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Autore: AccioNox    04/07/2013    0 recensioni
Il suo corpo stava morendo ma lei non aveva paura. Aspettava il momento sperando che arrivasse al più presto, loro non meritavano di soffrire così per lei.
'Mi dispiace, perchè quando io me ne andrò avrò finito di soffrire mentre voi avrete appena iniziato.'
Vuole solo il loro perdono, vorrebbe solo dirgli addio.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Buongiorno tesoro.-

La sento entrare, posare la borsa sul divantetto vicino la porta della stanza e venire a sedersi sulla sedia vicino il mio letto. Mi chiedo perchè non spostino il divantetto qui vicino, sarebbe più comodo. Mi prende la mano, me la stringe. Ma non sono in grado di ricambiare la sua stretta. So che ci rimane male, come ogni giorno, non ho bisogno di guardarla per saperlo. Fa un respiro profondo, si da coraggio.Mi accarezza la fronte e i capelli.

-Sono la mamma.- Lo so che sei tu. Lo riconosco dal tuo profumo, dalla morbidezzaa delle tue mani e dal tocco leggero sulla mia pelle. Vieni ogni giorno. Continui a volermi bene. Continui ad accarezzarmi i capelli.Sei la mia mamma, non importa cosa io abbia detto. Vorrei aprire gli occhi e parlarti di persona ma non ci riesco, non controllo più il mio corpo e neanche il mio respiro. Ormai a quello ci pensa quella macchina, il respiratore, diventato tutt'uno con me. I dottori dicono che l'impatto con l'altra auto mi ha quasi uccisa, mi ha schiacciato la cassa toracica. Dicono che quella macchina mi tiene in vita ma so che non è così, è la voglia e il desiderio di dirvi addio che mi trattiene qui. Sento che mene sto andando ma ci sono tante cose non dette che vorrei dirvi. Mi hai pettiinato i capelli. Non lo facevi da quando ero piccola, ogni volta mi lamentavo e mi ribellavo perchè mi facevi male. E' stano pettinarmi senza sentire i miei lamenti?

Dopo un pò inizi a leggermi il mio libro preferito 'Cercando Alaska'. Mamma sai che in quel libro la ragazza amata da tutti muore? Dopo la sua morte tutti cercano di andare avanti e il protagonista e il colonnello cercheranno di capire com'è successo. Ma non sapranno mai se Alaska si sia uccisa o la macchina l'abbia davvero travolta. Strano, siamo morte nello stesso modo. E no mamma, non dirmi che non sono ancora morta perchè lo sarò presto e la cosa non mi spaventa, dico sul serio. Perchè dovrrebbe spaventarci la cosa più naturale del mondo? Cosa c'è di più naturale che morire? Morire è perfino più naturale che nascere, ormai nascere si può impedire.. ma come puoi ingannare la morte? Non si può a meno che tu non abbia un mantello dell'invisibilità creato dalla morte in persona. E così che il terzo fratello è sopravvissuto così a lungo.. ricordi mamma?

Bussano alla porta. E' il dottore che come ogni giorno t'informa su i miei peggioramenti. Lui ti parla e tu annuisci cupa.

E' arrivato anche papà, probabilmente ha già parlato con il dottore perchè si appoggia con la schiena allo stipide della porta e mi guarda, sento i suoi occhi addosso. Mi vuole bene, non c'è bisogno che lo dica. Gli voglio bene anch'io e non c'è bisogno che glielo dica. Non abbiamo mai avuto bisogno di parole, vero papà?Ricordo i pomeriggi passati insieme. Ti aiutavo sempre a costruire quei violini. Era spettacolare vederti lavorare il legno con quella passione. Da piccola passavo ore a guardarti lavorare cercando di apprendere tutti i tuoi movimenti, sapevo che ti piaceva avermi lì vicino a te. Quando mi feci un pò più grande m'insegnasti come lavorare il legno, i passi fondamentali. Così quel lavoro e quella passione iniziammo a condividerla. Chissà se un giorno sarei arrivata a costruirne uno da sola.

La mamma ha finito, il dottore è andato via. Lei viene vicino a me, su quella sedia, mi prende la mano e inizia a piangere.Papà non ne è stupito, la raggiunge, non le dice niente ma l'abbraccia.

-Come potremo vivere senza di lei?- E' la mamma a dire queste parole soffocate. Sento anche mio padre piangere. -Non lo so amore mio. L'unica cosa che so è che dovremo provarci.-Sento la mamma urlare, le grida soffocate contro il pullover di papà.

Mi dispiace. Vi prego perdonatemi. Non ho mai smesso di volervi bene neanche quando ho detto che vi odiavo. Non volevate lasciarmi partire mentre io, l'unica cosa che volevo fare era andare dalla mia madre naturale e chiederle perchè mi aveva abbandonato. Sarei tornata da voi, sempre e comunque. Perfino il mio migliore amico mi aveva detto che era una cazzata, mi disse che era stupido persentarsi lì da lei all'improvviso. Così mi arrabbiai anche con lui . Ero fuori di me, ma se solo avessi capito che lo facevate per il mio bene perchè non volevate perdermi, se solo avessi capito che voi non volevate che io non la incontrassi ma volevate solo che io ne fossi sicura e che ci pensassi bene, forse allora non sarei partita con le lacrime agli occhi, forse non mi sarei mai schiantata contro quell'auto. Mi dispiace. Mi dispiace, perchè quando io me ne andrò avrò finito di soffrire mentre voi avrete appena iniziato.

I miei genitori sono ancora abbracciati ed entrambi mi tengono la mano, mia madre sulla sedia e mio padre in ginocchio vicino a lei. E' l'infermiera ad interrompere questa scena.

-L'orario delle visite è finito- ci informa.

Mamma e papà si guardano negli occhi e poi guardano me. Non potranno mai sapere il momento preciso in cui me ne andrò, potrebbe essere tra qualche giorno oppure domani mattina al loro arrivo potrei già aver abbandonato questa terra. Mio padre va verso la porta e si appoggia allo stipide mentre mia madre continua a guardarmi.

Si avvicina e parla con il cuore. -Sai, non ho mai creduto in altre vite, ma adesso ci credo. Voglio crederci se questa è l'unica speranza di rivederti.- Mi perdona.

Mi abbraccia sapendo che non potrò ricambiare, mi da un bacio sulla fronte e una sua lacrima mi cade sul viso. Si allontana piangendo distrutta e io spero che riuscirà a superarlo.

Stavolta è mio padre che mi si avvicina, si siede su quella sedia per la prima volta, la sedia di mamma. Inizia ad accarezzarmi il volto. -Sono sicuro che un giorno riuscirai a costruire un violino da sola.- mi sorride. -Sarà stupendo, con tutti gli intagli in legno e tutte le decorazioni che hai sempre voluto fargli. Non importa quando, sappi che quando ci riuscirai io sarò lì. Ti dirò che ho sempre creduto in te, che sapevo che cel'avresti fatta. Sei tutto ciò che conta, mi mancherai più della mia stessa vita.- Sorride ma lo sento piangere. -Tesoro scusa la mamma, è sconvolta. E non preoccuparti per lei, sarò forte per entrambi.- So che lo sarai papà.

Non abbiamo bisogno di dimostrazioni d'affetto. Mi da un semplice bacio sulla mano. Si alza e si avvia verso la porta, la mamma è li ad aspettarlo. Per un tempo che mi pare troppo breve continuano a guardarmi come a voler memorizzare ogni centimetro del mio corpo. -Che ne dici se nella prossima vita imparassimo a suonarli?- Dentro di me sorrido. Si papà, lo faremo. Te lo prometto.

Sono costretti ad andarsene quando più infermieri entrano e li portano via. Forse è per questo che nessuno sente l'allarme quando il mio cuore decide di cedere. La macchiana segna che i miei battiti cardiaci sono quasi a zero. L'ultima cosa che sento sono quei bip. Mene vado in pace e ringrazio chiunque io debba ringraziare per questo. Ormai non ci sono più, anche la macchina ha smesso di suonare. Così non potrò vedere la porta della mia stanza che si apre, sentire l'urlo di una donna nel trovarmi senza vita, l'arrivo dei medici che la portano via e mi coprono con un telo,o un'altro suo grido disperato urlato agli infermieri 'Sono la sua madre naturale'. Non l'ho mai vista, ma lei mi ha visto due volte. E' stata la prima persona a vedermi quando sono nata e la prima persona a vedermi dopo esser morta.


 

  
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