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Autore: MissysP    04/07/2013    1 recensioni
[La Bella Addormentata] AU!
Aurora si ritrova faccia a faccia con i suoi genitori dopo tanto tempo. La fanciulla però non accetta questo incontro e compierà un gesto del tutto inaspettato. Un gesto compiuto per difendere il mondo in cui viveva, senza permettere a nessuno di stravolgerlo.
Dal testo:
«Era meglio se non vi foste fatti vivi» disse la ragazza senza nessuna sfumatura nella voce.
[Storia partecipante al Killer!GoodGirls di .Trick ed Eterea sul forum. VII classificata]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The perfect World
Fandom: La Bella Addormentata
Personaggi: Re Stefano, Regina, Aurora, Serena, Fauna, Flora, Filippo
Pairing: Aurora/Filippo (accennato)
     
Betareading: si
Genere: Introspettivo, Slice of Life
Rating: Giallo
Avvertimenti: Nessuna
Note: Au

NdA: non c’è molto da dire. In effetti speravo che mi uscisse qualcosa di meglio, ma proprio zero. Fra scuola e impegni vari non riesco più a fare niente, o quasi. Comunque volevo partecipare a tutti i costi ^^ Scegliere il personaggio è stato facile: Aurora è da sempre stata la mia principessa preferita.
 
 
 
 






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The perfect world

 
 
Guardò le sue mani, sporche di sangue. Sangue fresco, rosso e così simile al suo. Le rigirò più e più volte più e più volte, stando attenta a non macchiarsi il maglioncino rosa perlato. Sotto la lunga camicetta color crema era rappresa di qualche goccia di sangue. Era un peccato aver sporcato un così bel vestito, il suo preferito, quello che le aveva regalato Filippo.
 
Perché?
 
I suoi occhi color zaffiro erano vacui, mentre spostava l’attenzione sui due cadaveri sdraiati in posizioni innaturali dei suoi genitori. Genitori che si erano presentati dopo ben 16 anni di assenza e che minacciavano di mandare in frantumi il suo mondo perfetto, costruito con fatica.
Aveva una famiglia che le voleva bene, un fidanzato perfetto che l’amava e tanti amici. Perché erano venuti a cercarla? Perché dopo così tanto tempo? Perché volevano minacciare l’equilibrio che aveva trovato con immensa fatica?
Strinse le dita, conficcandosi le unghie nei palmi delle mani. Sentì un dolore minimo a quello che stava provando emotivamente. Poi rilassò nuovamente le mani e vide le mezze lune lasciate dai segni delle unghie sui palmi. Risaltavano sulla sua carnagione nivea. Assottigliò gli occhi e si guardò in giro per la stanza. Sul tavolino, in sala, c’erano tre tazze da tè con un piattino di biscotti. Aurora poteva sentire il peso della boccetta che le gravava nella tasca del maglioncino. Aveva avvelenato il tè e non se ne pentiva.
La vocina che la incitava a farlo, a compiere quell’omicidio, finalmente si era assopita e le permetteva di respirare, senza provare quel fastidioso mal di testa. Sentiva che il peso che portava sulle proprie spalle era svanito e le sembrava di ritornare a respirare.
 
Perché?
 
Le sue labbra si stesero in un sorriso pieno di soddisfazione e si diresse verso il bagno, dove si lavò e si cambiò d’abito. Si diresse verso la cucina e accese un fornello, lasciando un pentolino con sopra uno strofinaccio. Non ci sarebbe voluto molto e presto in quella casa avrebbe fatto molto caldo. Sistemò gli altri strofinacci in modo che il fuoco si propagasse per tutta la casa.
Ritornò in salotto e si sedette su una sedia di fronte ai cadaveri dei suoi genitori. Poggiò il mento sui palmi delle mani e li osservò. Non provava niente per quelle sue azioni appena compiute, nessun rimpianto o rimorso. La soluzione che aveva escogitato si era rivelata perfetta: non c’era nessun altro modo. Non avrebbe permesso a nessuno di portarla lontano dalla realtà in cui viveva e men che meno due sconosciuti che l’avevano abbandonata per poi pretendere di rientrare nella sua vita e portarla in un mondo fatto di apparenza ed egoismo.
Annusò l’aria e percepì un lieve odore di bruciato; resistette all’impulso di precipitarsi fuori dalla casa, ma era meglio aspettare l’ultimo momento.
“Era meglio se non vi foste fatti vivi,” disse la ragazza senza nessuna sfumatura nella voce. “Era meglio per tutti quanti.”
 
“Mi dispiace tanto, cara,” le sussurrò Flora, mentre le accarezzava i lunghi capelli biondi leggermente anneriti dalla fuliggine. Aurora aveva lo sguardo basso, fisso su un punto indefinito del pavimento. Fauna e Serena erano intente a parlare con il medico, mentre la ragazza e l’altra donna erano nella stanza.
I vicini avevano allertato le autorità ed erano intervenuti all’istante, trovando la ragazza riversa a terra vicino alla porta d’entrata. Era stata una corsa in ospedale, dove le sue madri erano accorse immediatamente, preoccupate. Appena fu certo che Aurora non corresse nessun pericolo, i medici e gli agenti l’avevano tartassata di domande sull’incendio. Non fu difficile convincere che si fosse trattato di un incidente domestico, dove i suoi genitori non c’è l’avevano fatta. E Aurora ritornò nel suo silenzio, aspettando con impazienza di ritornarsene a casa, alla sua vera casa.
“Mi dispiace tanto, davvero tanto. Erano delle così brave persone…” mormorò ancora Flora. Aurora strinse le labbra e assottigliò lo sguardo, irritandosi per il modo amorevole in cui sua madre parlava di quelle persone. Prese un respiro profondo e si costrinse a non urlare la sua gioia di essersi liberata di loro.
I passi di Fauna e Serenella rimbalzarono fra i muri del corridoio e, sia Aurora che Flora, alzarono lo sguardo verso la porta. Questa si aprì poco dopo, mostrando la figura corpulenta di Flora e quella basa di Serena.
“Il medico ha detto che non ci sono problemi. E’ tutto a posto e la nostra cara e piccola bambina può tornare a casa,” disse con un’enorme sorriso Fauna. Aurora la guardò, sollevata da quella notizia, e le sorrise per ringraziarla. Continuando a restare avvolta nella sua coperta, si alzò dal lettino e si diresse verso l’uscita dell’ospedale.
“Aurora!” la voce agitata di Filippo le arrivò chiaramente alle orecchie attirando la sua attenzione. Lo vide correrle incontro e abbracciarla di slancio. La ragazza ricambiò l’abbraccio, facendo scivolare la coperta ai suoi piedi, e affondò il volto nell’incavo del suo collo. Stinse con quanta più forza potesse le braccia al collo del ragazzo, rifiutandosi di lasciare la presa.
“Dio, stai bene?” domandò il ragazzo stringendola di più a sé. La sua voce era affannata, era accorso immediatamente appena sentita la notizia, ed era sollevato di stringerla fra le proprie braccia sana e incolume, anche se un po’ annerita dalla fuliggine.
Aurora guardò oltre la sua schiena e sorrise, annuendo.
“Sì, adesso sì” sussurrò abbandonandosi al suo petto.
Non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinarle quell’angolo di vita che si era costruita da sola.
 
A niente e nessuno.










Non ho altro da aggiungere =)
La storia si è classificata al settimo posto del concorso Killer!Goodsgirls di .Trick ed Eterea
Mi è piaciuto tantissimo scrivere questa storia e spero di scriverne altre ;)
Un bacione immenso!
  
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