Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rik Bisini    23/01/2008    5 recensioni
Nei mesi in cui Ginny frequenta Micheal Corner, essere Cercatore di Grifondoro le permette di evidenziare alcune qualità tutt'altro che gradevoli del proprio ragazzo.
Il tema di un contest che doveva essere proposto lo scorso anno richiedeva di incentrare le vicende su una coppia di giocatori di Quidditch. Riflettendo sul tema, è invece scaturita questa breve storia, di cui le prodezze sportive della coppia appartengono tutte al rappresentante del gentil sesso.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un pessimo perdente

Il braccio del ragazzo le cingeva delicatamente i fianchi. La ragazza respirava con avidità il suo profumo, tenendo la testa chinata su di lui, tra la spalla ed il petto. La sua voce era insopportabilmente sarcastica.
« Mi stai prendendo in giro, vero Ginny? »
Ginny si scostò, senza fretta ma con decisione, dal corpo del ragazzo.
« No Micheal, » replicò la ragazza, « perché dovrei? »
Ginny Weasley, iscritta al quarto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, appartenente alla Casa di Grifondoro, era una ragazza di bell'aspetto, dai capelli rossi e gli occhi castani. Quegli occhi erano puntati ora verso il suo ragazzo, Micheal Corner, studente di Corvonero, in attesa di una soddisfacente risposta.
« Veramente, » osservò lui tra il condiscendente e lo stupito, « non ti immagino davvero a presentarti alle selezioni per la squadra di Quidditch ».
« Beh, » replicò Ginny, « non dovrai immaginarmici. Le ho superate. Sono il Cercatore di Grifondoro, fino al rientro di Harry ».
Questa volta Micheal tradì un sincero stupore.
« Voli così bene? » chiese, poi si corresse, « Non penso che tu non sia capace, solo non ne abbiamo mai parlato... »
« Di Quidditch abbiamo parlato a lungo. » puntualizzò Ginny.
« Sì, » convenne Micheal « so che ti piace molto, ma non immaginavo che volessi anche giocarlo ».
« Ti dispiace? » domandò Ginny con una smorfia.
« No, » si affrettò a rispondere Micheal, « certamente no ».
Ginny sorrise e si accoccolò su di lui, nella medesima posizione. Micheal, invece di cingerle la vita, le carezzava con delicatezza i capelli. Sfiorò con un baciò la sua tempia, il sorriso di Ginny si allargò.
« Significa, » suggerì Micheal, « che adesso avrai gli allenamenti e tutto il resto con la squadra ».
« Immagino proprio di sì. » concordò Ginny.
« E potremo vederci molto di meno. » continuò il ragazzo, « Sentirò la tua mancanza ».
Ginny scostò la testa sottraendosi alle carezze e fissò Micheal negli occhi, vicinissima al suo viso.
« Dubito che ti starò lontana a lungo. » sfiorò le sua labbra con un bacio, « E ad ogni modo, abbiamo ancora degli anni per stare insieme qui a scuola ».
« Già. » convenne Micheal.

« Continuerai con il Quidditch? » chiese Micheal con aria distratta, mentre passeggiava per un corridoio deserto con Ginny.
« Che domanda? » rispose la ragazza con sincero stupore, « Ho preso io Boccino, hai visto? »
Micheal strinse le spalle.
« Certo, » ammise, « sei stata incredibilmente brava, ma ormai resta solo la partita contro di noi e lì che tu ci sia o no... »
« Continua. » lo invitò Ginny fredda.
« ...il Boccino lo prenderà Cho Chang. » concluse Micheal.
« Certo, Cho vola molto bene. » considerò Ginny, « Ma finché non provo a misurarmi con lei, non posso sapere come andrà a finire. Sono migliorata molto in questi mesi ».
« Ma se dicevi, » obiettò Micheal, « che il Cercatore non è neppure il tuo ruolo preferito ».
« Questo non significa, comunque, » replicò la ragazza con calore, « che non possa applicarmi per giocare una bella partita ».
« Anche se prendessi il Boccino, » continuò Micheal, « la partita non avrebbe storia, considerando come sta giocando tuo fra... il vostro Portiere ».
« Mio fratello Ron, » lo rimbeccò Ginny, sottolineando le parole "mio" e "fratello", « può giocare molto meglio di quello che hai visto e sicuramente anche meglio di quanto tu creda. C'è ancora tempo per la prossima partita, Micheal ».
Il ragazzo allargò le braccia.
« Quindi andrai ancora agli allenamenti, » insisté Michael, « che diventeranno sempre più pesanti. E più frequenti. Pensare che potresti passare tutto quel tempo con me... »
« Lo passo giocando a Quidditch. » ricordò Ginny, « Che è una cosa che mi piace fare ».
« Quindi, per te, » suggerì Micheal, « il Quidditch è più importante di me ».
Ginny restò un istante senza fiato. Poi riprese.
« Il Quidditch è lo sport che amo di più. E ho l'opportunità di giocarlo con la divisa della mia Casa. Riesco ad essere fiera di farlo. Credo che tu dovresti capire che è importante per me sentirmi fiera di quello che faccio ».
Micheal scosse la testa.
« Non vincerai contro Cho. » predisse.

Cho volava disinvolta, concedendosi ampi cerchi al di sopra del campo da Quidditch e sorrisi di incoraggiamento nei confronti di Ginny.
I Serpeverde sugli spalti avevano già intonato un paio di volte il fastidioso ritornello "Weasley è il nostro re!", dedicato alle sfortunate prestazioni di suo fratello Ron.
Corvonero aveva già segnato nei primissimi minuti e Ginny colse con un affrettato sguardo l'avanzata del Cacciatore avversario verso gli anelli. La folla urlò, ma l'urlo non fu seguito dal coro dei Serpeverde.
Ron aveva parato. Per più di cinque minuti, Ginny aveva giocato cercando disperatamente di trovare al più presto il Boccino e di effettuare la presa che concludeva la partita prima che il resto della squadra potesse trovarsi in difficoltà. Poi divenne più cauta e studiò con crecente attenzione le mosse di Cho.
I Cacciatori, Angelina, Alicia e Katie, erano all'altezza della loro fama, la partita si fece accesa ed il risultato incerto. Ron acquistava sempre maggiore sicurezza con le sue parate e Ginny distinse anche un gesto di incoraggiamento diretto a lei da parte sua.
Perfino i Battitori, due giocatori non particolarmente dotati che Angelina aveva dovuto raccogliere in quella situazione di emergenza, non sembravano del tutto disprezzabili.
Cho le passò accanto. Non le sorrise affatto.
Il coro per re Weasley non si alzava più dagli spalti dei Serpeverde. Un ritornello sulla stessa cantilena però cominciò a crescere dei tifosi in rosso ed oro. Erano i Grifondoro che stavano componendo all'impronta un coro di lode per il loro Portiere.
Il Boccino apparve scintillanto proprio di fronte a lei, anche se molti metri più avanti. Partì ed ebbe una preziosa frazione di secondo di vantaggio, prima che anche Cho si gettasse verso la minuscola sfera alata.
La sfera si adagiò nel palmo di Ginny che la sollevò in un radioso sorriso. Gli spalti esplosero in rosso ed in oro. La partita era vinta. E con essa il campionato di Quidditch.
Ron volo agitando braccia e gambe in direzione dei tifosi che ormai, sintonizzati in un unico sforzo, ideavano a raffica nuove strofe di quella canzone che ormai non aveva più nulla di odioso.
Angelina, Capitano di quella impresa eroica, era in lacrime.
Il Cercatore di Corvonero gettò la scopa a terra, tra lacrime di rabbia.
Per la prima volta, grazie al campo del Quidditch, Ginny si sentì superiore a Cho Chang.

« La Coppa! » urlava Ginny raggiante, « Abbiamo vinto la Coppa! »
Si lanciò verso il ragazzo di fronte a lei per stringerlo. Micheal rimase sorprendentemente rigido.
« Abbiamo vinto la Coppa! » ripeté, quasi timidamente.
Ragazzi e ragazze si stavano dirigendo dallo stadio verso il Castello. Certamente nel dormitorio dei Grifondoro stava per cominciare una favolosa festa.
« È la Coppa, quello che volevi. » commentò Micheal, pungente.
« Sì, » ammise Ginny adirata, « te l'ho detto. Volevo essere fiera di quello che faccio ».
« Beh, » commentò Micheal, « ed io come mi dovrei sentire? Sai benissimo che per farvi vincere quella Coppa sono mesi che quasi non ti vedo. E oltretutto quella Coppa l'avremmo potuta avere noi, se non fossi stata così fortunata da trovarti il Boccino davanti. Potresti mostrare maggiore considerazione per noi che abbiamo perso ».
« Io sono la tua ragazza. » tuonò Ginny, « La tua Casa non ha vinto, ma in compenso ho vinto io ».
Micheal strise le spalle.
« Grifondoro ha vinto. » ricordò, « Corvonero ha perso. Non vedo come potrei essere allegro, stasera, quando tutti gli altri saranno delusi per il medesimo motivo ».
« Tu non sai perdere. » giudicò Ginny.
« Credi? » domandò Micheal, « Forse è a te che importa troppo vincere, credi di avere ancora bisogno di me, adesso? »
Ginny stava per urlargli contro un insulto, quando, con sua stessa sorpresa, si accorse che quell'euforia, quella nuova considerazione di sé che aveva poco a poco conquistato in quei mesi, le avevano aleggerito l'animo. Si sentiva di valere molto più per se stessa che per l'opinione che aveva di lei Micheal.
Scaccio con decisione l'immagine di un volto familiare con due occhi verdi ed un paio di occhiali tondi.
« Hai ragione Micheal. » ammise, « Posso fare a meno di te. Posso andare avanti da sola, con le mie forze ».
Micheal si allontanò, diretto verso un gruppo di compagni di Casa, senza guardare indietro una sola volta.

Come era prevedibile, la Sala Comune di Grifondoro era stracolma di studenti festanti e venivano offerti dolci e bevande apparsi misteriosamente. Ginny aveva intravisto per un istante la sua amica Hermione ed aveva incrociato anche gli occhi verdi di Harry Potter. I due si erano diretti verso i rispettivi dormitori prima di tornare alla festa, con un'uniforme appena uscita dalla lavanderia.
"Perchè Weasley è li nostro re", arricchendosi ancora di varianti, era sovente urlata a squarciagola. L'oggetto della canzone era tra i primi ad unirsi al coro. Ginny riuscì ad intercettare un paio di volte lo sguardo di Ron, mentre raccontava con dovizia di particolari ogni singola parata di quella memorabile prestazione.
Angelina di tanto in tanto la stritolava in un abbraccio soffocante. Una ragazzina del primo anno, che le sembrava si chiamasse Robins, la guardava incantata. Neville aveva rovesciato almeno tre bicchieri nel tentativo di offrirle da bere.
Finalmente fornita di Burrobirra, la ragazza si accostò alla finestra. La separazione da Micheal non la turbava quanto la sua stessa reazione. Temette che fosse tornato difficile per lei provare interesse sincero per un ragazzo. Si chiese se nelle profondità del suo animo non fosse rimasto ancora un blocco, una resistenza creatale da un sogno impossibile di cui sperava di essersi liberata.
Studiò un paio di ragazzi che ridevano accanto a lei. Non ebbe alcun turbamento nel considerare l'aspetto di Seamus Finnegan.
Soffermadosi però su Dean, alto e prestante, si rincuorò nel trovarlo decisamente attraente, assai più dell'ultima volta che lo aveva ammirato, prima del Ballo del Ceppo.
Ginny studiò il pallido riflesso che la finestra le restituiva. C'era di che essere liete. E non doveva più bastarle di interessare un ragazzo solo per la bellezza.
Aveva altre doti, come aveva provato nel corso di quell'anno, non solo attraverso il Quidditch. L'aveva dimostrato e l'avrebbe dimostrato agli altri e soprattutto a se stessa.
Seamus si accorse della sua presenza e fece un cenno a Dean. Si avvicinarono alla ragazza.
« Ottima presa, Ginny. » esordì Seamus.
« Grazie. » replicò la ragazza.
« Complimenti Ginny. » disse Dean, « Non ho mai visto nessuno volare come te. Mi sono incantato a guardarti ».
« Grazie. » si schernì Ginny, « Ma non sono certo ai livelli di uno come Harry ».
Dean si scambiò un'occhiata con Seamus.
« Evidentemente, » commentò Dean, « non è solo la tua bravura come Cercatore che mi incanta ».
Ginny fece un ampio sorriso.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rik Bisini