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Autore: fedenow    21/01/2008    5 recensioni
Camminare su percorsi già battuti, seguire il Programma, rispettare le regole: Draco Malfoy.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla luce della luna

Buonaseeeera a tutti! Ecco la mia  nuova creatura...
Racconto scritto per il quinto concorso ufficiale di Acciofanfiction: ff sviluppate a partire da una citazione.
Vi dico solo che io adoro questa storia, sono veramente soddisfatta, e spero tanto che, leggendo, capiate cosa intendo. Un bacione e un grazie a chi recensirà!
Ahh...dedico questa storia naturalmente a Hugo Weasley, perchè di recente l'ho turpemente dimenticato alla stazione!!
Buona lettura!





"La luna non porta alcun rancore."

(Rapsodia in una notte di vento, T. S. Eliot)




ALLA LUCE DELLA LUNA





Eccomi qui: capelli biondi, un mantello troppo grande per me. Sono vita vissuta a metà, anni sfumati in una parvenza di esistenza. Sono Draco Malfoy, figlio di Lucius Malfoy e Narcissa Black, un destino scritto anni prima di essere vissuto.
Prima di essere concepito si sapeva già cos’avrei fatto; tutti sapevano già cos’avrei fatto, io l’ho capito ben presto. Cosa si può fare con un padre Mangiamorte e una madre che lo segue a ruota?

Non si può essere Draco, si deve essere figlio di Lucius.


Quando mi sveglio, le poche volte che riesco a dormire, mi alzo dal letto sentendo un peso opprimente sul cuore –ho un cuore? Draco Malfoy non capisce chi è, forse perché non è mai stato.
Draco Malfoy certi giorni, soprattutto in passato, voleva alzarsi e poter sorridere; non so, fare le solite cose…scendere dalle scale dei Serpeverde cantando a maggio una canzone natalizia, raccontare barzellette mentre fa colazione, lanciare gavettoni sulla testa unticcia di Piton…

Ma il figlio di Lucius non può fare niente di tutto ciò. Non è stato previsto questo per lui.

Camminare su percorsi già battuti, seguire il Programma, rispettare le regole: Draco Malfoy.

Uccidere, ferire, tradire, umiliare sono i precetti del buon Mangiamorte. E questo devo essere. E questo sono.

Mi avvicino alla porta scura, i battenti dorati; quasi più insensibile di me, ma non ne sono certo. Poso la mano sulla maniglia, ed è in questo momento che sento la sua voce, il suo grido. Cosa le stanno facendo…lo voglio davvero sapere?





“Schifoso lurido verme! Cos’hai fatto? COS’HAI FATTO?”
Piange e urla mentre vede il corpo di Fred buttato in qualche modo al suolo, in un angolo di quella schifosa prigione. Ucciso da Fenrir Greyback, ma lei non lo sa.

La devo zittire subito, sotto minaccia della bacchetta. “N...non sono stato io...”, occhi vacui  e bacchetta puntata inoffensivamente verso il basso.

“Bugiardo! Perché l’hai fatto? Perché?”
“Greyback...”, continuo a fissarla, bacchetta che cade per terra, e in quella disperazione mi vedo riflesso.
“Greyback? È stato lui?”, domanda mentre si volta a guardarmi. “E tu perché non l’hai fermato?”

 “Sono Draco Malfoy.”

Si avvicina e mi tira una sberla che brucia in eterno. Lacrime ovunque. “Ti ho chiesto perché non l’hai fermato.” Pugno nello stomaco.

“Perché sono Draco Malfoy.”, mentre mi raddrizzo.

Un calcio mi colpisce in pieno sterno, mi fa cascare bocconi  nel fango della cella.
Non provo neanche  a rialzarmi, il mio posto è qui nella melma.

Si accascia di fianco a me, stremata e sfigurata dal pianto. Mi fissa.
“Sei solo un pezzente.” Senza neanche più la forza di odiarmi. Non un insulto, una preghiera per litigare: ha bisogno di sentirsi viva.

“Sono Draco Malfoy.”  Ripeto per la terza volta, e lei singhiozza più forte, appoggiando la testa per terra, vicina alle ginocchia, illuminata dal chiarore della luna.

Solo allora la vedo. I lunghi capelli ridotti a un ammasso fangoso, sparsi scompostamente per terra. Quel rosso acceso trasfigurato dal bagliore argenteo della luna. La faccia sembra di dieci anni più vecchia, pallida e imbiancata dal tocco di quei raggi. La luna ci trasforma così tanto?

Mi alzo e mi avvicino alla finestra, investito improvvisamente da quella luce abbagliante. La luna trasforma.
“La luna non porta rancore.”, dichiaro mentre mi volto. Ho scoperto il senso dell’esistenza.

Continua a piangere contorcendosi per terra, non so neanche se mi ha sentito. Mi sposto dalla traiettoria dei raggi lunari, ed ecco che la luce la investe di nuovo, e non si accorge di nulla. È troppo bella per stare nel fango dove poco prima c’ero io.

La strattono e in qualche modo la faccio alzare, la porto alla finestra, lei che continua a gemere disperata. La costringo a guardare, mi brillano gli occhi. “La luna non porta rancore.”

Si gira verso di me, ha voglia di tirarmi un altro schiaffo ma non ne ha la forza.

“Se no perché tornerebbe tutte le notti? Perché non ha rancore.”
Uno spasmo più forte la coglie; la sorreggo mentre barcolla, deve rimanere alla luce della luna.

“Si prenderà cura lei di tuo fratello.” Mi si incrina la voce mentre parlo, Draco Malfoy sta soffrendo.
Non le sfugge; mi guarda negli occhi.

“Uccidimi. Così si prenderà cura anche di me.”

Non è più scossa da termiti, le scivolano lacrime sofferenti lungo le guance. È perfetta lì, i capelli scompigliati, gli occhi gonfi dal pianto, le braccia stese inerti lungo i fianchi, il corpo stremato per i maltrattamenti subiti, illuminata dalla luna.


È quello il momento in cui capisci che vivere ha un senso.


“Non posso.” Rispondo semplicemente; sento che sto sorridendo.

“Perché sei Draco Malfoy?”

“Perché sono morto molto tempo fa.”
Una lacrima mi riga la guancia sudicia.






Sarà passata un’ora da quel momento, dal bacio che mi hai dato, solo per accertare se eravamo ancora vivi o già trapassati. Non c’era amore in quel bacio, c’era la semplice voglia di amare che non ci è mai stata concessa. Purtroppo io mi sono innamorato.

E ora che ho varcato la soglia ti vedo lì, trattenuta da due meschini mascherati, i vestiti lacerati in più punti. Non ti hanno neanche fatto cambiare per l’esecuzione; non solo la tua, anche la mia. Non era previsto che Malfoy si innamorasse.

Mi fissi con occhi privi di espressione.

“Allora, Draco…”, iniziò Lord Voldemort, “…dati i recenti sviluppi, chiamiamoli così…”, gettò un’occhiata ironica in tua direzione “…ho pensato che sarebbe carino eliminarvi insieme, con un solo colpo di bacchetta…”
Fece una pausa teatrale aspettandosi delle suppliche, ma sono troppo preso dall’osservare la luna che, facendo capolino da dietro una nuvola, si va via via definendo sul pavimento della sala. Inizio a sorridere.

“COSÌ,”, disse mal celando un moto di irritazione dovuto al mio estraneamento, “Ho pensato che sarebbe ancora meglio che TU la uccidessi, così comprenderai come sto soffrendo per il tuo tradimento…”


“Ginny…”, stacco gli occhi dal pavimento illuminato e mi accorgo che, da prima, non hai smesso di fissarmi con quell’espressione vuota.


“Devi ucciderla! Mi hai sentito? Ucciderla!”


“Ginny, la luna…”, sorrido piangendo, e finalmente mi rispondi: “…non porta rancore.”


“Uccidila subito!”


Scuoto dolcemente la testa, senza staccarti gli occhi di dosso. “Non porta rancore!”

Quando mi sorridi so che ho finalmente assolto il mio compito. Inizio a ridere, un pazzo in punto di morte che gioisce mentre calde lacrime gli corrono lungo le guance, fino nel collo.


“Basta! Uccideteli subito!”


Mi volto verso la finestra per farmi pervadere dalla luna, allargo le braccia per cercare di mettere ogni mia cellula a contatto con quella luce assurda.
Sono solo io che sento questa musica trionfale che esplode nella stanza?


LA LUNA NON PORTA RANCORE!” Stai urlando di gioia un istante prima di esser uccisa. Non mi volto a guardare, non voglio vedere la fine.

GRAZIE GINNY!”, urlo di rimando, sapendo che puoi ancora sentirmi; non smetto di ridere.




E grazie anche a te, Draco, che alla fine hai capito qual è il tuo posto: al chiaro di luna.

L’incantesimo che non perdona mi colpisce mentre ancora rido.
Questa non è né la tua né la mia esecuzione, Ginny, ma la nostra: insieme.

La notte scivola su di me, ma la luna brilla imperterrita: ci saluta dal cielo, e io ci vedo riflessi noi due.








   
 
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