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Autore: _Fux_    07/07/2013    21 recensioni
Bullismo, bulimia e infine anoressia.
Questi sono i problemi di Niall Horan.
Ci sarà qualcuno disposto ad aiutarlo?
Dal testo:
-“Nessuno si è mai accorto di me, perché dovrebbe essere diverso ora?” Pensava il tinto.
Ma forse non era vero. Forse quel “nessuno” si era trasformato in “qualcuno”.
Perché era già da un po’ di tempo che un paio di occhi nocciola avevano visto quel ragazzo.
Non ci erano semplicemente scivolati sopra, lo avevano osservato, si erano fermati su di lui, lo avevano studiato, avevano cercato di capirlo.-
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Food is my enemy.

 
Il cibo è il mio nemico”.
Questo è ciò che pensava l’irlandese Niall Horan, di  anni diciassette, mentre camminava solo
 –come sempre- per tornarsene a casa, dopo le solite estenuanti ore di scuola.
Non aveva mai avuto molte amicizie e da quando era incominciato l’anno scolastico e Narvin Came, il bullo della scuola, aveva iniziato a prenderlo di mira, aveva potuto verificare che di veri amici ne aveva solo due: Zayn e Liam, che non si erano mai allontanati da lui.
Cavolo, Niall non poteva credere alla fortuna che aveva avuto.
Certo, probabilmente avrebbe potuto concentrare il suo pensiero sulle persone che “aveva perso”, ma lui era sempre stato un ragazzo positivo, perciò preferiva pensare alla gioia di avere due amici come Liam e Zayn al suo fianco.
Loro erano belli, popolari, accettati da tutti e magri.
Eppure  gli volevano bene, lo facevano sentire accettato, amato…
In una parola, lo facevano sentire giusto.
Era sempre stato positivo, come ragazzo. Fino a quel giorno.
Erano già diversi mesi che Narvin se la prendeva con lui; Horan sapeva che non avrebbe dovuto ribellarsi a lui quando gli aveva ordinato –per l’ennesima volta- di fargli copiare il test di matematica, ma era così stufo di Came e dei suoi comportamenti… Non ne poteva veramente più, ma come poteva sapere che da quel momento sarebbe tutto peggiorato all’ennesima potenza??
Narvin aveva incominciato a spintonarlo per i corridoi, alcune volte addirittura lo aveva inseguito insieme a dei suoi amici lungo il tragitto verso casa, lanciandogli contro a volte oggetti, ma per lo più sassi.
Sassi che lo colpivano non solo fisicamente, ma anche moralmente.
Eppure Niall aveva continuato ad andare avanti.
Allora perché in quel pomeriggio oscurato da nuvoloni grigi si era ritrovato a pensare quelle parole, “Il cibo è il mio nemico” ?
Ovviamente era tutta colpa di quel bullo, che non si faceva più bastare le torture alle quali lo sottoponeva tutti i giorni, non erano più abbastanza per lui.
Proprio una settimana prima, a mensa, aveva incominciato ad additarlo con i suoi amici.
Il biondo avrebbe fatto finta di niente, se solo Narvin non si fosse messo ad urlare a favore di tutti “Ehi! Guardate! Quel grassone di Horan ha preso due, e dico DUE porzioni di pasta! Ma dove vuole andare? Non vede tutta la trippa che ha?? Ha le riserve interne, che bisogno ha di mangiare??” e tutti, tutti avevano incominciato a ridere di lui.
Che fosse per la sua obesità o per la paura che avevano di Came, a Niall non importava; si era sentito morire dentro, mentre per farsi forza stringeva sempre di più il vassoio con il suo pranzo, fino a farsi diventare le nocche bianche.
Quel giorno c’erano stati Zay e Li a rimettere Narvin al suo posto, ma il giorno dopo erano dovuti partire per il raduno di rugby, e Horan era rimasto solo.
Ovvio che Came ne avrebbe approffitato.
Il biondino caccia un sospiro di sollievo alla vista della piccola abitazione bianca: oggi è riuscito ad arrivare a casa sano e salvo, ma domani ci sarebbe riuscito??
Apre la porta, impaziente di rinchiudersi nel suo mondo, dove niente e nessuno avrebbe potuto più scalfirlo.
Nessuno oltre a sé stesso.
Mamma?? Sono a casa!” grida dalla tromba delle scale, ma non ottiene nessuna risposta.
Va in cucina, e attaccato al frigo trova un biglietto della madre: è andata al cinema con le amiche, gli dice di non preoccuparsi, che farà tardi e di arrangiarsi come può con la cena.
Si siede al tavolo sconsolato, avrebbe voluto avere qualcuno con cui potere parlare, anche se quel qualcuno sarebbe potuto essere solo sua madre.
Ripensa all’ora di pranzo, quando si è avvicinato a Lidy, perché avrebbe voluto mangiare con lei.
Lidy era una ragazza bassina, con i capelli biondo cenere e gli occhi grigi; erano sempre stati amici e Niall…
Beh, Niall era sempre stato innamorato segretamente di lei.
Certo, sapeva di non avere la più minima chance con la ragazza (veramente non credeva di avere possibilità con nessun essere, femminile o maschile che fosse), ma esserle amico era già moltissimo per lui.
Horan ripensa al modo in cui lei lo aveva cacciato via, urlandogli “Ma chi ti conosce, omino Michelin??” in modo che potessero sentirla tutti, in modo che tutti sapessero quanto figa e forte fosse in realtà.
Ripensa ai suoi occhi grigi, e ricorda di non avervi letto nessuna traccia di rimpianto mentre diceva quelle parole acuminate, ma solo disprezzo.
Mentre torna con il pensiero a quel momento tremendo, gli occhi del ragazzo si posano sul dolce che ha cucinato suo fratello Greg, e che ora riposa nella tortiera.
È più forte di lui, si avvicina a quella delizia al cioccolato… e da lì in poi le cose vanno da sé.
 
Un morso perché si sente così maledettamente solo.
Un morso perché non si piace nemmeno un po’.
Un morso perché credeva che Lidy tenesse veramente a lui.
Un morso per l’odio che prova nei confronti di Narvin.
Un morso per tutte le prese in giro che ha dovuto subire.
Un morso per le risate di tutta la mensa in risposta alle grida di Came.
Un morso perché è rimasto solo un piccolo pezzo di torta, che senso avrebbe lasciarla lì? Continuerebbe solo la sua tortura.
 
Posa in lavastoviglie il corpo del reato, si sente già male e in colpa di suo, non sopporterebbe ancora la sua vista.
Sale faticosamente le scale, appesantito dai kili di troppo che non è mai riuscito a smaltire, un po’ perché non portato per l’attività fisica, un po’ perché mangiare è sempre stata la sua valvola di sfogo.
Sta per entrare nella sua camera, deve preparare una relazione sulla seconda guerra mondiale per lunedì  e prepararsi per l’interrogazione del giorno dopo di spagnolo, ma nota alle sue spalle una porta aperta, così vi entra.
È il bagno di sua madre, quello con lo specchio enorme; ed è proprio in quel pezzo di vetro che il ragazzo inizia a fissare il suo riflesso.
Dio, quanto si  odia, quanto si fa schifo!
I capelli biondo tinto che non hanno un verso, impossibili da pettinare, gli occhi azzurri oscurati come sempre da una patina triste, i denti un po’ storti, ma non importa, perché tanto oramai è da un bel po’ di tempo che non sorride e non ride più come era suo solito fare.
Infine la sua pancia, così tanto evidente anche sotto il maglione largo.
Vorrebbe tirare un pugno allo specchio, per non doversi più vedere, ma tanto sa che la realtà non cambierebbe.
Abbassando lo sguardo nota nel riflesso il componibile bianco, al quale non ha mai fatto particolarmente caso, ma che ora sembra quasi chiamarlo.
Si gira, e la porcellana bianca del water non gli è mai sembrata così invitante, così amica.
Nemmeno mezzo secondo e Niall prende la sua decisione.
Un passo, un altro e poi si inginocchia davanti alla tazza.
Porta il viso sul buco, si caccia le dita in gola e vomita, vomita e vomita.
È come se facendo fuoriuscire ciò che ha inghiottito per riuscire a riprendersi da tutti i torti subiti, da tutto ciò di sé stesso che non gli piace, stesse vomitando tutti i dispetti, le prese in giro, le persone nemiche.
Così vomita Narvin, Lidy, il ragazzone alto che gioca a calcio che rideva di lui con i suoi amici e molti altri ancora, fino a che nel suo stomaco non rimane più nulla se non un grande senso di vuoto.
Si alza dal pavimento, fissa per un po’ il frutto della sua opera, prima di tirare lo sciacquone.
Sorride leggermente, è divertito dalla piega che stanno prendendo i suoi pensieri; con quel gesto è come se stesse mandando a cagare tutte quelle persone, tutte quelle situazioni.
Era ora” non può fare a meno di pensare.
 
 
 
 
Sono già diverse settimane che Niall va avanti di questo passo: mangia, raramente per la fame, il più delle volte per il dispiacere, e poi rigetta tutto.
Inizialmente lo faceva solo la sera, nel bagno davanti alla sua camera, ma poi non gli era più bastato, così a pranzo mangia il più velocemente possibile, poi si allontana con una scusa qualsiasi dai suoi unici amici e corre verso il bagno, chiudendosi in uno dei cubicoli e inginocchiandosi sul pavimento, incurante dell’igiene, guidato da una cosa più forte di lui.
Nessuno si è accorto della nuova abitudine dell’irlandese; quando Zayn e Liam sono tornati lo hanno trovato diverso, ma non ci hanno fatto più di tanto caso, hanno creduto alla storia che gli ha raccontato il loro amico.
Se solo avessero indagato un po’ di più forse avrebbero capito che il biondo da solo in palestra non ci sarebbe andato nemmeno pagato o sotto tortura.
Nessuno si è mai accorto di me, perché dovrebbe essere diverso ora?” Pensava il tinto.
Ma forse non era vero. Forse quel “nessuno” si era trasformato in “qualcuno”.
Perché era già da un po’ di tempo che un paio di occhi nocciola avevano visto quel ragazzo.
Non ci erano semplicemente scivolati sopra, lo avevano osservato, si erano fermati su di lui, lo avevano studiato, avevano cercato di capirlo.
Quegli occhi non avevano mai incontrato prima delle pozze così profonde di tristezza azzurra, vi erano rimasti incatenati dentro, si erano lasciati affogare in quei mari, incapaci di risalire in superficie, senza la reale voglia di farlo, perché era davvero bello lasciarcisi scivolare dentro.
Quelle due nocciole appartenevano a chi aveva conosciuto il dolore su sé stesso,ed era forse quello il motivo per il quale cercavano sempre quelli azzurri del ragazzo, con un’aria preoccupata e comprensiva.
Si, forse qualcuno finalmente si era accorto di Niall.
Forse avrebbe potuto aiutarlo.
 
 
 
 
La ragazza è nuova a scuola.
Veramente è nuova a Mullingar.
Ok, è nuova e basta, è la prima volta che si trova in Irlanda, proviene da un paese lontano.
Si sa, le cose non sono mai facili per “quelli nuovi”, specialmente ad anno scolastico inoltrato, ma a lei non pare importargliene più di tanto.
Nessuno le parla per primo? Allora è lei che inizia ad attaccare il bottone.
È così che ha fatto con Kevin, Louise, Melinda, Barbara, Liam e Zayn, che ora sono alcuni dei suoi nuovi amici.
Qualcuno la trova già strana e la evita, ma la cosa non la sfiora minimamente, anche se forse è consapevole che la colpa è stata un pochino anche sua: probabilmente arrivare il suo primo giorno di scuola con una maglietta degli Iron Maiden di suo fratello maggiore e con zero trucco addosso non deve avere fatto una gran bella impressione.
Ma perché omologarsi alla massa? Lei è così, è diversa, tutto sommato si piace, e  ci ha messo davvero molto per raggiungere quel traguardo, non ha intenzione di tornare indietro.
Abbastanza alta, più di un metro e settanta, lunghi capelli castani che lascia sempre sciolti in boccoli naturali, non magra ma nemmeno grassa, una specie di via di mezzo.
Lettrice, disegnatrice, sognatrice.
Non le vengono in mente altre parole che finiscano in “ice” per descriversi.
A volte porta, senza vergogna, degli occhiali rettangolari dalla montatura nera, che le vanno a coprire gli occhi.
I suoi occhi nocciola.
Si accorge di quel ragazzo appena entrata nell’edificio.
Sta camminando lungo il corridoio tendendosi stretto al petto i libri di scuola, come se dovesse tenersi insieme, perché ad un minimo soffione di vento si potrebbe rompere in mille pezzi.
Il suo sguardo vaga per le pareti dell’edificio preoccupato, spaventato, e poi si va a riposare sul pavimento.
Lo rivede lo stesso giorno in mensa, mentre cerca qualcuno con cui stringere amicizia e mangiare assieme; è diventata così aperta da poco tempo, ma le piace.
Il ragazzo in questione si è seduto con due tipi che fanno il corso di disegno con lei: il bellissimo ragazzo dalla pelle ambrata, leggermente taciturno, Zayn, e il ragazzo dal sorriso dolcissimo, gli occhi molto simili a quelli di lei, il primo ad averle parlato senza esitazioni, Liam.
Mentre siede al tavolo con Melinda, che la riempie di chiacchere, sbircia incuriosita qualche tavolo più in là, dove può vedere senza problemi tre teste: una mora, una castana e una bionda.
Circa un quarto d’ora dopo quel ragazzo ha già finito di mangiare e si sta dirigendo con foga verso la porta di uscita, così la ragazza non ci pensa nemmeno un secondo, si congeda dalla sua nuova amica e inizia a seguire quel tipo che emana quasi una richiesta di aiuto.
Richiesta della quale solo lei sembra essersi accorta.
Lo rincorre per tutta la scuola, rimanendo un po' più indietro per non farsi vedere, e finalmente lui si ferma davanti ai bagni maschili.
Chiara, questo è il suo nome, aggrotta leggermente la fronte: “Perché è corso fino ai bagni meno utilizzati di tutti, quando ce ne sono di più nuovi proprio a fianco alla mensa?” si chiede confusa.
Le immagini si rincorrono nella sua memoria: il modo in cui aveva visto il ragazzo mangiare, la corsa fino ai bagni…
A Chiara non piace fare i calcoli troppo velocemente, ha sempre paura di scrivere che due più due equivale a cinque, perciò prima di fare una qualsiasi cosa decide di prendersi una settimana di tempo.
Durante questo periodo sta attenta a tutto ciò che succede, il suo sguardo corre sempre a cercare quei bellissimi mari quando entra in una nuova stanza, inizia a chiedere “casualmente” delle informazioni in giro, parla molto anche con Liam e Zayn, i migliori amici di lui.
E finalmente decide che è ora di smetterla di nascondersi.
 
 
 
Niall si è fermato in un parchetto vicino al luogo in cui vive, e una volta sedutosi su di un’altalena non ha potuto frenare le lacrime che da troppo tempo premevano per uscire.
Anche  oggi Came non lo ha risparmiato, a ricreazione.
Probabilmente gli avrebbe volentieri rovesciato addosso il vassoio, ma il biondo ora non mangia più nulla, è dimagrito notevolmente, ma non è ancora abbastanza. Non lo sarà mai.
Se prima trovava conforto nel cibo, ora lo detesta: il cibo è suo nemico, la sola vista lo manda in panico, nulla riesce ad oltrepassare la sua gola.
Si alza dal sedile asciugandosi le guance, e prende a calpestare la strada.
 
 
 
 
 
Quel giorno però non è l’unico in quel parco, come crede lui.
Lei non sa cosa l’ha spinta ad uscire di casa e ad incamminarsi verso il piccolo parco di cui le ha parlato Louise, sa solo che è contenta di averlo fatto, perché ha potuto vederlo senza la maschera che indossa tutti i giorni a scuola. Gli vuole parlare.
 
 
 
 
Il ragazzo si sente osservato, mentre cammina verso casa.
Ha paura che sia –ancora una volta- Came con il suo gruppo di imbecilli tutti muscoli e niente cervello.
Sente dei rumori sospetti, come se qualcuno lo stesse inseguendo; il suo cuore perde un battito e inizia a tremare dalla paura, così cerca di velocizzare il più possibile il suo passo.
Alle sue spalle il rumore ritmico di qualcuno che corre, Horan inizia a muovere sempre più velocemente le gambe, non vede l’ora di arrivare a casa sua, al sicuro, ma una voce lo ferma :”Ehi! Aspettami!” il biondo si gira sorpreso, perché di sicuro quella voce femminile non poteva appartenere a quel bullo maledetto.
Infatti proviene da una ragazza, che ora si sta tenendo le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato.
Quando si rialza da quella posizione semi-accucciata il ragazzo si accorge che porta una maglia dei Queen, dei jeans scuri e delle tipiche scarpe da skater.
Ehi? Niall? Ci sei? Ti chiami Niall, vero?” la ragazza cerca di attirare la sua attenzione, perché ha notato che la persona davanti a lui si trova a mille miglia di distanza con la mente.
Eh? Ah! Si, si sono Niall, Horan” ma non c’era davvero bisogno che glielo dicesse, perché già lo sapeva.
La ragazza allunga la mano, mentre inizia a presentarsi, ma lui sa già chi è, in fondo lei è la strana ragazza nuova.
Il gesto di lei poteva essere sembrato casuale, ma in realtà lo ha fatto con un motivo: mentre stringe la mano di quel ragazzo che  riempie la sua mente ogni momento da che lo ha visto, trova i segni che cercava; i segni che le dimostrano che ci aveva visto giusto: dei piccoli graffi sulle dita della mano… Nota anche le guance scavate, i pesti sotto gli occhi, il pallore della sua pelle.
Dei graffi e dei segni simili a quelli che lei aveva avuto fino a poco tempo prima.
Beh, Niall Horan, anche tu stavi cercando di scappare dalla strana ragazza nuova?” gli sorride mostrando dei piccoli denti perfettamente dritti, che a dire la verità sono frutto di anni di apparecchio e di prese in giro.
Il biondo arrossisce imbarazzato, perché è proprio così che l’aveva appena chiamata nella sua mente, ma lei non sembra esserne disturbata.
No… Io credevo che fosse…Non importa” conclude timido, timidissimo.
Mentre riprendono a camminare, arriva l’incubo di Horan, Narvin, che vedendoli assieme si mette subito a ridere sguaiatamente : “HAHAHAHAH L’obeso e la pazza! Ma che bella coppietta! Ti sei fatto una nuova amichetta?” .
Il biondo stringe i pugni, ma non fa nulla.
 “E se anche fosse? Lo so che per te è una cosa strana, non ti deve essere mai capitato, ma di solito le persone normali si comportano così… Sai, escono insieme, fanno amicizia…”  è Chiara a parlare, e mentre lo fa è calmissima, come un lago di montagna.
Tu…Tu è meglio se stai zitta, mattoide, e guardati un po’, non vedi che cosce enormi che hai?” ribatte con un ghigno, ma niente le abbatte il sorriso : “Certo che le vedo! E ne vado fiera, stronzo!
Came urla di nuovo : “Obesone, domani facciamo i conti!” per poi andarsene.
A Niall si inumidiscono gli occhi, non riesce più ad andare avanti, si siede sul marciapiede con la testa fra le mani.
Che figura di merda!” pensa sempre più scosso da brividi che gli attraversano la schiena.
Poi si sente abbracciare, il suo viso viene nascosto da una cascata di capelli che odorano di pesca, e si ritrova le mani di lei ad accarezzargli la schiena, mentre cerca di placare i suoi sussulti.
Finalmente si calma, e la ragazza si stacca, porgendogli un fazzoletto.
Ah, questa maledetta allergia! Mi capita sempre anche a me di mettermi a piangere per quel maledetto polline, che poi mi prendono pure per depressa!!” dice fingendosi pensierosa.
Niall scoppia in una risata, la prima dopo tanto tempo, mentre prende la mano che Chiara gli ha teso per aiutarlo ad alzarsi.
Sai? Sei molto più bello quando sorridi!” gli dice sorridendo a sua volta, mostrando delle specie di fossette.
Perché fai questo per me? Tutti ti prenderanno in giro se ti vedranno con me!” le dice triste Niall.
Per te? Figurati! È solo che Liam mi ha detto che tu vai in palestra e le vedi le mie cosce, no?? Da sola non ho voglia di andarci, io ho bisogno di te, e non accetto risposte negative!
Il ragazzo non ne è per niente convinto, ma per farla contenta finge di accettare la sua risposta, ancora incredulo per la consapevolezza che si è radicata nella sua mente: ora ha una nuova amica!
L’unico problema è che ora deve iscriversi per davvero in palestra…
 
 
 
Tre mesi  che Niall e Chiara si sono parlati.
Tre mesi che lei si è accorta del nuovo problema di lui.
Tre mesi che vanno in palestra.
E, incredibile ma vero, più di un mese che Came non perseguita più il povero Nialler.
Certo, lui è convinto di esserci riuscito completamente da solo, quella volta che ha trovato il coraggio di affrontarlo.
Si, perché finalmente il nostro biondo ha ricominciato a credere in sé stesso, anche se non pensava che in realtà fosse una cosa possibile.
Ci è riuscito grazie ai suoi amici, che gli sono sempre restati accanto, dandogli la forza di non mollare mai, anche quando faceva male.
Ci è riuscito grazie anche a lei, che lo proteggeva da tutto e tutti.
E’ solo grazie a lei se è riuscito ad uscire da quel tunnel insalubre dove era caduto a causa di Came.
La verità sull’arresto degli stupidi “giochetti” di quel bullo??
La verità è che Narvin se la faceva letteralmente sotto da quando era stato accerchiato da Zayn, Liam e Chiara, che si era scoperto essere cintura nera di karate.
Beh, diciamo che quella lezione se la sarebbe ricordata ancora per parecchio tempo…
Niall ha capito di essere definitivamente “guarito” quando ha smesso di pesarsi ogni giorno, dopo pranzo; quando si è ritrovato a desiderare un piatto di pasta, e una volta mangiato quello e un frutto, sentendosi sazio, non ha continuato ad ingurgitare cibo come avrebbe fatto un tempo: perché avrebbe dovuto?? Le cose non sono più come una volta, sa che gli amici che gli restano sono veri, e non ha più paura di nessuno.
 
 
 
Niall non si è mai sentito così tanto nervoso in vita sua, sente di stare per fare la cazzata più grossa della sua vita.
Se le cose non andassero come lui spera, rischierebbe di rovinare per sempre un’amicizia alla quale tiene tantissimo.
Vai tranquillo Niall! Se ti dico io che andrà tutto bene puoi fidarti! In fondo, non sono solo il tuo migliore amico, ma anche il suo!” è tutto il giorno che Liam continua a ripetergli queste parole, ma se uno è duro di capoccia come Niall Horan non basta una semplice frase per farlo tranquillizzare.
È arrivato il momento tanto temuto, la fine delle lezioni.
Il ragazzo cerca una testa in particolare fra quelle dei suoi compagni d’istituto che affollano il corridoio, e quando finalmente la vede inizia a correrle dietro.
Chiara! Aspetta!” grida in direzione della ragazza, che sentendosi chiamare si gira e lo saluta con un sorriso, mentre aspetta che la raggiunga.
Ehi Nialler! Mi devi dire qualcosa?” domanda con una speranza che cresce sempre di più.
Il biondo si gratta con fare nervoso la nuca: “Si, ecco, mi chiedevo se volevi uscire con me…nel vero senso della parola, ma ecco, fa come se non avessi detto nulla!” conclude rosso come un pomodoro.
Ma quanto sei tonto?!” gli dice lei alzando gli occhi –brillanti di felicità- al cielo.
Ecco, vedi, lo sapevo che non volevi!” dice deluso Niall.
Eh, ma allora sei davvero stupido! Pensavo non ti saresti più deciso a chiedermelo!” gli sorride lei, dandogli un bacio che gli fa colorare la guancia di rosa.
 
 

THE END

 
Ciao :)
Questa è la mia prima OS, e anche l'argomento trattato per me è relativamente nuovo.
Come avrete letto, il protagonista è un Niall (ma va?!) un po' problematico, che si discosta totalmente dalla realtà, è anche per questo che ho scelto lui come personaggio (oltre alla sua dolcezza HAHAHAHA).
Se avete notato Liam e Zayn sono presenti solo sullo "sfondo", Louis è diventato una Louise hahaha mentre Harry non è presente, in fondo da me ha già ricevuto due ruoli da protagonista u.u
Un piccolo chiarimento : i graffi di cui parlo, sono quelli che i bulemici si procurano con i denti quando si istigano il vomito. Altro chiarimento: se dalla storia non si è capito (cosa molto, molto probabile) anche Chiara ha sofferto di questi disturbi, ma mentre lei ne è uscita da sola, ha voluto dare una mano a chi è meno forte di lei.
(scusate la cruenza e le parolacce lol)
mi scuso anche se sono presenti errori, ho comunque cercato di fare del mio meglio per evitarli!!
bacioni,
Fux


P.S. Sono riuscita a mettere il video con le parole di una canzone che per me si adatta abbastanza alla storia... Fuckin Perfect di Pink ! Se vi va di ascoltarla mentre leggete fatemi sapere cosa ne pensate :))
   
 
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