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Autore: Envy99    21/01/2008    5 recensioni
"cammina lungo questo sentiero. Non perdere la lettera e non cambiare strada! Non fermarti fino a che non sarai arrivata ad un grande edificio, con un cartello che dice "Wammy's house". Suona il campanello e appena arriva qualcuno, dagli la lettera e dì di portarla dal direttore. Tutto chiaro? Ah, un'altra cosa, non aprirla mai!!" Questo era tutto quello che le avevano detto i suoi genitori,prima di chiudersi in macchina e sparire nel buio
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Matt, Mello, Near
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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IV Capitolo.

Fu una giornata tranquilla, in cui scoprimmo un nuovo lato di Near. Dopo essere tornati nella nostra stanza con Kiko, Matt si mise a giocare, mentre Mello ascoltava la musica mangiando cioccolato.
Io leggevo e non avevo notato molto cosa facessero gli altri, ma dopo una mezz’oretta, iniziai a sentire la stanchezza, così chiusi il libro, staccandovi gli occhi.
Kiko era sveglia, con Near che le dormiva con il capo appoggiato alle sue cosce.
Li fissai interdetto per trenta secondi buoni, poi lei mi sorrise.

-si è addormentato da un po’ !-  mi spiegò dolcemente.

-v…vi vedo più legati del solito…che cos’è successo?- domandai tenendo il viso tra le mani.

-oggi gli ho chiesto che succedeva e lui mi…mi ha detto che io…gli ricordo la sua mamma- disse fissandolo, mentre gli passava una mano tra i capelli.

Sorrisi guardandola.

-volevo tanto un fratellino…- sussurrò –a quanto pare…qualcosa di simile alla fine è arrivato!- esclamò.

Guardò l’orologio, era ora di cena.

-su avanti- cominciai –andiamo a mangiare!- tutti si alzarono. Anche Near dopo essere stato destato da l suo sonno.

-chissà cosa c’è da mangiare!?- mi chiesi.

-mah…chi lo sa!?- esclamò Mello, che ridacchiò sotto i baffi assieme agli altri tre.

-m…ma che avete da ridere?- domandai stupito.

-noi? Nulla! Avanti Eru-san!- miagolò Kiko spingendomi dolcemente verso la mensa.

-m…ma è tutto spento! C…che cosa…?- balbettai guardandomi attorno.

-SORPRESA!- erano tutti nascosti sotto i tavoli e balzarono fuori appena entrai.

-m…ma…io…io- mi girai verso di loro, come per chiedere chi avesse avuto l’idea.

Fu davvero una gioia, accorgersi di avere amici come loro. Quando arrivò il momento del regalo di Kiko, fui inspiegabilmente felice, però non mi interessava cosa fosse, solo che fosse da parte sua. Non mi spiegavo spiegare quella sensazione.

Era un pacco enorme, piantato su un tavolo, non avrei mai potuto alzarlo.

-m…ma che mi hai preso?- feci sorridendole –aprilo!- mi incitò lei.

Mi si illuminarono gli occhi, come ad un bambino, aveva davvero fatto quello che avevo detto. Dentro, c’era una torta enorme…ecco spiegato il suo “impegno” del giorno prima.

-c…credevo che scherzassi…- balbettai fissandola ad occhi sbarrati – l’hai…l’hai davvero fatta tu!?- chiesi sbalordito.

-certo che si! Ci ho messo un po’, ma alla fine è venuta! Speriamo sia buona!- disse imbarazzata.

Era la torta più grande che avessi mai visto…qualsiasi sapore avesse avuto…non so perché ma me lo sentivo che sarebbe stata buona.

Fu una bellissima festa e dopo tutti quei divertimenti, erano tutti stanchi.
-spero che la festa sia stata di tuo gradimento!- sussurrò Kiko al mio orecchio.

Era tardi, dovevamo parlare a voce bassa.

-ma certo! La torta era buonissima! Non pensavo fossi così brava…grazie di tutto- risposi.

-di nulla. E’ stato un piacere. Buonanotte!- entrò nella sua stanza salutandomi.

Era finalmente l’ora di dormire, ma dopo pochi minuti, mi venne una voglia pazzesca di quel dolce. Uscii di soppiatto dalla mia stanza e mi diressi in cucina a passi lenti. Una cosa che non dimenticherò mai, è lo scricchiolio delle assi del corridoio del secondo piano di Wammy’s House.

Dopo un bel po’ arrivai in cucina senza aver fatto il minimo rumore.
Stavo per girare l’angolo ed entrare, ma la luce dell’interno del frigo mi fece fermare. Chi poteva esserci a quell’ora in cucina?

Misi solo la testa fuori da dietro lo stipite e mi accorsi che era una figura troppo femminile per essere uno dei ragazzi, e troppo magra per essere la cuoca. Era Kiko, ovvio.
Chiuse il frigo con un piatto contenente una fetta di torta in una mano, e la forchetta con un boccone, nell’altra, spingendo la porta con un piede.

Appena si voltò, mi vide davanti a se…pallido e con le occhiaie…a prima vista, sotto la luce lunare, le sarò sembrato un fantasma.

-aaah…- tirò un piccolo urlo, bloccato immediatamente dalla mia mano.

-sssh! Sono io!- sussurrai -…anche tu con gli spuntini notturni?- chiesi sorridendo.

-s…s…cavolo, ho preso uno spavento!- esclamò.

-scusa, non volevo!- mi scusai. Solo a quel punto notai qualcosa sulla sua spalla destra, era…no dai…si, si! Era proprio torta.

A ripensarci, appena aveva urlato, aveva portato indietro le braccia, facendo finire il contenuto della forchetta addosso a lei. Era proprio lì…nell’incavo tra il collo e la spalla, non mi ero mai accorto che avesse una pelle così bella e invitante. “Un secondo…invitante? Ho appena pensato che la mia migliore amica è invitante?? Ma…che cosa…?” Non capivo più cosa stavo pensando.

Senza riuscissi ad accorgermene, mi aveva tagliato una fetta di torta. Sapeva bene i miei gusti, la mangiammo assieme parlando della festa, però…non riuscivo a smettere di fissare quel punto, sporco di torta. Ma perché non glielo dicevo? Continuavo a fissarle ininterrottamente il collo e la spalla.

Dopo poco, si alzò dalla sedia per lavare il suo piatto, visto che io non avevo ancora finito. Osservai il pigiama che portava, un paio di short e una maglietta nera con dei fiori bianchi e rosa. Le stava dannatamente bene! “Oddio! Cosa sto pensando?! Sto impazzendo!” pensai sudando freddo.

Finii la torta in pochi bocconi e le portai il piatto, totalmente intenzionato a lasciarla e andarmene a letto, per cercare di non impazzire.
Appena le passai affianco, con la mano, sfiorai per sbaglio il suo sedere, ma lei non se ne accorse. Io invece deglutii sembrando catatonico. Appena posai il piatto, lei tese il braccio verso l’alto, per prendere la spugna che stava sul ripiano.

-uh! L…mi aiuti? Non ci arrivo- mi chiese gentilmente.

-s…si…- risposi, allungando la mano per afferrarla.

In quel momento, mi avvicinai inevitabilmente a lei, così il mio petto venne a contatto con la sua schiena.
Le passai la spugna arrossendo…forse ero troppo vicino…forse non capivo più niente, ma le cinsi la vita con una mano, e con l’altra abbassai lievemente la sua spalla destra.

Avvicinai le labbra al suo collo, fino a sfiorarlo, per poi cominciare a levare i resti della torta. La sentii rabbrividire, ma non fece nulla di più, così continuai fino a togliere tutto, a furia di baci. Alla fine, stesi la guancia sulla sua spalla, fissandola negli occhi. Il suo sguardo era rapito, perso nei miei occhi, era bellissima. Ci fissammo per un lungo istante, e poi lei sgranò gli occhi.

-i…io…c…cioè, tu…noi…io…- balbettò imbarazzatissima, mentre indietreggiava verso la porta.

-noi…non…io L…- era rossa come un pomodoro e sbatteva di qua e di là addosso alle cose, mentre cercava di uscire.

-c…ci…ci vediamo domani!- disse velocemente per poi fuggire in camera.

Solo allora mi resi conto di ciò che era successo, mi sfiorai le labbra…era stato il dolce più buono della mia vita.

“Io…l’ho fatto? Io? E lei non si è opposta? La mia migliore amica??”

Pensavo frasi sconnesse. Che avrei fatto quando l’avrei rivista? Cos’avrei detto?
Barcollai fino alla mia stanza, con gli occhi sbarrati, stavolta non mi preoccupai neanche di far rumore. Intanto lei era arrivata in camera, chiudendo bruscamente la porta, per poi poggiarci la schiena.

Aveva il fiatone per la corsa e fissava il vuoto. Una sensazione fredda sulla spalla la fece svegliare, da quella specie di incantesimo. Con un po’ di titubanza toccò il punto su cui, pochi minuti prima poggiavano le mie labbra. Ovviamente era leggermente umido.
Arrossì vistosamente, per poi andare a gettarsi sul letto. Si lasciò letteralmente cadere, aveva l’equilibrio di un ubriaco e le guance rosse. Si coprì fino sopra il naso, fissando il soffitto con un sorriso beato.

-è…è stato…- balbettò -…come un sogno…- forse pensava davvero di aver sognato.

Io feci quasi lo stesso, ma dopo essermi steso a letto, continuai a sfiorarmi le labbra con le dita, avevo avuto la fortuna che quel dolce sapore non svanisse. Forse però…
…era talmente indimenticabile, che lo ricordavo così bene da pensare di averlo ancora in bocca.
In quel momento non mi importava della mattina dopo, ma di lì a poco me ne sarebbe importato eccome.


ecco, finito anche il quinto capitolo! Ringrazio Ed92 per l'aiuto nel passarlo da carta a pc! Fatemi sapere che ne pensate!!! Bye!
  
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