Il mio nome è Collin, Collin Smith, ho sedici anni e vivo a Edimburgo da due anni con il mio amato fratello ventenne, che amo con tutta me stessa perchè la mia unica famiglia oltre ai miei idoli, quei cinque angeli che solo con le loro voci mi fanno stare bene, mi fanno sentire viva. Non avevamo una vera e propria famiglia da due anni a questa parte, poichè i nostri genitori erano morti, una morte tragica che li aveva coinvolti entrambi dopo un incidente mortale sull'autostrada, quando eravamo due anni fa in vacanza in Italia, a Milano. Un pazzo ci aveva sorpassati così finimmo fuori strada e gli unici a salvarci fummo solo io e Carl. Da quel momento unimmo le nostre foze e andammo avanti, fino ad oggi, giorno del mio sedicesimo compleanno. Secondo compleanno senza la presenza dei nostri genitori. Secondo compleanno senza loro che la mattina vengono in camera mia e mi svegliano cantando 'tanti auguri a te'. Secondo compleanno senza l'immancabile e deliziosa torta di compleanno preparata da mamma. Secondo compleanno senza una parte del mio cuore. Oggi è dodici dicembre, giorno del mio compleanno, sono le sette e quaranta del mattino e io sono nel mio letto, che rifletto. Rifletto su quanto sia grata alla vita per avermi dato mio fratello, la mia migliore amica e i miei idoli, che amo infinitamente. I miei pensieri vengono subito interrotti da un rumore proveniente dalla porta, segno che qualcuno sta bussando. Avendo capito di cosa si trattasse dal letto urlo: "E' apeeeeeerto!". La porta si apre e vedo subito mio fratello che entra con un vassoio colmo di pasticcini con sopra una candelina. A quel punto le lacrime prendono il sopravvento e scoppio in un pianto di gioia che presto coinvolge anche mio fratello Carl. -"Ehi piccola buon compleanno"-disse Carl dopo qualche lacrima. Dietro con se aveva anche un piccolo stereo da dove si poteva sentire una canzone simile a 'tanti auguri a te'. Provava ad intonarla anche lui, ma tappai scherzosamente le orecchie facendogli cenno di fermarsi. Lui entrò e si sistemò seduto sul letto di fianco a me. Poi fui la prima a parlare. -"Carl, sei il fratello migliore del mondo, davvero. Riesci sempre a farmi sorridere, anche con uno stupido pasticcino con sopra una candelina." -"Per te farei qualsiasi cosa. Ti voglio bene." A quel punto lo abbracciai e rimanemmo così per qualche minuto, fino a quando non ci staccammo e lui mi porse una busta da lettera. -"Questa è per te..."-disse. La aprii e di nuovo piansi, piansi tantissimo perchè conteneva due biglietti per un viaggio andata e ritorno per Londra. -"Io..io...io...Car..." -"Non devi dire niente Col, l'ho fatto con il cuore e perchè sapevo quanto fosse importante per te..." -"Carl, sei la mia salvezza. Partiremo insieme, ti rendi conto? Oddio! Non vedo l'ora!" -"Eh no, non partiremo per niente insieme cara mia!" Dopo cinque secondi di confusione da parte mia e di silenzio abbastanza giocoso da parte di Carl, la porta della mia camera si spalancò nuovamente ma stavolta ne entrò correndo Mali, la mia migliore amica, che sorrideva come un'ebete e lanciava urletti da fangirl. A quel punto capii. -"Coooooooooooollin! Andremo a Londra insiemeeeee! Tre settimane solo io e te alla scoperta di quella magnifica città che sognamo da quando eravamo piccole, ma soprattutto è la città dei nostri idoli!" Sorrisi, piansi e sorrisi. Non potevo chiedere di meglio. Tutto grazie a mio fratello, tutto grazie a lui. Ci stringemmo tutti e tre in un caloroso abbraccio pieno di affetto. Ecco, quella era la mia famiglia.