Le buone
abitudini vanno a farsi un giro nei momenti peggiori
Ovvero “Come Harry Potter riuscì a dimenticare tutte le sue buone abitudini nel giorno sbagliato”
Dedico questa fanfiction alla mia carissima amica Fairydreams per il suo compleanno, augurandole un felice diciassettesimo anno.
Disclaimer: I personaggi di Harry Potter non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Harry Potter aveva la buona
abitudine di non andare a letto troppo tardi anche quando non doveva andare al
ministero la mattina dopo.
Harry Potter aveva la buona
abitudine di non tornare a casa completamente sbronzo dopo una nottata
all’insegna del whisky incendiario con gli amici.
Harry Potter aveva la buona
abitudine di mettere la sveglia ad un orario decente in caso non avesse
rispettato le prime due, ovvero una volta ogni due mesi
circa.
Peccato che le buone abitudini,
quando sono necessarie, vadano sempre a farsi un giro.
Infatti Harry Potter la sera
prima, oltre ad essere andato a letto quasi all’alba, era tornato a casa ubriaco
fradicio e non aveva nemmeno messo la sveglia. Se quella fosse stata una
semplice giornata di riposo come tutte le altre, Harry sarebbe semplicemente
rimasto a letto fino a mattina inoltrata e, dopo aver ripreso coscienza di sé,
si sarebbe alzato e avrebbe preparato una pozione contro il mal di testa
micidiale che tartassava la sua povera testa. Peccato che quella mattina non
fosse semplicemente la solita giornata di riposo, tutt’altro. Certo, il fatto di
avere la gamba del suo migliore amico Ronald posata sul collo che rischiava di
staccargli la testa con un semplice movimento della gamba, la testa di Dean che
gli pesava come un macigno sullo stomaco, Seamus che mormorava ogni tanto
qualche parola di una canzone a lui sconosciuta per non parlare del rumoroso
russare di Neville poteva anche dargli l’illusione di essere semplicemente
reduce da una serata in compagnia dei suoi amici, se improvvisamente non fosse
entrata dalla porta della camera la sua amica Hermione vestita in modo
decisamente strano per una semplice giornata di riposo. Il vestito azzurro che
lasciava scoperte le spalle fasciato in vita da un nastro dello stesso colore ed
una lunga e ampia gonna sotto cui si potevano intravedere le decolletè in
coordinato con il vestito e i capelli acconciati in boccoli perfetti che le
incorniciavano il viso davano del tutto l’impressione dell’imminente
partecipazione della ragazza ad una cerimonia importante, come un matrimonio. Ma
il dettaglio più importante in quel preciso momento era il fatto che la
bacchetta della ragazza teneva sollevata in aria una pentola e un mestolo si
avvicinava sempre di più ad essa.
Harry, ancora quasi completamente
nel mondo dei sogni, capì le intenzioni della ragazza ma il suo corpo non riuscì
a eseguire la semplice azione di tapparsi le orecchie con un qualsiasi oggetto
in grado di non fargli sentire quel suono che di lì a poco si sarebbe propagato
per tutta la stanza. Il suono cupo che ne derivò strappò tutti i ragazzi dai
loro sogni e derivandone acute fitte di dolore alla testa per tutti. Deboli
lamenti misti a imprecazioni decisamente poco carine si levarono dall’ammasso
informe di materia organica adagiata sul letto ingrandito per l’occasione, dato
che quella notte nessuno dei cinque ragazzi era stato in grado di fare un’altro
passo. Hermione, incurante dello stato psichico dei proprietari dei corpi lì
riposanti, parlò con voce squillante e gelida:
< Si può sapere cosa diavolo ci
fate ancora tutti quanti a letto, EH?! >
Sebbene fossero più o meno tutti
in stato comatoso, i ragazzi riuscirono a riprendere più o meno possesso dei
loro corpi e ad alzarsi dal letto piuttosto malfermi sulle gambe. Gli sguardi
vacui e le smorfie di dolore che presentavano tutti irritarono ancor più la
ragazza.
< Non ci posso credere! Siete
andati sicuramente a dormire ad un orario indecente, e non voglio sapere quale
Ronald – aggiunse dopo aver visto il suo fidanzato aprir bocca per risponderle –
vi siete ubriacati ingerendo tutto l’alcol che il vostro corpo ha potuto
sopportare e oltretutto NON SIETE ANCORA PRONTI!!! > urlò infine
furibonda.
< Herm, tesoro, non urlare per
favore… Non è così grave… > mormorò Ron con le mani alle tempie in evidente
stato di sofferenza.
< Non è così grave? NON
È COSÌ GRAVE?! RONALD WEASLEY IL WHISKY
INCENDIARIO TI HA BRUCIATO TUTTI I NEURONI?! >
Hermione era rossa dalla rabbia e
gli sguardi sempre più vacui dei ragazzi davanti a lei la facevano irritare più
di quanto sarebbero stati in grado di sopportare i suoi poveri
nervi.
< Hermione, si può sapere qual
è il problema? > chiese Harry cercando di calmare la rabbia della sua
amica.
< O mio Dio… O mio Dio… Ok ok,
calma e cercate di mettere in funzione quei pochi neuroni che vi sono rimasti
dopo la sbornia di ieri. Harry, hai una vaga idea di che giorno è oggi? >
chiese cercando di non commettere un omicidio plurimo.
Harry si ritrovò cinque paia di
occhi puntati addosso, quattro dei quali nel suo stesso stato di
confusione.
< Credo che sia sabato… >
rispose dopo un minuto in cui aveva cercato di far lavorare incessantemente il
suo cervello alla ricerca della causa di tanto
sconvolgimento.
< Oh oh… Harry, credo tu abbia
un certo appuntamento a cui non puoi assolutamente mancare… > disse Neville
improvvisamente lucido.
< Accidenti! > esclamò Dean
che aveva capito ciò che ad Harry sfuggiva.
< Maledizione! > gli fece
eco Ron.
< Harry, ma come hai fatto a
dimenticartene? > chiese Seamus leggermente sconvolto.
Harry guardava una ad una le
persone che gli stavano attorno senza ancora capire cosa aveva
dimenticato di così importante. Ma gli altri ragazzi avevano già cominciato a
raccattare i propri averi in giro per la stanza senza prestare più di tanta
attenzione a lui. Solo Hermione gli stava ancora davanti guardandolo decisamente
spazientita.
< Harry, non posso credere che
tu abbia dimenticato che oggi è il giorno del tuo matrimonio! >
esclamò Hermione con le mani sui fianchi con voce severa.
Il ragazzo la guardò ancora
confuso.
< Herm, ma che dici, il
matrimonio è… - si bloccò un attimo quando ebbe una folgorazione improvvisa -
Per i capelli sudici di Piton! Herm, quanto manca ancora all’inizio della
cerimonia? > chiese in preda al panico.
< Dovresti essere lì tra
mezz’ora! Ma ora, forza bevi questo – disse sbrigativa mettendogli in mano una
boccetta contenente un antidolorifico, simile a quello che prendeva in casi del
genere ma sicuramente migliore di quelli da lui preparati – poi fili in doccia e
tra cinque minuti ti voglio qui sveglio e pulito, chiaro? > ordinò la ragazza
mentre andava da Ron per dargli la stessa pozione che aveva dato a
lui.
Harry corse in bagno, prendendo
prima la bacchetta abbandonata sopra al comodino e bevendo la pozione datagli da
Hermione, e si infilò dentro la doccia dopo essersi rapidamente tolto i vestiti
che indossava la sera prima. Uscito dalla doccia corse dall’altro lato della
stanza per farsi un incantesimo per asciugarsi quando scivolò sul pavimento
bagnato e sbatté la testa sul bordo del lavandino. Una serie di imprecazioni
uscì dalla bocca del ragazzo che venne sgridato da Hermione che lo aveva sentito
e invitandolo in modo poco garbato a darsi una mossa. Mormorando maledizioni ai
suoi amici che lo avevano convinto con l’inganno a bere un qualcosa che sembrava
inizialmente innocuo e che si era poi rilevato alcol allo stato puro, mandando
le sue funzioni celebrali a farsi benedire e compromettendo il suo matrimonio,
si infilò l’intimo, la camicia e la cravatta annodata in modo semplicemente
osceno, ma in quel momento non poteva anche perdere tempo per la cravatta. I
pantaloni sembravano essere scomparsi e Harry stava decisamente sudando freddo
dal terrore di cosa sarebbe successo se fosse arrivato in ritardo anche di un
solo millesimo di secondo. Era lo sposo, fino a prova
contraria!
La ricerca continuava senza sosta
quando sentì la voce di Hermione da dietro la porta
chiamarlo.
< Harry, insomma, vuoi
muoverti? Ti rendi conto che mancano esattamente quindici minuti all’inizio
della cerimonia e tu sei ancora in bagno? Muoviti! >
< Herm, Merlino, non trovo i
pantaloni! > rispose Harry con evidente panico.
< Sei un mago, santo cielo! Un
semplice incantesimo di appello e sbucheranno fuori no?! > ribattè Hermione
decisamente spazientita.
< Herm, sei un genio! Accio
pantaloni! > esclamò Harry con decisione, sollevato dal fatto che sarebbe
arrivato in tempo.
O almeno era quello che credeva.
Perché Harry non aveva pensato che non aveva precisato quali pantaloni e si era
beccato una ventina di paia di pantaloni in faccia che lo avevano fatto cadere
una seconda volta a terra. Il-ragazzo-che-è-sopravvissuto si mise a cercare con
frenesia il paio di pantaloni del completo. Hermione ormai stava quasi buttando
giù la porta a forza di batterci il pugno sopra spazientita per
l’orario.
< Harry, accidentaccio a te,
muoviti o Voldemort non sarà nulla in confronto alla più che giustificata ira di
Ginevra! > lo minacciò sperando di riuscire a far uscire dal bagno lo
sposo.
< Non riesco a trovare il paio
giusto di pantaloni in mezzo a quest’ammasso di indumenti! > le rispose
spazientito e nel panico Harry, che di certo non aveva alcuna intenzione di
sentire i rimproveri di Hermione, conscio lui stesso di essere in un ritardo
bestiale.
Hermione non aveva alcuna
intenzione di lasciar fare tardi al matrimonio il suo migliore amico, quindi
decise di passare alle vie di fatto entrando nel bagno per aiutarlo e prepararlo
in tempo record.
< Ma Herm, sono in mutande!
> protestò il ragazzo.
< Accio pantaloni Harry >
disse la ragazza dopo una rapida occhiata alla giacca del ragazzo per capire
come potesse essere l’indumento mancante.
In un attimo Hermione teneva in
mano il disperso paio di pantaloni che Harry cercava, il quale se li infilò ad
una velocità supersonica sotto lo sguardo severo dell’amica che sembrava
analizzargli a raggi x il cranio.
< Ora sistemiamo i capelli e
poi ci smaterializziamo alla Tana giusti in tempo > affermò con fare pratico
puntando la bacchetta verso i capelli del ragazzo che si stava sistemando il
completo.
< Cos… No Hermione, non farlo!
> esclamò Harry con un moto di terrore vedendo partire l’incantesimo diretto
verso la sua chioma.
Puff! In un attimo i capelli
corvini sparati in mille direzioni diverse del Capo Dipartimento Auror erano
diventati un ammasso informe di cuoio capelluto in tinta con i suoi occhi
smeraldini.
< Ma… Ma com’è possibile?! >
domandò Hermione con voce quasi isterica.
< Herm, non toccare i miei
capelli, ok? > le disse Harry con stizza.
< ARGH!!! Harry, mancano solo
dieci minuti! Sbrigati, gli altri sono tutti già lì! - urlò Hermione in preda al
panico – Si può sapere perché i tuoi capelli sono diventati verdi? > chiese
poi con stupore.
< E che ne so… Una volta Ginny
ha provato a sistemarmeli nello stesso modo ed ecco il risultato - rispose Harry
sbrigativo alla ricerca della sua bacchetta – Herm, aiutami a trovare la
bacchetta > aggiunse poi sicuro che non avrebbe trovato un bel niente con il
suoi metodi da babbano.
In un attimo la sua bacchetta era
ritornata in suo possesso e cercò di rimediare l’incantesimo che aveva colorato
i suoi capelli. Dopo tre-quattro minuti in cui Harry e Hermione avevano cercato
con non molto efficaci risultati di riportare al colore originario i capelli del
ragazzo, questi avevano ripreso un colore decente, sebbene qualche ciocca fosse
ancora più vicina al verde che al nero. Visto che ormai mancavano solo pochi
minuti i due avevano deciso con un tacito accordo di lasciarli così, visto che
erano accettabili e non lo rendevano per niente ridicolo. L’orologio avanzava
lento ma inesorabile avvicinandosi sempre più alla fatidica ora e entrambi
potevano immaginare cosa sarebbe successo se non si fosse presentato in tempo lo
sposo, per di più accompagnato da una delle testimoni. Poco importava che la
testimone in questione fosse la migliore amica dello sposo, fidanzata con il
fratello della sposa e quindi senza alcun interesse verso il suo amico. Si sa,
quando si ha voglia di pensar male, lo si fa e basta.
Hermione finì di dare un aspetto
decente ad Harry poco meno di cinque minuti all’inizio della cerimonia e
entrambi si smaterializzarono alla Tana con sollievo per essere arrivati per lo
meno in orario. Certo, sarebbe stato meglio se fosse stato lì almeno un’ora
prima dell’inizio del matrimonio ma per lo meno non era in
ritardo.
Harry sapeva di essere
incredibilmente sfortunato. D’altronde come poteva non essere sfortunato dopo
tutto quello che gli era successo? Certo, il fatto di non essere finito sotto
terra diceva che non era poi così sfortunato, anche se ne aveva passate
veramente tante. Ma, si sa, se la fortuna non ci vede, la sfortuna ci vede
benissimo e quella mattina sembrava aver preso di mira Harry. E non poteva
essere altrimenti.
Il ragazzo non poteva e non voleva
credere ai propri occhi. Il giardino della Tana, preparato per la cerimonia, era
gremito di persone che stavano assistendo al matrimonio. Peccato che colui che
stava sposando Ginevra Weasley non fosse Harry Potter bensì Micheal Corner.
Harry era sconvolto, Ginny, la sua Ginny, la ragazza che amava con tutto se
stesso, si stava sposando con un altro uomo! E nessuno sembrava meravigliato del
cambiamento di persona dello sposo, per di più.
Harry si avvicinò ai due ragazzi a
grandi falcate, scioccato e incredulo.
< Ginny, che stai facendo? >
domandò quasi supplichevole prendendo la ragazza per un braccio e costringendola
a voltarsi.
< Non lo vedi, sto sposando
l’uomo che amo > le rispose lei quasi con cattiveria.
< C-cosa stai dicendo? Sono IO
l’uomo della tua vita!!! > esclamò furioso stringendole il braccio con
foga.
< Lasciami Harry. Io non ti amo
e non ti ho mai amato. Avevo pensato di poter stare con te perché sei una
celebrità, ma mi sono stancata di questa farsa. Io amo Michael, tu non sei
niente > gli rispose con serietà Ginevra.
Il mondo crollò addosso ad Harry.
< N-no, smettila di scherzare
Ginny. Dai, fai finire questa farsa. Lo scherzo è durato fin troppo. E’ uno
scherzo di cattivo gusto sai? > disse Harry disperato, cercando di non
credere a quello che vedeva davanti agli occhi.
Ma Ginny sorrideva con cattiveria
verso Harry. Non stava scherzando. Michael lo spinse e cadde a terra mentre
baciava la sua ragazza, quella che doveva diventare sua moglie. Ma che ora non
lo era più. Harry corse via.
Qualcosa lo disturbava, una voce
continuava a chiamarlo. Non vedevano di quello che gli stava succedendo? Era a
pezzi, perché non lo lasciavano in pace?
< Harry? Harry svegliati!
Forza, alzati che rischi di fare tardi! HARRY! >
Qualcuno lo chiamava
incessantemente.
< Insomma, vuoi svegliarti
dormiglione? >
Svegliarsi? Ma lui era già
sveglio, vero?
< HARRY POTTER ALZA QUEL TUO
CULO DAL LETTO CHE DEVI SPOSARTI STAMATTINA! > ripetè la voce che lo
disturbava.
Il ragazzo balzò a sedere sul
letto respirando affannosamente, spaventando i due ragazzi che gli stavano
attorno.
< Ahhh! Harry, mi hai
spaventata! > esclamò Hermione un po’ scossa.
< Alleluia! Dai, alzati, che
tra quattro ore avrai la tua fede al dito. Non vorrai mica dare buca a mia
sorella, spero! > gli disse Ron con tono falsamente
minaccioso.
< Era tutto un sogno… Era tutto
un sogno > ripetè Harry incredulo ma felice.
< Stavi avendo un incubo, vero?
Cos’hai sognato, che mia sorella ti mollava all’altare per Corner? > chiese
canzonatorio Ron.
< Non. Pronunciare. Il. Suo.
Nome. Davanti. A. Me! > sillabò Harry con occhi assatanati, ancora scosso
dall’incubo.
< Oh, Harry, Ginny ti ama più
della sua vita! Non preoccuparti, andrà tutto bene! > gli disse dolcemente
Hermione.
< Ora alzati e comincia a
prepararti > ordinò poi severa.
Harry aveva la buona abitudine di prendere un sonnifero quando sapeva di dover dormire e era troppo agitato per farlo. Peccato che non avesse controllato gli effetti collaterali del suo sonnifero ad azione rapida, sonno assicurato.
Ed ecco che approdo pure io nel
fandom di Harry Potter! Questa fic è una parte del regalo di compleanno che ho
fatto alla mia fatina adorata. Inizialmente era nata come la storia del
matrimonio di Harry e Ginny, una one-shot semplice e carina, poi la mia mente
malata ha elaborato questo incubo di Harry ricolmo di disgrazie per il povero
ragazzo. Mi è dispiaciuto un po’ maltrattarlo, lo ammetto, ma le autrici sadiche
fanno questo ed altro! XD Oggi ho rischiato di morire ben due volte quando sia
Fay che Dark Soul hanno letto la fic, quando sono arrivate al punto in cui Ginny
dichiara di amare Michael, visto che la prima è una Orange Cursher fatta e
vestita e la seconda ama comunque la coppia. Grazie a Dio prima di farlo hanno
aspettato di arrivare alla fine della fic, sennò addio vita! Spero che vi
piaccia come è piaciuta a loro due e vi sarei molto grata se mi lasciaste una vostra recensione. Un ringraziamento particolare a Enid per la sua recensione, sono contenta che ti sia paciuta, non ci speravo proprio. Erigerò un grattacielo anche in onore della mia adoratissima Fay, che mi ha scritto la più bella recensione che mi potessi mai aspettare. Non so come ringraziarti per quello che hai scritto, ma sappi che mi hai fatto veramente felice. Ti voglio bene. Un grazie anche a nanastyle, ovvero la mia sore Ari, per aver fatto l'abnorme sforzo di srivermi una recensione di più di tre parole e senza le paroline magiche che fanno illuminare i suoi occhi. 1 - Aelit
Grazie anche a coloro che l'anno aggiunta tra i preferiti:
2 - Dark_soul
3 - erikablue
4 - Fairydreams
5 - fairy_lullaby
6 - gaTzi_yaShi
7 - Hailia
8 - javelinjavelin
9 - LiTtLe_Giuliy_
10 - LiTtLe_MissGiuly_
11 - MiSs_Vampire
12 - nan96
13 - nana_style
14 - Noemipotter
15 - ny152
16 - _ale23_
Grazie in ogni caso per la lettura. Un bacio a tutti, Shia ^^