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Autore: HikaRin    21/01/2008    4 recensioni
[the GazettE, alice nine.] Aoi, Europeo in carriera, con una famiglia e una vita perfetta, o quasi. Uruha, una delle geisha più belle e richieste del Giappone, impaziente di conoscere l'amore. Ma una geisha non dovrebbe MAI innamorarsi.
Ambientato dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando il Giappone cominciava ad aprirsi al resto del mondo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Alice Nine, The GazettE
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a chi a commentato! <3
Ecco il secondo capitolo.

Enjoy!

Chapter 2

La sera seguente Reita ed Aoi stavano aspettando nella sala da tè l’arrivo delle due geisha. Il biondo era riuscito ad organizzare una serata per lui ed Aoi solamente, con le due più richieste della città.
La loro popolarità era, probabilmente, dettata dal fatto che erano due rappresentanti dei pochi uomini geisha che erano rimasti in tutto il paese. Ed ovviamente, anche perché erano due creature semplicemente stupende.
C’era solo un piccolo problema: Aoi ancora non sapeva che Uruha era un uomo. Ma l’avrebbe scoperto molto presto, di questo Reita era sicuro.

Il moro, da quando aveva posato lo sguardo su Uruha, non era più riuscito a smettere di pensare a lui. E non vedeva l’ora di poterlo –o poterla, come credeva lui- conoscere di più. Era arrivato in Giappone da due giorni, eppure era già riuscito a lasciare da parte la sua vita che era rimasta in Europa. E Reita non poteva esserne più felice, in soli due giorni lo aveva visto sorridere genuinamente, come non faceva da anni.

Il biondo era intento a spiegargli come avrebbero passato la serata, dato che questa sarebbe stata la prima volta per Aoi. Ma la sua mente era da tutt’altra parte, non riusciva a deviare lo sguardo dal viso angelico di Uruha.
“Aoi. Ma mi stai ascoltando? Aoi!” Reita fece schioccare le dita davanti al viso del moro per richiamare la sua attenzione, ma anche quel gesto non risultò molto efficace.
“Uh? Ah, si..Certo..” Disse, e giusto in quel momento la porta si aprì, e Reita si affrettò a far alzare Aoi in piedi e a farlo inchinare per salutare le due geisha.

Quando alzarono lo sguardo se le ritrovarono davanti, con un piccolo sorriso su entrambi i loro volti, e più belle che mai.
Saga indossava un kimono rosso, decorato da disegni di fiori di ciliegio. I capelli erano legati in un’acconciatura più elaborata del solito, e alcune ciocche più lunghe e non legate ricadevano dolcemente sulle sue spalle e ai lati del viso.
Uruha, invece, aveva un kimono bianco e rosso –leggermente più chiaro di quello dell’altro ragazzo- decorato con disegni che Aoi non riusciva a definire. I suoi capelli biondi, infine, erano acconciati in modo che cadessero attorno a tutta la sua testa fino a poco prima delle spalle, una ciocca gli copriva leggermente un occhio e altre due, molto più lunghe delle altre, ricadevano lungo le sue spalle e il suo torso.

Fecero un piccolo inchino appena entrate, poi Reita si accomodò al tavolino piazzato al centro della stanza, segnalando ad Aoi di seguirlo.
“Buonasera Saga, Uruha.” Disse il biondo, e Aoi fece un cenno con la testa e rivolse un piccolo sorriso ai due.
Le due geisha si avvicinarono e si sedettero accanto ai due uomini.
“Buona sera Reita-sama.” Disse Saga, sorridendo al biondo. Poi si voltò verso il moro. “Aoi-san.” E inchinò il capo, così come fece Uruha appena dopo che si fu seduto accanto a lui.

Parecchie tazze di tè e sake dopo, i quattro si erano lasciati andare. Reita aveva anche preso Saga tra le braccia, e il castano si era accomodato tra le sue gambe e accoccolato contro il petto del biondo.
Uruha ancora non aveva parlato. Aveva riso un paio di volte, ma si era limitato ad annuire a tutte le domande che gli venivano poste. Oppure volgeva lo sguardo verso Saga, che rispondeva al posto suo.

“Uruha, non vorrei sembrare indiscreto.. Ma per quale motivo non parli?” Ad un certo punto Aoi non era riuscito a non rivolgere questa domanda alla geisha, che arrossì un poco e guardò per l’ennesima volta Saga.
Questo stava ridacchiando, accompagnato da Reita. “Devo dedurre che non gli abbiate detto nulla, Reita-sama?”
Il biondo scoppiò definitivamente a ridere e scosse il capo in cenno di dissenso. “No, ma credo sia ora che lo scopra.” Disse poi, lanciando uno sguardo d’incoraggiamento in direzione di Uruha. Nel frattempo Aoi osservava questo scambio di sguardi completamente confuso.

La geisha bionda abbassò lo sguardo, e con voce flebile cominciò a parlare. “Anche io.. Sono un uomo, Aoi-san.”

Beh, senza dubbio lo era. Quella voce profonda non avrebbe potuto di certo appartenere ad una donna! Eppure Aoi aveva creduto di aver avuto davanti la donna più bella che aveva visto in tutta la sua vita. Invece, era l’uomo più bello che aveva mai visto in vita sua. Eppure, si ritrovò ad essere ancora più intrigato da Uruha, e sorrise dolcemente.
“Devo ammettere che non me lo aspettavo. Però ora che lo so, se devo essere sincero sono ancora più incuriosito da te.” Disse al biondo, il quale arrossì involontariamente.

“Ooh.” Reita aveva un’espressione stupita stampata in viso, che presto fu però sostituita da un sorriso. “Forse è meglio se li lasciamo soli, Saga-chan. Mi accompagneresti a fare una passeggiata in giardino?” Disse, porgendo la mano al castano che lo guardava con occhi sognanti.
“Con piacere.” Regalò un dolce sorriso al biondo e si fece aiutare ad alzarsi, per poi essere condotto fuori da Reita.

Appena i due furono usciti, Aoi si voltò verso Uruha e gli sorrise. Gli sfiorò lievemente una mano per invitarlo a guardarlo, e quando i loro sguardi si incontrarono Uruha arrossì ancora.
“Mi dispiace di non avervelo detto subito, Aoi-san.” Disse il biondo, abbassando lo sguardo. Aoi sfiorò ancora la sua mano, per guardarlo un’altra volta negli occhi.
“Non preoccuparti, non c’è problema.” Il suo sorriso si allargò ancora un po’. “Posso essere sincero con te, Uruha?” Chiese poi, e quando vide la geisha annuire posò definitivamente il suo palmo sul dorso della mano del biondo.
“Sei la creatura più bella che io abbia mai incontrato. Non importa che tu sia uomo o donna, dalla prima volta che ti ho visto sento il desiderio di volerti conoscere di più. Potrai esaudire questo desiderio?”

Uruha questa volta arrossì violentemente. Certo, era abituato ai complimenti, ma Aoi voleva davvero imparare a conoscerlo? Era una cosa che non gli era mai capitata. Scostò lo sguardo, e un piccolo sorriso si fece strada sul suo volto.
“Non so davvero cosa dire, le vostre parole mi lusingano e mi rendono davvero felice, grazie Aoi-san. E anche a me piacerebbe imparare a conoscervi meglio.” Poi abbassò la voce. “Non dovrei dirlo, ma.. Anche voi mi incuriosite molto.”
Detto ciò prese la teiera e versò un’altra tazza di tè al moro, facendo intravedere una porzione di pelle del suo polso come ringraziamento.

**

Reita e Saga erano usciti in giardino, e il biondo camminò per un momento prima di decidere di sedersi a terra, sapendo che Saga stava camminando leggermente dietro di lui.
La geisha fece altrettanto, si inginocchiò accanto a Reita e venne subito stretta da due forti braccia. Reita gli posò una mano su di una guancia e gli fece alzare lo sguardo, per poi posargli un piccolo bacio sulla fronte.
“Mi sei mancato, Saga.” Il castano si strinse forte a Reita, allacciando le braccia attorno alla vita del biondo.

“Anche voi, Reita-sama.” Reita sorrise e scosse la testa leggermente, avvicinandosi per far toccare la sua fronte con quella di Saga. “Ogni volta che torno qui, ti dimentichi sempre che quando siamo soli non devi rivolgerti a me in quel modo.” Anche Saga sorrise, mentre alcune lacrime cominciavano a formarsi nei suoi occhi. Portò le braccia attorno al collo del biondo, mentre alcune lacrime cominciavano a scendere lentamente.
“Anche tu, Reita, anche tu.” Chiuse gli occhi mentre Reita gli asciugava le lacrime dal viso. “Credevo di impazzire, se non ti avessi rivisto al più presto.”

Reita lo fece accomodare tra le sue gambe e lo strinse contro il suo corpo. “Ma ora sono qui, no?” Saga annuì, con la testa premuta contro il petto del biondo, cosa che fece ridere Reita. “E devo confessarti una cosa.. Se tutto va come previsto, presto arriverà il giorno in cui staremo insieme per sempre, Saga.”
A queste parole la geisha alzò lo sguardo improvvisamente, guardando il biondo con occhi spalancati e pieni di curiosità. Il suo trucco era stato leggermente rovinato dalle lacrime, e Reita sorrise. “Guarda cosa hai fatto.. Hai rovinato un lavoro così perfetto per piangere per uno come me.”

“Parli sul serio?” Saga appoggiò il capo sulla spalla del biondo e con voce più bassa continuò. “Staremo insieme per.. Sempre?” Reita si abbassò e baciò un’altra volta la fronte del castano.
“Sono quasi certo che alla fine di questo viaggio Aoi non vorrà più andarsene, Saga. Ed allora tutto andrà al posto giusto.”

Saga alzò la testa e guardò il biondo negli occhi, il suo sguardo era colmo di speranza. “Lo credi davvero?” Chiese leggermente, e Reita sospirò abbozzando un sorriso. “Lo spero.” Poi cominciò a sporgersi in avanti lentamente, facendo indietreggiare la geisha con la schiena fino a fargliela appoggiare a terra.
“Se vuoi possiamo passare la prima notte insieme da quando sono tornato a parlare di cose di cui ora non devi preoccuparti.. Ma io preferirei passarla nello stesso modo in cui abbiamo passato l’ultima notte prima di essere partito l’ultima volta.”

Il sorriso di Saga si allargò notevolmente, avvolse di nuovo il colo di Reita con le sue braccia e lo attirò a sé. Quando le loro labbra erano ad un soffio le une dalle altre, si fermò per sussurrare qualcosa. “Mi siete mancato incredibilmente, Reita-sama.”
Non ricevette una risposta, ma solo due labbra che si posarono sulle sue, labbra che aveva aspettato di poter assaggiare di nuovo per moltissimo tempo.

**

Si era fatto abbastanza tardi, Aoi ed Uruha avevano passato un paio d’ore da soli ed entrambi avevano apprezzato parecchio la compagnia dell’altro. Avevano avuto l’opportunità di conoscersi meglio ed erano entranti in confidenza piuttosto velocemente.
Uruha sapeva che Saga non sarebbe tornato molto presto quella sera, quindi decise di tornare all’okiya da solo, ed Aoi insisteva per accompagnarlo.

“Non mi piace l’idea di farti camminare per le strade da solo a quest’ora, Uruha, Lascia che ti accompagni.”
Il biondo lo guardava con aria corrucciata, scuotendo il capo. “Aoi-san, davvero non è il caso. E non ce n’è bisogno, non vi preoccupate.” Disse quasi sottovoce. Infatti, sapere che Aoi si preoccupava così tanto per lui lo lusingava davvero molto. Ma non poteva di certo farsi riaccompagnare all’okiya da un cliente! Però.. Se non lo avrebbero visto, forse..
“Si che ce n’è bisogno! E se ti succede qualcosa?” Aoi si era avvicinato e gli aveva preso le mani tra le sue, guardandolo quasi supplicante. Ed Uruha cedette.
“Va bene.. Ma non vi devono vedere, Aoi-san, per nessun motivo.” Il moro sorrise ed annuì, ed i due uscirono diretti all’okiya.

Il tragitto lo percorsero in totale silenzio, per qualche strano motivo si era creata un’atmosfera tesa che nessuno dei due voleva spezzare. Qualche metro prima di arrivare all’okiya Uruha si fermò e si voltò verso Aoi.
“Siamo arrivati. E’ meglio che gli ultimi metri li faccia da solo, Aoi-san.” Disse il biondo con un piccolo sorriso. Il moro annuì e rispose al sorriso. “E’ stata una serata magnifica, Uruha. Sono felice di averti conosciuto e non mi dispiacerebbe continuare a farlo.”
La geisha lo guardò sorpreso, arrossendo vagamente. “Siete sincero?” Chiese dolcemente, poi.
“Mai stato più sincero di ora.” Disse, avvicinandosi di qualche passo al biondo, sempre sorridendo.
Il biondo si inchinò. “Anche io sono felice di avervi conosciuto, ed ho passato una splendida serata in vostra compagnia.” Anche Aoi si inchinò, ed Uruha rise leggermente. “Dovete fare un po’ di pratica con gli inchini, Aoi-san. Ora è meglio che vada. Buonanotte..” Rivolse un ultimo, dolce sorriso ad Aoi e poi si voltò, ricominciando a camminare. Aoi lo osservò fino a che non fu entrato nell’okiya, e poi tornò sui suoi passi.

“Buonanotte? Sarà una splendida notte.”

**

“Saga..”

Il biondo si mise a sedere sul futon, dei rumori lo avevano svegliato. La geisha si avvicinò e si inginocchiò accanto a Reita.
“Devo andare, mi dispiace.” Scostò i capelli biondi dal viso di Reita e gli posò un casto bacio sulle labbra. Questi gli legò un braccio attorno alla a vita e lo strinse a sé, possessivamente. “Odio quando arriva questa parte della serata.” Saga sorrise amaramente, odiava anche lui doversene andare nel bel mezzo della notte per tornarsene all’okiya.
Reita gli prese il volto con la mano libera e lo baciò, mettendoci tutto il sentimento possibile. Nessuno dei due voleva separarsi dal calore dell’altro, ma dovettero farlo per mancanza d’aria.
“Ti amo, Saga.” Il castano sorrise, ma poi si allontanò dal biondo. Lo fece sdraiare nuovamente e lo fece mettere sotto le coperte, per poi prendere ad accarezzargli il viso.

“Dormi, ora. Buonanotte.. Ti amo anche io, Reita.”

Detto ciò si alzò, raccolse le sue cose ed uscì dalla stanza.

**

Saga rientrò all’okiya quasi alle tre del mattino, ma Uruha era ancora sveglio ad aspettarlo. Infatti, quando il castano entrò nella loro stanza il più silenziosamente possibile, lo trovò nel suo futon che lo guardava con un’espressione divertita.
“Dove sei stato fin ora, Saga-chan?” Chiese ridacchiando Uruha, ricevendo uno sbuffo in risposta. Si alzò poi, ed andò ad aiutare Saga a spogliarsi del kimono e a struccarlo.

“Com’è andata con Aoi-san, piuttosto?” Chiese il castano, mentre entrambi erano intenti a togliere il kimono dal suo corpo. Sentì Uruha sospirare leggermente, e un sorriso si fece strada sul suo volto.
“Fin troppo bene. Ha voluto persino accompagnarmi fino qui, l’avresti mai immaginato?” Chiese, il sorriso evidente nella voce. “Ed ha detto che ha passato una splendida serata, che è felice di avermi conosciuto e che vorrebbe continuare a farlo!” Continuò, eccitandosi di più ad ogni parola. Saga rise, non aveva mai visto Uruha così felice dopo una serata con dei clienti.

“Per quello sei ancora sveglio?” Chiese, voltandosi a guardarlo, sorridendogli. Uruha di impulso lo abbracciò e annuì vigorosamente.
“Mi ha trattato così gentilmente, Saga-chan.. Non mi ero mai sentito così prima d’ora con nessuno.” Il castano ricambiò l’abbraccio, stringendo il biondo a sé. Improvvisamente, però, Uruha si allontanò e lo guardò con occhi colmi di curiosità.
“Ma basta parlare di me, come è andata con Reita-san?” Chiese, prima di cominciare a struccare l’altra geisha.

Saga sorrise. “Quando siamo usciti in giardino abbiamo parlato un po’. Volevo semplicemente sentire ancora la sensazione che mi da lo stare tra le sue braccia, quello di cui ti ho parlato.” Uruha annuì lentamente e non disse niente, silenziosamente invitando l’altro a continuare. “Era così bello essere con lui di nuovo. Poi, però, ha detto che voleva passare stanotte allo stesso modo in cui passammo l’ultima notte insieme prima di partire.” Saga rise al ricordo delle parole di Reita, e Uruha lo guardò confuso.
“Mi ha sdraiato sul prato, Uruha.. Da li è cominciato tutto.” Spiegò il castano, che subito scoppiò a ridere alla reazione di Uruha. Il biondo infatti era diventato completamente rosso.
“Oh.” Fu l’unica cosa che disse, prima che Saga gli baciasse una guancia e andasse a mettersi nel suo futon.
Anche il biondo tornò nel suo futon, e ci fu un attimo di silenzio prima che Uruha parlasse di nuovo.
“Fa.. Molto male quando se ne va?” Chiese a bassissima voce, aveva paura di ferire Saga, ma aveva anche bisogno di sapere.

Saga fece passare un attimo prima di rispondere.. “E’ come se ti portassero via una parte del tuo cuore, Uruha-chan. Immagina come dev’essere vivere, senza quella parte del tuo cuore.” A questo il biondo non rispose, si limitò a sdraiarsi definitivamente e mettersi sotto le coperte.
“Non preoccuparti di questo però, ora. Lascia che gli eventi scorrano, e apprezza ciò che la vita ti sta regalando in questo momento.”

“Grazie.. Buonanotte, Saga-chan.” Il castano spense la lampada ad olio che si trovava vicino al suo letto.

“Buonanotte, Uruha-chan.”

  
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