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Autore: artisticbex    04/07/2013    4 recensioni
Dopo tanto tempo, sono tornata con l'ennesima ff su Percy!
L'idea mi è venuta mentre rileggevo Lo scontro finale. Ho pensato: 'Ehi, ma Rick non ci ha mai detto se Paul e Sally si sono sposati!'. Beh, ovviamente lo hanno fatto. Così ho deciso di scrivere qualcosa sul loro matrimonio, tutto narrato dal figlio modello dell'anno: Percy Jackson.
Oltre a scegliere lo smocking perfetto, Percy deve anche decidersi ad invitare una ragazza che lo accompagni al matrimonio di sua madre. Ce la farà il nostro eroe a chiederglielo?
E soprattutto, riuscirà a non rovinare il matrimonio dei suoi genitori combinandone una delle sue?
Leggete e lo scoprirete ;)
Dal primo capitolo:
Uscii dal camerino e lei mi sorrise. Mi sistemò il colletto della camicia e mi sbottonò la giacca.
- Ti sta veramente bene. Manca solo... - Annabeth tirò fuori una cravatta. - ...questa!
La presi in mano e la fissai.
- Cosa c'è? Non ti piace? - mi chiese lei, vedendo che non mi muovevo.
La guardai imbarazzato. - Veramente...non ho mai messo una cravatta.
Lei mi capì e rise. Mi sentii la faccia infuocarsi, ma scoppiai a ridere anche io.
- Dai qua, te la metto io.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Paul Blofis, Percy Jackson, Sally Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Mamma, non devi preoccuparti di niente. Si...si, tranquilla. Ti ho già detto che ho comprato tutto quello che mi hai chiesto. Ok...no, non l'ho ancora chiamata. Come perchè? Pensavo volessi una cena intima tra te e Paul! Cosa? Ah, quindi vuoi che ci siamo anche noi...ok, la chiamo e vedo se è libera. Si mamma. Ciao, ti voglio bene.
Entrai nel nostro appartamento, chiudendo la porta con un calcio, facendo attenzione a non far cadere il cellulare che tenevo fra l'orecchio e la spalla, mentre appoggiavo le buste della spesa sul tavolo della cucina.
Chiusi la chiamata con mia madre e cominciai a mettere a posto la spesa.
Era l'anniversario di matrimonio dei miei genitori e mia madre mi aveva chiesto gentilmente (cioè mi aveva obbligato) di comprare quello che le serviva per preparare una deliziosa cenetta.
Io le avevo proposto di andare al ristorante, solo loro due, ma lei aveva insistito che ci fossimo anche io e Annabeth.
Eh si, ormai Annabeth faceva parte della famiglia essendo la mia ragazza.
Guardai l'orologio. Erano le cinque del pomeriggio di domenica, quindi potevo chiamarla e invitarla a cena quella sera.
Vi starete chiedendo perchè avevo un cellulare, dato che possederne uno equivaleva a urlare con un megafono nell'orecchio di un mostro "Ehi, che ne dici di mangiarmi per cena?": beh, da quando Crono era stato sconfitto, gli attacchi dei mostri non erano così frequenti come prima, quindi mi era stato permesso di averne uno. E poi, scusate, non potevo mica mandare un messaggio Iride ai miei amici mortali (a parte Rachel)!
Comunque chiamai Annabeth.
"Ciao Percy!" mi rispose lei allegra.
- Ciao Annabeth, senti una cosa...hai da fare stasera?
"Mmm, non credo, perchè?"
- Mia madre vuole che tu venga a cena da noi. E' il suo anniversario.
"Oh, me ne ero dimenticata..certo che vengo!"
- Ti passo a prendere io verso le sette allora, ok?
"Perfetto. Ci vediamo dopo."
- A dopo Sapientona.
Chiusi la chiamata e sospirai. Finalmente avrei rivisto Annabeth. Frequentava una scuola a New York per essere vicino all'Olimpo e coordinare così i lavori di ristrutturazione, e anche per stare più vicino a me, ma tuttavia riuscivamo a vederci si e no una volta a settimana. La sua scuola aveva messo a disposizione degli alunni degli appartamenti, e lei ne condivideva uno con alcune sue compagne di scuola. Il suo era a circa dieci minuti di strada da casa mia, nemmeno troppo lontano, ma Annabeth aveva sempre un sacco da studiare. C'era anche il fatto della dislessia, quindi doveva seguire dei corsi speciali di pomeriggio. In conclusione, riuscivamo a vederci pochissimo, e quando stavamo insieme il tempo volava, letteralmente. A volte mi veniva da pensare che fosse opera di Crono, cosa ovviamente impossibile.
Me lo immaginavo tutto imbronciato nel Tartaro mentre diceva "Mi avete rigettato nel Tartaro? E io faccio scorrere più veloce il tempo, così non potete stare insieme MUAHAHAH". Ok, sono pensieri assurdi, ma che ci volete fare: la vita di un semidio E' assurda.
Alle sei in punto mia madre rientrò dal lavoro, trovandomi steso sul divano in compagnia di biscotti e tv. Non appena varcò la soglia, mi alzai con uno scatto e le andai incontro.
- Ciao Percy, vorrei dire che sono stupita di trovarti in questo stato, senza maglia a ingozzarti di biscotti, ma ormai sono talmente abituata che non mi sorprendo più. - mi disse lei squadrandomi severa.
Io la abbracciai. - Lo so che sono il tuo figlio preferito.
- Sei il mio unico figlio, Percy.
- Appunto.
Lei alzò gli occhi al cielo, sorridendo. - Come farei senza di te? - mi disse accarezzandomi una guancia.
- Ti voglio bene mamma, e tanti auguri per oggi.
- Grazie tesoro.
Mia madre andò in cucina a preparare la cena, mentre io cercavo di sistemare l'appartamento al meglio. 
Quando finii erano le sette, quindi mi preparai per andare a prendere Annabeth. Mi vestii, poi presi le chiavi della mia auto (Paul me ne aveva comprata una, piccolina, ma era pur sempre la MIA auto) e salutai mia madre.
- Vado a prendere Annabeth, torno tra poco.
- Va bene tesoro. Non fate soste inutili, mi raccomando.
Mia madre. Sempre a pensare male. Sospirai rassegnato, mentre scendevo le scale e salivo in macchina.
In dieci minuti esatti arrivai all'appartamento di Annabeth. Suonai il campanello. Lei si affacciò dal terrazzo del terzo piano, in tutto il suo splendore.
- Sali un attimo, Percy, le mie amiche vogliono conoscerti! - mi disse lei sorridendo.
Entrai nell'edificio e salii le scale: non avevo la pazienza necessaria per aspettare l'ascensore. Volevo riabbracciare Annabeth il prima possibile, tanto che feci le scale a due a due.
Quando arrivai al terzo piano, trovai Annabeth di fronte alla porta, con un sorriso smagliante. Corsi ad abbracciarla, facendola volteggiare in aria, mentre entrambi ridevamo.
- E' solo una settimana che non ci vediamo, ma mi sei mancata come l'aria. - dissi guardandola negli occhi.
Lei mi scostò un ciuffo di capelli dal viso e sorrise dolcemente. - Anche tu mi sei mancato tantissimo, Testa d'Alghe.
Mi avvicinai per baciarla, ma il tempismo orrendo delle sue amiche rovinò il momento.
- Allora è lui il famoso Percy Jackson! - escamò una di loro. Era alta e bionda, come Annabeth, ma non c'era assolutamente paragone tra le due. La mia ragazza era una dea. In effetti, Annabeth per me era anche più bella di Afrodite stessa, ma non lo dicevo spesso, per evitare che un fulmine rosa shocking contornato da cuoricini mi cadesse in testa.
- Percy, ti presento Lizzie, Helen e Jessica. Ragazze, lui è Percy. - ci presentò lei.
- Piacere di conoscervi. - dissi, stringendo la mano a tutte.
Annabeth mi fece entrare nell'appartamento. - Prendo la giacca e arrivo.
- Peccato che dovete andarvene subito - disse quella che mi pareva fosse Helen. - Ci sarebbe piaciuto conoscere meglio il Percy di cui parla tanto la nostra Annabeth.
- Lei parla tanto di me? - chiesi sorridendo.
Lizzie fece una smorfia. - Tanto? Tu, mio caro, sei sempre sulle sue labbra. Percy di quà, Percy di là...continuamente!
Feci un sorrisetto soddisfatto.
- Ehm, ehm. - Annabeth si schiarì la voce dietro di noi. - Ti ho sentito Liz, e non è assolutamente vero.
Lizzie alzò le mani. - Ok, ok, forse non così tanto...ma devi ammettere Ann che ne parli abbastanza.
La mia ragazza roteò gli occhi, poi mi prese per mano e mi condusse fuori dalla porta. - Noi andiamo, non distruggete l'appartamento.
- Ciao ragazze, è stato un piacere! Magari la prossima volta che vengo a trovarvi mi raccontate meglio cosa dice su di me Ann. - le salutai lanciando un'occhiata divertita ad Annabeth. Le sue amiche sembravano simpatiche.
- Oh, certo Percy! - mi rispose Jessica, facendomi l'occhiolino.
- Si, si, ciao! - gridò Annabeth mentre mi trascinava via.
Quando arrivammo al piano terra mi fermai e tirai Annabeth verso di me.
- Percy, che c'è? - mi chiese mentre l'abbracciavo.
- Niente, voglio solo finire quello che hanno interrotto le tue simpatiche amiche.
Lei mi sorrise, poi mi circondò il collo con le braccia e mi baciò. Caspita, quanto mi era mancata. Per me, una settimana senza di lei era come una settimana senza acqua. La strinsi più forte a me e le accarezzai una guancia.
- Sei bellissima. - le sussurrai.
La presi per mano e ci incamminammo verso la mia auto.
- Voglio comprare un mazzo di fiori per tua madre, ci fermiamo qui? - mi chiese lei ad un tratto, indicando una fioreria.
Accostai vicino al marciapiedi.
- Torno subito. Che fiori piacciono a tua madre?- mi disse lei, mentre scendeva dalla macchina.
Io la fissai. - Ehm...non ne ho idea.
- Vorrà dire che seguirò il mio sesto senso femminile.
Dopo neanche cinque minuti era tornata con uno splendido mazzo di fiori (non chiedetemi di che tipo, era già tanto se riuscivo a distinguere una margherita da una rosa). Erano bianchi, arancioni e azzurri.
- Wow, il tuo sesto senso è favoloso.
Lei rise. Erano le sette e trentacinque quando arrivammo a casa mia. Entrammo nell'appartamento. Mia madre aveva già apparecchiato la tavola, e ora stava seduta sul divano accanto a Paul.
- Siamo arrivati. - dissi chiudendo la porta. Mia madre si alzò e venne a salutare Annabeth.
- Annabeth, mia cara, come stai? - le disse felice mentre la abbracciava.
- Bene, Sally, grazie. Questi sono per te. - le rispose porgendole i fiori.
- Sono bellissimi! Grazie, tesoro.
Anche Paul si alzò e salutò Annabeth, poi ci sedemmo a tavola. Mia madre cominciò a portare quello che aveva preparato, mentre il mio stomaco iniziava a brontolare prepotentemente, facendo ridere tutti.
- Che c'è? Ho fame! - protestai scoppiando a ridere con loro.

 
La cena era ottima. Mi complimentai con mia madre moltissime volte, tutto quello che aveva cucinato era squisito.
- Mamma, dovrebbero darti un posto sull'Olimpo come "dea della cucina". - esclamai divorando quello che avevo nel piatto.
Lei rise. - Mi accontento di esserlo per voi.
- Allora Annabeth, - disse Paul con uno strano luccichio negli occhi. - come vanno i lavori sull'Olimpo?
Ah, ora capivo. Ogni volta che si nominavano gli dei, o l'Olimpo, o qualsiasi altra parola che poteva essere ricondotta a quello, Paul diventava peggio di un bambino alle prese con un giocattolo nuovo.
- Oh, vanno a meraviglia! - esclamò la mia ragazza entusiasta. - Sono davvero onorata di poter creare nuovi edifici per gli dei, e loro sembrano contenti del mio lavoro e delle mie idee, quindi è molto gratificante!
- Wow, quanto mi piacerebbe poter vedere tutto quello che mi descrivi... - rispose lui con aria sognante. Decisi di non infrangere le sue fantasie dicendogli che mai e poi mai riuscirà a vedere l'Olimpo, nemmeno un sassolino.
- Se vuoi ti portiamo una foto. - scherzai, ricevendo un'occhiataccia da Annabeth. Che avevo detto di male?
- Dedalo mi ha lasciato così tanti progetti e idee geniali, - continuò Annabeth ignorandomi - ci lavoro anche ore intere. Spesso è difficile comprenderli, chissà cosa gli passava per la testa quando scriveva i suoi appunti.
Paul e Annabeth continuarono a parlare di progetti e roba architettonica, mentre io andai in cucina con mia madre.
- Percy, prendi la torta dal frigorifero.
- Hai fatto anche una torta? - esclamai stupito. Mia madre aveva cucinato tutto quello in un'ora. Ma come faceva?
Tirai fuori la torta, rigorosamente decorata con panna blu, e la portai sul tavolo. I due smisero di parlare. Se c'era qualcosa che faceva chiudere la bocca a Paul, erano i dolci. Non avevo mai visto una persona più golosa di lui.
Ok, lo ammetto, io non ero molto diverso, ma almeno non avevo la bava intorno alla bocca appena vedevo un bignè.
Mangiammo la torta di mia madre, che era buonissima, poi la aiutammo a sparecchiare. Decisi che era il momento di lasciare un po' di privacy ai miei genitori, quindi dissi a mia madre che andavo con Annabeth a fare una passeggiata prima di riportarla a casa.
- Va bene. Grazie per essere venuta Annabeth. - rispose mia madre salutando la mia ragazza.
- Grazie a voi per avermi invitata.
- Ormai sei della famiglia, tesoro.
Si abbracciarono, poi lei salutò Paul e uscimmo di casa.
- Allora Testa d'Alghe, anche tu mi consideri parte della tua famiglia? - mi chiese lei ironicamente mentre passeggiavamo.
Io feci finta di pensarci per qualche secondo. - Mmm...non saprei...
Lei mi diede un pugno sulla spalla. - Scherzavo! - risi. - Certo che sei parte della mia famiglia.
Camminammo per parecchio tempo, continuando a parlare di ogni cosa ci venisse in mente. Era questo il bello di stare con Annabeth: non ti annoiavi mai e trovavamo sempre un argomento su cui discutere.
Inutile dire che le due ore successive che trascorremmo insieme passarono velocissime.
Annabeth guardò l'ora sul suo cellulare e strbuzzò gli occhi. - Sono già le undici e mezza?
- Maledetto Crono. - sbuffai sottovoce. Ananbeth mi guardò in modo strano. - Cosa?
- Niente, niente... - borbottai. - Devo riportarti a casa vero? - domandai triste.
- Se non ci fosse scuola domani resterei volentieri più tempo con te, lo sai. - mi rispose accarezzandomi una guancia.
La presi per mano e ci incamminammo verso la mia auto. 

 
Dieci minuti dopo aravamo arrivati al suo appartamento.
- Grazie per la bella serata Percy, saluta di nuovo tua madre e Paul. - mi disse lei abbracciandomi.
- Ci vediamo uno di questi giorni? - le chiesi con un sorriso speranzoso. Pregai ogni dio dell'Olimpo che quella settimana i suoi professori non le dessero molto da studiare.
- Certo, ti prometto che un giorno riuscirò a liberarmi e passeremo tutto il pomeriggio insieme, ok?
In tutta risposta io la baciai. Restammo così per qualche secondo, accarezzati dal lieve venticello primaverile, poi ci salutammo.
- Buonanotte Sapientona.
- Notte Testa d'Alghe.
Prima che si chiudesse la porta alle spalle, la richiamai, ricordandomi quel momento dell'anno precedente, quando l'avevo chiamata per dirle che era bellissima prima che entrasse nell'auto del padre.
- Annabeth?
- Si, Percy?
Mi concessi un secondo per ammirarla. - Ti amo.
Lei sorrise. - Ti amo anch'io.
















Tadààà eccomi qua! Stavolta vi ho fatto aspettare un po' di più, ma non ho avuto molto tempo per scrivere questi giorni!
Il capitolo non mi piace molto, non sono soddisfatta di come l'ho scritto, ma non sono riuscita a fare di meglio...quindi spero che vi piaccia almeno un po' :)
E' passato un anno dal matrimonio (quindi dallo scorso capitolo) ed è il giorno dell'anniversario...e Percy e Annabeth sono già fidanzati felici e contenti!
Non ho molto da dire, se non che è l'ultimo capitolo di questa storiella...mi dispiace terminarla qui, ma l'ho creata per incentrarla soprattutto sul matrimonio di Sally e Paul, quindi non saprei di quale altro avvenimento scrivere.
Però ho già un'ideina in mente per una OS sui miei Percabeth *w* <3
spero che vi sia piaciuta questa storia, e ringrazio tutti voi che avete recensito e letto!
Ringrazio chi l'ha messa tra le preferite, ricordate e seguite! Grazie mille, sono davvero contenta di avere qualche lettore interessato ai miei raccontini ahah :)
GRAZIE ANCORAAAA VI AMO! <3<3
siete bellissimi tutti quanti (?) <3
un bacione grande grande grande e percabetthoso!

 
   
 
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