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Autore: PanCake__    08/07/2013    3 recensioni
[...] “Okay Serena, ho trovato una cosa strana. Appena finisci di guardare questo video che hanno girato a Verona, SCRIVIMI subito”[...]
[...]“ Amanda, ti avevo detto che avevo visto qualcosa di biondo” quasi urlai
“ E io una testa strana!!!”[...]
QUESTA È LA STORIA CHE È SUCCESSA A ME E AD AMANDA QUANDO SIAMO ANDATE A MILANO. NON È QUELLO CHE CREDETE, NON SIAMO STATE FORTUNATE. :)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 I miei piedi, da quasi cinque ore, stavano sbattendo sul pavimento della mia povera e squallida classe. Il mio cuore non voleva decidersi a calmarsi, nonostante cercassi di regolarizzare i battiti facendo dei respiri lunghi e profondi.
La professoressa, quel giorno, richiamò quasi una ventina di volte, me e la mia migliore amica, nonché vicina di banco, Amanda.
Continuavamo a parlare e ad immaginare ad occhi aperti per un solo semplice motivo.
Milano – 20 maggio 2013 – concerto One Direction.
Era da più di un anno che aspettavamo quel giorno, e da più di un anno che non pensavamo ad altro se non a quei cinque giovani ragazzi anglo – irlandesi che avevano rubato il cuore a miliardi di fan, compreso il nostro.
Avevamo vent’anni, e sembrava stupido, per delle ragazze della nostra età, parlare in quel modo, ma quando qualcosa ti rapisce il cuore, niente riesce più a fartelo tornare indietro.
Non dico che eravamo innamorate, ma provavamo per loro un qualcosa che si avvicinava all’amore.
Come tutte comunque, credo, facevamo pensieri malsani su di loro, ma fantasticavamo anche su come poteva essere la vita insieme ad una superstar.
Come sarebbe stato essere classificata la ragazza di uno degli One Direction.
Come sarebbe stato camminare con Liam mano per mano in mezzo alle vie di Londra.
Come sarebbe stato scherzare, ridere per poi darsi dei leggeri baci a stampo con Harry nelle città in cui loro dovevano fare il concerto.
Come sarebbe stato passeggiare con Zayn.
Come sarebbe stato farsi e lasciarsi amare da Niall.
Erano dei bellissimi sogni, come anche delle speranze, che MAI nessuno ci avrebbe impedito di vivere.
E a noi andava bene cosi.
Sapevamo al mille per mille di non poterli mai avere, di non poter mai girare con loro come se fossimo sempre stati amici, ma sperare non costava nulla, e io ed Amanda eravamo felici in qualsiasi modo.
« Cazzo, mancano cinque minuti» la mia amica mi punzecchiò una gamba, da sotto il banco, per non farsi notare dalla professoressa di italiano, che dopo averci tirato delle occhiatacce perfide, riprese a spiegare Pascoli e la sua meravigliosa poesia “X agosto”.
« Credo di non potercela fare» sussurrai io, lasciando cadere la testa sul banco, facendo anche un rumore abbastanza assordante.
« Ti rendi conto che saremo nella loro stessa città? Respireremo la stessa loro aria»
Certo, per avere i nostri vent’anni, facevamo un po’ paura. Se qualcuno ci avesse sentito, ci avrebbe preso per pazze. Ma che importava?
« Stiamo calme. E la loro aria la stiamo già respirando»
Il mio cuore continuava a battere veramente troppo forte, e avevo paura che Deborah, l’altra mia vicina di banco, potesse sentire cosa stava succedendo dentro di me.
Mi abbandonai, ripensando ancora una volta a come avremmo potuto incontrarli, e a come potevamo farci notare.
Avevo sempre immaginato di farli innamorare di me con un solo semplice sguardo, ma la cosa era al quanto IMPOSSIBILE.
Comunque, in mezzo a milioni di persone, risultava abbastanza difficile spiccare, soprattutto se non sei quella bellezza da togliere il fiato.
« Serena, ti muovi? È suonata!» mi strattonò Amanda
Mi alzai velocemente, riponendo tutti i libri nella borsa, e incominciando a correre, tirando anche delle spallate a destra e sinistra, per paura di perdere il treno, e arrivammo in stazione in circa dieci minuti.
« Amy, non ce la faremo mai. Mancano due minuti e il treno parte. E noi dobbiamo ancora fare il biglietto» ero più agitata di una donna che stava per partorire.
« Stai calma dannazione. Vado a prendermi le sigarette. TU STA QUI E PRENDI I BIGLIETTI!»
Anche Amanda ci stava mettendo del suo per far aumentare la mia ansia, ma NON solo.
Tre ragazze dietro di noi, non facevano altro che urlare e mettermi fretta.
Si era capito benissimo che stavano andando da LORO, dai miei ANGELI, e visto che non potevo sterminarle, mi girai, e cercai di parlare con loro.
« Credo che siamo qui per lo stesso motivo» avevo la voce che tremava.
DANNAZIONE.
« Anche tu per i ragazzi?»
Mi piaceva tantissimo quando le Directioner, classificavano i One Direction, “ragazzi” era come se fossimo veramente una famiglia unita.
« Si, io e la mia migliore amica» indicai Amanda
« Hai i biglietti per il concerto?» mi chiese la più alta delle tre.
Se ci facevo bene caso, tutte avevano all’incirca la mia età, se non più grandi. Che soddisfazione.
« Ehm, no!» abbassai lo sguardo
Mi rendeva triste quel piccolo, ma enorme particolare.
« Pensi di incontrarli anche se non hai il biglietto?»
Okay, questa voleva un pugno diritto in faccia, come la bambina che stava al mio fianco, che senza averla interpellata, urlò al fatto che lei al concerto ci sarebbe andata e che io ero solo stata presa dalla sfortuna per non aver preso i biglietti.
Mi fece pure la pernacchia.
Bambina odiosa.
« Non lo so, si spera. Noi ci proviamo. Lo sappiamo che non ci vedranno e noteranno mai, e che noi non li vedremo, ma almeno ci proviamo» risposi io alla domanda della mia nuova conoscente
« Noi ieri siamo andate a Verona. È stato bellissimo. Hanno pure letto la mia domanda su twitter!» era emozionata, e si vedeva che era felice.
Si capiva che era l’unica cosa bella che le fosse capitata.
Invece a me venne una stretta al cuore. Potente. POTENTISSIMA.
« Bhe, ci vediamo, magari là a Milano. È stato un piacere conoscervi»
Le liquidai immediatamente.
Se avessero continuato a parlare mi sarei messa a piangere nel giro di pochi secondi, davanti a tutti.
 
«Guarda quanta gente» urlai io, appena scendemmo dalla metropolitana.
Ci trovammo direttamente davanti al Mediolanum di Assago.
Ero rimasta stupita da quante persone avevano circondato il forum. Era una sensazione bellissima, un po’ meno per me per il fatto che io sarei rimasta fuori, ma vedere i sorrisi stampati sui visi delle ragazze mi riempiva di gioia. Ero felice per loro perché avrebbero realizzato uno dei loro tanti sogni.
« È spettacolare» sussurrò Amanda, con lo sguardo fisso al di là della rete
Avanzammo, con le gambe che tremavamo, con l’adrenalina allo stato puro in corpo, e con una speranza incredibile nei nostri occhi.
Scendemmo alcuni gradini.
Ed eccoci li, immerse nella folla.
Mi sentivo anche io una persona famosa.
Molte ragazze chiedevano a me e ad Amanda di fare alcune foto, perché ci definivano “grandi” e volevano far vedere ai loro amici che i One Direction non erano ascoltati ed amati da solo un gruppo di ragazzine dai sette ai sedici anni.
Sorridevo, come sempre, cercavo di mascherare la mia angoscia in quelle foto. Volevo trasmettere serenità a tutte.
Ma di colpo, TUTTE sparirono.
Corsero dietro un pullman arancione, urlando ogni singolo nome dei componenti della Band e i miei respiri accelerarono.
Che ci fossero loro dentro a quel pullman? Quello non lo sapevo. Non si vedeva nulla per colpa dei vetri oscurati, e la gente ci sballottava da tutte le parti come se niente fosse.
Ci mettemmo a correre anche noi, ma un signore ci fece calmare.
« Ci sono solo gli attrezzi dentro quel pullman»
Ecco cosa ci disse, cosi abbandonammo la nostra corsa, che con quel caldo era una mazzata nelle palle, e rimanemmo lì a guardare quelle ragazzine BELLISSIME, con le lacrime agli occhi, che cantavano ogni loro singola canzone.
Il pullman non si decideva a fermarsi, fece anche inversione e intraprese una strada diversa, e forse era anche per quel motivo che ero veramente molto più tranquilla.
Ma qualcosa catturò la mia attenzione. Non sapevo esattamente cos’è era. L’unica cosa che riuscii a vedere era qualcosa di giallo, o tendente a quel colore.
« Bho, io ho visto una testa strana» disse Amanda, con la testa rivolta verso la mia macchina fotografica.
« Devo essere sincera? Io ho visto qualcosa di biondo»
Ma l’unica cosa che fummo, fù fare spallucce ed allontanarci da quella zona per avvicinarci ai cancelli, dove si sperava che loro si affacciassero. Ma era una cosa altamente impensabile.
Stava di fatto che dentro quel mezzo loro non c’erano, e il signore ce ne aveva dato la dimostrazione. Al diavolo le teste strane, se quel pullman conteneva gli strumenti musicali, allora loro dovevano essere stati su un altro pullman. Ma quale? Che stress.
Passarono ore interminabili.
Il sole stava calando.
Le donne che avevamo conosciuto quel giorno se ne stavano per andare, lasciandoci da sole, facendoci capire che forse anche per noi era giunta l’ora di tornarsene a casa.
Sarei stata stupida a dire che in stazione a Milano non mi sia messa a piangere, sarei stupida a dire di non aver pensato una sola volta che loro potevano notarmi, anche da lontano. Sarei stupida a dire di non aver pensato ad un loro buttafuori che mi venisse a chiamare dicendomi che uno di loro mi voleva vedere.
Sognavo ad occhi aperti, e fino ad allora amavo farlo, ma quel giorno tutti i miei sogni erano caduti in mille pezzi.
Piangevo, a dirotto.
Dissi anche che li odiavo dal profondo del mio cuore, cosa che poi mi ero rimangiata nel giro di pochi secondi.
Mi facevano stare male. Facevano star male me, la mia testa, il mio stomaco e il mio cuore. Troppo fragile per sopportare tutto questo.
« Sere, ti prometto, giuro su me stessa, che nel 2014 ci saremo. Prenderemo quei dannati biglietti, e saremo in prima fila a vederli. Non mi interessa niente. Te lo prometto davvero. Ci siamo fatte il mazzo per venire qui, abbiamo perso quattro treni perché continuavamo a dire “Adesso arrivano, me lo sento” quando poi non sono MAI arrivati. Quattro fottuti treni, prima di prendere questo. Arriveremo a casa alle undici di sera, renditi conto. Davvero, te lo meriti e me lo merito. GIURO, TE LO PROMETTO»
Ecco perché era la mia migliore amica. Perché sapeva rasserenarmi in ogni momento. Sapeva come tirarmi su il morale in queste brutte situazioni.
La amavo, non c’era nient’altro da dire.

Cheeeeeeo:)
questa è la mia seconda FF! Che ho scritto da un pò di tempo! È diversa dall'altra! E anche il personaggio cambia, perchè la faccio su Niall :')
Spero che vi piaccia, e spero che mi lasciate qualche recensione, proprio per sapere se vi piace, se devo smettere, o continuare! un bacione,Sam:)


@Sam94tha

  
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