Storie originali > Azione
Segui la storia  |      
Autore: Hubris    09/07/2013    1 recensioni
Greis giaceva a terra, priva di sensi. Successe tutto rapidamente, il vento si scomodò appena, lasciando che i capelli di Nicolai si scombinassero e nell’insieme appariva grottesco, con quegli occhi pervasi dalla paura. Valerì urlò appena e provò inutilmente a dirigersi verso l’auto a qualche metro di distanza, ma fu subito raggiunta da un altro uomo. Ancora più alto di quello che aggredì Greis, ancora più enigmatico.
Genere: Azione, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LA FORZA DEL NIENTE


Capitolo uno


Agosto. Era una notte pittoresca. Troppo strana e infinitamente penosa.
Il cielo rosso e tetro, così tremendamente assente nella sua immensità, rievocava lontane malinconie infantili, mentre loro continuavano a fumare. Le risate, avevano quel peso incombente che faceva abbassare lo sguardo in continuazione. Nessuno osava guardarsi negli occhi per più di cinque secondi. Diciannove, venti e ventuno. Gli anni scritti sulle loro pelli. 
Dopotutto, per Greis ogni cosa aveva il compito di scivolarle via di dosso e anche il più velocemente possibile perché non aveva più la forza di comprendere ancora, di darsi spiegazioni futili o intelligenti che fossero. Soprattutto quella dannatissima notte. E Aldilà di ciò che poteva ancora essere giusto o sbagliato, oltre ogni rancore, doveva esserci sicuramente una via di fuga. Ma ormai il marciapiede era troppo stretto e angusto, l'aria bruciante e le altre due figure eccessivamente vicine. Non poteva permettersi mosse sbagliate. Si appoggiò al muro grigiastro e sbuffò del fumo serrato come il bacio che Nicolai stava stampando sulla fronte di Valerì. 
Greis conobbe Nicolai l'estate passata e si affezionò subito a lui. Nonostante si fosse mostrato perennemente indifferente e indaffarato. Uscivano insieme solo la sera. Quando Nichi aveva bisogno di sentirsi meno solo, quando aveva bisogno di sfogare qualche istinto Greis era sempre pronta, coi suoi sorrisi gentili. Greis non amava Nicolai, non lo aveva mai amato. Probabilmente non aveva mai amato, per dirla tutta. Ma quel ragazzo era così simile a lei e lo sentiva paradossalmente talmente vicino che ne era continuamente attratta, attratta da quel viso cupo e malinconico, dagli occhi verde scuro. Tuttavia, lei era nessuno, una piccola presenza appena percettibile per Nicolai.
Ma a Greis piaceva curare un po' d'amarezza alle persone. 
Quando la circondava solitudine e orgoglio e allo specchio non notava che graffi ovunque, afferrava le sigarette e l’accendino. Non è difficile passare la notte fuori quando tutto quello che hai sei tu, si ripeteva continuamente. 
E Nicolai baciava Valerì. Valerì era bella, bellissima. Capelli corti e lisci, di quel nero che disarma anche i più restii alla beltà. Occhi azzurri come quando il cielo si dimentica di macchiarsi un po' e decide di farti innamorare.
Greis capì immediatamente quanto in realtà fosse superficiale, interessata prettamente alle apparenze e al bisogno di sentirsi costantemente perfetta, ossessionata da ogni cosa che non fosse amore. Quello vero. Comunque sia, neppure Greis ne conosceva l’ambigua natura, così non si soffermò più di tanto su quel difetto, ma tutti quei pensieri le parevano contaminati d'invidia e li abbandonò immediatamente. 
Greis non si sentiva bella. Greis era come le persone che ti dicono sempre che vai bene, che non hai da preoccuparti e poi si fermano a piangere un po' anche per te. Quando nessuno può vederla. E quando tu sei già al sicuro. 
Il caldo non pareva acquietarsi, i lampioni illuminavano solo quello straccio di strada infelice dove loro tre si nascondevano al bisogno di avere un po’ di compagnia.
Passavano poche auto, e il silenzio parlava chiaro.
Ogni cosa tra di loro pareva fosse stata messa di proposito, come per ricordare che la vita a volte può essere davvero cattiva. E Nicolai lo sapeva, mentre passava l’accendino a Greis, quella Greis che non amava e non si sprecava di risposte. Quella Greis che però, ne era sicuro, era stata innamorata di lui. E ora si sentiva a disagio, si sentiva incastrato tra il fuoco e la sabbia. E così come il fuoco trasforma la sabbia in vetro immacolato e limpido, Greis aveva un'incredibile abilità nel rendere trasparente chiunque. Valerì era come nuda davanti a lei. 
E questo lo faceva sentire in imbarazzo, Greis sapeva come lui quanto noiosa fosse Valerì. Ma lui adesso voleva Valerì. 
La ragazza dai capelli neri, dagli occhi celesti, rideva spensieratamente. Non riusciva a comprendere cosa rendesse l'atmosfera così pesante e neppure perché Greis fumava così lentamente, chiudendo qualche volta gli occhi, solo per qualche secondo. Non poteva capire come ci si sente ad essere abbandonati. Ad essere rimasti soli e a non poterlo dire.  
Mentre Valerì continuava a parlare e a spiegare quanto Nicolai fosse dolce con i capelli arruffati, la strada divenne sempre più deserta e il cielo sempre più denso. Greis lo contemplò per qualche minuto, lasciando che la voce della ragazzina che aveva di fronte si allontanasse gradualmente, si disperdesse tra il fruscio dell'erba secca e lo svolazzare rischioso dei pipistrelli. Calò una sensazione strana dentro di lei e si sentì un'estranea. Sapeva che Nicolai non voleva che lei fosse lì. Greis allora mostrò sbadatamente un po' di agitazione, tossì e si mise le mani in tasca. Poi alzò repentinamente lo sguardo e fissò Nicolai. Troppo silenzio. Troppe cose sbagliate. La cosa che più faceva male era il capirsi nonostante il muro di indifferenza reciproca che si erano creati.
-Credo sia ora di andare- Disse Greis a bassa voce, senza schiodarsi dalla parete crepata. 
-Andiamo- Affermò Nicolai, composto. 
Tutti e tre si diressero pacatamente verso l'automobile ferma poco distante. 
-Fermi!- Urlò qualcuno. La voce era acuta ma maschile. Greis si voltò immediatamente. Ai suoi occhi si mostrò un uomo robusto, alto e di carnagione abbastanza scura. Indossava degli strani pantaloni scuri e una giacca grigia. Valerì lo trovava terribilmente ridicolo ma si lasciò spaventare facilmente e strinse il braccio destro a un Nicolai confuso. 
-Fermi- Ripeté la stessa parola per quattro volte, e Greis iniziò a studiarne il volto, mantenendo una certa calma. Le pareva come macchiato, gli occhi sembravano neri e vuoti e quel ghigno le pareva troppo meccanico per esprimere soddisfazione o cattiveria.  Non aveva capelli. La testa era liscia e forse un po' troppo grande. Greis si avvicinò all'uomo senza essere curiosa. 
Semplicemente, non voleva stare ferma. 
-Ho detto ferma!- Gridò irritato l'uomo. Poi si lanciò verso di lei. 
Greis giaceva a terra, priva di sensi.
Successe tutto rapidamente, il vento si scomodò appena, lasciando che i capelli di Nicolai si scombinassero e nell’insieme appariva grottesco, con quegli occhi pervasi dalla paura. 
Valerì urlò appena e provò inutilmente a dirigersi verso l’auto a qualche metro di distanza, ma fu subito raggiunta da un altro uomo. Ancora più alto di quello che aggredì Greis, ancora più enigmatico. Le bloccò le braccia e sparì insieme alla ragazza, lanciandosi dentro un furgone nero fermo sulla strada opposta. Restavano Greis a terra, immobile, e Nicolai in piedi, ma immobile anch’egli. La paura gli aveva bloccato ogni singolo muscolo. Il cervello era divenuto un antico motore a scoppio. 
Il tempo volava freneticamente, non c’era tempo per pensare. Nessuno pensava. Così l’uomo calvo puntò gli occhi scuri verso Nicolai e sorrise appena. 
-Prendi la ragazza e portala nel furgone grigio- Ordinò l’uomo. E da dietro un cespuglio a pochi passi da loro fece capolino un ragazzo massiccio, con delle mani che a Nicolai parvero enormi. Non aveva mai visto delle mani così grandi.
Questo prese Greis e la trascinò come si trascina un peso morto verso un furgone grigio e i vetri scuri. Direttamente parcheggiato dietro il furgone nero. 
Nicolai arretrò di scatto, lasciandosi cadere contro il muro. Il calvo gli si avvicinò.
-Ci vediamo dopo, Nicolai- E sferrò un pugno possente sul mento del ragazzo che cadde inevitabilmente sull’asfalto. 
Nel furgone grigio, Greis riacquistò i sensi e iniziò a dimenarsi, calciava con tutta la sua forza provando a liberarsi dalla morsa che la teneva bloccata. Si accorse di avere i polsi legati. Il ragazzo che le teneva bloccate le gambe sbuffò. C’era puzza di bruciato dentro e i finestrini erano completamente chiusi. Greis era esausta e le mancava l’aria. Perse nuovamente i sensi.  
I furgoni si muovevano silenziosamente. Imboccarono una via completamente buia.
Il tragitto durò circa sei ore, ma nessuno dei tre ragazzi lo poteva sapere. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Hubris