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Autore: wolf99    04/07/2013    9 recensioni
So bene cosa significa voler morire e che sorridere fa male. E che ci provi ad inserirti ma non ci riesci. Che si fa del male al proprio corpo per distruggere la cosa ce si porta dentro.
Ma lui no.
Se c' è qualcuno che mi sta ascoltando la sù, se c' è qualcuno, chiunque, che mi stia sentendo.
Vi prego, ridatemelo indietro, lui non se lo merita. Avete sbagliato persona... Lui no.
Non potete portarmelo via, non ora, nè domani, nè mai.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Naruto Uzumaki | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Stay With Me





Corro tra i meandri freddi dell' ospedale.
Corro con il cuore in gola, le gambe potrebbero cedermi da un momento all' altro; ma corro.
Lui, lui è sempre stato il mio punto debole. Credevo di essere di acciaio prima che arrivasse lui a fondere ogni mia molecola.
So bene cosa significa voler morire e che sorridere fa male. E che ci provi ad inserirti ma non ci riesci. Che si fa del male al proprio corpo per distruggere la cosa ce si porta dentro.
Ma lui no.
Se c' è qualcuno che mi sta ascoltando la sù, se c' è qualcuno, chiunque, che mi stia sentendo.
Vi prego, ridatemelo indietro, lui non se lo merita. Avete sbagliato persona... Lui no.
Non potete portarmelo via, non ora, nè domani, nè mai.
<< DOBE!!! >>.
Mi sento bloccare da dietro e solo adesso mi rendo conto che mi stavo dimenando.
Mi dispiace essere un idiota delle volte, mi dispiace piangere.
Mi dispiace tremare di paura, mi dispiace urlare il suo nome nel tentativo di vederlo.
Mi dispiace di aver bisogno di qualcuno che mi accarezzi i capelli, che mi baci gli occhi se piango.
Mi dispiace di non essere un ragazzo perfetto, di essere freddo e distaccato.
Mi dispiace di non essere forte abbastanza, mi dispiace di averlo ferito.
Mi dispiace se i suoi problemi li causo io, mi dispiace di non aver ricambiato prima il suo amore, mi dispiace di essermene reso conto solo adesso... Mi dispiace.
<< Naruto... >>.
Ti prego arriva, svegliati e stringimi tra le tue braccia, lasciami piangere tenendomi stretto, ti prego sdraiati affianco a me facendomi poggiare sul tuo petto, accarezzami i capelli, tranquillizzami come sapevi fare tu, con i baci sul naso; stringimi forte e non lasciarmi.
<< Dobe... >>.
Ho bisogno di te, di te che mi stringi, non ce la posso fare a stare solo in questo mondo, senza le tue risate, senza i tuoi sorrisi, senza di te.
Ti prego, risvegliati, lotta, sopravvivi.
Sono qui, ti aspetto, ti aspetterò per sempre, ma torna.
Mi lascio scivolare a terra in lacrime, scoppio come non ho mai fatto, scivolo dalle braccia di Sakura e Kiba e piango.
Mi conficco i denti nel labbro per trattenere un urlo e piango. Piango come non ho mai fatto. Odiavo piangere.
Stringo i pugni fino a sangue e serro gli occhi, sbatto un pugno a terra fino a perdere le forze.
Sento ancora una volta le braccia di Sakura, ma la allontano.
Io voglio le SUE braccia, le sue.
Singhiozzo, non riesco a respirare ma continuo a piangere.
Se muore, lo giuro, non mi perdonerò mai.
Se muore lui, muoio io. Non posso continuare una vita senza di lui.
Non riesco a farlo capire. Non riesco a far capire a nessuno cosa mi stia succedendo. Non riesco a spiegarlo nemmeno a me stesso...
So che la matematica, materia che lui odia, funziona sulla carta, non sulla vita; non funziona quando capite che i vostri calcoli erano sbagliati, che i teoremi non portano a nulla, che i risultati sono dettati dal caso e non dalle regole.
La matematica non funziona, la metà di due non è uno. Nella vita la metà di due, la metà di noi due, è niente.








Due ore prima...

<< Naruto? Perchè sei qui? >>.
Apro la porta di casa e mi trovo un Naruto in lacrime, scosso, troppo scosso.
Sgrano gli occhi e mi fiondo su di lui, gli prendo il viso per paura che l' abbiano menato, ancora.
<< Naruto?  Dobe Guardami, che hai? Che ti hanno fatto? >>.
Il suo corpo è scosso dai singhiozzi, trema per lo spavento.
Apre più volte la bocca cercando di parlare ma ogni volta che ci prova, scoppia in lacrime sempre di più.
Mi si stringe il cuore, sento il petto fottutamente pesante e il primo istinto che ho è stringerlo fino a stritolarlo. Così faccio.
Appena provo a farlo, le sue mani si aggrappano alla mia maglia, tirandola per reggersi.
Lo tengo stretto mentre con il piede chiudo la porta e indietreggio fino a cadere sul divano.
Lo trascino sopra di me e lo faccio accomodare mentre vado con una mano ad accarezzargli i capelli color grano.
Non riesco a vedere i suoi occhi, sono l' unica cosa che mi permette di capirne il terrore.
In questo momento, penso solamente a quanto sia bello.
Si, bello perdersi nelle braccia dell' altro, il sapere che sono stato la sua prima idea, la prima persona su cui appoggiarsi e venirsi a nascondere.
Sussurro con tono dolce mentre cerco di cullarlo e gli passo un dito dietro l' orecchio, accarezzandolo sapendo perfettamente che quello è il suo punto debole.
<< Naruto...? >>.
Sento i suoi capelli che mi solleticano il mento e così, istintivamente, glieli sposto, accarezzandoli nel tentativo di vedergli il viso.
<< 'S-suke... >>.
La sua voce rotta mi fa fare un salto al cuore, mi si stringe ancora di più, mentre lo stringo più forte.
Rimango in silenzio per vedere cosa o almeno, vorrebbe provare, a dire.
<< Salvami. >>.
Corrugo la fronte mentre il cuore comincia a battere più velocemente, frenetico.
Se hanno osato ancora toccarlo, quei bastardi, giuro li castro a calci nelle palle.
Per chi non avesse capito, il mio Naruto è vittima di bullismo... Violenze.
Fermi... "mio" ? Ho detto davvero mio?
<< Da cosa Naruto? >>.
Ricomincia a piangere mentre prova a nascondere il viso nel mio collo, bagnandomelo alla base con le lacrime.
<< Da me stesso >>.
Sgrano gli occhi e lo scuoto, mi alzo e lo faccio sedere tra le mie gambe.
La vita del Dobe non è stata tra le migliori.
Appena cominciato il liceo è stato inquadrato come "debole" , ed ha subito accuse gravi di bullismo. Lo vedevo tornare spesso a casa con lividi, visto che la dividiamo dalla morte dei suoi genitori.
Pochi anni fa è caduto dentro l' anoressia, è stato ricoverato con urgenza... Veniva preso in giro per questo, e più volte, pensava di farla finita, ma ha resistito fino ad ora.
Un mese intero chiuso in clinica.
Se stava male lui, io morivo.
Sento le lacrime agli occhi per i ricordi, per tutti quei giorni passati senza avere sue notizie.
<< Naruto!! Cazzo cosa hai fatto?! >>.
Gli alzo il viso e sorrido, teneramente notando che ha le gote rosse e gli occhi lucidi.
Sto per aprire bocca ma lui mi precede, con voce tremante trova il coraggio di parlare.
<< E' brutto da dire... ma a volte spero di essere messo sotto da qualche macchina, finire in coma temporaneo e poter sentire  tutto quello che gli altri hanno da dirmi veramente... >>.
Non capisco.
Perchè dovrebbe pensare tutto questo?
Io morirei se accadesse, morirei lo giuro.
Sto per rispondere ma mi precede ancora, quindi mi limito ad accarezzargli dolcemente i capelli e lasciarlo parlare.
<< Tu... Ti ancora non l' hai notato neh? Non hai notato come ti guardo? Non hai notato quanto di amo? >>.
Mi blocco.
Per  un momento mi si ferma tutto il mondo, il cuore si blocca, rimane immobile dentro la gabbia toracica.
<< Cosa? >>.
delle volte mi stupisco della mia stupidità.
<< Teme! Ti amo porcodio! >>.
Ecco... Ci mancava la bestemmia.
Lo faccio scendere dalle mie gambe e mi alzo, tremendamente confuso.
Il mio migliore amico, quello che considero un fratello minore, mi ama?
Scherzate?!
Sono finito in uno di quelli show televisivi?! adesso mi ritroverò coperto da uova o una torta in faccia vero?
Tutto questo è uno scherzo vero? Giusto?
<< T-teme...? >>.
Mi giro provando a regolare normalmente il respiro.Respiro ed espiro lentamente. Ecco, ci mancava una morte precoce.
<< Vorrei attraversare la strada senza guardare se arriva un camion... Vorrei camminare sui binari con un treno in arrivo, vorrei buttarmi da un dirupo nel mare, in inverno, vorrei sedermi sul tetto di un palazzo a un piano che raggiunge il cielo,vorrei tenere le gambe a penzoloni e avere la sensazione di volare... Vorrei che ci fossi sempre tu a tenermi per mano, a impedirmi una caduta definitiva... Vorrei te, te e solo te nella mia vita >>.
Sgrano gi occhi e arrossisco, non riesco a trovare un filo, una frase, una parole logica nella mia testa.
<< Scusa Naruto... E' meglio che vai... >>.
Mi stupisco io stesso delle mie parole, l' ultima cosa che voglio è vederlo andare via.
Lo vedo alzarsi, le lacrime minacciano di uscire da quei pezzi di cielo mentre si dirige verso la porta  testa bassa.
<< Ci si vede in giro >>.
Annuisco nella sua direzione mentre sento la porta chidersi, quasi sbattersi.
Mi lascio cadere sul divano. Sembra che abbia corso la maratona, una corsa infinita...
Eppure, ho l' impressione che questa corsa non sia finita.
Ignoro il mio ultimo pensiero e chiudo gli occhi, cercando di distrarmi. Non riuscendoci.

******



Mi guardo in torno mentre cerco di tenere ferme le gambe che non smettono di muoversi.
Rimango seduto cambiando ogni cinque secondi posizione.
Aspettimo da quattro ore ma nessuna notizia, nè dell' incidente, nè delle sue condizioni.
Sto morendo. Mi sento sprofondre e lotto contro me stesso per non piangere.
Mi alzo di scatto alla vista di un medico.
Si dirige verso di noi e si sfila la mascherina di protezione, mentre si toglie il camice sporco di sangue nei bordi.
Il pensiero che quel sangue appartenga a lui mi fa nascere nuove lacrime, che trattengo con tutto me stesso.
<< Come sta? >>.
Che domanda banale.
Il medico prende un lungo respiro, cosa che mi preoccupa fino alla morte, e parla scandendo bene ogni parola.
<< Il ragazzo, molto probabilmente a causa del terreno scoscieso, ha perso il controllo del motorino e ci è finito sotto... >>.
No, è colpa mia, tutta colpa mia, non dovevo lasciarlo andare via in quelle condizioni.
<< Ha riportato diversi traumi ma per fortuna hanno subito contattato la croce rossa, abbiamo fatto appena in tempo, le sue condizioni sono instabili... E' caduto in coma subito dopo l' intervento, non possiamo determinare il risveglio... Abbiamo fatto il possibile >>.
Scoppio in lacrime forse per la decima volta nella giornata mentre mi allontano del medico, dicendo a Sakura di ringraziarlo al posto mio.
<< Il ragazzo può avere visite... Solo una >>.
Mi risveglio come dal trans e scatto in avanti verso il medico, implorandolo, mandando a puttane l' orgoglio.
<< Mi segua, si dovrà cambiare >>.
Pochi minuti dopo aver seguito il medico mi ritrovo dentro una stanza bianca, l' unico suono che sento è quello del suo battito attraverso l' elettrocardiogramma.
Prendo un respiro profondo prima di sedermi accanto al letto.
Lo guardo: i suoi lineamenti sono rivestiti di lividi, la fronte è completamente fasciata, ferite ancora sanguinanti all' altezza della tempia, non avevi allacciato bene in casco vero?
Capelli sporchi, polvere, quel grano di cui tanto ero innamorato è diventato un colore indefinibile.
Le guance sono ricoperte da bende e cerotti, il tuo labbro è spaccato, ti lascierà una bella cicatrice.
Cerco di trattenere le lacrime che rischiano di rigarmi le guance mentre scendo con lo sguardo.
Guardo i due cavetti che hai conficcati nel setto nasale. Ti permettono di respirare sai?
E Ora che ci penso, sei sempre bellissimo.
Sembri un bambino Naruto, un piccolo bambino.
I bambini hanno una versione di vedere le cose che è ancora troppo poco matura Naruto, quando parlano dell' amore in cui sperano.
Sembra facile: trovare qualcuno che ti dica che ti ama, che ti baci, e che ti chieda il matrimonio.
Sembra facile poi, dimenticarlo.
Ma i bambini non sanno del modo in cui veniamo legati a quei "ti amo" troppo sentimentali.
Loro non sanno quant' è difficile lascia andar via una persona, se quella persona era l' unica cosa che ti rendeva felice, che tu, Naruto, eri l' unica persona che mi rendeva felice.
Chino la testa per osservare i suoi occhi chiusi e con le lacrime agli occhi inizio a sentire i pezzi di me che cadono a terra silenziosamente.
Naruto, ti prego, quando ti sveglierai, perchè so che lo farai, ti prego, ricordami in un angolo del tuo cuore. Non permettere che me ne vada per sempre.
Avvicino una mano tremanta alla sua mano, la prendo, stando attento alla flebo e la alzo portandola vicino alle mie labbra.
Mi sporgo leggermente fino a sfiorare la sua pelle nascosta sotto queste schifose bende.
La stringo debolmente. La paura di farti male ancora è troppa.
<< Questa mattina... Mi hai detto che vorresti sentire quello che penso realmente di te... >>.
Strofino lentamente le labbra contro le bende e sorrido mentre ricomincio a piangere silenziosamente, riesco ancora a sentire il tuo odore.
Anche se lieve, lo sento.
Tecnicamente il coma è uno stato di perdita della coscienza, più o meno prolungato. Più il danno è grave, più il livello funzionale di insufficienza celebrale si situa a livello caudale. Non mi sentirà.
Prendo un respiro profondo e parlo, parlo lentamente, in un sussurro, sperando di svegliarlo.
<< La verità è che della tua voce, della tua risata, delle tue storie raccontate troppo in fretta, delle tue batture, dei tuoi pianti, e persino dei tuoi silenzi non mi stancherei mai... La verità è che, anche se non te l' ho mai detto, sono pronto ad ascoltarti per tutta la vita >>.
Piango questa volta, però, vengo scosso dai singhiozzi mentre ti accarezzo dolcemente il braccio.
<< Ti ho sempre trattenuto a me come se fossi l' unica cosa di cui proprio non posso fare a meno al mondo Dobe... E lo sei, lo sei e io l' ho capito solo adesso >>.
Mi passo la mano libera sugli occhi e tiro su con il naso, cercando di parlare con voce chiara, inutilmente.
<< Ci sono giorni in cui mi manchi da star male... Mi manchi così tanto che ti urlei... Amo le stronzate che fai, amo il modo in cui sorridi, facendo sorridere anche me... Amo quando fai lo stupido con gli amici, amo quando ti butti sulla mia schiena, sperando che io ti prenda la volo, amo quando mi abbracci, amo quando piangi e la pima persona a cui pensi sono io Dobe >>.
La stretta alla mano si allenta e scuoto leggermente la testa  cercando di scacciare via tutte le paure.
<< Adesso... Adesso vorrei urlarti che voglio baciarti, voglio che apri quei fottutissimi e meravigliosi occhi e mi guardi, voglio che ti svegli e mi sorridi... Se lo fai ti porto al mare, tu ami il mare, dicevi sempre che il mare era una grande tela bianca e i tuoi pensieri erano i colori... Ecco Naruto, andiamo al mare, andiamoci di notte e stendiamoci sulla sabbia calda a guardare le stelle... La mattina seguende ci sveglieremo l' uno nelle braccia dell' altro >>.
Gli lascio la mano sapendo che il tempo di visita è andato oltre il massimo e mi copro il viso con le mani, non voglio farti vedere che piango, staresti solamente male.
Mi alzo e ti accarezzo dolcemente il viso scoperto dalle bende.
<< Dobe, io darei la mia vita pur di ricevere un tuo sorriso, darei la mia intera esistenza per il tuo amore, butterei al vento diciannove anni di esistenza per poter passare una notte d' amore con te... Quindi... Ti prego.... Svegliati Dobe, sono qui, ti aspetterò... per sempre >>.
Dentro di me sento una sana voglia di perdere la testa per lui, voglio amarlo come non ho mai amato nessun' altro.
In culo la differenza d' età, lo stesso sesso, non importa.
Lo amo, voglio amarlo e lo amerò.
Avete presente quando ripensate a una bella cosa e vi sentite stringere la pancia?
Si?
Molto bene, siete fottuti.
Mi dirigo verso la porta stando attento a non girarmi ed esco dalla stanza.
Ricorda Naruto, io ti aspetterò sempre.






****


Sono passati quasi due mesi dal coma del Dobe.
Ogni giorno mi sento morire sempre di più, ogni giorno perdo una ragione per ritrovare il sorriso, ogni giorno penso che sia tutto finito.
Ma poi il ricordo dei suoi occhi mi torna in mente e mi sento pronto per la guerra.
Si, esatto. Un mondo grande chissà quanti milioni di chilometri, poi ci sono i suoi occhi, piccoli come una fragola, con l' infinito dentro. E caro mondo, nessuna tua grandezza può competere con l' infinito.
Guardo fuori dalla finestra poco, anzi, per niente interessato alla spiegazione del mio professore.
Soprattutto se la lezione tratta di anotomia, guardate, il mio sogno è diventare medico. Ma non riesco nemmeno a salvare la persona che amo.
Sinceramente credo di aver aperto troppe finestre, ma non so da quale buttarmi.
Vorrei trovarmi altrove, ma ora l' unico posto in cui vorrei essere è tra le sue braccia.
Ci sono assenze che sono scuse, altre che sono pause.
Ci sono mancanze che restano, presenze che stancano, tenute in vita artificialmente soltanto dall' abitudine.
Al di là di ogni apparenza, in un mondo in cui quasi tutto si cancella in fretta per fare spazio a centomila possibili novità, qualcosa la metti a fuoco oltre ogni previsione possibile e per quanto ci provi, non puoi negarla ai tuoi occhi.
<< Uchiha Sasuke? >>.
Alzo lo sguardo quasi stanco, annoiato dalla solita routine quotidiana e la solita vita monotona.
La professoressa è in piedi davanti a me, probabilmente starà per farmi la ramanzina sullo stare attento.
<< C' è una telefonata per lei da parte dell' ospedale, per le condizioni di Uzumaki Naruto, il ragazzo di cui si prende cura >>.
Sgrano gli occhi realizzando il tutto.
Si, naruto essendo minorenne, dopo la morte dei suoi genitori è venuto a vivere da me, ovviamente un ragazzo di diciassette anni non può stare da solo.
Annuisco mentre ringrazio frettolosamente la professoressa, prendo le poche cose dal mio banco e corro fuori dall' aula magna.
Esco da scuola e salgo in macchina velocemente.
In questo momento penso ad una cosa, di cui ho avuto la conferma.
Le persone più interessanti non sono sedute in prima fila, le si vedono nascoste dietro un angolo e ti sorrisono fino all' ultimo attimo.
Arrivo pochissimi minuti dopo in ospedale, ringraziando il poco traffico mentre mando a fanculo la mia guida del cazzo.
Parcheggio malamente e corro verso le scale.
Non chiedo infaromazioni, l' avranno sicuramente spostato a terapia intensiva.
Corro per le scale fino a trovare la stanza con due medici fuori.
Vi avvicino e solo ora mi rendo conto di avere il fiatone.
<< Uchiha? >>.
Annuisco mentre mi passo la mano sul naso a vedere il medico sorridere in modo solare.
Quasi come il tuo Dobe.
<< E' sveglio... Si è svegliato da poco, faccia presto >>.
Sorrido mentre trattengo le lacrime di sollevazione, è finito.
E' tutto finito.
Si è svegliato, posso abbracciarlo, posso tenerlo a me, posso proteggerlo, posso viverlo. Perchè lui non è bello da morire, lui è bello da vivere.
Entro nella stanza velocemente.
Per un momento sento il cuore fermarsi a vedere la sua schiena nuda.
Si starà cambiando. Vedo delle cicatrici, probabilmente per colpa dell' incidente e vi avvicino lentamente.
Il mio sguardo scende a vedere le coperte che scivolano via e io mi fisso sulla sua schiena, i muscoli poco definiti e un corpo magro. Le sue scapole appuntite sembrano trasformarsi in ali, ali di un angelo.
<<  Dobe... >>.
Lo sento sussultare dopo che si è staso sul letto senza forse.
Lo guardo e il mio sguardo si punta subito in quei due pozzi d' acqua.
Ho le lacrime che scendono lo so, ormai sono notti che piango per la sua mancanza.
Mi avvicino addolcendo lo sguardo, piangendo questa volta sfogando, piango di sollevazione, piango di gioia, piagno per amore.
<< Dobe sei sveglio... Sei qui... >>.
Improvvisamente vedo i suoi occhi lucidi ma non fa in tempo  a parlare che mi fiondo su di lui, abracciandolo.
Gli blocco le braccia, stando attento a non fargli male, per reggerlo. Non voglio sforzarlo, è ancora troppo debole.
Io, penso che si veda, sono la persona meno sociale che ci sia. Non so tenere i rapporti, non so telefonare,invitare, ricambiare gli inviti, curare le amicizie e gli amori.
Mi accendo di di curiosità e  innamoramenti improvvisi, e allora divento amabile.
Mi chiudo spesso nei miei pensieri ma te, a te ho sempre permesso di entrarci dentro. E quando non volevi, lo facevi lo stesso; facendovi involontariamente innamorare di te giorno dopo giorno.
<< Non lasciarmi più! Come ti è saltato in mente eh?! Come potevi pensare che senza di te avrei vissuto?! >>.
Mi stringe senza incertezza, trattenendomi a sè come se fossi un pacchetto dei suoi ricordi più belli, poi pianta gli occhi sul mio viso.
Fa un giro panoramico, le labbra, il mento, la fronte.
non se ne va via dagli occhi. Resta come s' infila dentro.
Come un onda che ha viaggiato e violentemente ma dolcemente si ricongiunge alla riva.
Siamo cicatrici io e te Dobe: Prima ci feriamo e poi ci guariamo a vicenda, solamente con la presenza dell' altro. Le cicatrici sono parte di noi si, ma non volonariamente, non le abbiamo scelte noi. Ci sono venute spontanee.
Come il nostro amore, Naruto.
<< Mi sei mancato >>.
Percepisco il suo imbarazzo, le sue gote diventano di un rosso acceso, e il desiderio di prenderlo e portarlo via, si fa spazio nei meandri più oscuri e dolci della mia mente.
Questo non è il mio posto adatto. Il mio posto adatto per me sono le sue braccia, i suoi sorrisi, è tra i suoi occhi.
<< Dobe... Ascoltami perchè lo dirò solo una volta >>.
Annuisce debolmente mentre passo le mani sul viso scoperto dalle bende, mi fermo principalmente sulla cicatrice tra il labbro inferiore e quello superiore.
La traccio con i polpastrelli dolcemente, mentre arriccio le labbra in un sorriso tremendamente tenero, odio delle volte il mio scudo.
Lo vedo farsi attento e decido che sia il momento giusto per dirglielo.
<< Voglio guardarti mentre dormi, mentre respiri piano... Voglio sentire il tuo battito adagiandomi su di te, voglio seguire i tuoi lineamenti uno per uno, con le dita che ti sfiorano le guance e le mani calde, quasi bollenti... Voglio andare al mare, ricoprirti di quella crema che odi tanto sul corpo, voglio giocare con te, ridere con te, stare con te... Voglio vederti sorridere a causa mia, voglio immergermi nei tuoi occhi che mi curano da ogni male e tristezza... Voglio che tu sappia tenermi testa, che sia premuroso, antipatico e testardo quanto basta, persino un pò lunatico... Voglio prepararti la colazione, bere il caffè insieme a te e riempirti d' amore... Quell' amore che mi hai donato in tutti questi anni >>.
Arrossisce come non mai mentre noto i suoi occhi colmi di lacrime.
Sorrido per l' ennesima volta, ormai questo è troppo anche per me, teneramente mentre mi chino verso di lui.
Sfioro le labbra con le sue, mi avvcino sempre di più, senza mai toccarle del tutto. Sento il suo respiro contro il mio, li unisco, creando un unione unica.
Con le mani scendo ad accarezzargli il collo e percepisco il tremore delle sue labbra per colpa dell' emozione.
Che testa bakata...
<< Ti amo >>.
Lo bacio, un contatto casto, goffo, tenero.
Un contatto capace di parlae al posto mio, parlare di tutte le notti passate in bianco, sempre ad aspettare una telefonata che non arrivava.
Notte passate nel tentativo di sognarlo, mattine immaginate  a svegliarmi e vederlo dormire tra le mie braccia, come un tempo.
Notti passate davanti ad un gelato alla panna ricoperto di nutella, nel tentativo di addolcire la mia cidità per quando si sarebbe risvegliato.
Notti in bianco per pensarlo.
E nel momento stesso in cui ho premuto le mie labbra alle sue ho capito che mi avrebbe reso felice, felice da far schifo.
Altro che il gelato andato a male.
Trasformiamo poco dopo quel contatto in un rubarsi il respiro a vicenda, in una danza in cui l' unica guidatrice è la passione.
Quando mi stacco mi rendo conto di avere il fiato in gola, bloccato, lì fermo a cuccia.
Lo guardo per un momento e quasi piango ad una visione così pura.
Lo bacio e lo bacio ancora. Prendo aria e già mi manca il sapore delle sue labbra.
Così lo bacio di nuovo, fino ad esserne sazio. Ma non lo sono mai, e allora continuo a baciarti.
Lui è solo un sogno, un bellissimo sogno che a volte mi sembra di sentire davvero. Come adesso, che le sue braccia mi stringono le spalle, e la sua guancia premenre sul mio collo. E' solo un sogno, così vero che quando mi ha stretto, sapete, ho sospirato un pò.
<< 'Suke? >>.
Gli accarezzo ancora per una vlta la cicatrice che spezza in due le sue labbra, le divide tra la perfezione e attrazione, rendendolo ancora più dolce.
<< Dimmi >>.
Noto il suo sguardo stanco, sta provando con tutto se stesso a rimanere sveglio.
<< Dormi abbracciato a me? >>.
Sbuffo cercando di non ridere al pensiero che quel Baka si preoccupi di questo.
Mi fingo stanco mentre mi stendo accanto a lui e lo stringo a me, stando attento a non toccare o sfiorare l' aflebo.
Eccola, la nostra favola Dobe.
Io dico che le favole non iniziano con "c' era una volta", ma con "c' adesso" .
Ma soprattutto, le favole non sono scritte sui libri, ma nei miei occhi ogni volta che ti guardo.







********





Tre mesi dopo...

Sapete cos' è per me l' amore?
L' amore è quando lui è stato in coma per ventinove giorni e io non ce la facevo più, lo sognavo ogni notte. Sognavo che non ce l' avrebbe fatta e che non ce l' avrei fatta neanche io.
L' amore è quando mi hanno chiamato mentre stavo a scuola.
L' amore è quando parlava con la voce stanca, rotta dal dolore come ero io in quel momento.
L' amore è quando mi ha detto "Io ho lottato per te" .
L' amore è quando io non potevo baciarlo su quel letto d' ospedale ma con forza mi ha tirato a lui e mi ha baciato, piangendo.
Mi sento stringere da dietro, lascio cuocere il caffè sul fornello e mi giro trovandomi la zazzera bionda del Dobe che mi solletica i capelli.
Rido tirandoglieli dolcemente ricevendomi un ringhio in cambio.
<< Già sveglio Dobe? >>.
Lo ritiro a me quando prova a lasciarmi stringendolo mentre gli accarezzo i fianchi nudi.
<< Ci stavi mettendo tanto per la colazione >>.
Borbotto iniziando l' ennesima discussione sul cuoco di casa mentre prendo il latte macchiato dell' altro e lo seguo, fino a tornare in camera da letto.
Lui si butta letteralmente sul letto, fregandosene della finestra che c' è poco più su.
Sorrido istintivmente vedendolo bere mentre cerca di mettere su un discorso con un filo logico; uno di quei discorsi per cominciare le nostre solite giornate dopo aver passato una notte intera a fare l' amore.
Più lo guardo e più mi innamoro, sprattutto adesso che si è impicciato nelle sue stesse parole.
Scoppia a ridere e io non posso fare a meno di accarezzargli i capelli e ridere per la sua bakatagine.
Mi nasce sempre un sorriso quando vedo quegli occhi che mi guardano e si abbassano improvvisamente.
Li riconosco ormai, sono gli occhi di chi non vuole perdere la sua favola.
Di chi ha paura di svegliarsi una mattina senza più un "noi", quel noi tanto sognato.
forse è uno dei momenti dove sei il più bello, e vorei aciarti fino allo stremo quando fai così. Lo so; fa tremare l' idea di perdere la ragione per la quale si sorride, ma io ho scelto lui perchè è lui la causa dei miei.
E' questo che rende un amore indivisibile, la reciproca felicità.
Non c è nulla di più forte di questo.
Ma non vi illudete, domani dimenticherete quello che vi sto dicendo, perchè è così che funziona la paura, va tolta ogni giorno.
E ogni giorno sarà stupendo ricordare che un mondo senza il mio Dobe non esisterà mai, tu però non smettere mai di essere così bello, Naruto.
Bello coma la tua paura, bello come quel ti amo scritto negli occhi.
Gli schiocco un bacio sulle labbra mentre le sue mani si intrecciano alle mie.
Le sue labbra sono sulle mie.
Mi tiene stretto, come se avesse paura che posso scappare via da un momento all' altro.
Mi tiene come nessuno ha mai fatto.
Mi tocca come se fossi veramente l' unico, l' unico che valesse davvero.
Mi guarda con quegli occhi luccicanti, sono lì perso nei suoi occhi, divento sempre più dipendente, più dolce.
E' strano perchè io non sono mai stato uno cos', ma con lui, con lui è inevitabile, non è perfetto, ma lui è mio, io sono suo, siamo solo io e lui, esistiamo solo noi.
Non siamo una coppia che si deve baciare in continuazione, a noi basta solo tenerci la mano, basta un bacio sul naso, sulla fronte se uno dei due si allontana un attimo.
Scherziamo, ridiamo, ci tiriamo qualche schiaffo; siamo quell' amore che a me fa impazzire.
Torno a casa dall' università e respiro il suo profumo sorridendo, senza non aver preoccupazioni, sapendo che lui c' è anche domani, sapendo che lui mi vuole davvero.
I suoi abbracci, i suoi baci, i suoi morsi, i suoi modi, è proprio lui.
Con lui mi sto ricordando com' è  essere felici.
Con lui ho capito che l' amore esiste, magari si deve patire un pò, ma alla fine quando non hai più la speranza, eccolo.
Lui non è la colazione, non è i libri romantici, non è la musica bella, non è il sole al tramonto, lui è molto di più.
E lui adesso è mio, solamente mio.













ANGOLO AUTRICE:
Ok, questo è stato troppo anche per me Q_______Q
Chiedo scusa in anticipo, è una merda totale ma avevo in mente già da un pò un bellissimo Sasuke in lacrime *w*
Credo di odiare Nacchan"""""" Con me soffre sempre ma, questa volta, era il turno di Sas' ke :3 Anche se l' ho fatto TROPPO OOC.
Ma chi, lui compreso, non avrebbe reagito così? *w* lui DOVEVA piangere per la mancanza del suo dobe e.e
Con me si piange sempre e.e
Bene minna, ci sentiamo nei prossimi giorni!!!^^
SAYONARAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!




   
 
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