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Autore: Cocchi    05/07/2013    3 recensioni
Pensieri di Killian dopo l'arrivo a Neverland.
[Accenni Captain Swan]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I feel something so wrong
Doing the right thing
I could lie, could lie, could lie
Everything that kills me makes me feel alive

 

 

La nave dondolava lentamente cullata dalle onde. Hook sbuffò camminando lungo il ponte della Jolly Rogers, odiava stare fermo alla deriva in quel posto.

Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando era bloccato su quella odiosa isola a tramare vendetta contro Rumpelstiltskin.

La vendetta…

Dove lo aveva portato alla fine? Era esattamente tornato al punto di inizio, quel posto lo richiamava a sé come per magia.

Detestabile magia.

Strinse i denti maledicendo la sua sorte. Erano arrivati a Neverland da quasi una settimana, ma ancora non avevano concluso niente, si sentiva come un leone in gabbia.

L’unica cosa che era riuscito a ricavare dalla sua decisione di tornare indietro era stato un esaurimento nervoso e un senso di inadeguatezza che non gli permetteva di dormire.

Doveva condividere la sua preziosa nave con quel maledetto coccodrillo, colui che gli aveva portato via la sua Milah, oltre che la mano.

Avrebbe potuto ucciderlo, adesso mentre dormiva nella sua stiva.

Avrebbe voluto.

Ma continuava a non farlo, infangando la memoria di Milah alleandosi con il suo assassino. Si odiava per questo, si detestava fino alla punta dell’uncino.

Stava rinunciando a tutto.

Allo scopo della sua vita e tutto per cosa? Perché per un attimo di pazzia aveva pensato di poter cambiare?

Perché cambiando quello che era avrebbe potuto far parte di qualcosa? Di una famiglia?

Scosse la testa a quel pensiero.

Non ne avrebbe mai fatto parte veramente, era solo il passaggio di cui avevano bisogno per salvare quel ragazzino.

Il figlio di Emma…E di Bealfire.

Perché qualunque cosa lo riportava ai fallimenti della sua vita? Perché?

Era per questo che era tornato indietro in realtà? Per affrontare l’ennesimo fallimento? Per legarsi a qualcuno che poi avrebbe perso?

Sollevò il volto verso il cielo osservando le stelle sospirando.

Forse era questa la sua maledizione.

Si sentiva vivo, lottare per qualcuno, cercare di redimersi lo faceva sentire vivo.

Come quando erano saliti su quella pianta di fagioli, lui e la biondina.

Emma.

Non si era sentito così vivo da tanto, troppo tempo.

Ma poi come era andata a finire? Anche lei se ne era andata, lasciandolo legato in compagnia di quel gigante.

Aveva ucciso un’ altra parte di se stesso quel giorno.

Promettendosi di non cascarci più ed invece che aveva fatto?

Si era fatto fregare da una frase alla quale lei non aveva probabilmente dato neanche peso, visto che non gli aveva rivolto la parola da quando erano partiti.

Fare la cosa giusta.

Lui era decisamente il tipo che non faceva mai la cosa giusta, anche se ne era fermamente convinto.

Lo aveva fatto con Milah permettendole di partire con lui e lo stava facendo adesso con Swan.

Era tornato indietro, ma cosa aveva ottenuto in cambio?

Niente.

Certo non si aspettava di essere subito accettato, il principe non lo sopportava, lo sapeva benissimo.

Regina non ne parliamo…Ancora non perdonava se stessa per la sorte di Cora, figuriamoci se perdonava lui che l’aveva anche condotta da quei due pazzi che l’avevano torturata. Il coccodrillo non lo prendeva nemmeno in considerazione. Poi c’erano Biancaneve ed Emma, sembravano un corpo unico a volte.

Indivisibili. Madre e figlia.

La prima non smetteva di ripetere che sarebbe andato tutto bene, che ce l’avrebbero fatta, ma Emma sembrava assorta in un suo mondo.

Lo vedeva nei suoi occhi e la capiva.

La verità era che quell’isola non faceva svanire i ricordi, li amplificava rendendoli una costante al centro della mente, dolorosa e irremovibile.

«Peter Pan era una delle mie storie preferite da piccola.»

Lui non spostò lo sguardo dal cielo sopra la sua testa, ma sorrise leggermente mentre lei si avvicinava.

«Ecco perché mi conoscevi…Nonostante la tua scarsa preparazione storica.» La prese in giro.

«Non leggevo molte fiabe da piccola…Non ne avevo la possibilità.» Aggiunse lei scontrosa incrociando le braccia al petto.

«Resta il fatto che conoscevi me, mi sento onorato.» Continuò canzonandola.

Anche se era vero.

Si sentiva speciale in un certo senso.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, entrambi a fissare le stelle, fino a che lei non sospirò e si voltò verso di lui.

«Grazie.» Sussurrò. «Per essere tornato.» Aggiunse sotto lo sguardo confuso di lui.

Hook sollevò le spalle nel disperato tentativo di sminuire la cosa.

«So che non è stato facile e non deve essere facile per te avere Rumpelstiltskin e tutti noi a bordo…Ma grazie.»

Lei spostò di nuovo lo sguardo verso il cielo, pensierosa, preoccupata, stanca.

Avrebbe voluto abbracciarla e dirle che ce l’avrebbero fatta, che avrebbero ritrovato suo figlio e sarebbero tornati a casa, ma non sarebbe stato affatto da lui.

«Magari potresti ripagarmi in qualche modo.» Le disse mostrando il suo miglior sorriso strafottente e inarcando il sopracciglio.

«Aspetta e spera.» Gli rispose riservandoli uno sguardo scocciato, ma anche grato.

«D’accordo.  Ti aspetterò.» Emma scosse la testa nascondendo il volto finalmente più rilassato dietro i capelli biondi. «Solo stavolta fammi un favore, tesoro.» Le disse mentre lei tornava verso la stiva.

Sapeva che non doveva voltarsi e giocare al suo gioco, ma non poté farne a meno.

«Sarebbe?» Gli chiese inclinando la testa e guardandolo seccata.

«Non metterci ventotto anni.» Le rispose sorridendo da orecchio ad orecchio.

Lei scosse la testa mascherando il sorriso che le si era affacciato in volto.

«Buonanotte, Hook»

«Sogni d’oro, Swan.» Le disse prima che scomparisse nella stiva.

Riportò lo sguardo verso il cielo, sentendo che qualcosa era cambiato, forse stavolta aveva davvero fatto la cosa giusta.

 

 

 

Non riesco a scrivere che sono tornata di già a scrivere qualcosa su questi due…Ma eccomi qui.

Ho veramente poco da dire su questa storia solo che è stata ispirata da “Counting Stars” degli One Republic. Infatti sia il titolo che i versi all’inizio sono parole di quella meraviglia di canzone.

Un abbraccio

Alla prossima.

Cos

  
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