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Autore: RevolutionVoltage    11/07/2013    1 recensioni
Dal Capitolo1: - Ma io voglio amare l'uomo che sposerò..non mi basta trovare simpatico un ragazzo, non voglio sposarmi per convenienza. Non mi importa del denaro -, ribattè la figlia mentre controvoglia si sistemava un ciondolo al collo, prima di aggiungere con enfasi - Amare è bruciare, ardere di passione, come Giulietta, come Ginevra...-
- Mia cara, tutte hanno fatto una fine piuttosto penosa.-, ribattè la madre mentre continuava a spazzolare i ricci biondi della figlia.
La ragazza saltò su dalla sedia su cui era seduta per voltarsi e guardare negli occhi la propria madre chiedendo - Penosa? Morire per amore? Cosa può esserci di più glorioso? -
Attezione: Crossover Taylor Swift/Orgoglio e Pregiudizio!
Di: Starlight.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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cap1 marta
Hello Internet!
Oggi sono alquanto agitata perchè ho fatto il mashup migliore della mia vita (so far.) e sì, devo per forza spoilerare in modo che chi non è amante del genere - babbani v.v - può evitare di leggere direttamente...con mio grande disappunto, aggiungerei.
Sooooo, sì, ecco, io amo - ma che dico amo?- io ador..no, ok, io sono completamente ossessionata da Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio e company (gli altri romanzi, l'800, i balli..eccetera).
Yes, I'm kinda a nerd.
La mia mente da piccola Janeite fa sì che ogniqualvolta io ascolto la canzone Enchanted di Taylor Swift ho come dei flash di scene presi dai romanzi della Austen perchè penso che questa canzone si adatti terribilmente bene!(Voi poi non credeteci.)
Ad ogni modo, ecco la mia storiella, è un pochino lunga forse (Ciao Ham  <3) ma bè, spero che vi piaccia perchè io ormai la amo con tutta me stessa e, come ben sa il resto del trio, la amavo pure mentre la scrivevo. Spero quindi che piaccia anche a voi...e al resto del trio a cui non ho fatto leggere neanche una frase di tutto questo.
Sì, ora la pianto e vi lascio in pace.

PS: Jane, this is for you. I'm sorry. I love you.

Sun, love, Jane and love y'll!
Starlight

It is a truth universally acknoledged that a single man,
in possession of a good fortune, must be in want of a wife.
-
Incipit di Pride and Prejudice


- Dobbiamo proprio andarci? -, chiese un giorno una figlia alla propria madre riferendosi a un ballo che si sarebbe tenuto quella sera nella grande villa di campagna del paese, recentemente presa in affitto da un gentiluomo del nord dell'Inghilterra. - Cosa mi interessa se questo giovane ha deciso di affittare Netherfield Park? Voglio dire, un sacco di uomini ricchi affittano case in tutto il Paese, cos'ha lui di tanto speciale? -
- E' scapolo, mia cara, sca-po-lo -, ribattè la madre esasperata, scandendo con enfasi l'ultima parola.
- Se pensate che io abbia intenzione di sposarmi all'età di 19 anni vi sbagliate di grosso, mamma -, rispose la figlia che, ormai, dopo quasi vent'anni di convivenza, comprendeva bene i ragionamenti della madre; non dubitava, infatti, che la sua adorata mamma avesse già iniziato a ordinare tutto il necessario per il corredo matrimoniale della figlia, in vista del suo imminente, nonchè inesistente, – secondo il parere della ragazza – sposalizio con il nuovo proprietario di Netherfield Park.
- Oh Taylor, quante storie fai! Quando ero giovane io alla tua età ci si incontrava, ci si piaceva e ci si sposava. Fine della storia -, disse la madre cercando di placare i lamenti della figlia mentre sistemava un nastro color panna sulla schiena dell'abito della ragazza.
- Ma io voglio amare l'uomo che sposerò..non mi basta trovare simpatico un ragazzo, non voglio sposarmi per convenienza. Non mi importa del denaro -, ribattè la figlia mentre controvoglia si sistemava un ciondolo al collo, prima di aggiungere con enfasi - Amare è bruciare, ardere di passione, come Giulietta, come Ginevra...-
- Mia cara, tutte hanno fatto una fine piuttosto penosa.-, ribattè la madre mentre continuava a spazzolare i ricci biondi della figlia.
La ragazza saltò su dalla sedia su cui era seduta per voltarsi e guardare negli occhi la propria madre chiedendo - Penosa? Morire per amore? Cosa può esserci di più glorioso? -
- Forse glorioso e appagante nelle tue belle canzoni, ragazza mia, ma non nella vita reale. Se il marito muore, la moglie deve sposare il primo che capita...-
- ...Altrimenti morirà di povertà. -, concluse Taylor a malincuore mentre si raccoglieva i capelli in un intricato chigogn di ricci. Quella frase l'aveva sentita parecchie volte fin da quando era in fasce.
- Sono abbastanza bella per il mio principe? -, chiese scherzosamente poi, alzandosi dalla sedia e sorridendo con ironia alla madre.
- Sei troppo bella per chiunque -, rispose con affetto la madre abbracciandola con calore.
- E così questo famoso signor Darcy si è stabilito nella nostra contea con lo scopo di derubarmi della mia bambina, eh? -, disse una voce maschile sulla soglia della camera della ragazza. - Spero per lui che sia intelligente almeno la metà di quanto si dice in giro che sia ricco se proprio vuole privarmi della mia figlia preferita..-, aggiunse poi il padre di Taylor facendole un buffetto su una guancia.
- Nonchè l'unica -, disse la ragazza sorridendogli.
Poi raccolse il proprio ventaglio dal tavolo della toletta e, dandosi un'ultima occhiata allo specchio, uscì velocemente dalla camera per partire alla volte della maestosa Netherfield Park.

Era una calda sera d'estate, il vento soffiava tiepido tra le fronde degli alberi che circondavano la vasta tenuta. Nonostante la casa appartenesse a uno straniero, Taylor fu contenta di trovare tutte le sue amiche all'ingresso della casa, proprio vicino alla fontana di marmo: a un'osservatore esterno sarebbe sembrato più un ritrovo di gente di campagna, piuttosto che un festino di ricchi signorotti di città come certamente era questo fantomatico Darcy.
Le giovani fanciulle avevano fatto di tutto per essere più eleganti del solito, adornandosi con nastri, vestendosi con i vestiti delle proprie sorelle maggiori – le quali avevano indossato i vestiti delle madri – le quali avevano deciso di non presenziare all'evento senza il loro vestito migliore per cui si decisero a comprarne uno nuovo, oppure arricciandosi più che potevano i capelli: tutto per impressionare il gentiluomo e fare bella figura alla compagnia che il signor Darcy si era portato con sé. A parte le figlie dei ricchi proprietari terrieri del villaggio, belle ed eleganti – e snob per natura-, solo Taylor, tra tutte le ragazze di ceto medio, era la più tranquilla; non vedeva, anzi, l'ora di poter tornare a casa a scrivere una canzone o a suonare la sua chitarra, oppure, come spesso faceva, rimanere alzata fino a tardi, senza che i suoi genitori lo sapessero, nel giardino di casa a osservare le stelle.
Quando entrò nella villa si accorse che i balli erano già incominciati: giovani e vecchie coppie ballavano armoniosamente nella grande sala da ballo che Taylor scorgeva dall'entrata, mentre un gruppo di violinisti li accompagnava in sottofondo.
Si era incantata nel guardare il soffitto della sala da pranzo in cui lei si trovava, completamente affrescato con figure mitologiche in stile classico, quando un cameriere le chiese gentilmente se desiderasse qualcosa da bere, offrendole un bicchiere di vino bianco che lei accettò con piacere.
In compagnia della sua amica, Abigail, Taylor fece il giro della sala, osservando i presenti e, in particolare, le giovani donne provenienti dal nord dell'Inghilterra: erano piuttosto brutte, o forse, Abigail suggerì, erano brutte solo perchè erano completamente snob e si consideravano superiori alla loro compagnia, rifiutandosi categoricamente di ballare qualsiasi danza che veniva loro proposto.
Le loro battute sarcastiche vennero interrotte dall'arrivo di due aiutanti giovani che facevano parte del reggimento – questo venne capito dalla rossa divisa che i due ragazzi indossavano – e che chiesero loro l'onore delle prossime due danze. Le due amiche accettarono con piacere. Dopotutto erano a un ballo, in che altra maniera avrebbero potuto trascorrere la serata?
Ballare in quella bolgia fu estenuante, dopo neanche dieci minuti ad Abigail cominciò a mancare il fiato, mentre Taylor arrossiva per la grande energia che era necessaria nell'eseguire le varie figure delle danze in uno spazio così ristretto, dovuto all'elevato numero di persone che ingombrava la sala. Dopo le due danze Taylor era profondamente stanca, i due ragazzi non erano neanche così simpatici per non dire alquanto stupidi; non ci rimase molto male quando li vide andare a caccia di altre due fanciulle più giovani che erano appena entrate nella sala da ballo.
Dopo altri due bicchieri di vino Taylor stava sventolando il ventaglio per farsi aria, faceva un gran caldo ormai! Aveva perso di vista la sua amica e se ne stava stretta in cerchio con un gruppo di suoi conoscenti che la ragazza non sopportava affatto, ma che, con giusto riguardo al decoro, aveva deciso di conversare per qualche minuto.
Risate forzate, sorrisi finti, sguardi di insincera simpatia, assenti e vuoti, scomparvero quando Taylor incontrò con gli occhi, vagando tra i presenti, il volto di uno sconosciuto.
Tutto ciò che la ragazza poi sarebbe riuscita a dire di quell'incontro è che era rimasta incantata dall'averlo incontrato.
Gli occhi di lui sussurravano “Ci siamo già incontrati?”, mentre, facendosi spazio tra la folla, la sua figura cominciava a muoversi verso di lei.
- Vi state divertendo? -, chiese poi il ragazzo dopo un inchino compito a cui la ragazza rispose con una profonda riverenza. Il giovane era probabilmente un ufficiale, un luogotenente forse, a giudicare dalla divisa blu che indossava, con una cravatta bianca rigidamente stretta al collo.
Le basette scure erano molto lunghe, ma anche ben curate, mentre i capelli castano scuro lisci gli ricadevano sull'occhio destro, nascondendo uno dei due occhi quasi neri.
Dopo aver completato l'esame dell'estraneo, Taylor tornò a sventolare il ventaglio, cercando di non dare a vedere che fosse agitata - Non molto -, rispose poi sincera.
- Dobbiamo rimediare allora. -, fece lui serio. - Le dispiace se vi rubo un attimo dalla vostra compagnia? -, chiese poi, dall'alto della sua statura, indicando con un cenno della testa la cerchia di finti amici con cui la ragazza stava precedentemente conversando, i quali, accorgendosi della presenza del gentiluomo, rimasero di stucco nel vedere che stava parlando proprio con lei.
- Nient'affato -, replicò la ragazza.
Senza il tempo di dire altro il giovane arrivato la prese sottobraccio conducendola con passo elegante alla sala da ballo in cui stava incominciando un lento.
- Amo questa musica -, commentò lei dando inizio alla prima figura della danza.
- Sì, molto riposante -, ribattè lui riferendosi ai ritmi veloci delle quadriglie precedenti.
Un silenzio carico di imbarazzo li catturò per alcuni minuti, fu lei a romperlo sorridendogli e dicendo - E' il vostro turno di dire qualcosa. Io ho parlato della danza. Ora voi potreste fare un commento sul numero delle coppie o sulla grandezza della sala. -
Lui rise di gusto, prendendola per mano e facendole fare un giro su se stessa prima di portarsela al petto – come richiedeva la figura della danza – e bisbigliarle all'orecchio - Farvi cosa grata è un onore per me, vi prego, consigliatemi ciò che vi farebbe piacere udire. -
Lei arrossì e poi con ironia - La risposta va bene per il momento. -
Continuarono a scambiarsi battute di questo genere, senza dirsi niente ma sottintendendo tutto, fino alla fine della danza, quando lui, prendendola per il braccio, la invitò a fare una passeggiata in giardino.
Camminavano lungo il sentiero che costeggiava la casa, quando Taylor decise che era arrivato il momento di smascherare il giovane - Siete il signor Darcy, non è vero? -, gli chiese guardandolo negli occhi, ma senza staccare il braccio da quello di lui.
Il ragazzo rise, - Cosa ve lo fa pensare? -
- Punto primo: quando siamo entrati nella sala da ballo, la musica lenta è partita su vostro ordine, non penserete che non mi sia accorta del cenno che avete dato al primo violinista...-, rispose lei
- ..punto secondo: siete troppo compito per essere un qualsiasi soldato del reggimento, punto terzo: ogni ragazza presente nella sala non vi scattava gli occhi di dosso. -
- Non posso certo ordinare a delle giovani donne di non guardarmi -, rispose lui facendo finta di essere vanitoso. - ..per non parlare del fatto che mia madre vi ha descritto in ogni singolo dettaglio poiché vi ha tenuto d'occhio dalla prima volta che avete messo piede nell'Hertfordshire. -, continuò lei guardandosi le unghie, incurante.
Darcy rise di gusto - A questo punto devo ammettere che mi avete proprio scoperto. Stavo quasi pensando di aver incontrato la ragazza più sveglia e intelligente della contea, ma evidentemente mi sbagliavo - aggiunse poi stringendole dolcemente una mano con affetto.
Taylor rise mentre aggiungeva - Lo sono, infatti, nonché la più intonata - con una punta di orgoglio. - Sentiamo, allora -, disse il ragazzo scostandosi da lei e incrociando le braccia al petto come in attesa che lei iniziasse a cantare.
- Non canterò, ovviamente. Come ogni altra cantante mi vergogno a cantare per un pubblico ridotto nonché per una persona che ho appena conosciuto - e poi ricordandosi - e che ha finto di essere un'altra persona! -
Lui rise mentre insieme arrivavano sul retro della villa che dava su un piccolo lago incastonato nel giardino davanti alle scale della casa.
- Perchè lo avete fatto? -, gli chiese Taylor accorgendosi solo allora che non era affatto normale che un signorotto di città si travestisse da militare al primo ballo nella sua nuova casa di campagna.
- Perchè per una volta volevo divertirmi a un ballo come ogni altra persona normale. Non volevo conoscere una per una ogni ragazza del paese per decidere quale sarebbe potuta diventare mia moglie. Già in città è pieno di arrampicatrici sociali a cui non importa assolutamente nulla di me e vogliono solo il mio denaro. -, e qui fece una pausa, guardando con attenzione la luna. - Io ho bisogno di qualcosa di più, mi serve..No, non lo dico, non mi credereste -
- L'amore? -, suggerì lei, con una mano al cuore. Era semplicemente incantata dalla figura del ragazzo, in piedi sul grande terrazzo della scalinata con la luna alle sue spalle, nonché dalle parole che stava dicendo.
- Sì..-, ammise guardando per terra quasi vergognandosi, -..e non capisco perchè io stia parlando con voi di queste cose personali, dopotutto vi conosco appena...-
- Non è ammaliante l'idea che la felicità di qualcuno sia interamente nella mani di una persona? -, chiese lei appoggiandosi al davanzale della terrazza e guardando la luna, come se non avesse ascoltato nulla di ciò che Darcy le stava dicendo.
- Assolutamente -, convenne lui avvicinandosi a lei. - Come vi chiamate? -, le chiese poi appoggiandosi a sua volta sul davanzale con i gomiti delle braccia.
Lei stava giocherellare con un ricciolo ribelle che era scappato dallo chignon e le ricadeva elegantemente sul collo. - Taylor -, rispose guardandolo negli occhi.
- Taylor -, ripetè lui a bassa voce avvicinandosi ancora di più a lei finchè le sue labbra furono vicinissime allo zigomo di lei. - Taylor, lo sapete che il modo in cui vi brillano gli occhi questa notte fa vergognare le stelle di tutta l'Inghilterra? -, aggiunse sottovoce.
Lei rise - Non è vero. -
- Cosa ne sapete voi? -, chiese lui prima di baciarle con delicatezza una palpebra per chiuderle gli occhi e poi baciandole le labbra, mentre lei lasciava che lui le alzasse delicatamente il mento con due dita della mano.
Rimasero così per qualche secondo e quando lui si staccò la ragazza ebbe occasione di notare che il modo in cui occhi di lui brillavano avrebbero fatto vergognare le stelle di tutta l'Inghilterra.
Quel bacio era stato incantevole.

Mentre la carrozza si allontanava dalla villa Taylor non era riuscita a staccare gli occhi di dosso dal suo proprietario, una figura scura in piedi sulla scalinata principale della tenuta che, a ogni metro guadagnato dalla carrozza si rimpiccioliva sempre di più fino a scomparire completamente.
Non sapeva che lui era rimasto per ancora qualche minuto fermo sulla scalinata mentre la carrozza era già scomparsa alla sua vista.
Era rimasto incantato da lei.

Una volta arrivata a casa, Taylor chiuse con cautela la porta per paura di fare rumore, dopodichè appoggiò la schiena alla porta e giocherellando con il ciondolo che portava al collo si accorse che non riusciva a smettere di sorridere.
Le furono necessarie parecchie ore per calmarsi e non mettersi a gridare per quanto fosse felice.
Era stata una delle più belle notti della sua vita e sentiva la necessità di scriverne.
Quindi, una volta al suo scrittoio prese da un cassetto segreto il suo vecchio diario e, con ancora addosso il vestito da ballo, scrisse di getto con tutta la velocità che l'inchiostro permetteva:

this night is sparkling, don't you let it go
I'm wonderstruck, blushing all the way home
I'll spend forever wonder if you knew I was enchanted to meet you

Questi erano i pensieri che era stata costretta a tenere per sè mentre se andava via dalla casa decisamente troppo presto.

Quando finalmente Taylor si mise a letto era mezzanotte passata.
Il ballo era terminato da diverse ore ma lei provava in corpo ancora tutti i sentimenti che aveva provato quella sera. In particolare quelli dell'ultima ora che con profondo piacere rivedeva davanti ai suoi occhi: quei bisbigli, quegli occhi...quelle labbra...al pensiero arrossì ancora violentemente.

Alle due di notte la ragazza si convinse che quella notte non sarebbe riuscita a chiudere occhio, era ancora troppo emozionata e sapeva benissimo che i suoi pensieri avrebbero echeggiato il nome di lui finchè non si sarebbero incontrati di nuovo.
Si alzò quindi dal letto con una fastidiosa domanda che non faceva altro che disturbare i ricordi perfetti di quella serata: il signor Darcy amava qualcuno? Era possibile che abbandonasse tutte le ricchezze e le bellezze della città e di quelle eleganti ragazze per stare con lei?
Questa domande l'avevano fatta svegliare completamente dal suo sonno inesistente e ora camminava avanti e indietro per la stanza con il desiderio che Darcy si presentasse alla sua porta e dicesse “E' stato incantevole fare la vostra conoscenza”, e a chiudere la frase quel bellissimo sorriso da cui non era riuscita a staccare gli occhi per tutta la sera.
Tutto ciò che Taylor avrebbe poi avuto il coraggio di confessare alle sue amiche su quella sera sarebbe stato “E' stato incantevole incontrarlo.”
Immaginandosi ancora il giovane nella sua finta divisa blu da soldato Taylor non riuscì a evitare di tornare a sorridere cominciando a ballare per la stanza quella musica lenta che aveva ballato insieme a lui, prima di fiondarsi sul suo diario per scrivere.

This is me praying that this was the very first page
not where the story line ends

Dopo aver messo via il diario la sua più grande paura tornò ad affacciarsi nella sua mente.
Si recò, quindi, sul suo terrazzo e dopo aver preso una boccata d'aria, guardò la luna bisbigliando

Please, don't be in love with someone else.
Please, don't have somebody waiting on you.
  
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