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Autore: Allister Right    05/07/2013    2 recensioni
[The Last of Us]
[The Last of Us]Premetto che questo più che un racconto è una sceneggiatura per un breve corto che vorrei realizzare.
Sei mai lo realizzerò vi posterò il link del video.
Genere: Azione, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LAST OF US Premetto che questo più che un racconto è una sceneggiatura per un breve corto che vorrei realizzare.
Sei mai lo realizzerò vi posterò il link del video.
THE
LAST
OF US
UNTOLD STORIES

Tyler è un ragazzo sopravvissuto abbastanza per vedere il suo ventunesimo compleanno; se fosse nato qualche anno addietro questo sarebbe stata una cosa da festeggiare!
Avrebbe avuto l'eta per bere, guidare...   peccato che tutto questo non gli era nuovo da diversi anni ormai, a quindici anni ebbe la sua prima sbronza col suo migliore amico dopo che trovarono quella scorta di liquori nel retro del bar in cui si erano rifugiati per la notte e l'anno successivo ebbero la fortuna di trovare una macchina ancora funzionante e di guidarla fino alla zona sicura di cui avevano sentito alla radio.  

Ormai erano passati anni da quando quella zona non era più stata sicura, da quando i cacciatori irrupero, razziarono e lasciarono il colpo di grazia agli infetti.
Non sapeva se il suo amico perì per mano dei cacciatori o degli infetti, sapeva solo che di quell'intero campo lui era forse l'unico sopravvissuto.

Anni e anni di vagabondaggio l'avevano portato in quella parte di America che pareva ormai priva di vita, sia umana che non.
Si trovava in uno sperduto paesino di campagna che sicuramente era già sperduto dapprima che l'epidemia ebbe piede, questo era certo.
Aveva perlustrato l'intero paese ma non sembrava serbare pericoli per lui, vigeva l'abbandono più totale e l'unica cosa che lo portò in quel locale abbandonato era un flebile rumore
che in quella città fantasma rieccheggiò come se fosse stato lui stesso alla fonte del suono.

Non sapeva cos'era stato, sapeva solo che un irrefrenabile impulso di curiosità lo trascinava quasi per inerzia in quel cupo meandro.
A pistola spianata entrò all'interno, era tentato dall'aprire bocca per capire se i suddetti coinquilini erano rifugiati superstiti come lui, ma dopo aver scoperto la fonte del rumore ringraziò il cielo di non averlo fatto.

Il rumore era quello della carne dilaniata; i denti che sfregavano tra gli organi del malcapitato producevano quel macabro suono di cui ora Tyler avrebbe perfettamente voluto non sapere la fonte. La vittima sembrava un soldato, imbracciava un fucile d'assalto e indossava una fascia gialla con sopra un emblema che non aveva mai visto prima.

Si avvicinò cautamente da rannicchiato, tese l'orecchio per capire se oltre a quello ce ne fossero altri, ma pareva quello fosse l'unico lì dentro.
Si fece forza, approfittando del fatto che fosse troppo distratto dal suo spuntino ebbe l'opportunità di mettersi ad un altezza di tiro che non permetteva errori.

Il rumore prodotto da un coccio di vetro andato in frantumi sotto il suo piede lo fece rilevare dall'infetto, ma era troppo tardi, senza accorgersene si ritrovò steso per terra.
Tyler esplose due colpi mirando alla testa, ma uno solo andò a segno, fortuna per lui, l'altro fece scattare la canna della pistola a indicare che quello era il suo ultimo colpo.

Poco male pensò, non sembrava che ne avrebbe avuto altro bisogno per ora, e poi c'era il fucile del soldato!

Le sue speranze furono subito tradite quando perquisendo il corpo dell'uomo non trovò munizioni ne nel fucile, ne addosso a lui.
Trovò solo un registratore..    premuto il tasto "play" una voce profonda uscì dal dispositivo quasi per raccontare la sua storia:

CLICK!



" I° Giorno di esilio volontario.       - ...  Mi chiamo Ryan Newell..  faccio parte della 8a divisione di ricerca delle Luci di Chicago..  

..o almeno ne facevo parte fino a poco fà.                - Mi sono arruolato in questa divisione con il preciso scopo di trovare mia sorella Mary Ann..

..sò per certo che si trova in qualche Zona di Quarantena qui in città.    
                                           
                                  -Credevo che entrando nelle Luci e avendo l'opportunità di muovermi con loro avrei potuto aggirare i posti di blocco e cercare mia sorella..

.. ma da quando sono in questa unità mi sono state affidate solo missioni da esterno; è perquesto che ho disertato l'unità e  ho iniziato le ricerche per conto mio.

- I collegamenti clandestini che usavamo per spostarci in missione si sono rilevati molto utili per aggirare i militari, così sono riuscito a raccogliere indizi importanti su dove fosse mia sorella..        
 
                                                 ... molte delle persone con le quali ho parlato asseriscono di aver conosciuto mia sorella..

..Ma la cosa che mi ha più preoccupato di quello che mi hanno detto è che il giorno in cui scomparve lasciò detto solo che era diretta "a casa"..

                         - Dicevano pure che le Luci l'avevano portata con se fuori di lì, ma nessuna di quelle che conoscevo l'aveva mai vista ne sentita nominare.


... La mia unica pista pertanto rimane quella di casa nostra.. spero solo stia bene..  

                                                         - Mi dirigo anch'io in quest'ultima direzione con la speranza di trovarla sana e salva.

In caso non dovessi farcela e qualcuno trovi questo nastro: Vi prego. Ora che sapete la storia come mie ultime volontà vorrei solo che trovaste e vi prendeste cura della mia sorellina. Non chiedo altro. Passo e chiudo. "


Tyler fissò il corpo esanime appoggiato al bancone e non se ne capacitò. Quella storia era troppo anche per lui. Un altra delle cose che non avrebbe dovuto fare era aprire quel registratore.

HEY!




Ancor prima che il suo cervello elaborasse la situazione in cui si trovava una serie di voci provenienti da fuori riportarono violentemente il suo cervello alla realtà.
Cacciatori?     Non lo sapeva, ma in ogni evenienza si era riparato dietro il bancone che teneva il soldato.

Da ranicchiato riusciva a sentirli mentre si avvicinavano, due tizi, sicuramente degli sciacalli in cerca di provviste entrarono dalla porta che affacciava sul cortile incolto.

" Ne sono sicuro, ho sentito uno sparo provenire da qui. "        Il tizio alto e tarchiato si  girava circospetto, scrutava l'oscuro ambiente con i suoi occhi blu.

" Beh pare non siamo soli. "      Disse l'altro osservando il foro nella fronte dell'infetto, dopodichè sguainò la pistola e mise il proiettile in canna.

Il cacciatore pieno di sè nell'averci visto giusto strinse a se il tubo di piombo con l'internto di trovare e finire la sua preda " Bene allora cerchiamo il bastardo! " .

Si divisero, non che l'ambiente fosse grande chissacchè, ma uno andò a controllare il lato Est dove si apriva un corridoio con varie stanze, mentre l'altro fiutava come un segugio l'ambiente circostante pronto ad abbattere con il suo tubo chiunque gli si fosse parato davanti.        

Tyler non vedeva una via d'uscita da lì che non avesse richiesto lo scontro diretto con i due energumeni.
  Fortuitamente per terra trovò un rotolo di scotch e quella che sarebbe dovuta essere un tempo una delle due lame di una forbice da sarta.
    Ne poteva ricavare un coltello di fortuna, e fù proprio quello che fece; prese ad unirli e..

BAM!




Tyler era stato sollevato di forza e sbattuto sul bancone,  ora si trovava faccia a faccia con i penetranti occhi blu del cacciatore intento a liberarsi dalla sua morsa.
  Le grandi mani si stringevano attorno al suo collo come pinze meccaniche, già sentiva i sintomi della mancanza d'aria, da lì a poco avrebbe perso i sensi e successivamente sarebbe morto nelle sue grinfie..  Ma non sarebbe morto lì, sicuro come la morte!  Aveva fatto troppa strada e sopravvissuto a troppe cose ancor peggiori per morire così.

Raccolte le ultime foze e proprio nel momento in cui stava allentando la presa Tyler ne approfittò per sistemare lo stivale nel suo sterno e con tutte le sue forze scaraventarlo contro il muro.    Prima che potesse riprendersi dal colpo lo afferrò a sua volta e stavoltà fù il cacciatore a finire col muso sul bancone!

Il complice era rientrato e ora teneva la pistola puntata contro Tyler.  " Non facciamo cazzate lascialo andare o ti ritrovi un buco in testa! "
   Lo teneva con un braccio dietro la schiena spalmato sul bancone, in una frazione di secondo elaborò quello che a lui sembrava un buon piano per uscire vivo da lì.

Fece alzare l'energumeno per poi bloccarlo in modo da fargli da scudo umano, dopodichè estrasse anche lui la pistola e la puntò alla tempia dell'ostaggio.
 L'adrenalina scorreva a mille, anche perchè il suo piano finiva lì e nel caso di una sparatoria la sua pistola era scarica..

AAAH!





L'urlo dell'uomo lacerò il silenzio che si era creato proprio come il Clicker stava lacerando quel che restava del suo collo.
  Tyler rimase impietrito alla sua comparsa;   tanto che il suo ostaggio benchè nelle stesse condizioni ne aprofittò per lanciargli una testata all'indietro e scappare da lì.

Peccato che il Clicker finito con il collega prese ad inseguirlo fuori in cortile. Non avrebbe fatto tanta strada.
    Ovviamente era in preda al panico, perchè tutti sanno che i Clicker sono ciechi e quindi basta rimanere immobili per non diventare un loro bersaglio.

Ascoltò i lamenti dell'uomo mentre il Clicker lo finivà, rimase immobile adagiato alla parete in attesa che se ne andasse.
  Dopo essersi accertato che l'infetto era ormai lontano da lì si risollevò da terra, ma un altro suono catturò la sua attenzione, proveniva da una delle stanze della casa.

SLAM!




La seconda porta a destra era quella giusta. All'interno trovò una bambina. Si teneva le mani sulla bocca quasi a trattenersi dall'esternare quello che aveva provato nell'ultimo quarto d'ora sentendo tutte quelle raccapricianti urla; ma sapeva che se avesse urlato a sua volta sarebbe toccata anche a lei la stessa fine.

" Sei stata brava, ma ora è tutto finito. "    La rassicurò Tyler.

Lei parve fidarsi e lentamente lasciò andare le mani dalla bocca. Era una bambina di pressappoco dieci anni, indossava dei vestiti lerci e la paura era iniettata nei suo occhi neri.

" Io sono Tyler, tu invece?  Come ti chiami? "    Non aveva molta confidenza con i bambini, ma il suo sguardo era rassicurante e trasmetteva serenità.

          " Mary Ann. "   Rispose titubante.    Poi aggiunse:  " Conosci mio fratello? E' lui che ti manda? "

Mentiva sporadicamente, ma questa volta era a fin di bene.    " Si, conosco Ryan, sono un suo amico è lui che mi ha detto di cercarti qui. "

Lei lo gurdava perplessa e non sapeva se credere o no alle sue parole.
 Sotto il suo occhio indagatore Tyler si sentiva sporco dentro e cercò di non far filtrare nessuna emozione quando continuò:
 
      ".. Sai, .. lui era impossibilitato a farlo, sennò sarebbe venuto di persona, ma mi ha lasciato detto che se ti avessi trovato qui di portarti in una località sicura e di aspettarlo lì."
 
            " .. Ha detto anche che non ti avrebbe persa per nulla al mondo e che ti vuole troppo bene per lasciarti da sola.. "

Non aveva più la forza per continuare a parlare, ma ora la bambina pareva fidarsi quindi non sembrava esserci necessità di aggiungere altro.
 
Lei lo vedeva in netta difficoltà nel parlare, allora decise di farla finita lì. Gli prese la mano. " Va bene, mi fido. Andiamo. "


                                                   Passarono dalla finestra, gli avrebbe risparmiato volentieri la vista di tutto quel sangue e soprattutto del fratello.
                                                           
                                                                              Presero la strada provinciale e la seguirono per quanto poterono.

                              Ora il suo scopo di vita era mantenere quella promessa e trovarle una sistemazione sicura, l'avrebbe portata fin sopra le montagne se sarebbe servito.

                                                                 Quel viaggio non aveva una destinazione precisa, ma solo uno scopo preciso.  
                                                                                                                 
                                                                                                                  Lei doveva vivere.






FINE.
 
































   
 
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