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Autore: GraStew    06/07/2013    6 recensioni
Edward è un uomo con un passato difficile alle spalle. Non si è potuto godere la vita che desiderava.
Isabella ha sofferto come lui, ma al contrario suo è cresciuta in un ambiente discreto, ha conosciuto gente e ha potuto scoprire le bellezze della vita.
Entrambi da soli impareranno a conoscersi perchè tutti hanno bisogno d'amore e loro non sono da meno.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela, Edward Cullen, Isabella Swan, Riley Biers, Victoria
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessun libro/film
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Tutti hanno bisogno d’amore

 
 
"Uscì dal grande cancello che delineava il confine con la vita. Abbandonò quella che per vent’anni era stata casa sua con il sorriso sulle labbra, ma anche con una paura assurda.
Si guardava intorno in cerca di qualcuno pronto a dargli un passaggio a casa, qualcuno che lo avrebbe abbracciato felice nel rivederlo ed invece Edward Cullen si ritrovò da solo. Con sé solo uno zaino; ecco cosa aveva.
Pensò che avrebbe potuto farcela, ma non ne era convinto.
Erano passati troppi anni da quando aveva commesso quel terribile sbaglio; uno sbaglio costato vent’anni di reclusione presso il carcere di Forks, la cittadina in cui era cresciuto e in cui aveva commesso il misfatto.
Erano passati troppi anni da quando aveva guardato qualcuno senza sentirsi in colpa. All’epoca era un ragazzo di appena venticinque anni, sposato con Victoria e straordinariamente felice.
Vivevano in un appartamento piccolo, ma per loro due andava bene. Si amavano e vivevano insieme da due anni, dopo essersi sposati nella piccola chiesetta del paese.
Tutto cambiò quando Riley, l’ex fidanzato di Victoria, iniziò a tormentarla. Non riusciva a credere che lei potesse stare con un altro. Lei era sua e questo era legge.
Lui e Edward arrivarono più volte alle mani, ma per amore di Victoria, Edward lo lasciava stare.  Riley la perseguitava anche a lavoro e la chiamava sul cellulare. Non la faceva vivere!
Un giorno con una scusa la convinse ad incontrarlo. Victoria sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrebbe guardato negli occhi, quello che ancora non sapeva era che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno vita.
Lasciò un biglietto a Edward e si diresse all’appuntamento, prefissato per le diciotto presso il liceo del paese.  Era decisa a minacciarlo, ma tremava per la paura. Era a conoscenza della follia del suo ex, ma non se ne curò in quel momento. Era arrabbiata e sfinita per le continue telefonate e voleva dirgli di non farlo mai più e che se avrebbe continuato sarebbe andata alla polizia.
Comunque, quando si incontrarono Riley non era agitato e non la minacciò. Cercava di spiegarle il perché del suo gesto e le disse che l’amava. Continuava a ripeterle che dovevano stare insieme e che la sua vita senza di lei non era niente. Victoria, a debita distanza, lo accusava di essere uno stalker e che non c’è la faceva più a continuare a vivere in quel modo. Gli diceva che lo avrebbe denunciato se avesse continuato.
Riley, a quel punto, non ci vide più dagli occhi.
Afferrò il coltello da dentro i pantaloni e glielo puntò contro. Victoria piangeva, tremava… era sconvolta!
Gli disse di non fare stupidaggini, ma lui non le dava ascolto. Riley delirava, gridava e avanzava verso la ragazza indifesa.
Lei iniziò a gridare e a chiedere aiuto ed è a quel punto che lui la colpì al braccio, poi alla pancia, e alla fine al cuore. Continuò ad infliggerle colpi fin quando il sangue della povera ragazza non gli schizzò tutti i vestiti e il viso.
Guardava la sua ex ragazza morta e non provava niente.
La abbandonò là, si cambiò i vestiti e continuò la sua giornata come se nulla fosse successo.  La notte, però, non riusciva a dormire. Le tornava in mente il viso di Victoria e fu in quel momento che prese carta e penna ed iniziò a scrivere. Non consegnò la lettera alla polizia, lo fece più che altro per uno sfogo personale.
 
Edward tornò a casa tardi quella sera. Lavorava alle poste del paese e proprio quel giorno una consegna improvvisa l’aveva fatto tardare. Chiamò sua moglie per tre volte e quando non la sentì rispondere si insospettì. Si diresse in cucina e notò un piccolo post-it attaccato al frigo. Impallidì quando lesse ciò che c’era scritto: “Alle diciotto devo incontrare Riley al liceo per chiarire la situazione una volta per tutte”.
Edward era morto dalla paura perché erano le dieci di sera e il biglietto era del pomeriggio. Decise di chiamare la polizia, già avvertiti delle continue minacce di Riley.
Il capo Swan non poté fare nulla perché non erano passate le giuste ore. Per la polizia Victoria era in giro da qualche parte, mentre per Edward no. Lui sapeva che c’era qualcosa che non andava.
Decise, dopo averlo riferito al capo Swan, di raggiungere il liceo che distava poco più di cinquecento metri dal distretto.
Andò a piedi e con il cuore che gli batteva all’impazzata.
Arrivò davanti il cancello e fece qualche passo per studiare meglio la situazione. Gli sembrava che tutto andasse bene, che di sua moglie non ci fosse neanche l’ombra; poi, la vide. Era riversa a terra in un pozza di sangue.
Si mise a correre urlando e piangendo.
Sapeva che se avesse contaminato la scena del crimine le prove non sarebbero state esatte, ma non poté fare a meno di piegarsi e abbracciare sua moglie esanime.
Un urlo di dolore si alzò nel cielo e di Edward non rimase più niente.
I giorni a seguire furono tremendi per lui.
Sapeva che il colpevole era Riley, tutti lo credevano, lui ne era convito. Chi altri avrebbe potuto avercela con lei?
Victoria era una donna sempre con il sorriso e pronta ad aiutare a tutti. Il colpevole doveva essere per forza lui, lo schifoso vigliacco.
Continuava a ripeterselo come un mantra e quando se lo ritrovò davanti seppe cosa avrebbe dovuto fare.
Lo aspettò all’uscita di un ristorante e gli fece la stessa cosa che lui aveva fatto a sua moglie. Lo trafisse con così tanta forza che per poco non cadde a terra dallo sforzo.
Edward continuava a ripetersi che la polizia non avrebbe fatto niente, che nessuno avrebbe reso giustizia e così l’unica cosa da fare era quella.
A distanza di vent’anni, Edward, era convinto che l’avrebbe rifatto senza problemi.
Quel vigliacco aveva ucciso sua moglie senza ripensamenti…
Edward non scappò, rimase sul posto del delitto fin quando la polizia non lo arrestò con l’accusa di omicidio colposo.
Si ritenne colpevole e fu rinchiuso in carcere".
 



*****

 

 
Victoria era la mia migliore amica.
Io mi chiamo Bella Swan  e sono colei che ha reso un pochino migliore la vita di Edward.
Ci siamo conosciuti quando lui era fidanzato con Vic, ma solo dopo il ritorno di Edward alla vita normale ho iniziato a frequentarlo cercando di non fargli pesare la cosa. Abbiamo passato qualche giorno insieme e, inconsapevolmente, ho sentito una forte attrazione nei suoi confronti. Non lo giudico per ciò che ha commesso, forse anche io avrei fatto la stessa cosa se mi avessero ucciso il marito. È stato difficile fargli acquistare fiducia, ma siamo a buon punto.
Edward ha un carattere forte e sta cercando di rimettersi in pari rispetto a noi altri.
Ogni tanto si estranea, ma non lo forzo; sto imparando a conoscerlo e a dargli i suoi spazi.
Molti mi dicono che non devo stare con lui, ma Edward non è cattivo; lui ha solo bisogno di amare ed essere amato ancora.
Sono disposta ad aspettare ancora pur di vederlo felice.
«Ti ammiro Bella. Stai cercando di essere forte per entrambi. Edward è fortunato ad averti incontrata», mormora la mia amica Angela accarezzandomi la gamba in segno di conforto.
«Lui è un brav’uomo. È simpatico, intelligente e assolutamente rispettoso nei miei confronti».
«Si sta affezionando».
«Già e sono felice», confesso sorridendo.
«Ed io lo sono per te. Sei una donna straordinaria, Bella. Sei riuscita a dargli uno spiraglio di luce. Vi state aiutando a vicenda ed è una cosa bellissima. Anche tu hai perso la tua migliore amica. Sono sicura che Victoria vorrebbe vederlo insieme a te».
«Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità», dico soltanto per non continuare il discorso di Angela.
«E tutti hanno bisogno d'amore. Sono felice per voi», sussurra Angela alzandosi dalla sedia, «devo andare ora», dice prendendo la borsa. Si avvicina, mi bacia ed esce di casa lasciandomi sola con i miei pensieri.
Edward ieri sera mi ha detto che lo sto rendendo felice e questo è ciò che conta perché anche lui sta rendendo la mia vita assolutamente straordinaria.
Come ha detto Angela ci stiamo aiutando a vicenda, ma per me è diverso. Io sono andata avanti, ho conosciuto altra gente, ho lavorato e sono stata libera.
Edward è rimasto chiuso dietro le sbarre di una cella per ben vent’anni. Per lui è tutto diverso e sono fiera di lui e dei grandi passi avanti che ha fatto in un anno.
Il portone si apre, Edward sbuca sorridente da dietro il muro ed io mi alzo per abbracciarlo con tutta la forza che posseggo.
«Ciao», mormora baciandomi la guancia.
«Bentornato amore», sussurro continuando a  tenerlo stretto.
«Grazie… Finalmente a casa».
Lo guardo con le lacrime agli occhi, lo bacio e sorrido.
È questa la più grande vittoria per me. Lui si sente a casa ed io penso, e sono sicura, di amarlo con tutto il cuore.
 
 
 
 

 
*****
 
 
 
Buonasera people! Prima one shot in questo fandom :3 Amo Edward e Bella tantissimo ed ero triste per non aver mai scritto  niente su di loro.
Ero senza internet e così, non avendo altro da fare, è venuta fuori questa cosina qua sopra.
Un po’ tragica, ma è nel mio stile xD
Spero che la one shot vi sia piaciuta… :3
Un bacio
Grazia

 

 
 
   
 
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