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Autore: Nahash    10/07/2013    2 recensioni
Ukoku nella sua desolazione profonda, dellìoscurità della quale è consapevole e della quale di ciba senza saziarsene mai. Ukoku seduto sotto un albero che parla alla luna, come stesse parlando a Komyo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ukoku Sanzo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa flash è un delirio si, non va letta con lo stesso modo in cui si leggono delle cose in generale. Seguono piuttosto una sorta di narrazione ermetica futuristica, perché la mia anima esplode ed io devo trascrivere in parole i suoini che sento. Potrei scrivere solo BOOM e descrivere cosa è in realtà, ma preferisco, invece, affrontare delle flash cercando di mantenere IC il personaggio scelto.
Spero che vi piaccia la prosa, come la poesia finale, spero di far riuscire ad intendere il senso profondo della cosa.
Spero in fine che vi piaccia.


Ps: Questa volta niente bannerino, perhé tutto deve esprimere il niente e il niente deve esprimenre il tutto <3 Il titolo della ff è il titolo di una song di Jocelyn pook.
Non so perché ma, mi sento di offrire questa Flash a Ita Rb di condividere questo delirio notturno con lei, sapendo che carpirà ogni singnificato ermetico, sperando che le faccia compagnia nelle lunghe notti insonni.



Liberami da questa amara consuetudine d'amarti, liberami perché questa ossessione mi sta amabilmente nauseando e risalendo mi afferra senza la minima pietà.
Komyo.
Sei tu il carnefice del mio misfatto, non lo vedi come si posa? Leggiadro nel torbido candore della notte cala sulle coltri.
Oscuro è questo paesaggio che mi circonda, non sento niente, neanche i grilli cantare, non sussurrano parole d'amore nel vento, non dicono niente, assolutamente nulla.
Nulla è anche quello che sento, eppure sono seduto sotto quest'albero, su questa terra umida, a sporcare già la mia nera veste. Sono qui sotto a guardarti, ti osservo dal mio posto, anche se non mi spetta, anche se vorrei toccarti, stringerti eppure non mi resta che bramarti.
Li vedo i brandelli, li vedo i brandelli di questi ventuno grammi soppesati dalla tua coscienza.
Dicesti che non mi avresti ucciso, eppure lo hai fatto, lo fai ad ogni tramonto, quando insorgi, per scacciare quel patetico astro, lo fai ogni qualvolta ti decidi a troneggiare nel cielo.
Lo sento Komyo e lo sento vibrare il tuo essere dentro di me, anche se immaginassi le più atroci torture, penserei ad altrettante soluzioni pur di riaverti.
Quando tutto è avvolto dal niente, anche il più flebile sospiro risulta pesante, ed io respiro in attesa di qualcuno che lo spezzi.
Sai Komyo avrei tanto voluto vedere il mio sangue sgorgare sulle tue candide mani, sulla tua anima dannatamente pura, quanto ho adorato insozzarla seppur per una sola volta.  Ricordi quando ti avvolsi? Ricordi quando ti fasciai nel mio manto fatto di niente?  Eppure anche qui c'era la pesantezza di un corpo.
Vedi? Tutto è ombra, anche se tu risplendi lassù per quanto maestoso tu possa essere, questo albero, questo albero sotto il quale sono seduto, non mi da occasione di raggiungerti, questo albero non mi lascia avvicinarti.
Sotto questo albero ho trovato il mio ristoro, un posto sotto il quale amare il tuo sepolcro, avvolto dal mio stesso paludamento, ti osservo.
 
Anche se straziato dalla più tenebra profonda.
Quando il silenzio urla.
Quando i tuoi occhi,
lunari ed indagatori mi osservano
Io sussulto, nell'estati dell'orgasmo
Sento.
Sento pacata la tua luce
che sul braccio si posa
mi sfiora
ed io pur di osservarti
mi rintano.
   
 
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