico.

Dannazione, quello era il suo primo vero salvataggio ed era da solo, non c'era nemmeno un collega nelle vicinanze a cui potesse chiedere aiuto.

Le condizioni del ragazzo sembravano stabili, e allora perché non si risvegliava? Stava forse sbagliando qualcosa?

 

Un'ondata di senso di colpa lo stava attraversando dalla testa i piedi. Aveva perso tempo. Alla torretta, quando lo aveva avvistato, aveva perso tempo prezioso che ora magari avrebbe potuto costare la vita del ragazzo.

'Non dire sciocchezze Kurt,' si stava rimproverando, 'questo idiota sta respirando, non morirà di sicuro, però ew, ora dovrai aggiungere la respirazione bocca a bocca'.

 

Una smorfia di disgusto si era dipinta sul suo volto. Per quanto volesse che il ragazzo si risvegliasse, il pensiero di dover poggiare le proprie labbra sulle sue l'aveva fatto rabbrividire.

 

Facendosi coraggio, aveva dischiuso le labbra del ragazzo, e prendendo un respiro profondo, si era chinato su di lui, tappandogli con la mano sinistra il naso, per poi liberare l'aria nella sua bocca.

 

Uno, due, tre, quattro, cinque.

 

Altra respirazione.

 

Uno, due, tre, quattro, cinque.

 

Altra respiraz-. Che diamine?

 

Kurt si era completamente immobilizzato.

A quanto pare il ragazzo si era ripreso e aveva ben pensato di circondare il suo collo con un braccio, tenendolo incollato a sé e cominciando a muovere le labbra sulle sue, in quello che Kurt avrebbe definito un tentativo di bacio.

Ripresosi dallo shock iniziale, aveva poggiato le mani sul suo petto e si era tirato immediatamente indietro, quasi come se quel contatto lo stesse scottando.

Con faccia inorridita stava osservando come sul volto del ragazzo si stava rapidamente formando il suo ghigno compiaciuto mentre si tirava su sui gomiti.

 

“Mh.. hai delle labbra davvero morb- EHI!”

 

Sì, come aveva immaginato, tirargli un ceffone era stato immensamente soddisfacente, al diavolo anche la sua politica anti violenza.

 

“Avrei dovuto lasciarti affogare,” aveva replicato pungente.

 

“Oh, come se tu potessi mai salvarmi sul serio.”

 

“Sono per caso finito in un universo parallelo? No perché sono io quello che ti ha tirato fuori dall'acqua, ti ha rianimato e salvato la vita,” poteva quasi sentire il sangue nelle vene ribollire.

Quell'insolente non mostrava un minimo di gratitudine, dopo che era perfino entrato in acqua per salvarlo mettendo a repentaglio la morbidezza della sua pelle, anzi.

Quel ghigno sembrava ancora più divertito e nei suoi occhi era spuntato un brillio che Kurt non riusciva a interpretare. Possibile che non si rendesse conto di quello che aveva rischiato? Possibile che si comportasse come se nulla fosse successo? Possibile che non capisse di aver rischiato di morire?

 

E se.

 

Un pensiero si stava insinuando nella sua mente. E se quel ragazzo avesse solamente finto di affogare? E se era stata tutta una messa in scena? Per quanto quell'idea sembrava prendere sempre più forma, Kurt non riusciva a spiegarsi perché avrebbe dovuto farlo. Doveva essere un modo per dargli fastidio? Per fargli uno scherzo? Sembrava esagerato quindi, forse, non era quello il caso.

 

Tutti quei pensieri dovevano essersi rivelati in qualche modo sui suoi lineamenti, perché l'attimo dopo il ragazzo stava ridacchiando, sempre più compiaciuto dalla situazione.

 

“Ci sei arrivato vero? Hai capito che ho finto, che ho trattenuto un po' il respiro e - EEEHI!”

 

Sì, Kurt si stava decisamente divertendo a prenderlo a schiaffi.

 

“Ma che diamine ti passa per la testa? Ti sembrano scherzi da fare? Dio, sei più stupido di quanto immaginassi, e credimi, pensavo già che fossi un totale idiota.”

 

“Aw, Principessa, eri preoccupato per me? Dai, se mi dai un bacio per farti perdonare gli schiaffi ti invito a cena.”

 

“Cosa? Hai una bella faccia tosta, non voglio prendermi herpes o chissà che altro.” aveva ribattuto indignato. Questo ragazzo non finiva mai di stupirlo.

 

“Devo per caso ricordarti che mi hai già baciato? Okay, okay, fatto la respirazione bocca a bocca, diamine, non si può neanche scherzare con te,” si era corretto notando lo sguardo assassino che Kurt gli stava lanciando. “Comunque, l'invito a cena resta.”

 

“Perché?” non poteva essere serio. Perché mai voleva invitarlo a cena? Non faceva altro che prenderlo in giro e ora questo? Non sapeva più che pensare.

 

“Per ringraziarti di avermi salvato la vita?” aveva risposto con un altro dei suoi ghigni.

 

“Divertente,” aveva risposto ironicamente, “ma no.” Detto questo, aveva recuperato il salvagente, si era alzato e gli aveva dato le spalle incamminandosi verso la torretta.

 

“Dove vai?” silenzio. “Almeno dimmi come ti chiami Principessa!” aveva chiesto ad alta voce, con un tono che, per quanto a Kurt suonasse assurdo, sembrava di supplica.

 

“Kurt,” gli aveva risposto senza neanche girarsi indietro.

 

“Bene Kurt, sappi che te lo richiederò anche domani, e il giorno dopo, e il giorno dopo ancora,” gli stava ormai urlando per farsi sentire in lontananza. “E il mio nome è Sebastian!”

 

La risposta di Kurt era stata un semplice cenno della mano.

 

Non si era accorto però che sulle sue labbra era sbocciato un sorriso.

 

Era fottuto.

  
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