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Autore: Virginia Of Asgard    04/07/2013    7 recensioni
Prendiamo una ragazza decisamente omosessuale. Prendiamo il teddy boy, John Lennon, e prendiamo l'odio fra di loro.
Lui la vuole per se, è una questione di principio.
Lei lo vuole morto, le ha dato della Lesbica davanti a tutti, ora il mondo conosce il suo segreto.
Cambierà mai qualcosa nel modo femminista di pensare di Giselle Smith? John riuscirà a farle assaporare l'altra sponda?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Un mese esatto che non aggiorno [e quattro giorni]. OK, lo ammetto, ho avuto i miei gran problemi (madri che sequestrano i computer||Blocchi dello scrittore||mancanza di idee valide||perdita momentanea della fantasia||sindrome da foglio bianco||idee pazzesche, ma non per questa storia, e così via :’D) da distribuire, senza parlare della più grande delusione della mia vita: essere a due passi da Paul, e non poterlo vedere per via del biglietto che non mi hanno voluto comprare; e poi vogliamo parlare delle tre materie che mi sono beccata a Settembre?? Storia dell’arte, matematica e Scienze, dannazione!! poi ho i recuperi la mattina ed un mucchio di cazzate che mi hanno impedito di aggiornare per ben un mese intero. In ogni caso con questa pappardellata (?) di cazzi miei che non fregano a nessuno, volevo solo farvi sapere che per questa storia ho intenzione di andare avanti parecchio, sia coi capitoli sia con gli anni (anni intesi nello svolgersi dei fatti della storia, nel senso che non riguarderà unicamente il periodo adolescienziale dei personaggi, ma parecchi altri in cui succederà di tutto e di più, garantito!!), per cui non spaventatevi se sparisco per un bel po’, poi ritorno XD, ed in fine volevo anche svelarvi a chi mi sono ispirata per il personaggio di Giselle Smith, però…lo saprete nel prossimo capitolo! :3
 
Oh, un’avvertenza! Sto (probabilmente) per dare la più grande svolta della storia, a questa storia XD
 
 
 
 
 

Bella e impossibile.



La guardai negli occhi, c’era qualcosa che, dentro di me, mi stava spingendo ad abbandonarla li, ed andarmene via dalla sua vita, per sempre. Orgoglio, e paura in un mix letale e nocivo, pulsavano sulle mie meningi, convincendomi a fare la cosa sbagliata, nel momento più importante della mia vita.
Volevo esserci per lei, e tutti questi pensieri a dir poco maturi continuavano a pervadermi, come soavi tentatrici. In vita mia non avevo mai detto “ti amo”. Non almeno, seriamente – o con un intento apparentemente serio.
Dovevo rendermi maledettamente conto che Lei stava davvero diventando qualcosa di troppo importante ed impegnativo, per me.
Avrei voluto tanto andarmene, prima che potesse diventare troppo tardi, Avrei voluto scomparire prima di rendermi conto dei miei sentimenti, Avrei voluto scappare lontano in un isola deserta, avrei voluto, oh, avrei voluto davvero troppe, troppe cose, tutte insieme.
Ridacchiai tra me e me, pensando anche che mi sarebbe piaciuto passare la serata con lei, fra le mie braccia, ad ascoltare la radio, magari le avrei anche dedicato una canzone di Elvis, in pieno stile “John versione romantica”, avremmo preparato la cena assieme, ed avremmo guardato la pioggia cadere incessantemente, facendoci rinvenire quella strana voglia di starsene solamente a casa, al caldo, protetti dalla bufera che si stava scatenando all’esterno, a parlare del più e del meno, tra risa, baci e crezze.
«Beh, che hai da ridere? Non ti sono sembrata seria?» sentii tutt’un tratto la sua voce, spezzare i miei silenziosi pensieri.
Avevo riso per davvero!
«S…scusa , è che mi sembri così strana…talmente strana da pensare che forse non sei poi così tanto…» mi bloccai per un secondo, giusto il tempo di farla ritrovare con un cuscino piazzato in faccia «Lesbica!» esclamai poi, scoppiando a ridere. Ed in men che non si dica, mi beccai con un cuscino sulle palle. Fortuna che Dio ha dato all’uomo la capacità di ficcare delle piume d’oca, in un cuscino!
«Hey io ho mirato alla faccia!» eslamai contrariato; «Ed io al tuo cervello!» Esclamò lei, ridendo, per la prima volta dopo due lunghi giorni di strazianti litigate. Finalmente rivedevo la luce della felicità riflessa nelle sue iridi violacee. Finalmente era tornata Giselle, la mia migliore amica, quella bella ma impossibile.
Le lanciai un cuscino violentemente addosso, nell’esatto momento in cui si distrasse per riflettere su qualcosa; Lo faceva sempre, dovo aver riso di gusto. Lo avevo notato spesso, per cui sapevo più o meno, come prevedere le sue moss…-
Una cuscinata in faccia.
Allora se ne era resa conto!
«Sei scorretto!» gridò mentre ce ne davamo di santa ragione a suon’ di cuscinate. «Tu sei scorrett... – una cuscinata sulla bocca – ..a! Hey!» sbottai fiondandomi sul letto, per raggiungere il suo lato, non le lasciai un secondo, che partii a picchiare violentemente con cuscino ogni cosa che si muoveva, senza rendermi conto se stessi colpendo lei, o meglio l’aria.
La vidi scansarsi velocemente, per lanciarsi a peso morto sopra di me, causandomi una perdita istantanea del controllo del mio ciclo respiratorio. I miei poveri polmoni !
La scansai di lato, fingendo un barbarico urlo di battaglia, mi alzai sulle ginocchia, pronto a sacrificare la mia vitta a suon’ di cuscinate, quando mi fermai per un attimo.
La stavo bloccando fra le mie gambe, con la sola forza dei miei muscoli.
 Era distesa, e rideva;  in quel momento avrei preferito suicidarmi, piuttosto che pensare a lei – per l’ennesima volta – in quel modo.
Era così fottutamente bella, nelle sue imperfezioni e nelle sue perfezioni. Aveva quegli occhi viola, dalle lunghe ciglia nere, quei capelli corvini lunghi, per nulla alla moda, e quelle labbra carnose; era una dea.
Una dea impossibile, per un terrestre come me. Una Dea a cui piacevano le donne.
Non c’era che dire: il titolo di ‘Bella e Impossibile’ le si addiceva alla perfezione.
 
Preso da troppa circolazione sanguigna ed un misto di adrenalina pura, decisi di fare una pazzia. Le bloccai i posi, lei smise di ridere; Mi feci serio.
Deglutii, volevo baciarla così tanto!
 
***
 
Giselle’s P.o.v.
 
Chiusi gli occhi, lentamente, sorpresa da quella situazione imbarazzante. Ero pronta.
Pronta ad esplorare nuove…sponde; Pronta a provare ad essere amata. D'altronde non ero mai stata veramente con un ragazzo. Come potevo pretendere di essere Lesbica, se non avevo mai tentato di, ecco, approcciare?
Chiusi gli occhi, pronta ad accogliere quel bacio, che, stranamente attendevo con impazienza.
Finalmente eccolo. Sentii le sue labbra morbide posarsi delicatamente sulle mie; Era curvato su di me, come in un film; io ero stesa sul letto, e lui era sopra di me.
Questa cosa mi spaventava un po’.
Si scostò piano, dopo avermi lasciato quel semplice bacio a stampo; Allora riaprii gli occhi, lentamente, come inebriata dalla sua magnifica presenza.
Si avvicinò al mio orecchio destro, la sua voce era bassa e silente. Mi sussurrò una frase parecchio enigmatica all’orecchio.
«Sei Bella, ma impossibile, Giselle Smith!» disse piano, a bassa voce. Rabbrividii.
 L’istinto mi comandò da quel momeno in poi.
 
Lo presi per le spalle, e lo avvicinai a me, cosicché potessi baciarlo meglio, e lo feci. Lo baciai, non mi importava nulla ormai, di quello che pensavo, delle mie convinzioni.
Era come mettere a nudo se stessi. Era come avere difronte una tela bianca, pronta per essere dipinta con nuovi colori ed orizzonti che non avevo mai testato.
Sentii le nostre lingue fondersi in un turbine di passione, il mio cuore batteva fortissimamente, fui presa da un momento al picco della felicità.
Ero così felice di averlo li, al mio fianco, di poterlo baciare liberamente, senza problemi. Stava ragionando il mio istino primordiale, non IO.
Una lacrima di commossione e contentezza rigò lievemente il mio visto, mentre provavo una delle più grandi soddisfazioni della mia vita: provare ad amare.
Sentii le sue grandi mani carezzare il mio volto, mentre stava succedendo ciò che sarebbe dovuto succedere molto tempo addietro.
Lentamente scese sino ad arrivare al mio seno. Lo vidi stranamente indeciso se farlo o meno, sapeva che avrei potuto cacciarlo via da un momento all’alro, così si fermò all’altezza delle spalle, ma io non volevo!
Volevo che succedesse! Volevo davvero che…succedesse quella cosa, quella cosa che accade fra un uomo ed una… donna, e non solo fra due donne! Così prei le sue mani, e le posai sul mio seno. Era stupito da quel mio gesto imprevisto; non asserì parola.
Aveva capito, era così fottutamente intelligente, che riusciva a leggermi nel pensiero con abilità tale da far paura ad un chiaroveggente.
Gli avevo dato apertamente il permesso, il permesso di fare ciò che desiderava realmente.
Sentii le sue mani, mentre lentamente trascinavano la cerniera della mia felpa casalinga verso il basso, liberandomi di un peso, che lanciò nella stanza, a caso.
Oh. Mio. Dio.
Stava succedendo!
Feci la stessa cosa con la sua giacca di pelle. Sorrise maliziosamente, era tornato all’opera!
Spostò lievemente la sua traiettoria di baci; Sentii tutti i suoi muscoli rilassarsi… tranne uno.
Iniziò lentamente a lasciarmi dei lievi baci cul collo, quando,  mi fece sistemare per essere più agevolato. Mi sfilò la canotta grigia lentamente, esitando un pochino prima di arrivare a quel punto.
Aveva paura; era terrorizzato da un mio rifiuto, ma io ero intenta a buttarmi dal precipizio. Eppure lui, non aveva ancora perso quella sua maledetta sicurezza da rinoceronte!
Lanciò la maglia a caso, ed io restai in reggiseno di fronte ai suoi occhi.
 
***

 John's P.ov.

Allora non era perfetta solamente all’esterno! Spesso avevo gettato occhiate furtive alle sue tette, e tutte le volte mi convincevo sempre di più del fatto che fossero stupendamente perfette!
Non potevo ancora crederci, che si stesse concedendo… a Me.
Mi sentivo così onorato da quel privilegio. Io sarei stato la sua prima volta!
Le carezzai il ventre delicatamente, mentre ero perso nel suo profumo meravigliosamente inebriante; Posai dei baci sulle sue clavicole, mentre stringevo a me i suoi fianchi. In quel momento lei mi levò la camicia bianca che indossavo sotto alla giacca, la sbottònò lentamente, impegata nel tentare di auto-motivarsi a compiere quel passo da gigante. Mi avvicinai a lei, e le baciai delicatamente il lobo.
«Non sei obbligata a farlo» Asserii sussurrando a bassa voce. La sentii sorridere, anche se non potevo vederla in faccia, una serie di musoli facciali si mossero sotto il mio tocco, così capii che stava sorridendo.
«Non ho mai detto di non volerlo fare!» Asserì lei, sfilandomi del tutto la camicia. Sorrisi a mia volta, sddisfatto, e la feci appoggiare alle lenzuola nuvamente. Scesi con le mani più in basso, mentre eravamo nuovamente intenti a baciarci appassionatamente. Le sfilai i pantaloni in tuta da casa, che teneva occasionalmente per starsene – appunto – a casa, Mentre lei si contorceva sotto al mio tocco.
Feci per fare lo stesso con i miei pantaloni, che lei mi bloccò violentemente. Per un attimo pensai volesse farla finita e scappare, ed invece asserì «Voglio farlo io.» disse, Sorrisi soddisfacentemente e la lasciai fare, aiutandola a levarmeli via una volta per tutte.
Cambiammo posizione, e lei venne al disopra di me; Le carezzavo la schiena, mentra lasciava umidi baci lungo la linea del mio petto, provocandomi incessanti scosse elettriche e brividi mozzafiato.
Era incredibilmente… Giselle!
La sua schiena era così liscia e perfetta! Mi soffermai per un attimo sul gancio del suo reggiseno, che sganciai successivamente, stanco di tutto questo ‘dover aspettare ed accertarsi se lei era d’accordo o meno’.
Era ora di passare all’azione.
Lo lanciai lontano, e ritornai alla posizione precedente. Posai le mie mani sui suoi seni nudi, la sentii gemere, ma la misi a tacere con un bacio appassionato, mentre facevo scendere lentamente le mie mani lungo il suo piatto ventre, per raggiungere gli slip. In quel momento sentii la presa delle sue mani, stringersi sulle mie braccia. Le baciai il collo, e le sussurrai nuovamente: «Se vuoi la finisco qui,» ma scosse la testa, continuando a farsi baciare. Così lo feci, le levai quell’indumento una volta per tutte; era così eccitante tutta quell’attesa, tutti quei pensieri che si accumulavano.
La baciai un’ultima volta, prima di compiere il passo decisivo, per poi finire stremati, addormentati l’uno nelle braccia dell’altro.
Sapevo che le avrei fatto un torto enorme, dopo quel giorno, e sapevo anche che mi avrebbe odiato per il resto della mia inutile vita.
 
***
 
Giselle's P.o.v.:

La mattina mi svegliai presto, saranno state le cinque del mattino. Sospirai, tentando di non svegliare John, mi girai verso di lui, per osservare che gran cazzata avevo fatto, ed invece notai che il suo spazio, era vuoto. Completamente vuoto.
‘Sarà in cucina’, mi dissi, alzandomi assonnatamente. Sbadigliai come il peggiore degli scaricatori portuali, per poi dirigermi con passo lento quanto un bradipo, verso il piano inferiore della casa.
«John…» Lo chiamai, avvolta da una coperta a caso; «Hey Johnny?» Alzai lievemente il tono di voce, per farmi sentire ovunque lui fosse.
Nulla, nemmeno una risposta.
Se ne era andato? Mi aveva lasciata sola? Di nuovo?
«John, cazzo, non è divertente! Dove sei??» sbottai, iniziando a sentirmi lievemente in panico. Feci un respiro profondo, ma non riucii a finirlo del tutto. Il che significava solo una cosa: Attacchi di Panico.
Andai in cucina, e trovai una lettera gialla, con scritto ‘GISELLE’, in grande, e in grossetto.
«hmio Di, se ne è andato veramente! Mi ha lasciato una lettera di Addio!» gridai in lacrime. Il respiro si fece più affannato, tentai di raggiugere il tavolo in fretta, se avessi letto che era solo andato a…che ne so, fare la spesa, sarei tornata “normale” in un attimo, e invece no. Non c’era traccia della parola ‘spesa’, in quel foglio.
Iniziava solamente con un:
“Cara Giselle,
So che mi odierai per il rsto della tua vita, e so che io non potrò più fare nulla in merito.
Mi dispiace.”
Non volli leggere altro. Non volevo sapere dove cazzo se ne era scappato. Non lo volevo sapere per la mia dannata incolumità.
Anche se ora mai mi trovavo a terra, in lacrime, e senza respiro, a tentare di fare un po’ di chiarezza, in questa situazione di merda.

 
 
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OK. Me ne rendo conto, è lunghissimo ed orribile. Mi dispiace tanto di avervi fatto attendere un mese e quattro giorni, giuro che la prossima pubblicazione sarà entro il 7 lugnio, giuro!!ù
E se non lo farò, potrete lapidarmi liberamente :3
   
 
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