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Autore: sherry21    05/07/2013    14 recensioni
Sherry è riuscita a raggiungere il suo obiettivo, lavorare nell'ospedale dei suoi sogni.
Dal primo giorno tutto si preannuncia un disastro, il dottor Ace sembra divertirsi a tormentarla e a fargliene passare di mille colori, risvegliando in lei uno spirito battagliero assopito da anni.
Fra mille battibecchi, dispetti e situazioni imbarazzanti, Sherry non demorde, anzi, riesce a tener testa a Portgas come mai era successo prima fra le mura di quel reparto, conquistando simpatie e antipatie di diversi colleghi.
Nonostante tutto, riuscirà a trovare qualcuno che la farà sentire completa ...
Spero di aver incuriosito qualcuno, auguro una buona lettura!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori quasi impossibili'
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FONENDI, CAMICI E AMORE:

Capitolo1:


Ultimo controllo con lo specchietto retrovisore della macchina.
Ero abbastanza presentabile per il mio primo giorno di lavoro.
Avevo raccolto i miei lunghi capelli castani con una coda a cavallo e indossavo una semplice gonna blu scuro assieme a una camicetta azzurra.
I miei occhi grigi erano segnati dalle occhiaie di una notte insonne, ma non erano esteticamente patologiche.
Feci un respiro profondo convincendomi che tutto sarebbe andato bene.
Presi l’impermeabile dal sedile posteriore e scesi dall’auto, d’ora in poi avrei camminato solo ed esclusivamente con le mie gambe e la paura non era contemplata.
Entrai nell’ospedale dei miei sogni con una certa dose di titubanza.
Avevo studiato sodo e alla fine ce l’avevo fatta, avevo vinto un concorso per infermieri proprio qui.
Girai su me stessa più volte guardandomi attorno.
Ero confusa e disorientata.
Il primario della terapia intensiva mi aveva spiegato come raggiungere il reparto … “appena entri, la prima porta a destra”. Mi voltai non appena varcai l’ingresso, ma non vidi niente di tutto ciò.
Feci ancora qualche passo in avanti, finché andai a sbattere contro il petto di qualcuno e uno strano liquido bollente bagnò la mia camicia.
-Ahi! Scotta … - mugugnai saltando, per poi alzare la testa e arrossire.
-Buongiorno … le posso essere d’aiuto, mocciosa addormentata?- ghignò l’uomo che travolsi con la mia disattenzione.
Era alto, moro, con gli occhi scuri e delle lentiggini appena accennate sul suo volto.
-Non sono una mocciosa … - risposi estraendo un fazzoletto di stoffa dalla borsa per pulirmi dal caffè.
- … lo vedo … - ribatté scolandosi quel poco di caffè che avanzava ancora nella sua tazza, senza staccare gli occhi di dosso dal mio seno.
Appena me ne accorsi, indossai l’impermeabile chiudendolo in tempo record: -È un maniaco per caso?- domandai fulminandolo.
-No … sono solo un medico che deve attaccare il turno fra … - diede uno sguardo all’orologio e si grattò il capo - … dieci minuti. Bella addormentata, che ci fai qui? Mi sembri spaesata … comunque, quell’impermeabile ti conveniva indossarlo prima di venirmi addosso. -.
“Forza Sherry, è il tuo primo giorno di lavoro … non mostrarti ostile nei confronti di nessuno.”
Non facevo altro che ripetermi queste parole, ma non funzionavano …
-Sei la nuova infermiera della terapia intensiva per caso? … - domandò lanciando la tazza di cartone nelle immondizie - … il caposala non da mai le informazioni giuste su come raggiungere il reparto … è un po’ addormentato, come il primario. - .
Sbarrai gli occhi e iniziai a balbettare qualcosa d’incomprensibile, mi si leggeva in fronte “infermiera pivella in cerca del reparto giusto” ?.
Il giovane mi guardò strano e sghignazzò: -Ti sta venendo un ictus? Non puoi aspettare almeno la prima busta paga?-
-Certo … - risposi decisa.
Continuò a fissarmi meravigliato e mi schiaffai una mano in pieno volto.
“Che cosa significava: certo? … Sherry, svegliati!”.
Mi attorniò le spalle con un suo braccio e sospirò con aria comprensiva: -Il primo giorno in cui sono arrivato in reparto … sono scivolato su una buccia di banana … - alzai la testa un po’ sconcertata.
Doveva risollevarmi il morale?
Inoltre, che ci faceva una buccia di banana sul pavimento di una terapia intensiva?
- … adesso che ci penso, la buccia era della mia banana … che cosa ci facevo in reparto con una banana? … -.
Scossi la testa, doveva stava andando a finire con quel discorso demenziale?
- … perché ti ho parlato della mia banana?-.
Stavo per scoppiare a piangere dalla disperazione, volevo solo presentarmi per bene il primo giorno … e invece eccomi qui, con la camicia sporca di caffè e un medico disorientato dal sonno mattutino: -Io non lo so … aveva fame? – domandai ingenuamente.
-Dottor Ace, la pianti di importunare tutte le ragazze che entrano in questo ospedale!- da dietro arrivò una ragazza alta, mora con i capelli ricci e occhi azzurri.
Appena ci raggiunse sganciò un poderoso pugno in testa al ragazzo.
-Ma … Sherry-chan?- domandò scrutandomi.
La guardai meglio, non potevo crederci …
-Sunny-chan? Da quanto tempo!-
Ci abbracciamo ma il medico ci divise: -Sunny … abbiamo una missione, arrivare in tempo in reparto almeno oggi, se no ci riducono la busta paga. -
-È vero … Sherry-chan! Sei tu l’infermiera che dovrò istruire i primi giorni? … che bello!-
Sorrisi, finalmente avevo un punto di riferimento.
 
-Sherry-chan … qui si prendono le divise ma ci si cambia nello spogliatoio dell’altra ala … -spiegò Sunny mostrandomi l’armadio.
Presi un capo e lo aprii per guardarne la taglia.
La divisa altro non era che un abito bianco con i bottoni laterali, con un taschino sul petto e due sulla gonna.
Per raggiungere lo spogliatoio passammo davanti a degli uffici. Uno di questi era socchiuso e mentre vi passai davanti, istintivamente gettai l’occhio per osservare com’erano fatti.
Avvampai e tornai a chinare immediatamente il capo.
C’era il dottor Ace che si stava cambiando … certo che aveva un bel fisico tonico e muscoloso.
Tornai a scuotere la testa.
Accidenti a me. Non ho neanche iniziato a lavorare e già mi distraggo per colpa di quel medico imbecille ma carino.
-Arrivati … - Sunny-chan aprì una porta ed io vi entrai in automatica senza memorizzare il percorso che avevamo fatto - … Sherry-chan, tutto bene? Sei rossa … -.
Annuii con la testa: -Va tutto bene … - risposi appoggiandomi a un paravento, per poi volare all’indietro come una povera idiota.
Sunny rimase a fissarmi stupita e scoppiò in una fragorosa risata.
-Sherry-chan, rilassati! Tutto questo succede solo perché è il tuo primo giorno di lavoro … -
-Wow … allora darò sfoggio di tutta la mia imbranataggine … - sbuffai per rimettere apposto un ciuffo della frangia mentre mi rialzavo.   
Aprii l’impermeabile e rivedendo la macchia di caffè sbuffai … potevo dire addio alla mia bella camicetta: -Quel dottore dell’ingresso … - iniziai.
-Chiamalo Ace, si arrabbia se lo chiami dottore. È l’unico che non fa l’altezzoso con noi infermiere.-
-Ace … è sempre così … così … -
-Giocherellone?-
- … sì … è così giocherellone con tutti?- domandai.
-Non con tutti … se gli stai antipatico ti ignora … perché lo chiedi?-
-Mi ha colpito … tutto qui … uffa, non ho neanche la camicia di ricambio. -.
Vidi Sunny sorridere e commentò: -Non cambierai mai Sherry-chan … cosa ti avevo detto delle camicette e del primo giorno di lavoro qualche tempo fa?-
-Che si macchiano facilmente per il sudore, visto che si è emozionati … ma questo è caffè. -.
Fece spallucce e sospirò: -Portano  male in generale … il primo giorno di lavoro. – ridacchiò.
La porta dello spogliatoio si aprì e vidi sbucare la testa di Ace: -Ehi pulce!-.
Sia io che Sunny ci voltammo e non potei fare a meno di sentirmi in soggezione, ma Sunny diede voce alle mie perplessità: -Scemo! È lo spogliatoio femminile torna nel tuo ufficio.-
-Mi serve la pulce … - rispose guardandomi.
Mi guardai attorno … -Io?- domandai indicandomi.
-Sì … la macchia marrone del caffè sulla tua maglietta mi ha fatto venire in mente quella bestiolina. –
-Wow … romantico … - ridacchiai - … cosa succede?-
Fece cenno con un dito di avvicinarmi a lui e disse: -Dammi la camicetta, te la lavo io per scusarmi. -.
Sentii le guance bollire e iniziai a ridere nervosamente: -Non serve … - mi grattai il collo.
-Insisto … - disse porgendo una mano.
Sapevo già che non me l’avrebbe data vinta e così acconsentii.
-Ok, dammi cinque minuti.-.
Lui era ancora lì, fermo a fissarmi con la mano allungata in mia direzione: -Non è difficile sbottonare una camicia, lo sai?- ribatté chinando il capo di lato.
Mi guardava come se fossi un alieno, non capivo che cosa volesse da me.
-Mi cambio e poi le do la camicia … - affilai lo sguardo per studiarlo meglio.
Lui scosse il capo dubbioso: -Perché non ti stai cambiando?-
Girai il capo in direzione di Sunny, che stava seguendo divertita il nostro scambio di battute.
-Perché lei è qui? … -.
Scoppiò a ridere: -Hai problemi nel cambiarti davanti a me? Sono un medico e tu infermiera … abbiamo visto tutto quello che dovevamo vedere, no?.-
-Non sono una sua paziente e tanto meno la SUA infermiera, non mi spoglio davanti a lei!-
-Fai così anche con il tuo ragazzo?-
-Non sono affari suoi! … - iniziai ad alzare la voce.
Sul suo volto si fece strada un sorriso malandrino e ghignò: -Mi sembra di capire che non hai un ragazzo … strano, hai uno spirito guerriero molto attraente. -.
Che cosa voleva dire?
Sunny scoppiò a ridere e si avvicinò a noi per tirare un pugno in testa a Ace: -Fila fuori di qui! È uno spogliatoio femminile … - la sua espressione solare e sorridente si tramutò in un inquietante broncio infuriato in meno di un secondo.
Vidi Ace rabbrividire per la paura e uscire senza controbattere.
Una caratteristica di Sunny era di incutere terrore a chiunque quando si arrabbiava e non era per nulla cambiata.
 
Sunny schiacciò un pulsante e la porta scorrevole si aprì.
C’erano 10 posti letto e un infermiere si prendeva in carico due pazienti a testa.
-Attenta alle bucce di banana … - disse una voce di mia conoscenza.
Non feci in tempo a voltarmi che fra le mani mi ritrovai una banana.
Guardai Ace in faccia e lo fissai perplessa.
-Dov’è la tua camicetta?- .
Aprii la borsetta e tirai fuori l’indumento porgendoglielo.
Si avvicinò a un mio orecchio e bisbigliò: -Ti sta divinamente, soprattutto bagnata.- sghignazzò.
Lo guardai torvo e domandai: -Perché mi perseguita in questo modo?-
Mi fissò con uno strano cipiglio, sembrava intenerito e meravigliato allo stesso tempo.
-Perché sei carina … -.
Mi superò per uscire di nuovo dal reparto e lo segui con lo sguardo, era un ragazzo strano.
Percorreva il lungo corridoio scuotendo la testa, si rigirò e mi fissò con il suo sorriso divertito: -Lo interpreto positivamente.- canticchiò.
-Che cosa?-
-Il fatto che tu mi stai guardando.- sorrise smagliante.
-Io non la sto fissando … - risposi.
“Sherry … sei una pessima bugiarda! Ricomponiti!” mi ripetei.
Si fermò e ammiccandomi disse: -Tratta bene la mia banana.-
-Tranquillo, finirà dritta nel mio stomaco al primo languorino.- sorrisi.
- … a dopo infermiera pulciosa, attenta a non inciampare come me. -.
-Non sono come lei dottore … -.
Feci per rientrare nel reparto, ma la porta scorrevole si chiuse incastrandomi una caviglia.
Volai per terra mentre la banana finì fra le mani di un ragazzo moro con una cicatrice sotto l’occhio sinistro.
Ci fissammo in silenzio per diversi secondi, finché il giovane non scoppiò a ridere: -Che imbranata! Mi stai simpatica … sei la nuova infermiera? – e sbucciò il frutto mangiandoselo.
Per fortuna qualcuno ebbe pietà di me, aprì la porta e mi mise in piedi … mi sentivo un’impedita.
-Grazie … ma, ancora lei?- domandai esasperata.
Era ritornato in tempo per trovare un altro argomento su cui schernirmi.
Il dottor Ace rise di cuore, mi strinse a sé e si rivolse al moro con la cicatrice: -Capo, lei è la nuova infermiera … pulce, lui è il caposala, Rufy. -.
Mammina, che figura che avevo appena fatto.
-Salve … - Sorrisi tirata mentre gli porsi una mano.
Fissò sia me che il dottore con aria seria: -Fate una bella coppietta … - e se ne andò, lasciandomi la buccia della banana nella mano offertagli.
Il “dottor imbecille ma carino” mi diede qualche pacca sulle spalle: -È così con tutti, per lui le convenzioni come stringere una mano e robe simili non esistono. Ci si vede in giro pulce … mi stai simpatica e preparati, solo per questo continuerò a torturarti. -.
Avvampai e abbassai nuovamente la testa, ma arrivò Sunny, che con una poderosa pacca in mezzo alla schiena mi risvegliò e mi fece mettere dritta.
-Domani sarà un giorno migliore Sherry-chan, ma non bisogna abbattersi … andiamo a prendere consegne.-
-Certo.- sospirai rincuorata.
 
Ace se ne stava tranquillo nello stanzino per le consegne dei medici.
Non sapendo cosa fare, prese una pallina di spugna e la fece rimbalzare sulla porta ripetutamente.
Continuò a giocherellare finché la porta non si aprì e la pallina volò fuori colpendo in testa il suo collega Marco.
Il morettino si girò di spalle sghignazzando per poi tornare serio, mentre Marco era rimasto impassibile anche dinanzi a quel gesto.
-Buongiorno anche a te, sei di buon umore oggi da quel che vedo.-
-C’è una nuova infermiera e mi diverto un mondo a torturarla … è simpatica, imbranata ma soprattutto bella. –
-A quando il matrimonio?- domandò il medico con la pettinatura da ananas.
Ace lo guardò storto: -Io non sono tipo da matrimonio, ti pare? Sono troppo bello per certe cose.-
-Sì, come no … È già arrivato Izo? Oppure deve dichiarare un decesso a cambio turno come sempre? I suoi turni sono un necrologio vivente. -.
Ace continuò a rigirarsi sulla sua sedia e mugugnò: -Non ha un ragazzo … -.
Marco storse il naso: -Certo, Izo non è dell’altra sponda … cosa farnetichi?-
-Non Izo … parlo dell’infermiera Sherry. Devo stuzzicarla ancora, è troppo … come dire … perfetta.- .
Nello stanzino cadde il silenzio e Marco iniziò a ridacchiare sotto i baffi.
Sapeva che cosa stava succedendo al ragazzo, ma non sarebbe stato lui a spiegargli tutto. Da quel che vedeva, il compagno non si era ancora accorto di niente.
Ace scattò sulla sedia: -Mio Dio, ti senti bene? Non ci posso credere, stai ridendo … -.
Marco si zittì e lo guardò storto: -Rido di te scemo … prendi in giro le altre persone ma tu di certo non sei tanto più sveglio … -
-Antipatico, che cosa ti ho fatto? … -.
Qualcuno bussò alla porta e Marco si alzò ad aprirla nella speranza di ritrovare Izo … invece …
-Buongiorno testa d’ananas, ti ho portato il pranzo …-.
 
Sunny e io prendemmo consegne e subito dopo la seguii nello stanzino medico.
Ad aprirle la porta fu un ragazzo alto con la pettinatura da ananas, Sunny gli diede il pranzo e mi mise davanti lui: -Ti presento Sherry … anche se ormai la conosci perché ti ho raccontato tutte le nostre ragazzate.- .
Sorrisi e gli strinsi la mano: -Piacere. -
-Il piacere è tutto mio … - rispose sorridendomi.
Era molto diverso da Ace, era molto più cavaliere e posato.
Con lo sguardo oltrepassai Marco, ritrovando il soggetto dei miei pensieri che sorrideva furbescamente e mugugnò: -Pulce, non ti eri presentata con me prima … mi devo offendere?-.
Scossi il capo e risposi: -No, perché lei ha iniziato a importunarmi con la buccia della sua banana. – sorrisi sfidandolo.
Marco fece una smorfia tra il confuso e il disgustato, mentre l’attenzione di Sunny fu ridestata da quell’argomento.
-Ace, dovremmo scrivere un libro sulla tua banana ormai è leggenda … non esiste un solo pivello di questa terapia intensiva che non conosca quest’aneddoto … senza offesa Sherry-chan.-
-Figurati … -.
Sentii una mano calda poggiarsi sulla mia spalla e non mi meravigliai nel scoprire che apparteneva a Ace.
-Possiamo presentarci adesso? Vorrei ricominciare tutto da capo, sono stato dispettoso con te prima.- .
Sentivo puzza d’inganno … ero più che sicura che un burlone come lui non potesse mai cambiare, ma non potevo tirarmi indietro.
“Dai Sherry, si vede lontano un miglio che è un tenerone di fondo. È un cucciolotto solo un po’ dispettoso, i suoi occhi parlano chiaro.”
Tornai a sorridere, mica poteva mangiarmi.
-Ok … sono Sherry la nuova infermiera, piacere.-
-Ace … - lo vidi avvicinarsi a me, che stava per fare?
Con un braccio mi cinse la vita e mi baciò a stampo - … il piacere è tutto mio. Scusami, ho passato un po’ di tempo in Russia e ci si saluta così da quelle parti. -.
Mi staccai da lui rossa in volto, ricordai di aver visto sia Sunny che Marco picchiare Ace per sgridarlo ma seguì il nero totale.
Udii la voce di Marco: -Lo sai che sono allergico alle banane! Ti proibisco di portarle in reparto.-
-Il problema non sono le sue banane ma la sua sfacciataggine … - disse Sunny.
Le voci si fecero ovattate, sapevo che dovevo mangiare qualcosa prima del turno ma ero troppo nervosa e ne pagai le conseguenze.
Il primo giorno di lavoro era incominciato nella maniera più inaspettata che esista.
Sperai solo che il giorno seguente sarebbe stato migliore.
 
Salve a tutti coloro che sono arrivati in fondo a questa storia ^w^
Non so come mi sia nata quest’idea … credo sia dovuta alle mie poche ore di sonno di cui dispongo X’’D
Comunque … Ace è stato un gran furbacchione U.U non chiedetemi come sia nata la storia della banana … non lo so XD inoltre io detesto quel frutto U.U”
Per fortuna che Sherry si ritrova Marco e Sunny come angeli custodi UwU
Per questa ff devo ringraziare Sunny Roronoa che mi ha concesso di usare il suo personaggio assieme a Fjorleif che mi sostiene a distanza. SIETE DEI TESORI!!! X3
Senza di loro non avrei dato il via a questo trip demenziale X’’D
Spero non ci siano troppi errori … in caso chiedo scusa anticipatamente e correggerò in futuro U.U
Che dire … Spero vi sia piaciuta e fatemi sapere che cosa ne pensate in maniera tale da capire se devo andare avanti o meno.
Alla prossima!!
Un bacione a tutti!
Sherry21 =^w^=
 

Questa storia non è stata scritta a scopro di lucro ed eccezion  fatta per i personaggi di mia invenzione, gli altri non mi appartengono e sono stati usati nel rispetto dei relativi copyright.
 
  
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