Tu
parli troppo!
E’ una cosa
comune straparlare, e in senso stretto pure parlare a vanvera e
farneticare nel
sonno.
Dicono che il
sonno sia veicolo di verità, di cose celate al proprio
inconscio con piccoli
sotterfugi psicologici, ricordi rimossi, ricordi che non si vogliono
annoverare
nei lieti eventi.
Ma riaffiorano.
E di certo una bocca ciarliera come quella di Son Goku non
può certo fare
eccezione. Ma cosa succede se un’insonne Chichi ascoltasse
tutto?
Eh sì … cose che
capitano del resto.
Quella mattina,
Goku si era alzato tardi e come tutte le mattine aveva una fame da lupi
che
neanche le derrate dell’esercito imperiale
l’avrebbero saziato. Ma mancava così
poco al pranzo e aveva così fame che si sedette,
stiracchiandosi la schiena e
le braccia.
Chichi dal canto
suo era già da parecchio alzata, e sembrava avere un
cipiglio più arrabbiato
del solito.
“Buon giorno
Chichi” scherzò e sorrise il saiyan
attendendo la sua colazione.
“Ciao” gli
rispose fredda Chichi. Sì era decisamente arrabbiata.
“C-chichi ?”
deglutì il saiyan annusando l’aria di tempesta.
“Cosa ho fatto?”
chiese innocente, perché era scontato che fosse colpa sua.
Sì, le aveva fatto
qualcosa. Anzi, ora che ci pensava tutte quelle paranoie era la prima
volta che
se le faceva!
“Niente, mangia
e taci, almeno per buon gusto!”gli rispose di rimando la
donna mentre gli
metteva sotto gli occhi con un gesto assai sgraziato una ciotola.
“Ma questo è
riso”battibeccò il ragazzo mentre guardava con un
cipiglio bieco la ciotolina
canuta sotto i suoi occhi.
“Se non ti va
bene fattelo!”
Oh urka! Cosa
gli avrò fatto?
Gli ho chiesto
scusa per la tuta strappata l’altro ieri, sono sicuro.
La mente del
saiyan annoverava tutte le ragioni per cui Chichi poteva essere
arrabbiata con
lui, anche perché lei sembrava intenzionata a non dirglielo.
“Oh Chichi … lo
so sono stato imperdonabile, mi scuso tantissimo” si
scusò non avendo la benché
minima idea di che cosa doversi scusare.
“Ma taci che neanche
sai cosa hai fatto”
“Oh, Chichi
davvero io …”
“Gohan! Vieni ad
apparecchiare tavola, che è quasi pronto!” eluse
la mezza scusa del saiyan che
rimase ad assistere alla scena in maniera passiva.
“Ciao papà! Ti
sei alzato tardi questa mattina” constatò il
primogenito.
“Sì sai avevo
sonno …”ridacchiò ridanciano Goku
mentre si torturava i capelli corvini.
“Gohan dai dammi
una mano …” propose il padre cogliendo quella
piccola occasione per farsi
perdonare.
“La mamma sembra
arrabbiata con te … cosa le hai fatto questa volta
papà?”gli chiese sussurrando
con un tono esasperato.
“La vuoi sapere
la cosa bella? Il punto è che non lo so
…”
“Tu non lo sai
mai perché mamma è arrabbiata” gli
sussurrò asciutto con sguardo critico.
“Eh, eh … è vero
figliolo. Ma questa volta non ho la più pallida idea. Hai
presente? Zero.
“espletò la risposta con un sospiro e un
“Ah le donne” ancora più malinconico.
“Beh, ti devi
far dire cosa hai fatto”rispose laconico il figlio maggiore.
Lo sguardo di
Goku fece un moto strano con gli occhi che si incrociarono ad indicare
che era
un’impresa pressoché disperata.
“Può darsi che
si confidi con me o con Goten …” e con uno sguardo
eloquente finì la frase come
a dire “te lo verremo a riferire”. Ma Chichi si
girò e brandendo un mattarello
infarinato in mano minacciando i due uomini.
“Scansafatiche
che non siete altro, vi volete sbrigare?”
“Oh, s-scusa
tesoro!” balbettò Goku.
Quando c’era di
mezzo un litigio
con Chichi quello che
ci rimetteva nove volte su dieci era il saiyan. Gli prometteva di
saltare gli
allenamenti, gli doveva promettere di portarla al centro commerciale e
seguirla
facendogli bellamente da attaccapanni mentre lei si accapigliava per i
vestiti
con altre donne.
“Kakaroth sei un
allocco. Le donne ti tengono il broncio solo per farti fare solo quello
che
vogliono”. E Vegeta era un esperto di bronci, oh
sì che lo era. Anzi si poteva
dire che in quel caso era il re dei bronci.
A quel pensiero
buffo gli si increspò il labbro con un sorrisetto socchiuso.
Mentre vagava
con la mente guardò diritto davanti a sé
soffermandosi con lo sguardo fuori
dalla finestra.
Era una bella
giornata di sole, e ne avrebbe approfittato anche per allenarsi, magari
con
Goten che nel frattempo aveva trovato spassoso rincorrere le farfalle o
aizzare
le api nel loro alveari.
Ma quel
pomeriggio qualcosa gli diceva che avrebbe saltato
l’allenamento pomeridiano,
se non nella remota ipotesi di farsi odiare da Chichi. Almeno non senza
aver
prima chiesto perdono per qualsiasi atto criminoso e lesivo nei
confronti di
sua moglie avesse operato.
“Dai Chichi,
cosa ti ho fatto!?” gli rispose ad un tratto il saiyan che
non sopportava il
rumore di quel silenzio tra loro due.
“Ti ho già detto
che non ce n’è bisogno che te lo spieghi. A tempo
debito saprai.”
“Sì come no …”
borbottò esasperato Goku.
“E’ pronto Goku
… vai a chiamare Goten in giardino” gli
ordinò perentoria la donna brandendo
questa volta un cucchiaio di legno che aveva usato per rimescolare le cibarie che bollivano
inquiete sui
fornelli.
“Goten,
figliolo, è pronto!” gli gridò dal
ciglio della porta il saiyan.
“Vengo!”gridò di
felicità Goten che si precipitò in casa.
Appena mise
piede in casa la voce della madre lo assalì urlandogli di
vergognarsi delle
mani sporche di terra e di correre a lavarsi le mani, al che il povero
Goten ci
rimase malissimo.
“Goten hai
undici anni e ancora giochi come i bambini piccoli, io di questa
famiglia sono
stufa! Non studi mai”
“Cosa ha
mamma?”sussurrò il secondogenito con un tono
complice nell’orecchio del padre.
“Ah è arrabbiata
ma non si sa per quale ignoto motivo.”
I tre saiyan e
Chichi a tavola di certo non facevano complimenti e per un momento si
scordarono di quel brutto battibecco con la madre, anche se
quest’ultima
rimaneva impettita e piuttosto fredda.
“Gohan, Goten,
lasciate stare ci pensiamo io e la mamma. Andate in camera
vostra”
I due figli
squadrarono il padre in evidente imbarazzo.
“Per una volta
Goten, fatti gli affari tuoi.”
“Facile per te
che ti metti a studiare! Eh bel fratello che sei!”gli
sbeffeggiò in faccia il
fratello minore.
“Fallo anche tu …”
“Oh Gohan io ho
voglia di origliare!”
“Che sfacciato …
sembra che ci godi a vederli litigare!”
“Ma certo che
no! Però in effetti papà che litiga con la mamma
è troppo buffo.” Ammise saggiamente
il fratello minore.
“Fai quello che
vuoi e lasciami un po’ stare”
“Chichi mi devi
dire perché oggi sei arrabbiata con me”
“Non ho fatto
niente, mi sono alzato tardi è vero, ma ho apparecchiato,
non ho strappato tute
negli ultimi due giorni, non ho allenato Goten da almeno tre giorni
… Davvero
dimmi tu”
“Pensaci bene,
eroe dei miei stivali!” e così dicendo Chichi
sbatacchiò in faccia al saiyan lo
straccio per asciugare i piatti.
“Ok, pensa Son
Goku, ok pensa” mormorava tirandosi un leggero pugno sulla
tempia destra.
“Senti io mi
ricordo quello che ho fatto, e non ti ho fatto niente, quindi a meno
che non sono
sonnambulo o ho detto qualcosa nel
sonno io non ho fatto niente”
“Esattamente”
Annuì Chichi sedendosi e portandosi le braccia conserte.
“Esattamente
cosa?”
“Quello che hai
detto per ultimo … hai parlato nel sonno, ecco” si
girò di scatto Chichi dando
le spalle al saiyan.
“C-cosaa?” gli
fece eco il saiyan incredulo.
“Sì hai parlato
nel sonno e …”
“E …?” completò
con tono interrogativo Goku sempre più curioso.
“Sai cosa
dicevi, caro mio Son Goku?” riprese a dire Chichi facendosi
più spavalda e
camminando verso il saiyan a passi ben larghi.
“N-no …” e Goku
a quella domanda deglutì perché di cose
imbarazzanti ce ne erano sin troppe …
“Parlavi di una
certa principessa del serpentone …”
“Devo
raggiungere Re Kaioh …” continuava a fargli in
verso intercalando la parlata
con sbadigli tipici del sonno.
“Chi
è questa principessa?” scoppiò
furibonda tutta la gelosia velenosa di Chichi.
“Ah … ah … eh”
cominciò a ridacchiare e a balbettare Son Goku nel tentativo
di superare lo
sguardo truce di sua moglie.
Intanto Goten si
era avvicinato e dallo stipite della porta del salotto si gustava la
scena
mentre una furibonda Chichi prendeva un mattarello e un Goku continuava
a
ridacchiare e a chiedere pietà con una nota di imbarazzo.
“Era una
principessa che in realtà era un mostro
…”precisò Goku al che Chichi parve
calmarsi poggiando il mattarello che stava
brandendo.
“E mi voleva
tenere con sé con l’inganno … mi
addormentò, mi diede da mangiare ma alla fine,
oh sì più risoluto che mai mi sono liberato di
lei e sono andato per la mia
strada … dovevo andare da Re Kaioh.”
“Ciao Goten”
“C-ciao papà …”
e così dicendo il giovane sbucò fuori.
Ma in quel
momento Chichi si era placata e con un sospiro di mestizia lo
perdonò.
“Va bene Goku …
sei perdonato e la prossima volta mettiti un cerotto sulla bocca
così eviti
anche di russare” al che Goku cominciò a ridere
preso da un leggero imbarazzo.
“Dai papà … io
voglio sapere tutta la storia”
E Goten si mise
seduto e prese ad ascoltare suo padre, del lungo viaggio del serpentone
di Re Kaioh, dei saiyan … ma
noi oramai quei fatti li conosciamo anche sin troppo bene!
Angolino autrice:
questa one shot è nata per caso, perché ne ho scritta una giusto qualche giorno fa, di gelosia e di 'punzecchiamenti' tra Shikamaru e Temari di Naruto. Non temete, non abbandonerà certo i piccioncini!*__*
Spero vi piaccia, nel qual caso lasciatemi la vostra impressione!
Un bacio
*Chiara*
Per chi se lo chiedesse la frase in introduzione è una oneshot, l'ultima che è già stata scritta e che fungerà da chiusura.