Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: Kim WinterNight    09/07/2013    8 recensioni
La nostra protagonista, tra nomi abbreviati, figuracce, un libro da finire di scrivere e un desiderio incontrollabile verso un baldo giovane dagli occhi color tempesta, racconterà le sue peripezie attraverso una divertente serie di avvistamenti.
Riuscirà a conquistarlo e a trovare con lui l'amore che ha sempre sognato?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Avvistato J.

20:45, 06/07/2013

 

Diamine, l’ho rivisto.

Peccato che la mia stupidità mi impedisca di parlargli.

Era così bello, anche se la mia amica dice che è orrendo. La mia amica non sa niente, non sa cosa provo per lui.

In realtà non lo so neanche io, però diciamo che lei non ha la minima idea del mio interesse per lui.

È così alto… in confronto, mi sento una nana, una nana non troppo carina, non troppo interessante, non troppo attraente.

Un cesso, in sostanza.

Sì, non mi piaccio, si capisce così tanto?

Insomma, io sono nulla e lui è tutto.

Dicevo: alto, magro, dinoccolato, capelli scuri e lunghi, occhi penetranti come una notte in tempesta, carnagione scura…

Mi fa sognare!

E il suo sorriso? Oh, quel dannato sorriso!

Devo smetterla, sì, decisamente. Sta di fatto che oggi l’ho visto e lui non si è minimamente reso conto della mia esistenza.

Bello, eh?

Dovrei dedicarmi al mio lavoro, piuttosto che stare dietro a lui.

Ma come faccio?

È così sexy quando si riavvia i capelli all’indietro…

 

 

 

Avvistato J. (un po’ troppo spesso ultimamente)

18:23, 07/07/2013

 

Oh, mio Dio!

Ho fatto una figura di merda, di quelle colossali, tipiche di me.

Passeggiavo con F. per strada, diretta al parco e – diamine – lui mi è venuto incontro in bicicletta, insieme ad un suo amico.

Io ho pensato di salutarlo, però ho evitato di farlo perché mi vergognavo e improvvisamente l’idea che si accorgesse di me mi è sembrata una fottuta follia.

E allora che ho fatto?

Ho afferrato il polso di F. e l’ho trascinata in un vicolo laterale, cominciando a correre mentre lei strillava come un’ossessa, confusa.

F. sa di J. ma non capiva assolutamente perché mi stessi comportando come una deficiente.

Forse perché sono una deficiente? Sì, per questo motivo.

Mi sono fermata soltanto quando i miei polmoni hanno cominciato a stridere come pneumatici sull’asfalto.

In quel momento mi sono ricordata che dovrei proprio smettere di fumare. Cacchio.

F. mi ha sbraitato contro tutto il tempo, mentre io cominciavo a realizzare la mia immensa idiozia.

Cos’ho al posto del cervello, mi chiedo?

Adesso lui mi considera una pazza, come biasimarlo?

Accidenti a me!

Credo che uscirò con A. ad affogare i miei dispiaceri nell’alcol.

 

 

Avvistato J.

19:36, 12/07/2013

 

Merda!

Oggi ero con A. e non sono potuta scappare.

J. è passato di fianco a me e mi ha lanciato un’occhiata interrogativa.

Oddio, quant’era sexy…

Indossava una t-shirt nera con stampa, dei jeans scoloriti al ginocchio e i suoi meravigliosi capelli raccolti sulla nuca.

Oh, cielo, ho temuto di svenire sul pavimento.

Mi ha salutato, ridacchiando.

Sicuramente stava pensando alla mia figuraccia, dio, che vergogna!

Ho borbottato una risposta, eclissandomi velocemente in un tavolino del bar, nascondendomi dietro il mio gelato al cioccolato.

A. – fortunatamente – non si è accorta di nulla.

Non posso rischiare di portarla a conoscenza di tutte le fantasie erotiche che mi vengono in mente su J.

Dannazione, mi metto a lavorare al mio libro, sono in ritardo e l’editore mi sta mettendo sotto pressione.

CAZZO, J., GUARDAMI!

 

 

Avvistato J.

22:48, 13/07/2013

 

Oggi sono andata ad un concerto e l’ho visto.

Era stupendo, risplendeva di luce propria tra la folla urlante.

Doveva essere famoso quel gruppo, perché tutti impazzivano, ma io non vedevo altro che J.

Se solo mi avesse guardato…

Diamine!

Ma io – come al solito – dovevo farmi riconoscere! Ero con A. e F.

J. è passato di fronte a me, mentre parlava con un suo amico e io l’ho salutato, uscendomene con un ‘ciao’ stridulo e da pazza isterica, giusto per alimentare l’opinione che ormai lui ha di me.

Mi ha rivolto un cenno ed è andato via.

Non è giusto, cavoli!

Ho ingurgitato tre birre di fila, non ne potevo più di sentirmi vuota.

 

 

Avvistato J.

10:42, 15/07/2013

 

L’ho incontrato al bar!

Passavo di lì per bere un caffè, dopo un’estenuante mattinata di commissioni e lui era al bancone che sorseggiava una birra ghiacciata.

Così, per attirare la sua attenzione, ho ordinato la stessa cosa e mi sono appollaiata su uno sgabello a poca distanza dal suo.

Gli ho lanciato un’occhiata eloquente, sperando che capisse quanto avrei voluto saltargli addosso e fare sesso sul bancone, ma ovviamente lui non mi ha degnato della minima attenzione.

Stronzo!

Ho trangugiato la birra, furiosa e, prima di uscire, gli ho sfiorato il braccio e gli ho detto: “Grazie per la birra, ora ti devo un drink.”

Poi mi sono fiondata all’esterno e gli ho lasciato l’incarico di pagare anche per me.

Adesso non potrà più ignorarmi, lo stronzo, non potrà dimenticarsi così facilmente della sottoscritta.

Incrociamo le dita e riprendiamo a scrivere, altrimenti ci sarà qualcun altro che si ricorderà di me, uccisa dal mio editore.

 

 

Avvistato J. (e non solo)

19:15, 16/07/2013

 

Stronzo, mi ha fregato!

Oggi si è presentato al bar del parco, mentre io e A. ordinavamo un gelato.

Mi si è piazzato di fianco e ha chiesto una birra alla barista.

Non mi ha salutato, però, maleducato!

Ha afferrato la bottiglia e poi mi ha guardato, divertito. “Adesso siamo pari” ha sghignazzato e poi è fuggito via, sotto lo sguardo attonito di A.

Così, oltre ad avermi scroccato da bere, mi ha costretto a raccontare tutto ad A. che – sbalordita – non riusciva a credere alle sue orecchie.

“Come può piacerti quello?” ha squittito, indignata, manco ci dovesse andare lei, a letto con J.

Non che io ci debba andare – almeno non ancora.

Mi domando spesso come mai i personaggi del mio libro siano molto meno sfigati di me.

Diavolo, forse dovrei fare qualcosa per cambiare questa situazione.

 

 

Avvistato J.

23:46, 18/07/2013

 

Mi sono sbronzata e mi sono stravaccata su una panchina, mentre F. cercava di capire se stessi bene oppure no.

Le ho detto di tornare a casa, di non preoccuparsi per me, che me la sarei cavata.

In quel momento è passato J. e si è fermato a chiederci cosa stesse succedendo.

Oh, cacchio, mi ha visto proprio nelle mie migliori condizioni, non è possibile!

Non appena l’ho visto, ho vomitato copiosamente sul prato, producendo rumori improponibili e creando un piccolo laghetto.

Perfetto.

Lui si è messo a ridere, si è avvicinato e mi ha aiutato, tenendomi su i capelli mentre continuavo a rimettere.

Che schifo, che figuraccia! Avrei voluto sprofondare nel mio stesso vomito, pur di non farlo assistere a quel triste spettacolo.

J. ha detto a F. di andare a casa, se doveva, che avrebbe pensato lui a me.

Oddio, mi sono sentita morire e un’altra ondata di nausea mi ha investito, facendomi chinare nuovamente sul prato.

Non ricordo granché di cosa è successo dopo, so solo che J. mi ha riaccompagnato a casa e mi ha messo a letto.

O, almeno, credo che mi abbia messo a letto, perché questa mattina mi sono svegliata con addosso il pigiama estivo che lascio sempre sotto il cuscino e un forte mal di testa.

Credo che non uscirò più di casa, almeno avrò più tempo per finire il mio lavoro entro quest’anno solare.

 

 

Avvistato J.

17:55, 20/07/2013

 

È venuto a casa mia a chiedermi come sto.

Oh, cielo, credo di aver attirato la sua attenzione, con il fiume del mio vomito.

Come accidenti è possibile?

Quando è suonato il campanello, ero intenta a scrivere al computer, indossavo una maglia vecchia quanto me e un paio di shorts che agognavano la spazzatura.

Non mi ero neanche fatta la ceretta alle gambe!

Ho aperto e me lo sono ritrovato sulla porta, bellissimo, sorridente e sexy.

Mi sono vergognata del mio aspetto e dei capelli legati disordinatamente sulla testa, come se avessi un nido di rondini.

Mi ha ficcato in mano una scatola di gelato al cioccolato e mi ha detto che non mi aveva più visto in giro.

L’ho invitato ad entrare ma ha rifiutato, dicendo che aveva appuntamento con i suoi amici.

Ci siamo salutati e io sono rientrata, chiudendomi la porta alle spalle.

Mi sono fiondata sul gelato, finendolo quasi tutto nel giro di un’ora.

Ah, l’amore…

 

 

“Avvistato” J. (nel mio letto)

22:35, 22/07/2013

 

Mi sono decisa a rimettere il naso fuori di casa.

Ho visto J. e l’ho salutato allegramente, pensando che tutto fosse stupendo da quando lui era venuto a trovarmi.

Lui non ha fatto niente di eccezionale, ha solo sorriso.

Mmh, diamine.

Ero con F. e le ho detto che non ne potevo più, che volevo invitarlo a cena da me.

Lei mi ha accusato di essere pazza ma mi ha detto di fare un po’ come volevo, visto che sono testarda come un mulo.

Allora ho raggiunto J. mentre era al bar del parco e mi sono offerta di pagargli la birra.

“Per sdebitarti, vieni a cena da me.”

Non credo ancora di essere riuscita a dirglielo davvero, ma l’ho fatto.

Lui ha ridacchiato e ha annuito, dicendomi che sarebbe passato da me intorno alle nove di quella stessa sera.

Oddio, a quel punto ho trascinato via F. e l’ho pregata di aiutarmi a cucinare qualcosa di decente. Dopo aver fatto un salto al supermercato, ci siamo messe all’opera.

Da sola avrei combinato un disastro, ma a F. piace cucinare. Così mi ha detto di correre a prepararmi, che avrebbe pensato a tutto lei.

Così sono corsa ad indossare il mio supersexy tubino nero e i tacchi vertiginosi che, solo a guardarli, mi facevano male ai piedi.

Ho allisciato i capelli e mi sono truccata.

F. se n’è andata mezzora prima dell’arrivo di J. e io mi sono messa freneticamente ad apparecchiare la tavola.

Quando lui è arrivato, mi ha lasciato senza parole: i capelli sciolti e ancora umidi dalla doccia, una camicia blu notte su dei jeans neri e in mano una bottiglia di vino rosso.

Ero super imbarazzata ma, in compenso, lui mi ha squadrato da capo a piedi e ha sorriso, malizioso.

Abbiamo cenato, chiacchierando e bevendo amabilmente, mentre la mia lucidità andava a farsi un giro in centro.

Poi, non so come, siamo finiti sul divano, lui su di me e io che ansimavo senza fiato, ridendo come una cretina.

Mi ha detto che sognava da tempo di venire a letto con me, che su di me aveva fantasticato a lungo.

E io gli ho detto lo stesso, mentre mi sfilava il vestito e la biancheria intima.

È stato il sesso più favoloso di tutta la mia vita, l’abbiamo fatto diverse volte e sempre in posti diversi, finché non ci siamo addormentati sul mio letto, sfiniti.

Al mio risveglio, lui non c’era più, ma io ero così euforica e felice che non mi sono neanche posta il problema.

L’amore è qualcosa di imprevedibile e bellissimo, almeno finché dura.

 

 

Avvistato J.

19:06, 25/07/2013

 

Tra due giorni devo consegnare la prima bozza del libro e sono nella merda più totale.

Non riesco a non ripensare al fantastico sesso con J.

Possibile che sia successo?

Sì, peccato che a lui non importi più niente di me. Non mi ha più chiamato né è venuto a casa mia.

Che stronzo, e io che pensavo che sarebbe andato diversamente!

Furiosa ed incapace di andare avanti con la scrittura, sono uscita con l’intenzione di andarlo a cercare.

L’ho trovato al parco con i soliti quattro amici sfigati e mi sono avvicinata a passo di marcia.

Gli ho fatto una piazzata con i fiocchi, roba da film hollywoodiani.

Ho puntualizzato che non poteva prendersi gioco di me in quel modo, che non ero la tipa da una botta e via e che avrebbe dovuto trattarmi con più rispetto, senza aprofittarsi della mia attrazione nei suoi confronti.

Lui non si è scomposto più di tanto e ha scrollato le spalle, poi ha detto che lui non aveva firmato nessun contratto con me, che ci eravamo solo divertiti un po’ e che non era tipo da relazioni serie.

L’ho mandato all’inferno e sono tornata da dov’ero venuta, incazzata e frustrata.

Possibile che gli uomini mi vedano sempre come un oggetto?

Improvvisamente, J. non mi sembra più così tanto bello e sexy.

Stronzo.

 

 

Avvistato J. (con una sgualdrina)

23:57, 30/05/2013

 

Ho consegnato la bozza e sono uscita a festeggiare con A. e F.

Siamo state in un locale affollato e minuscolo, ma tra quella marmaglia c’era anche J.

Non era da solo.

C’era una bionda ossigenata con lui, fisico perfetto e portamento da dea.

Una modella senza cervello, in sostanza.

Li ho visti ballare insieme, mentre io ingurgitavo un Sex on the Beach dopo l’altro, ricordandomi invano di non esagerare.

Lui mi ha visto e mi ha salutato con la mano, per poi tuffarsi sulle labbra carnose della modella/sgualdrina.

Così ho continuato a bere fino a che non mi sono retta più in piedi e sono crollata sul cesso, piangendo e vomitando ad intermittenza.

Certo che la vita fa proprio schifo.

 

 

Avvistato J.

01:48, 15/08/2013

 

Sono uscita con M.

M. è un mio vecchio amico del liceo e mi ha telefonato una settimana fa per invitarmi ad uscire.

Così, il giorno di Ferragosto, siamo andati ad un bellissimo party sulla spiaggia.

C’era un sacco di gente e della buona musica e io mi stavo divertendo.

Poi ho visto J. e – per la prima volta dopo mesi – non mi ha fatto nessun effetto.

Era avvinghiato alla sgualdrina ossigenata e mi ha lanciato un’occhiata interrogativa, vedendomi insieme a M. mentre ballavamo, stretti in un abbraccio.

Chissà cosa voleva intendere, con quello sguardo da pesce lesso.

Non me ne sono più preoccupata e ho continuato a ballare con M.

Affari suoi, non mi importa più niente.

 

 

Avvistato J. (a casa mia)

21:15, 18/08/2013

 

Io e M. stavamo abbracciati sul divano a guardare un film, dopo aver cenato, quando ho sentito il campanello suonare insistentemente.

Le cose con lui sono meravigliose, è il primo con il quale sono andata a letto e che non è scappato a gambe levate il mattino seguente.

Ho sbuffato e mi sono alzata, andando ad aprire.

Sulla porta c’era J. con i capelli in disordine, gli occhi cerchiati di viola a causa delle occhiaie e un’espressione da cane bastonato.

Gli ho chiesto cosa voleva, senza – ovviamente – invitarlo ad entrare.

“Mi dispiace, sono un coglione, senza di te non vivo” si è lagnato.

Per un attimo ho pensato di gettarmi tra le sue braccia, ma poi mi sono ricordata di tre cose fondamentali:

1.      M. era sul divano che mi aspettava;

2.      J. non mi faceva più nessun effetto;

3.      Avevo la mia dignità da salvaguardare.

Gli sono scoppiata a ridere in faccia e l’ho insultato, poi gli ho sbattuto la porta in faccia e sono tornata sul divano, dal mio dolce M.

“Chi era?”

“Nessuno, solo un coglione che non sa cosa si perde.”

M. mi ha sorriso nella maniera più dolce che avessi mai visto e abbiamo fatto l’amore, felici.

J. non era più un mio problema.

Esisteva solo M. e il nostro amore nascente.

 

 

 

 

NdA:

Salve a tutti coloro che sono arrivati fin qui.

Questo è un piccolo esperimento, non so se vi sia piaciuto, ma ho cercato di creare un personaggio divertente e ironico che, attraverso i suoi avvistamenti, impara una lezione di vita importante.

Spero di non avervi deluso e – se vi va – fatemi sapere cosa ve ne pare.

Ringrazio in anticipo chi lascerà una recensione o semplicemente si fermerà a leggere.

Kim =)

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Kim WinterNight