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Autore: ____Faxas    07/07/2013    2 recensioni
«Sai bene che non posso rifiutare questo incarico. È una missione importante» disse, portando la mano destra più vicina a quella del biondo al suo fianco.
Cloud abbassò lentamente lo sguardo, un sorriso triste sul volto. «Lo so, Zack, è solo che…».
«Solo che?» lo incitò il moro, le dita della mano che ora sfioravano quelle del biondo, il quale alzò di nuovo lo sguardo.
«È solo che non potrò proteggerti»

[Felice giorno della Clack ♥;]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
- Questa storia fa parte della serie 'Nostalgia e altre storie'
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Occhi azzurro cielo
 
 






Erano passati molti mesi da quando Cloud era entrato nell’esercito  e aveva conosciuto Zack, il ragazzo con cui condivideva l’alloggio in caserma. La convivenza forzata aveva fatto in modo che i due ragazzi si avvicinassero molto l’uno all’altra e diventassero in poco tempo amici. L’uno conosceva ogni dettaglio del carattere e della vita dell’altro e viceversa, come se invece di essersi incontrati per la prima volta qualche mese prima fossero stati sempre insieme come due fratelli. Nel fine settimana erano soliti uscire con gli altri amici della caserma, andando in giro per la città, e quando avevano voglia di divertirsi un po’ di più, si ritrovavano al loro locale preferito per bere.
Era Luglio, il sette per precisare, e per qualche strano volere divino non faceva tanto caldo e tirava un bel vento fresco.
I due ragazzi stavano seduti sul letto del moro a guardare Supernatural (anche se in realtà non lo stavano guardando realmente, visto che il volume era al minimo) e a parlare della prossima missione del più grande che sarebbe stata molto pericolosa, quando una frase pronunciata dal più piccolo trasformò completamente l’atmosfera.
«Non andare, ti prego».
L’aveva detto con un tono che sembrava supplichevole, la voce che quasi gli si spezzò alle ultime parole, guardando l’amico dritto negli occhi.
Zack rimase sorpreso in un primo momento da quella richiesta così strana del biondo, ma soprattutto dal tono con cui l’aveva pronunciata. Ma poi, la sorpresa fu sostituita dalla perplessità, e si chiedeva quale fosse il motivo per cui Cloud avesse mormorato quella frase. Era perché voleva proteggerlo? Perché non voleva che si facesse male? Oppure perché… non voleva perderlo?
Quel dubbio lo travolse come un’onda, e il battito del suo cuore aumentò in modo incontrollabile. Si chiese, ancora, perché quell’unica frase l’avesse turbato così tanto, e perché, dannazione, continuasse a sentire le farfalle nello stomaco quando stava così vicino a Cloud. Erano già quattro settimane che le cose andavano avanti in questo modo, e sembrava stessero anche degenerando, visto che aveva cominciato a fare pensieri strani quando era da solo.
E tutto per colpa di quella dannatissima volta che al locale si erano ubriacati e ritornati all’alloggio in caserma si erano stesi sul suo letto e si erano baciati. Non sapeva neanche spiegare perché l’avesse fatto. Si erano guardati in silenzio per minuti interi, gli occhi chiari di Cloud lo avevano fatto sentire talmente a disagio che l’unico modo che aveva trovato per smettere di vederli era stato quello di baciarlo. E non sapeva dire perché, ma poteva ammettere che gli fosse piaciuto.
Si riprese dai suoi pensieri e si schiarì la voce, le labbra si curvarono in un lieve sorriso.
«Sai bene che non posso rifiutare questo incarico. È una missione importante» disse, portando la mano destra più vicina a quella del biondo al suo fianco.
Cloud abbassò lentamente lo sguardo, un sorriso triste sul volto. «Lo so, Zack, è solo che…».
«Solo che?» lo incitò il moro, le dita della mano che ora sfioravano quelle del biondo, il quale alzò di nuovo lo sguardo.
«È solo che non potrò proteggerti» disse, con il cuore che batteva forte nel petto e la voce bassa, come se avesse il timore che qualcuno, fuori dall’alloggio potesse sentirlo.
Rimasero in silenzio, a guardarsi negli occhi. Zack non riusciva a trovare le parole giuste per dirgli che non aveva motivo di preoccuparsi, che la missione sarebbe andata per il meglio, che sarebbe tornato così in fretta che non se ne sarebbe neanche accorto e che… i suoi occhi azzurri come il cielo lo confondevano, il suono caldo della sua voce lo faceva sentire bene, che capiva quello che provava perché anche lui soffriva quando non poteva stargli accanto in missione per poterlo proteggere perché incontrarlo e averlo accanto era stata la cosa migliore che gli fosse capitata in tutta la sua vita. Avrebbe voluto dirgli tutte quelle cose meravigliose, ma non ci riusciva, la sua voce era come bloccata.
Cloud sospirò affranto e si alzò, voltando le spalle al moro, convinto che Zack non capisse. «Fa niente. Fai come se non avessi detto nulla».
Zack si diede mentalmente dello stupido per non aver detto qualcosa e si alzò a sua volta, l’episodio di Supernatural ormai dimenticato, e si avvicinò all’amico prendendo la sua mano nella propria, facendo voltare il biondo.
Quegli occhi azzurri come il cielo lo sconvolsero di nuovo, facendogli contorcere lo stomaco per l’emozione. Tutto sembrava avere senso, in quel momento. Quell’emozione strana che provava quando Cloud era con lui, quel lieve brivido che avvertiva quando i loro sguardi si incrociavano, e quel bacio sul letto a notte fonda di quattro settimane prima; con un solo sguardo si arrese a quella verità che aveva sempre cercato di negare.
Zack lo amava. E poteva essere quasi sicuro del fatto che fosse ricambiato.
Voleva dire qualcosa, invece di rimanere in silenzio, ma sapeva che non vi erano parole adatte per esprimere quello che provava. Bastava un solo gesto, un piccolo semplice gesto.
Prese il suo volto tra le mani, avvicinandosi di più, e sorrise lievemente nel vedere la perplessità negli occhi del biondo. Con il cuore in gola per l’emozione chinò il volto su quello di Cloud e gli diede un piccolo, timido bacio.
Restarono così, con le labbra che si toccavano dolcemente, per un tempo che a loro sembrò infinito. Entrambi non volevano muoversi, incapaci di fare qualsiasi cosa perché troppo intenti ad assaporare quel contatto, sì strano ma che sembrava così dannatamente giusto. Si divisero lentamente l’uno dall’altro, aprendo gli occhi nello stesso momento e tornando a respirare, come se fossero stati in apnea per tutto quel tempo.
Le mani di Zack scivolarono sulle spalle di Cloud, mentre il moro sorrideva, sospirando impercettibilmente come se si fosse appena tolto un enorme peso dal cuore. Appoggiò la fronte su quella del biondo e chiuse gli occhi, ancora sorridente.
«Ora sai che ho un motivo per tornare illeso» mormorò prendendo tra le mani quelle di Cloud e stringendole delicatamente. Com’era bello avvertire il calore della sua pelle sotto le sue dita. Era un calore dolce.
Cloud ricambiò il sorriso e la stretta del moro, il cuore che continuava a battere con forza nell’avvertire la vicinanza calorosa di Zack. Chiuse gli occhi e si avvicinò un po’ di più, il desiderio folle di avvertire di nuovo le labbra del moro sulle sue. «Vedi di stare attento, allora».
«Lo farò, stai tranquillo» sussurrò Zack tornando sulle labbra del biondo, questa volta con più decisione.
Si strinsero l’uno all’altro con dolcezza, baciandosi lentamente per avvertire completamente quel contatto nuovo per loro, e quelle emozioni fortissime che sembravano riempire quel vuoto che entrambi avevano sempre sentito nel loro rapporto.
Sapevano che da quel momento in poi le cose sarebbero cambiate, la loro relazione lentamente si sarebbe trasformata e per il loro bene l’avrebbero nascosta agli occhi di tutti, sarebbe stato un segreto chiuso tra le mura di quell’alloggio. Ma in quel momento non importava affatto, fino a quando sarebbero rimasti insieme sarebbe andato tutto bene.
Smisero di pensare al futuro, a quello che avrebbero fatto, e tornarono a concentrarsi su quello che stava accadendo in quel momento.
Quel 7 Luglio sarebbe rimasto nella loro memoria come il giorno più bello della loro esistenza per sempre.











Nota dell'autrice:
SONO TORNATA! *lancia coriandoli*
Sì, non sono morta, è solo che l'ispirazione va e viene come le pare a lei, e non mi dà mai il tempo di provare a terminare una fanfiction (non preoccupatevi, ne ho scritte due e sono quasi finite, e ne ho in mente un'altra che è... asdfghjkl). Comunque, parliamo di questa... cosuccia che vi presento dopo MESI di inattività <3
Nelle note ho messo l'AU perché ipoteticamente questa shot è una specie di spin-off  di una delle due fanfiction che ho quasi finito (ovviamente è super-Angst) che è un'AU, quindi ho messo questa nota proprio per questo. 
Però, la cosa più importante di questa one-shot è che oggi è... IL CLACK DAY!! *___*
Finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa di decente per questa data meravigliosa (citata anche nella storia perché sono pessima <3) e sono più o meno orgogliosa del risultato, anche se avrei voluto farne una rossa perché mi manca scriverne dopo quella cosa angst che deve ancora essere pubblicata (quando lo farò sarò in lacrime, ovviamente). Però non ce l'ho fatto per colpa di mancanza di tempo, in quanto stasera festeggio per la prima volta il Tanabata con la mia combriccola, quindi sono in agitazione (?) e in questo preciso istante dovrei essere in bagno a prepararmi (luogo in cui l'idea di questa storia è nata <3).
Spero di non avervi annoiato con questo sproliloquio inutile, che la fanfiction vi sia piaciuta, e che soprattutto perdoniate questa mia pausa interminabile. Giuro che rimedierò il prima possibile, miei cari, e non ve ne farò pentire, posso assicurarvelo <3
A presto!!!!
Faxas;



  
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