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Autore: minteyer    09/07/2013    35 recensioni
Odiare un qualcosa e dipendere da esso, è quello che succede la maggior parte delle volte nella vita.
Ma non sempre è un male dipendere da qualcosa di piacevole, non sempre è un male venire attratti dal dolce richiamo di ciò che, anche per un semplice ed inutile motivo, ci ostiniamo ad odiare.
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Tratto dal terzo capitolo.
“Voi ragazzi siete tutti così, pensate solo con quel coso in mezzo alle gambe e mai con la testa”
Sussurrai stringendo i denti e rialzando lo sguardo verso di lui.
Ammazzarlo, ecco cosa volevo.
“Voi ragazze mi sembrate accettare con estremo piacere quel coso che abbiamo in mezzo alle gambe
“Porco”
“Zitella”
“Maniaco”
“Verginella”
“Ti piglio a schiaffi”
“Interessante”
Si alzò alla mia minaccia e mi si avvicinò pericolosamente.
“Provaci”
Continuò in un sussurro, ed io alzai il braccio intenta a colpirlo.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 15: Due ragazzi stupidi, una ragazza idiota.




Un qualcosa di caldo sulle labbra..
Gabriele.
Le socchiusi appena sentendo un sapore familiare.
Gabriele.
Delle labbra sulle mie, labbra che conoscevo bene.
Gabrie..
Ma erano labbra che non saggiavo da tanto.
Risposi lievemente al bacio non capendo nulla, ancora assonnata.
Ricordavo il parco, l’albero sotto il quale mi ero seduta per disegnare.
Eppure.. eppure non ricordavo nessun bacio.
Forse solo un’illusione post-sonnellino?
Aprii lentamente gli occhi, notando due pietre azzurre che mi fissano e un sorriso divertito.
Occhi azzurro cielo, capelli neri e un sorriso da far invidia alle pubblicità della Mentadent.
Oh cazzo.
“Marco…”
“Ciao bella addormentata”
Guardai stupida il mio ex, prima di toccarmi le labbra in uno scatto fulmineo.
Non poteva essere vero..
“Da quanto tempo, Rori”
Sorrise lui, alzandosi e porgendomi una mano per fare lo stesso.
Sentivo il cuore battere a mille e la rabbia salire pian piano fino a sentire la gola in fiamme.
Gli schiaffeggiai via la mano fulminandolo con lo sguardo.
“Fottiti”
Sputai aspramente, trattenendomi dall’urlare mille insulti e prendendo l’album da disegno e alzandomi di scatto.
“Ancora arrabbiata con me?”
Chiese lui iniziando a seguirmi non appena presi a camminare velocemente per andarmene via da quel parco.
“Ma mi prendi per culo o cosa?”
Mi fermai di botto stringendo convulsamente l’album tra le mani.
Davvero, cos’era? Una candid camera? Prima Montaleni e ora il mio ex?
Mi girai continuando ad incenerirlo con lo sguardo.
Speravo davvero che un fottuto fulmine arrivasse per disintegrarlo.
“Ho sbagliato lo ammetto, ma non puoi tenermi il broncio così, d’altronde mi ami”
Rispose lui alla mia domande, con un sorriso beffardo sul volto e mettendosi le mani in tasca.
“Ti amavo. È imperfetto, un tempo passato”
“Non mentire Aurora, davvero vuoi farmi credere che in tutto questo tempo non hai pensato a me?”
Rispose mentre si avvicinava lentamente.
Si, certo.
Oltre a Montaleni che mi rovinava la vita, giustamente ci voleva anche quel bastardo di Marco ora.
Scossi la testa sorridendo perfida e voltando lo sguardo altrove.
“Ho sbagliato troppe volte a crederti e a pensarti in continuazione, ora se permetti ho una mia vita nella quale tu non sei affatto la mia priorità”
Una mia vita, si, anche se con un altro cretino a rovinarmela.
Quel cretino con gli occhi verdi che ora era, sfortunatamente, diventato la mia priorità.
Anche se mi odiava.
“Le mie labbra e la mia lingua però prima non ti sono dispiaciute”
Continuò beffardo avvicinandosi ancora.
Cercai di fare un passo indietro ma non mi accorsi del cancello che divideva il parco dalla strada.
Perfetto.
Chiusa tra un cancello e un ragazzo che odio.
Un normale clichè da film di terz’ordine.
Vidi Marco avvicinarsi sempre di più mentre cercavo invano di trapassare attraverso le sbarre del cancello.
Avrei tanto desiderato essere un fantasma il quel momento.
“Ho avuto a che fare con lingue migliori”
Bloccai i miei occhi nelle sue iridi cristalline, vedendolo fermarsi sorpreso e incredulo.
Quella frase.
Chiusi gli occhi cercando di ricacciare indietro le lacrime.
 
“Ho avuto a che fare con lingue migliori”
Sciolse le mani dal suo petto e se le mise nelle tasche dei jeans.
“Oh, se è per questo, il mio ex era molto meglio di te a baciare”
Lo schernii ridacchiando sotto i baffi.
L’espressione che gli lessi negli occhi era di pura sorpresa.
Mai prima di quel momento avevo usato la sua stessa tattica e paragonarlo a qualcuno.
“Perché non ti ho mai baciato seriamente...”
Lo vidi avvicinarsi e annullare le distanze.
Cacciò una mano di tasca e con le dita mi prese il mento costringendomi a guardare i suoi dannatissimi occhi verdi.
La convinzione e il coraggio di qualche secondo prima svanirono.
Mi sentii in trappola come mai prima di allora, mentre cercavo di tradurre l’espressione nei suoi occhi.
“...Ma se vuoi posso farti cambiare idea”
 
“Vuoi dire… Non ci credo.. Non può essere vero”
Scoppiò a ridere il moro, guardandomi con un sorriso di scherno.
Riaprii gli occhi senza capire.
“Tu che a stento mi guardavi tanto eri imbarazzata quando cercavo di guardarti. Tu che ti ritraevi sempre appena cercavo di farti una carezza.. sparane un’altra, Aurora”
Continuò ridendo poggiando le mani ai lati della mia testa bloccandomi tra lui e il cancello.
Beh, perfetto, da scema ero rimasta con le spalle contro il cancello invece di spostarmi.
Un applauso alla mia intelligenza.
Lo guardai adirata aspettando che per una combustione spontanea iniziasse a prendere fuoco.
Prendi fuoco, cazzo!
“Fa come vuoi, ma lasciami in pace”
“Mai..”
Disse non spostandosi di un millimetro nonostante lo spintone che gli avevo dato per liberarmi.
“Perché?”
Chiesi tentando ancora una volta.
“Sei mia”
“Ma manco mor…”
Neanche il tempo di finire di parlare che le labbra di Marco erano di nuovo sulle mie.
In un bacio che non volevo.
In un bacio che decisamente non desideravo affatto.
Cercai ancora un volta di spingerlo mugolando un ‘Muori, bastardo’.
E fu questione di un attimo.
Dio aveva accolto le mie preghiere.
Marco era a terra dolorante e con il labbro spaccato.
Solo che il problema era un altro ora, non ero stata io a gettare Marco a terra.
Era stato un pugno.
“Mi dici di innamorarmi di te e poi? Poi ti trovo a baciare altri..”
 
 

*******

 
 
Siamo fermi da mezz’ora davanti al portone del palazzo dove entrambi abitiamo.
Non mi ha rivolto neanche una parola.
Mi ha semplicemente trascinato sulla sua moto e portata a casa.
Neanche uno sguardo.
Nulla di nulla, mentre Marco sputava insulti su insulti al suo indirizzo per il pugno.
Mi guardai per l’ennesima volta i piedi.
Le stringhe delle mia sneakers non erano mai state così interessanti.
Non ho voglia di fare un passo.
Neanche uno.
Non ho voglia neanche di guardarlo in faccia, perché diciamocela tutta, ma ho paura di ciò che potrei vedere.
Ho paura di instaurare una conversazione sul bacio forzato del mio ex o su quella frase inutile dell’ultima volta.
Come potevo sperare che si innamorasse di me?
Insomma lui ed io, d’altronde siamo come un topo e un gatto.
A volte ci alterniamo i ruoli, ma sta volta sono sicura che il topo sono io.
E come topino fifone che si rispetti, ho una voglia immensa di scappare in camera mia e non vederlo più.
Anche se non sono io ad aver sbagliato.
Ok, va bene.
Anche io ho la mia parte di colpa.
Non avrei mai dovuto accettare la sua scommessa quel giorno.
 
“Facciamo una scommessa”
Disse d’un tratto con la voce spezzata da qualcosa d’inspiegabile, o per lo meno potevo spiegarmelo, ma poco ci credevo.
“Che scommessa?”
Gli voltai le spalle aggiustandomi la felpa nera, rubata dall’armadio di Fioravante quella mattina stessa.
“Tiri a canestro”
Rispose lui frettoloso mentre sentivo la cerniera della sua felpa scendere.
Aveva forse caldo anche lui?
“E cosa scommettiamo?”
Mi voltai verso di lui guardandolo con aria interrogativa.
Sotto la felpa verde scuro nascondeva una t-shirt bianca.
Dio, ora si che avevo caldo.
Ingoiai tutta la saliva che avevo in bocca e puntai i miei occhi nei suoi.
“Vieni a letto con me se vinco io..”
Il respiro mi si bloccò a quelle parole.
Ma cosa diamine gli frullava in testa.
Io a letto con lui?
La stessa morsa di prima mi agghiacciò.
Parole come quelle che in un secondo erano riuscite ad eccitarmi.
Oh basta, ero da troppo tempo senza un ragazzo.
“E se vinco io?”
Chiesi torturandomi le mani tanto da sentire dolore alle dita.
“Se vinci tu, sarò ai tuoi ordini per un giorno”
 
Varcò la soglia del portone velocemente tirandomi in malo modo per il polso.
Una frazione di secondo e già ero per la seconda volta intrappolata tra un ragazzo e qualcosa.
Il muro dell’atrio era abbastanza freddo, e per una sera estiva si stava decisamente bene appoggiata alla parete.
“Perché?”
Un solo sussurro.
Una sola parola dopo un ora da quel bacio sbagliato.
“Perché cosa?..”
Chiesi in ricambio, guardandolo, mentre manteneva le mani fisse ai lati della mia testa.
I suoi capelli si paravano di fronte a me, in alternativa ai suoi occhi essendo che aveva la testa abbassata.
“Perché prima mi chiedi di innamorarmi di te e poi baci un altro?!”
Alzò improvvisamente lo sguardo puntando i suoi ipnotici occhi verdi nei miei.
Tremai lievemente a quello sguardo ferito che mi si presentò davanti.
“Io.. Io..”
“Che c’è, eh? Forse non mi ami più? Oppure quel bell’imbusto può darti qualcosa che io non ho?”
“Sei geloso?..”
Sbattei le ciglia più volte lasciandomi scappare quel pensiero idiota che mi girava per la testa.
In un attimo le sue labbra furono sulle mie.
Un bacio di fuoco.
Le sue labbra sembravano bruciare.
Mi prese il volto tra le mani senza lasciarmi una risposta.
Tutto il suo corpo sembrava bruciare.
Ed io, onestamente mi ero lasciata andare in balia delle sue fiamme.
Da quanto non toccavo quelle labbra?
Da quanto non sentivo il suo sapore?
Da quanto tempo non mi sentivo più così leggera?
Ehi, aspetta un attimo..
Non ero io a sentirmi più leggera per quel bacio, ciò dipendeva dal fatto che chissà come le mani di Gabriele erano arrivate al mio sedere e io mi reggevo a lui peggio di un Koala.
“Si..”
Sospirò d’un tratto sulle mie labbra.
Piegai lievemente la testa di lato guardandolo confusa.
“Ma cosa..?”
Sussurrai appena prima che il suo indice si posasse sulle mie labbra.
Eravamo arrivati al secondo piano.
E lui non so come aveva già aperto la porta.
Si chinò di nuovo su di.
E ancora una volta le nostre bocche si completarono.
Le nostre lingue si intrecciarono.
Ed io finii per la terza volta in trappola.
Ma stavolta mi trovavo tra il ragazzo che amavo e la superficie del suo letto.
Non mi ero neanche chiesta se in casa sua c’era qualcuno.
A dire il vero in quel momento non mi stavo chiedendo nulla.
La mia mente e le mie labbra erano occupate solo da lui e dal suo tocco.
Gabriele ed io.
Insieme sul suo letto.
In procinto di fare l’amore.
Passai lievemente le mani tra i suoi capelli baciandolo con tutta la passione che avevo in corpo.
Tutta quella passione che, per tutto il tempo in cui mi ha trattato di merda, ho tenuto chiusa dentro.
In fondo questi eravamo noi.
Ci facevamo male a vicenda.
Anche se forse lui subiva di meno.
Sentii la cerniera dei miei jeans abbassarsi mentre l’altra sua mano mi accarezzava possessivo un fianco.
E pensare che un’ora fa quello stesso ragazzo che ora mi accarezzava, aveva tirato un pugno al mio ex.
Quando la sua mano si infilò sicura ma gentile nelle mie mutandine, trattenni il respiro.
Lo guardai bloccandogli il polso di scatto.
Ed i nostri occhi si incontrarono di nuovo.
I suoi un po’ preoccupati, con la palese paura di star sbagliando ancora.
“La domanda di prima…”
Ansimai lievemente stringendogli alcune ciocche, leggermente, tra le dita.
Il verde dei suoi occhi all’improvviso cambiò.
Era un verde così chiaro e limpido da far invidia ad una gemma preziosa.
Ed un sorriso si dipinse sulle sue labbra prima di riposarsi sulle mie in un bacio tra il passionale e il dolce.
“Si, sono geloso.. Di te..”
 
-…Ho collezionato esperienze da giganti
Ho collezionato figuracce e figuranti
Ho passato tanti anni in una gabbia d' oro
Si forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero
ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia… - (*)

Nota (*): E fuori è buio, quinta canzone nell'album 'Nessuno è solo' di Tiziano Ferro.






 

 

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Il piacere appartiene al sole



  Angolo autrice

Scusate per l'assenza e per il ritardo. ç_ç
Scusate davvero.
Sono passati troppi mesi dall'ultimo caricamento.
Mi dispiace.

PS. Spero di non avervi deluso con questo capitolo. twt
PPS. Non mi uccidete, vi prego.

 

 

   
 
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