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Autore: SpencerReidFever    10/07/2013    0 recensioni
Era il 1985 quando Mark inciampa e finisce col culo per terra, in seguito gli diagnosticano il morbo di parkinson. Parecchi anni dopo, si ritrova a vivere da solo con la sua nipote diciannovenne Haley, una ragazza forte e matura che adoro la zio. Un giorno arriva una nuova infermiera arriva nella casa sul lago di Haley e Mark, è vedova da pochi mesi e ha un figlio che cela l'essere straziato dal dolore. Il clima estivo, il dolore e la difficoltà di entrambi rende vicini i due ragazzi, ma quanto?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Questa è per te zio,
per te che ci sei sempre stato,
per te perché mi fai sempre sorridere,
per te perché anche con la malattia vivi,
per te che non hai paura di quel mostro e combatti,
per te che hai ancora tanto per cui batterti  e per cui lottare,
per te perché nei tuo sessantacinque anni non hai mai smesso di vivere come un ragazzo di venti,
per te che quando stai male mi uccidi,
per te che se anche hai le crisi e ti paralizzi, i tuoi occhi sono più utili di mille parole,
per te, perché sai che non sopporto la zia e fai sempre di tutto per farci andare d’accordo,
per te che quando hai scoperto che fumavo hai semplicemente detto:
“Fai quello che vuoi fare, perché la vita è una sola e se deve succederti qualcosa potrebbe accadere sempre, quindi fregatene e se credi che fumare ti faccia stare bene, fallo!”
per te che anche con questo schifo di malattia continui a vivere e mi inciti a vivere.
Questa storia è per te, per avvicinare le persone a quel mondo che conosciamo da sempre, tu da molto più di me.

 
 

Prologue

 
 

12 Aprile 1985

 
Mark stava correndo a perdifiato, rincorso dalla sua amata, Margot. Le aveva rubato il cappello di paglia, il sole bruciava la sua pelle chiara e sentiva il cuore che gli esplodeva nel petto. Ad un tratto Margot lo   raggiunse e gli gettò le braccia al collo, facendolo ridere, lui le porse il cappello e sorrise cercando il perdono, Margot gli stampò un bacio e poi corse anche lei. Toccava a lui inseguirla, sorrise vedendo la strada di ciottoli che costeggiava la spiaggia, calpestata dai delicati piedi della sua Margot. Sorrise sfidando quasi il tempo e si decise a rincorrerla, ma ad un tratto le forze vennero a meno inciampò sulle sue stesse gambe e finì col culo per terra,  si fece strano, aveva per un attimo perso il controllo del suo corpo, non era da lui inciampare in quel modo. Margot si accorse di non essere rincorsa da suo marito, quindi si voltò a guardarlo, mentre i capelli biondi svolazzavano trasportati dalla brezza marina, il sorriso limpido scomparve dal volto della giovane ragazza vedendo Mark a terra. Gli andò vicino.
Mark non capiva, non era in grado di muovere il piede che aveva cominciato a tremare freneticamente, si spaventò e con l’aiuto della sua Margot andò in ospedale.
Da lì fu un continuo susseguirsi di visite su visite, test su test, medici su medici. E poi una diagnosi: Parkinson.
Ma sì.. la malattia che ti fa tremare.
È molto più di questo. È una malattia che ti cola nel profondo, all’inizio non si vede, è un mostro silenzioso, un parassita che si nutre di te e dei tuoi movimenti, e quando si vuole divertire fa arrivare le crisi. Non tremi più, vorresti tremare, vorresti essere in grado di muoverti, vorresti essere in grado di alzarti e fare il dito medio alla malattia, ma lei te lo impedisce, ti costringe a stare immobile, strascicare le parole per farti capire, fare uno sforzo sovrumano solo per muovere gli occhi verdi da destra a sinistra.
Poi tutto avvenne così in fretta. Margot rimase incinta, erano così felici fino a quel maledetto aborto spontaneo, poi lei continuò ad amarlo, gli stava dietro durante le crisi, ma col tempo si distaccò da Mark completamente, fino ad andarsene, a scappare. Lasciò un biglietto a Steven, il fratello di Mark che fu costretto a prendersi cura di lui portandolo a vivere con lui e sua moglie incinta di una bambina, una bellissima bambina dagli occhi verdi come quelli di Mark e Steven, e i capelli della madre Beth, capelli rossi vispi che avrebbero invidiato tutti.
 
 

PRESENT DAY.

 
È una mattina di sole quando Haley apre gli occhi verdi, si stiracchia nel letto del cottage e si alza per andare a controllare suo zio Mark. Stava ancora dormendo steso come una tavola di legno, era dimagrito molto nelle ultime settimane a causa della malattia che si era aggravata provocandogli spasmi involontari, il cosiddetto wearing-off, le dita delle mani e dei piedi cominciano a anchilosarsi e gli arti si muovono freneticamente sembra uno spastico, un andicappato. Ma in realtà è solo il fisico che lo tradisce, lui sta bene.
Haley andò in salotto e aprì le finestre che davano sul lago facendo entrare il sole, lanciò un’occhiata alla barca ormeggiata da un paio di giorni davanti al suo cottage, non aveva visto chi erano i proprietari della barca, ma non gli importava purché non guardassero male lei e suo zio, purché non facessero troppo casino perché mio zio aveva bisogno di riposo e di tranquillità.
Foxford era sempre stata una meta turistica, ma in genere i turisti arrivavano verso la fine di giugno, non metà maggio.
Haley tornò dentro e mise su il caffè e il bollitore, preparò la tavola per la colazione e uscì per ritirare i panni ormai asciutti. Il sole si stava alzando lentamente nel cielo preannunciando una bella giornata, quando rientrò in cucina trovò lo zio che, con i suoi soliti movimenti sconnessi prendeva una tazza di caffè, rovesciandone un po’. A lui serviva compiere alcuni gesti quotidiani per rassicurare sé stesso, per capire che ce la poteva ancora fare, che non era ancora finita e che i suoi sessant’anni erano normali anche con la malattia. Haley avrebbe voluto che uscisse solo una volta ogni tanto.
“Buongiorno zio.” Lo salutò sorridendo dolcemente.
“Buongiorno adorabile nipotina.” Rispose lui strascicando appena le parole.
“Ti ricordo che oggi arriverà la nuova infermiera.. comportati bene.” Si raccomandò la ragazza dai capelli rossi.
“Cosa intendi?” chiese Mark facendo finta di non capire.
“Intendo che non voglio che ti becchi a guardare filmini asiatici porno.” Rispose lei conoscendo la ‘passione’ dello zio. Quello scoppiò a ridere e annuì con gli spasmi.
“Mi ha detto che si trasferirà in una barca nel lago con suo figlio, quindi sarà molto vicina a noi.” spiegò Haley.
Lo zio annuì volendo accantonare l’argomento, faceva così spesso quando si parlava di qualcosa che gli ricordava la sua situazione.
“Perché non vai a farti un bagno al lago, mi dà fastidio vederti sempre chiusa in casa..” borbottò lo zio.
Haley in fondo aveva voglia di prendersi la mattinata per lei, così andò in camera su e si mise il costume blu a pois bianchi,mise un pareo e afferrò la borsa da spiaggia di Armani Jeans, quella blu che le avevano regalato i suoi amici tre anni prima, al suo sedicesimo compleanno.
Tuttavia dovette aspettare l’infermiera prima di andare in spiaggia, quindi con una rivista tra le mani, aspettò in soggiorno per circa un’ora. Quando il campanello suonò, Haley si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, mentre lo zio ridacchiava per una battuta di un film che stava seguendo a tratti.
Appena la ragazza aprì la porta, una donna bionda la salutò e si presentò.
“Salve io sono Maura la nuova infermiera..” disse porgendo la mano alla giovane.
“Haley, sono la nipote del suo nuovo paziente.” Rispose lei stringendo la mano. Le piaceva quella donna, le dava un’impressione solare e positiva, esattamente ciò di cui lei aveva bisogno, sarebbero andati molto d’accordo Maura e suo zio, Haley ne era certa. Avevano lo stesso identico temperamento.
Dietro la donna c’era un ragazzo biondo che la guardava con aria, quasi scocciata.
“Lui è mio figlio Niall.” Lo presentò la donna
“Piacere..” borbottò lui.
“Piacere mio.” Replicò Haley con un sorriso non corrisposto.
Poi la ragazza fece entrare madre e figlio, li condusse in soggiorno, dove lo zio stava seduto in preda agli spasmi che non lo abbandonavano mai.
“Salve Mark, sono Maura con mio figlio Niall.” Si presentò la donna.
“Molto lieto” rispose lo zio facendo una sorta di inchino, alzandosi in equilibrio precario per poi accasciarsi nuovamente sulla poltrona.
“Io vado al lago, le serve qualche delucidazione oppure sa già tutto dal colloquio?” chiese Haley ansiosa di uscire dalla casa, e stanca di sentire lo sguardo di Niall su di lei che le pesava come un’accusa.
“Non preoccuparti, non mi servono ulteriori spiegazioni.- rispose la donna sorridendo, per poi aggiungere-Anche Niall va al lago con un paio di suoi amici, tu vai sola cara?” le chiese Maura.
“Mmm.. sì.. non ho molti amici da queste parti, è prima di tutto una meta turistica..” rispose lei sospettosa.
“Beh Niall, tesoro, perché non porti con te Haley sono sicura che vi divertirete..” esclamò la donna.
“Va bene mamma… possiamo andare allora?” chiese Niall quasi implorante. La signora annuì, salutai mio zio con un bacio sulla guancia a cui rispose con un occhiolino.
Uscii con Niall ,avevo come la sensazione che ce l’avesse con me.
 

Buon pomeriggio ;) ho finalmente pubblicato questo prologo,
sarà una storia molto seria, nella quale parlerò del morbo di Parkinson
che è una malattia molto complessa e debilitante.
In parte si tratta di una storia vera, spero che mi diate un parere. Grazie :
SpencerReidFever.

Vi lascio con il mio face book: https://www.facebook.com/spencereidfever.efp?fref=ts
Mark:
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Niall:

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