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Autore: imperfectjosie    07/07/2013    1 recensioni
"Noemi è venuta a cercarmi. Mi ha detto che è disposta a cederti di nuovo la tua Grazia. E' il tuo posto, Cass. Devi."
Mi staccai adirato, allontanandomi da lui come se scottasse. Passai velocemente le mani sui capelli, non ne potevo sinceramente più.
"Senti, ci stavamo baciando, mi pare. Che cazzo di motivo hai per intavolare questo discorso, adesso? Basta. Non ci torno lassù."
Sembrò soppesare le mie parole, ma pochi secondi dopo mi ritrovai intrappolato tra il suo corpo e il muro che crollava a pezzi dietro alle mie spalle.

future!Verse - |Castiel/Dean|
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural
Pairing: future!Dean/future!Cass
Rating: Giallo (A causa del linguaggio!)
Chapters: 1/One shot
Category: Malinconico
Warning: Accenno allo Slash.
Note: Mi è venuta in mente ascoltando "Angel with a shotgun". Non so che altro dire AHAHAHA Sto male. Godetevela. 

 

If love is what you need, a soldier i will be.




They say "Before you start a war, you better know what you're fighting for."
Well baby, you are all that i adore. If love is what you need, a soldier i will be.
I'm an angel with a shotgun, fighting til' the wars won, i don't care if heaven won't take me back.
I'll throw away my faith, babe, just to keep you safe.
Don't you know you're everything i have?
And i wanna live, not just survive, tonight.


 

« Cass? »
Mi voltai in direzione della porta. La voce conosciuta di chi aveva appena perso l'ennesima persona cara al mondo, sbattè violentemente contro ai miei timpani. L'odore di sangue intorno a lui riempì l'intera stanza. Sollevai lo sguardo, mentre la figura del cacciatore mi raggiunse.
« Alzati Cass, dobbiamo parlare. »
Spostai nuovamente gli occhi, non avevo alcuna voglia di incrociare quelli verdi del mio capo, o almeno non in quel momento.
« Se il discorso è quello di ieri, possiamo anche finirlo qui e subito. La risposta è no, Dean. »
Le nocche del mio ex protetto si infransero sul tavolo di legno dell'ultima dannata fogna in cui ci nascondevamo da mesi ormai. I Croats avevano invaso tutto lo Stato, a noi restava solo la vana speranza di avere ancora speranza. Sorrisi. A Sam sarebbe piaciuta parecchio! Certo, prima che Lucifero sfoggiasse i suoi lunghi capelli chiari per la fine del mondo. Tutto ormai aveva un sapore amaro, ogni cosa sapeva di bruciato, di carne che si stava esaurendo su di una brace davvero troppo estesa, affinchè potesse venire spenta. Il respiro di Dean si fece pesante, sapevo che avrebbe voluto urlare. Il pugnale che mi aveva conficcato nel cuore al nostro primissimo incontro, mi ricordava sempre che non era un tipo propriamente paziente. Forse con il tempo era riuscito a domare questa sua indole selvaggia, anche se in maniera molto blanda. A volte il suo vecchio io faceva danni più grossi dell'intera colonia di bestie che si aggiravano intorno alla periferia di quella città. E la mascella di Chuck ne era la prova lampante. 10 punti di sutura.
« Ascoltami, dannazione. Naomi è- »
« Ma che cazzo, sei sordo?! »
Mi alzai all'istante, imprecando qualche attimo dopo. La posizione di prima favoriva il sollievo al buco di pallottola che mi aveva ferito quel maledetto pomeriggio.
« Calma, cowboy » Azzardò un sorriso vagamente divertito. « Senti, non è meglio davvero che ti siedi, ti medico quel tunnel che hai sulla coscia e poi magari mi mandi a fanculo, angioletto? »
Lo odiavo. Il fatto che sapesse quanto mi mandava in bestia quel soprannome, sarebbe dovuto bastare per farlo smettere. E invece sembrava proprio che ultimamente l'hobby di Dean Winchester fosse far saltare i nervi a Castiel. E sparare ad ogni cosa che respirava. Non necessariamente in quest'ordine. Lo guardai di sbieco, i miei occhi la dicevano lunga, ma lui non muoveva un muscolo. A malincuore mi feci aiutare a sistemarmi sulla poltrona devastata di quel posto osceno. Mai, nella mia immortale vita celeste, avrei immaginato che, in un futuro molto prossimo, sarei finito a gambe all'aria per farmi aiutare da un mortale - dalla morale del tutto nulla - ad estrarmi la pallottola di un fucile dalla coscia destra. Davvero mai. Faceva un male porco. Stringevo i denti, ma la ferraglia che giocava intorno al mio muscolo non mi permetteva di fare il duro della situazione. Mi arpionai al tessuto della poltrona, inarcando la schiena ad ogni tentativo del cacciatore di estrarmi quel dannato pezzo di piombo.
« ARGHHHH, CAZZO! »
Dean sembrava bearsi del mio lato femminile - come adorava chiamarlo - mentre agguantavo la bottiglia mezza vuota di Jack Daniel's e mi apprestavo a svuotarne definitivamente il contenuto. Con fare seccato mi asciugai la bocca, ringraziando mentalmente Benny per avermi prestato la sua casacca. 
« Ma guardati! »
La sua voce mi costrinse a concentrarmi su di lui. Il suo tono non mi piaceva affatto. Lo osservai lanciare la pallottola insanguinata sul tavolino più vicino, strappando poi un pezzo della sua maglia per legarmelo intorno alla coscia devastata, sperando così di fermare la piccola emorragia. Che in ogni caso, sapevamo entrambi non mi avrebbe ucciso. Sapevo bene cosa invece lo avrebbe fatto, mi chiedevo però se anche lui percepiva questa realtà.
« Sono uno schianto, lo so. A tal proposito, bisognerà che Jane mi dica se è mio o no. »
« Jane è incinta? » La voce allucinata di Dean mi fece ridere di gusto.
« Che ci vuoi fare? » iniziai, scuotendo la testa continuando a sorridere e agguantando la pistola da sopra il tavolo. « Sono fatto così! »
« NO! » ribattè, lasciandomi la gamba così malamente, che per poco non svenni dal dolore. La pistola toccò il pavimento con un tonfo.
« ARGH, CRISTO! MA SEI IMPAZZITO? » strinsi la parte lesa di me stesso, osservandolo come se lo vedessi per la prima volta. Dean non era il tipo che si lasciava andare alle sue emozioni, almeno non più. E non a quelle positive, di certo. Ma erano mesi che mi trattava come se fossi fatto di cristallo. Che cazzo, anche io ero un soldato. Lo ero da quando esisteva quel dannato sputo di terra nell'universo. Non aveva alcun diritto di parlarmi e trattarmi come se avessi 5 anni. Io non avevo bisogno di una babysitter armata. Faceva avanti e indietro per la stanza, passandosi più volte le mani in faccia con fare nervoso. Lo osservavo, ma non aprivo bocca. Mi sarebbe piaciuto solo sapere dove diavolo volesse andare a parare.
« E' questo il punto, Castiel. Non sei fatto così per un cazzo. Questo non sei tu. »
« E' per via del trench? Mi ingrassava troppo. » azzardai ironico. Non funzionò. Mi guardò truce, sollevandomi per il bavero della maglietta di cotone che trovai qualche giorno prima sul marciapiede del Campo. Puzzava, ma poco me ne fregava. Non dovevo di certo esibirmi davanti a qualche Giudice divino, no? Quei giorni erano finiti da un pezzo ormai. E di angelico in quel corpo che nemmeno mi apparteneva, non c'era rimasto più nulla. Puff, svanito. Si avvicinò di una spanna al mio volto e distrattamente mi chiesi se il gusto di quelle labbra fosse cambiato, o meno.
« Non finirai i tuoi giorni in questo modo, Cass. Non voglio, non puoi. »
« Dean... » la mia voce assomigliava pericolosamente ad una ninna nanna per bambini. Non riuscivo a fermarmi, era un anno che andavo avanti così. Non avevo più la forza. Ormai ciò che mi legava a lui era solo umano. Non dovevo più proteggerlo, non dovevo più aiutarlo, e di certo non avrei più potuto riportarlo in vita se ci avesse lasciato le penne. Si ritrasse al tocco della mia mano sulla sua guancia. Ruvida, sporca. Sembrava come se insieme alla spazzatura dell'aria, avesse raccolto anche stanchezza e miseria. Subito mi diedi dell'idiota. - Non credere di essere messo meglio, caro Castiel! - Sorrisi amaramente. Stava per ribattere, ma non avevo ancora finito e glielo lasciai intendere con lo sguardo. Si zittì.
« Nulla di quello che continuerai a ripetermi mi farà cambiare questa scelta. E ti ricordo che sono sei mesi ormai che non fai altro. » Il mio sguardo era deciso. Incassò il colpo, ma non sembrò arrendersi. Almeno non del tutto. Si abbattè sul mio petto, respirando con forza dal naso. Non disse una parola, almeno finchè non posai la mano sulla sua testa, accarezzandolo con tanto amore quanto ne riuscivo a donare in quel preciso momento. E mi rendevo conto da solo che non era molto. Forse insieme a tutto il resto, se ne stava andando anche quello. A braccetto con la fede, indubbiamente.
« Cass, ti prego. Fallo per me. »
« Sto già facendo qualcosa per te, Dean. E non potrei fare altro, se non questo.  Anzi, mi correggo: non vorrei. »
Suonava quasi come un avvertimento. Di quelli minacciosi. E forse sotto sotto lo era. La verità era che mi sentivo terribilmente stanco di sentire sempre gli stessi discorsi. Un po' come dire - Capito? Ora falla finita, per favore -
Si aggrappò alle mie spalle, raggiungendo il mio viso e sfiorandomi le labbra. Era almeno un mese che non lo faceva, mi chiedevo se si fosse trattato solo di un errore allora. Grazie al cielo, mi sbagliavo. Anguria. Dean Winchester sapeva di anguria. Era inebriante. Lo lasciai fare, accettando di buon grado ogni piccolo movimento della sua lingua. Durò quasi un attimo. Ma per me fu la ritrovata ragione per la quale avevo messo piede fuori dalla mia squallida branda, quella schifosa mattina. Sorrisi sulla piega di quella bocca e non mi aspettai che lui facesse lo stesso. 
« Noemi è venuta a cercarmi. Mi ha detto che è disposta a cederti di nuovo la tua Grazia. E' il tuo posto, Cass. Devi. »
Mi staccai adirato, allontanandomi da lui come se scottasse. Passai velocemente le mani sui capelli, non ne potevo sinceramente più. 
« Senti, ci stavamo baciando, mi pare. Che cazzo di motivo hai per intavolare questo discorso, adesso? Basta. Non ci torno lassù. »
Sembrò soppesare le mie parole, ma pochi secondi dopo mi ritrovai intrappolato tra il suo corpo e il muro che crollava a pezzi dietro alle mie spalle.
« Dean, mi fai male » la voce mi uscì strozzata. La presa sul buco della pallottola aumentava e il dolore era palpabile.
« Si può sapere perchè mi fai questo? CRISTO! DEAN! »
Ma non accennava minimamente a spostare il suo dito da quella fessura. Gli occhi mi si inumidirono, ma sostenni il suo sguardo.
« Fa male? Ottimo, sono contento. » cominciò, sollevando la piega delle labbra in un ghigno amaro « Così magari capisci che tu non puoi stare qui. Questo non è ciò che fai Cass, questo dannato mondo non ti appartiene, tu sei di più. Tu non sei corrotto, non sei- Tu sei puro. Cazzo! »
Risi istericamente. Aggrappandomi al suo braccio, per evitare di cadere sul pavimento. Sudavo freddo e mi sentivo prossimo allo svenimento. Ma non gli avrei mai dato quella soddisfazione. Oh, assolutamente no.
« Puro eh? Non corrotto, certo. Vallo a dire a mamma Jane! O meglio ancora, a Crowley. »
Il suo sguardo si indurì al ricordo di quel figlio di puttana demoniaco.
« Naomi ti aveva perdonato, lo sai. »
« GIA', MA IO NO! »
Rabbia repressa, probabilmente verso me stesso, ma non riuscii a placare quel grido soffocato. Allentò la presa, appena in tempo.
« Tu non starai qui a marcire, Castiel. Non me ne frega un cazzo. Sarò io a riportare il tuo culetto piumato lassù, a costo di sfondare a calci i cancelli del Paradiso e seccare San Pietro in persona. »
« Dean? »
Sollevò lo sguardo bruscamente, avrei sicuramente riso se il dolore alla gamba non mi avesse annebbiato l'intero cervello, costringendo la mia voce ad un lamento rauco e vagamente percettibile.
« Che diavolo c'è adesso? »
« San Pietro. »
« Sì esatto, prendo a calci nel culo pure lui, hai capito bene! » ribattè, annuendo convinto.
Scoppiai a ridere di gusto, mentre il suo corpo si staccava del tutto dal mio. La sua espressione confusa ebbe cura nell'aumentare il tono delle mie risate. Mi appoggiai alla parete, per evitare di cadere rovinosamente a terra. Ma non riuscivo a fermarmi. Risi. Risi come non facevo, e forse non avevo mai fatto, fino ad allora. Mi piegai sul tavolo, tenendomi la gamba con una mano e spostando la sedia di legno con l'altra. Il suono della mia ilarità non voleva ancora abbandonare la camera.
« Che cazzo c'è di tanto divertente? »
« Oh, niente... solo- » provai a finire la frase, asciugandomi gli occhi e singhiozzando ancora tra una parola e l'altra. « Quella è una favoletta dei preti, Dean. Non c'è nessuno alle porte del Paradiso, te lo assicuro. »
Si massaggiò la tempia con fare nervoso, imprecando a denti stretti.
« Fammi capire... di tutto quello che ti ho detto, di ciò che penso della merda in cui hai deciso di lanciarti, potendo decidere, alle tue ex antenne angeliche è arrivato solo « San Pietro » ? »
Ridacchiai ancora per un po', poi tornai serio.  Mi staccai dal tavolo, raggiungendolo in poche falcate e sostenendo il suo sguardo.
« Non ti lascio, Dean. Non posso ancora spiegarti il motivo, ma di qui non me ne vado. E se la mia decisione non ti piace, non me ne può scucire un piega! E' così. Sono anni che è così. Confido che prima o poi farai pace con questa situazione. E per quanto riguarda Naomi- » Mi fermai un attimo, giusto il tempo per percepire una vaga nota di gratitudine nei suoi occhi. Per quanto Dean avesse voluto sinceramente che io stessi lontano da tutto quello, una parte di lui, la più egoista, ringraziava chissà quale Dio perchè io restassi lì. Aveva bisogno di me. Un bisogno sconfinato. E anche se non parlava, io capivo. E agivo di conseguenza.
« -beh, puoi dirle di ficcarsi Ali e Grazia dove non batte il sole. » Conclusi, piegando la testa di lato e sorridendo malizioso. Sospirò rassegnato, senza tuttavia mascherare la sua ammirazione verso l'uomo che ero diventato.
« Cass, sei un folle. »
Sollevai gli occhi al cielo, senza cancellare quella espressione trasognata che avevo in volto. Per qualche strano motivo, mi sentivo bene. Scossi le spalle, incurante di qualsiasi conseguenza. Non mi importava. Seriamente, non me ne fregava un cazzo di niente. Ero lì, tanto mi bastava.
« Già, beh... può darsi. Dean? »
« Cosa? »
Gli indicai la branda, mettendo la parola "Fine" alla discussione.
« Passami quel fucile, va pulito. Un figlio di puttana ci ha sanguinato sopra della roba nera. Detesto quelle teste di cazzo. »
Ridacchiò divertito, spostandosi in direzione del vecchio materasso maleodorante. Pochi attimi dopo mi passava la canna dell'arma in questione. Presi a lucidarla con forza.
« Che si fa ora? »
Caricai il gioiellino, senza staccargli gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. Percepivo una nota di eccitazione sessuale in lui. Di certo quella notte sarebbe venuto a farmi visita. Il bacio era solo il trailer. Anelavo di vedere quel dannato film. Da anni.
« Ora si va a festeggiare. »
Sorrise, imbracciando la carabina.


END.
  
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