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Autore: Ehybastaldo_    12/07/2013    9 recensioni
"Voglio organizzare questa piccola gita di sette giorni, visto che la scuola è anche finita. Diamo inizio alle nostre vacanze estive tutti insieme!" strillò felice, e lì mi bloccai.
"Tutti insieme, chi?" chiesi assottigliando gli occhi a due fessure e guardandolo storto.
Lui ridacchiò in risposta, grattandosi il collo in modo nervoso "Amici" sussurrò preoccupato.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ED ECCOMI QUI
Finalmente con l'ultimo capitolo...
Che dire? Beh, mi mancherà questa storia, i personaggi e le sclerate
fatte insieme, nella speranza che i due piccioncini combinassero qualcosa.
Ma bo...Sono povera di parole, perchè ho già messo il prologo della nuova ff,
che al proposito, è questa  If we could only turn back time. (Si, amo Moments, 
problemi? lol)
Comunque, tornando seri per un momentino...ODDIO, IO VI ADORO TUTTE, CHI HA 
RECENSITO, CHI L'HA MESSA TRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE, CHI L'HA LETTA SENZA
MAI FARMI SAPERE COSA NE PENSAVA, CHI MI HA MANDATO MESSAGGI PRIVATI O CHI MI HA 
CONTATTATA SU TWITTER (trovate i miei contatti sul profilo).
Vi adoto, per ogni singola parola che avete speso per una ff che nemmeno
rientrava nei miei piani ajhdksa
 
Non so che altro dire, anzi...Se volete, sto scrivendo una ff a 4 mani, Another
Cinderella Story, con Simona, la ragazza a cui ho dedicato l'intera fanfiction :)
 
Quindi, per non fare la solita sdolcinata, vi lascio alla lettura.
Adieu(?)
 
 
EPILOGO
 
ATTENZIONE: ho messo una piccola scena rossa, 
quindi se non volete leggere, basta saltare la parte
dove vedrete gli asterischi rossi :)

 
Quando mi alzai dal divano, notai che tutti presero strade diverse: chi verso il capannone, chi verso il tavolo delle bevande, chi voleva provare a rimorchiare e chi si gettò subito in pista per ballare.
Ancora non ci credevo nemmeno io, talmente tanto che provai a darmi un pizzico per vedere se riuscivo a svegliarmi dal mio sogno. Sentii una risata al mio fianco, e quando mi voltai, Liam mi stava osservando attentamente.
"Cosa facciamo per prima? Hai fame?" mi chiese e prontamente annuii.
Con la fretta di preparare le cose, non avevamo fatto una vera e propria cena. Avevamo mangiucchiato qualcosa durante la preparazione. Quindi, ci avviamo al tavolo del cibo, prendendo qualche pezzo di pizza, che avevamo ordinato per l'occasione, e un bicchiere di coca cola ciascuno.
Trovando un buco libero sul divano, ci accomodammo di nuovo. In quell'arco di tempo, mi dedicai ad osservare cosa stava succedendo in casa di papà: c'era gente che continuava ad entrare in casa, alcuni passavano direttamente sul retro dove la musica ad alto volume rimbombava per tutta l'area. Gente che riempiva il salotto per ballare, gente già pronta a spalmarsi e sbaciucchiarsi con qualcuno e infine gente al tavolo delle bibite.
Mi costava ammetterlo, ma per una volta, Harry, ci aveva saputo fare! Non eravamo solo noi otto, e diciamo che anche mio padre questa cosa la sapeva, vista la ramanzina di poco prima.
 
Addentai l'ultimo boccone della mia pizza, margherita per l'esattezza, pulendomi le mani e poi sorseggiando la mia bibita, quando vidi Liam alzarsi e chiedermi se ne volevo un'altra fetta. Negai subito con la testa, mentre lui si allontanò per prenderne un altro pezzo. Ne approfittati per fare un giro di perlustrazione.
Al capanno fuori c'era anche più gente. Avevamo fatto bene ad usare anche il piano terra della casa, c'era troppa gente per stare solo nel capanno. In effetti, anche fuori casa e dal capanno, c'era tanta gente che magari teneva in mano un bicchiere di alcool, chiacchierando o ballando.
Fui felice di vedere tutto questo, forse perchè, davvero, non avevo partecipato mai ad una simile festa.
"Vieni a ballare con me?" sobbalzai a quelle parole, girandomi e ritrovandomi Rob al mio fianco. Senza pensarci un attimo di più, afferrai la mano della mia migliore amica ed entrammo nel capanno.
Su quello che sembrava un palco di legno, montato apposta per la festa, Zayn suonava la sua console. Ma da dove era uscita? Non sapevo nemmeno che se l'era portata dietro!
Le luci riempivano la stanza, mentre i ragazzi ridevano felici, ballando a tempo.
Anche la puzza di sudore non tardò ad arrivare.
Pregai che una scarica di acqua arrivasse solo per lavare certa gente che di doccia non sapevano nemmeno il significato!
"Sei silenziosa!" urlò Rob al mio orecchio. Mi avvicinai a lei, senza perdere il tempo della musica.
"Sono rimasta scioccata da tutta questa gente!" ammisi, e lei ridacchiò solamente.
Continuammo a ballare per un altro pò, fin quando qualcuno non mi afferrò per una mano, obbligandomi a fare una giravolta sotto il braccio.
"Ma sei scemo?" ridacchiai, mentre il biondo continuò a farmi fare giravolte.
"Scusa se volevo ballare con te" mi prese in giro, uscendomi anche la lingua.
"Quello lo chiami ballare?" disse Rob, che ora era di nuovo al mio fianco. Scoppiai a ridere, mentre il biondo cambiò il suo modo di ballare.
Adesso, infatti, ripassava dei passi di danza irlandese. E questo gli servì a fare subito colpo.
"Sei irlandese?" guardammo tutti e tre curiosi la ragazza che si era appena avvicinata. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri e un fisico snello. La fotocopia di Niall al femminile, però. Teneva anche una fetta di pizza tra le mani.
"Scusate ragazze..." il biondino ci abbandonò subito, facendoci ridacchiare.
"Dici che Sophy gliela farà passare liscia?" mi chiese Rob, mentre ricominciammo a ballare come pazze.
"Dico che da domani avrà qualcosa meno" la feci ridere di nuovo.
 
Con la coda dell'occhio riuscii a scorgere Louis parlare animatamente con tre ragazze, facendole ridere chissà perchè. Al suo fianco Harry era tremendamente sulle sue. Non dava segni di vita, se non fare qualche timido sorriso ogni tanto.
Ma cosa aveva che non andava quel ragazzo? Era perfetto: carino, simpatico. Perchè non aveva ancora una ragazza?
"Scusami un attimo" lasciai in tredici Rob, pronta ad andare in soccorso del mio fratellino.
In un certo senso, quello che stavo per fare, era come un ringraziamento per la bella settimana che mi stava facendo passare. Tra risate e isteria, grazie a lui, avevo trovato qualcosa di speciale. Qualcuno di speciale.
"Oh Dio, Harry! Questa festa è fa-vo-lo-sa! Mi devo congratulare con te" e lo abbracciai.
Sentii Harry mormorare un "Che stai facendo?" e gli diedi un pizzico al braccio.
"Stai al gioco" lo rimproverai sottovoce, staccandomi poi dall'abbraccio. Louis sembrò capire subito le mie intenzioni, e mi lasciò fare.
"Sapete ragazze, lui è l'arteficie di tutto questo. Se vi state divertendo, dovete ringraziare solo lui" mi rivolsi alle tre che adesso guardavano Harry con occhi sognanti.
Chissà perchè le ragazze andavano pazze solo per chi non fosse uno sfigato. Era un pensiero retorico, eh!
"E se invece ci stiamo annoiando?" scherzò una delle tre.
Alzai le spalle, mentre le risate delle altre due mi suggerirono cosa rispondere.
"Date tutta la colpa a lui" indicai Louis che sobbalzò.
"Io?" chiese, fintamente spaventato. In quel modo le ragazze scoppiarono a ridere, e una di loro si fece finalmente avanti, chiedendo ad Harry di ballare insieme.
Il riccio si girò verso di me prima di sparire in mezzo alla folla per farmi un occhiolino in segno di ringraziamento. Così mi girai verso le altre due che erano rimaste e "Lui è un coglione, ve lo sconsiglio" dissi prima di allontanarmi per non essere menata da un furioso Louis.
Qualcuno mi afferrò per il polso, costringendomi a camminare dietro lei.
"Cos'è successo, Sophy?" provai a chiederle. Ma la paura di portarmi a vedere l'omicidio di Niall in diretta, mi assalii. Provai così a spiegare l'enorme casino prima ancora di farle dire qualsiasi cosa.
"Non è colpa sua, la ragazza è arrivata e se l'è tirato chissà dove! Ho provato ad inseguirli, ma Harry mi ha tirato altrove, perchè Louis non riusciva a fare colpo!"
Ok, forse dovevo rivedere il mio modo di dire le bugie. Soprattutto quelle che dovevano passare per credibili.
La mia amica però si fermò, guardandomi male, con la fronte aggrottata "Eh? Di che parli?" mi chiese, preoccupata.
Eravamo fuori, tra il capanno e la casa. La gente continuava a ballare, mentre altri era già spalmati a terra per tutto l'alcool che si erano ingeriti. Speravo solo che nessuno avesse chiamato la polizia, o peggio ancora, l'ambulanza.
Avevo, in un certo senso, promesso a papà di tenere la casa sotto controllo. Ma per controllo, intendevo il mio, non quello del giudice che ci avrebbe condannato.
"Ehm...Stai parlando di Niall, giusto?" chiesi e lei sbarrò gli occhi.
"Che c'entra Niall? Anzi, muoviamoci che mi aspetta al bancone delle bibite. L'ho lasciato lì quando li ho visti insieme" e mi tirò nuovamente per un braccio.
Aveva visto insieme chi, allora?
"Chi?" chiesi confusa, ma non ci fu bisogno di altre parole, perchè la scena che mi si parò davanti rispose a tutte le mie domande: Liam era appoggiato al muro, in mano teneva un bicchiere di chissà cosa, e d'avanti lui stava una ragazza alta, bruna con una mano appoggiata al livello della testa del castano, quasi ad intrappolarlo.
"Loro" disse Sophy, spingendomi poi, verso i due.
Merda. Con uno scatto, riuscii a passarle sotto un braccio, spingendo lei per prima.
"Chi è?" chiesi, spingendola per le spalle.
Piantò i piedi per terra e mi tirò per un braccio, mettendomi davanti a lei "Ashley, la sua ex".
Non riuscii a dire nient'altro, lasciandomi trasportare dalla mia amica forzuta. Ero più che sicura che se avessi provato a rimettermela davanti come scudo, mi avrebbe mandato a quel paese girando i tacchi da tutt'altra parte.
"Ciao" richiamò l'attenzione dei due, Sophy. Liam spostò immediatamente lo sguardo su me, per poi sbarrare gli occhi incredulo. Cosa si aspettava che succedesse? Ero in quella casa pure io da sette giorni!
"Che vuoi?" sbottò quella, mentre continuava a squadrarci da capo a piedi. Notai Sophy dietro me irrigidirsi, ma prima che potesse parlare lei, lo feci io.
"Lascia stare il mio ragazzo" dissi a denti stretti. Quella rise malignamente, tornando poi seria e fulminandomi con lo sguardo.
"Nei tuoi sogni, e nemmeno! Liam sta con me da tanto tempo, vero amorino?" e sfiorò il viso di Liam. Non l'avevo mai visto in quel modo, debole. Sembrava un cane bastonato, messo con le spalle al muro. Ok, era davvero con le spalle al muro, ma...dettagli!
Era pur sempre una ragazza. Alla fine, la sera prima a quella festa del paese, si era dimostrato di avere gli attributi.
"Nei tuoi, forse" urlai. La musica, comunque, riusciva a sovrastare le nostri voci; solo chi ci passava vicino era capace di sentire quello che stavamo dicendo.
Non mi era mai capitato di fare una scenata di gelosia. A meno che non parliamo di quella volta in cui trovai Harry col cucchiaio ad affogarsi in un barattolo di nutella, senza avermi avvisata. Lì si che ero andata su tutte le furie, dicendogli che non mi voleva bene per non avermi chiamato per mangiarla insieme. Condividevamo tutto, alla fine.
La risata da cornacchia della tipa mi riportò alla realtà.
"Senti bella, meglio che sloggi da qui. Abbiamo da fare noi" e mi diede le spalle.
Strinsi le mani a pugno e provai a contare fino a dieci prima di fare qualsiasi cosa. Ma, ahimè, l'avevo sempre detto io che non ero brava con la matematica... E nemmeno a pensare qualcosa di sensato da fare in simili occasioni.
Le mie dita si infilarono tra i capelli -più che altro, sembravano grovigli di spine- della ragazza, facendola urlare leggermente di dolore quando provai a tirarla lontana da Liam.
Il castano mi guardò sbalordito, mentre sentii un gemito uscire dalla bocca della mia amica, forse percependo il dolore che stava provando la ragazza sotto le mie mani.
"Io ti uccido" non so come, ma la ragazza riuscì a sfuggire dalle mie grinfie e prese i miei capelli tra le mani. Quando urlai, sentii due mani prendermi di forza, liberandomi dalla iena. Alzai lo sguardo e notai che anche quella veniva allontanata da altra gente. Ci sarebbe stata altra occasione, quella sera, per fargli capire di chi fosse Liam ora.
"Simone, calmati, ti prego" la voce del castano mi tranquillizzò per un momento. Ancora con il respiro irregolare, mi gettai tra le sue braccia, trattenendo le lacrime con forza.
Non dovevo mostrarmi debole, non dopo aver dimostrato qualcosa sia a Liam che a me stessa. Perchè avevo reagito in quel modo? C'era solo una risposta a tutto quello e purtroppo, o per fortuna, adesso la conoscevo.
"Dai, è tutto apposto. Staremo insieme per il resto della serata, così non succederà più nulla" mi consolò, stringendomi forte al suo petto.
Evitai di farmi vedere debole e alzai lo sguardo.
"Scusa" dissi, e lui mi passò una mano sulla guancia, cominciando a disegnare dei cerchi sulla mia pelle, sorridendo.
"Per cosa? Per avermi fatto la tua prima scena di gelosia? Almeno so che non devo farti arrabbiare" ridacchiò, trasportandomi.
Lo strinsi di nuovo forte, affondando la testa nel suo petto, mentre lui ricambiò con qualche bacio tra i capelli e accarezzandomi la schiena, consolandomi.
"Avanti, vuoi che ti prenda qualcosa da bere?" mi chiese.
Mi allontanai leggermente, scuotendo la testa.
"Balli con me? Ogni volta che ci provo, qualcuno mi strattona da qualche parte" lo avvisai, facendolo ridacchiare.
"Con me non succederà. -sfiorò il mio naso col suo- Dove vai tu, ci sono io, promesso!" e ridacchiai.
Le nostre mani si intrecciarono, mentre lo seguii tra la calca di gente ammassata in salotto. Nonostante la musica fosse nel capanno, anche in casa si sentiva benissimo. Ma non era lo stesso sound che si aveva fuori.
Così, notando gli altri al centro della pista nel gazebo, ci avvicinammo sorridenti.
Iniziammo a fare i cretini tutti insieme, e poi finalmente Louis e Harry ci presentarono le loro accompagnatrici: Ela e Maryanne.
 
Erano tipe apposto, almeno per quei minuti che parlammo mi sembrarono tranquille. Ela non staccava più gli occhi di dosso dal mio fratellino, che finalmente si era lasciato un pò andare.
"Sei un grande!" mi complimentai con Harry, che non capendo per il volume alto, si abbassò vicino al mio viso.
"Che?" infatti mi chiese.
Scossi la testa, alzando gli occhi al cielo.
"Ho detto: sei un grande coglione!" sentii le risate di Niall e Liam al mio fianco, mentre il riccio aggrottò la fronte.
"E perchè?" lo lasciai nei suoi dubbi, dandogli le spalle e passando le mani dietro il collo di Liam.
Il mio vestito verde acqua faceva la sua figura quella sera. Alla fine mi era venuto perfetto, quindi lo avevo preso.
Ok, avevo fatto la mia solita scenata senza senso e Liam me l'aveva comprato per forza. Avevo provato anche a restituirgli il tutto, ma non aveva voluto nemmeno un centesimo.
"E' la nostra ultima sera, no?" continuava a ripetermi. E per quanto volessi rispondergli di no, dovetti cedere al suo volere.
Lui invece aveva indossato un semplice pantalone nero, attillato, e una maglia bianca con uno scollo a 'V'; inoltre aveva i capelli leggermente ingellati ed era tutto perfetto nell'insieme!
Di certo non riuscivo ad immaginare lo stato dei miei capelli dovuto a tutto quel caldo, ma non me ne importò più di tanto e continuai a muovere i fianchi vicini a quelli di Liam.
Sentii le guance andarmi a fuoco quando qualcos'altro sfiorò la mia gamba.
Provai ad allontanarmi, anche per non farlo vergognare, o non so cosa. Ma qualcuno mi strinse da dietro, finendo per farci ballare ancora più stretti.
"Ma se tu sei qui, chi sta in console?" chiese Liam, e capii che il deficiente che ci aveva costretto a stare più vicini era Zayn.
"Uno della scuola! E' bravo, non vedi?" e tutti e tre puntammo gli occhi sul presunto nuovo dj. Sì, se la cavava.
"Ok, ma staccati dalla mia ragazza o la possono prendere per una poco di buono" alzai lo sguardo, puntandolo sulla mascella leggermente contratta di Liam. Ora sapevo cosa si provava ad osservare una scena di gelosia.
Era un'emozione tra il misto di potenza, felicità e orgoglio allo stesso tempo. Mi scappò perfino un sorriso.
Zayn si allontanò, alzando le mani al cielo in segno di arresa. Ma sorrise, capendo le parole di Liam al volo.
Mi voltai di spalle verso Liam, richiamando Zayn.
"Ci sono un casino di ragazze! Manchi solo tu a buttarti nella mischia!" e gli feci notare che ognuno aveva già un partner. Perfino Rob era attaccata ad uno che avevo visto qualche volta tra i corridoi di scuola.
"Hai ragione" disse, e con quella frase, sparì.
Le mani di Liam si posarono sui miei fianchi, mentre le sue labbra si posarono sul mio collo.
D'istinto chiusi gli occhi, ma li riaprii alla stessa velocità con cui li avevo serrati, girandomi e ritrovandomi un Liam confuso davanti.
"Non hai sete?" provai a chiedere.
Dopo un momento di esitazione, finalmente annuì. Ci allontanammo dal capanno e rientrammo in casa, dove c'era allestito il bancone delle bibite.
Pregai mentalmente che quella massa di gente sconosciuta non si fosse scolata già tutto. Ma per fortuna, al nostro arrivo, ancora qualche bottiglia di vodka o altro era sul tavolo.
"Cosa vuoi?" mi chiese Liam.
Alzai le spalle, non sapendo davvero cosa scegliere "Fai tu" dissi solamente.
Lui mi diede le spalle e si allontanò.
Mi girai verso la stanza, che una volta avrei chiamato cucina, guardando un pò tutti: qualcuno esplorava le bocche di altri, altri per poco non scopavano sul pavimento, altri facevano qualche gioco al tavolo della cucina con le carte. E tre su quattro erano anche nudi. Che razza di gioco era?
Qualcuno mi afferrò per un polso con poca delicatezza e quando mi girai per dirgliene due, delle labbra si posarono sulle mie.
La grande mano di Liam si infilò tra i miei capelli, mentre l'altra si posò sulla schiena, attirandomi al ragazzo. Le nostre lingue si intrecciarono in un bacio, che terminò ben presto. Il sorriso che soffiò sulle mie labbra, mi trasportò con facilità.
"Sei bellissima, comunque" sussurrò appena. E nel mio stomaco ci fu uno strano scombussolamento.
Strano. Non avevo ancora bevuto e già il mio stomaco faceva i capricci?
"Torno subito, prendo qualcosa da bere" mi avvertì, lasciandomi andare. Ma lo bloccai in tempo con una mano, riportando le mie labbra sulle sue.
Amavo la nostra differenza di altezza, e stavolta non l'avevo costretto ad abbassare la testa perchè mi ero sporta sulle punte e l'avevo raggiunto io.
Sorrise nuovamente, staccandosi a malincuore.
"Ti sciuperei tutta, giuro... Ma prendo qualcosa da bere prima di rischiare di rimare a secco" mi avvisò e il mio labbro inferiore si allungò, assumendo un broncio.
Lui rise e si voltò, stavolta definitivamente.
Scossi la testa, divertita e mi girai di nuovo.
E chi l'avrebbe mai detto? Da piccola mamma mi aveva sempre raccontato quelle favole in cui la principessa incontrava il suo vero amore a galoppo su un cavallo bianco. Il principe era sempre descritto con i capelli biondi e gli occhi celesti.
Liam era l'eccezione, di sicuro. Anche perchè, io non ero nemmeno una principessa. A meno che non si parli di Cenerentola. Ma quello era un discorso a parte.
I miei occhi finirono sulle scale che portavano al piano superiore, e quasi come se avessi preso la scossa, scattai sul posto.
No, no, no, NO! Era vietato entrare nelle camere da letto!
Mannaggia a me e quando non avevo nascosto le chiavi da qualche parte. 
"Ehy ragazzi, non si può" li raggiunsi velocemente, arrestando i due appena in tempo.
Il ragazzo che stava davanti si girò e con un ghigno stampato sul volto, mi squadrò da capo a piedi.
Sentii la mia pelle tremare. Dio mio...Pure qui?
"Oh, ma se vuoi, possiamo fare una cosa a tre" disse quello senza nessun problema. La cosa peggiore era che la ragazza, intrecciata alla sua mano, rideva. Come si riconoscono le troie!
"No, guarda. Io sono la proprietaria della casa e le camere da letto sono severamente off-limits" cercai di tenere una voce ferma, ma in quel momento l'unica cosa che riuscivo a pensare erano le sue mani addosso a Liam.
Se solo lui fosse arrivato in quel momento, chissà cosa sarebbe successo! Il giorno prima era andata bene, ma adesso? Era meglio evitare quel casino.
"Mi dispiace, i miei genitori non vogliono" provai, più calma.
Lui scoppiò a ridere, seguito dalla sua ragazza... O comunque, quello che era! Poi scese qualche gradino e mi sfiorò il mento.
"Guarda che non scherzavo con la storia a tre" e scansai il mio viso.
Che schifo! Evitai di sputargli in faccia quanto mi facesse schifo, e soprattutto che lo volevo fuori casa. Ma qualcuno mi anticipò.
"Che ci fai qui?" mi voltai di scatto, trovando Liam a qualche passo da noi con due bicchieri di un liquido giallo tra le mani.
"Tranquillo Liam, stavano andando via" ma la mia frase fu sovrastata da una risata. Mi girai appena solo per vedere cosa ci fosse di tanto divertente.
"Guarda, solo perchè sono con degli amici che non ti picchio. Non ti sono bastate quelle di ieri?" sghignazzò.
Mi voltai verso Liam, pregandolo con lo sguardo di non fare nulla, di non rischiare. E non perchè ci fossero altri alla festa, ma per le conseguenze che ci sarebbero state. E se avrebbero chiamato la polizia? Papà mi avrebbe segregato in casa per il resto della mia vita!
"Lasciamo stare ieri. E' acqua passata. Siamo ad una festa, perchè rovinarla?" provò a dire in modo calmo, Liam, e sorrisi, ringraziandolo.
Sentii sospirare il tizio, mentre scambiava parole sottovoce con quella al suo fianco.
"Buona serata" decise di scendere le scale, dando una spallata a Liam, facendogli per poco cadere addosso le bevande.
Gli corsi in contro, abbracciandolo, mentre lui alzò le braccia prontamente per non farsi un bel bagno di alcool.
"Grazie" dissi e lo strinsi più forte.
"Simone, non respiro" e risi, staccandomi.
"Sì, ma adesso chiudo tutte le stanze a chiave e nascondo le chiavi in qualche posto sicuro" dissi, dirigendomi verso le scale.
 
Sentii dei passi alle mie spalle e quando mi voltai trovai Liam a mani vuote.
"Che fai?" chiesi, aprendo intanto una porta per vedere se qualcun altro aveva fatto il furbetto. La chiusi subito a chiave.
"Vengo con te. Non ricordi? -lo guardai strana- Dove vai tu, ci sono io" ripetè la frase di poco prima, facendomi ridere.
Chiusi a chiave anche la seconda stanza e passai alle altre.
Aprii, finalmente, l'ultima, buttandoci dentro un'occhiata e constatando che non ci fosse nessuno. Quando, però, provai a chiuderla, Liam appoggiò una mano sul legno, bloccandola.
Mi voltai verso di lui, confusa.
"Liam?" lo richiamai.
Lui non mi diede spiegazioni, semplicemente mi spinse dentro, richiudendo la porta alle sue spalle. A chiave.
Lo guardai con un sopracciglio alzato "Ti sei bevuto entrambi i bicchieri di alcool?" lo presi in giro, provando ad uscire. Ma le sue braccia mi bloccarono, riportandomi davanti a lui.
"Che fai?" chiesi, impaurita e confusa.
Prese il mio viso con una mano, avvicinandolo al suo "Voglio stare un pò con te, solo" e mi stampò un veloce bacio.
Come nei film, mi venne da chiudere gli occhi e rimanere per qualche secondo in quel modo, ad aspettare altro.
Lo sentii ridacchiare e di colpo li riaprii, sentendomi a disagio.
Abbassai il capo, ma la sua mano mi costrinse a rialzarla. Spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e di nuovo unì le nostre labbra in un bacio.
Le sue mani scesero fino al mio sedere, stringendolo un poco e attirandomi di più a sè. Posai le mie mani sul suo petto, tenendo comunque una certa distanza tra i nostri corpi. Non volevo che finisse come poco prima nel capanno.
Con un gesto fulmineo, Liam mi prese di peso, facendomi perfino cadere una scarpa. La guardai per un momento lì, sul pavimento, ridacchiando.
* "Ehy, calmino. Mica scappo" lo presi in giro, giocherellando col bordo del colletto della maglia.
Lui sorrise e mi baciò ancora. Camminò per la stanza fino a farmi appoggiare al letto.
Mi fece stendere, mentre si rimise dritto con la schiena e sfilò con un gesto secco la maglia, rimanendo a petto nudo. Non sapevo più dove guardare, impacciata e nervosa allo stesso tempo.
Si tenne con i gomiti per non pesarmi, mentre cominciò a baciarmi il collo scoperto. Aprii la bocca involontariamente, lasciandomi andare ad uno sbuffo. Non era per noia, più per la disperata ricerca di un pò d'aria.
La mano di Liam passò dietro la mia schiena, dove provò a far scendere la zip del vestito. Ovviamente non fu una facile impresa, facendoci ridacchiare entrambi.
Mi tirò un poco, alzandomi solo la schiena. I nostri visi erano vicinissimi, mentre concentrato cercava di far scendere il cinturino del vestito.
Senza un motivo valido, morsi la sua guancia.
"Che fai?" ridacchiò e finalmente riuscì a calare quella maledetta cerniera.
Alzai le spalle "Mi andava" mi giustificai, e riappoggiai la schiena al letto.
Mi aiutò a sfilare il vestito dal basso, costringendomi poi a salire fino al cuscino del letto.
Togliendo anche la scarpa che era rimasta al mio piede, rimanevo completamente in intimo sotto Liam. Ma stavolta non era come era successo in quegli ultimi giorni. No.
Adesso era diverso. Sentivo più caldo, non sapevo che fare e mi sentivo a disagio.
"Rilassati" sembrò leggermi nel pensiero e si mise dritto sulle ginocchia.
Provai ad anticiparlo, capendo che i prossimi a fare un volo sul pavimento sarebbero stati i suoi pantaloni.
Le mie mani si posarono sulle sue, provando a sbottonare il jeans scuro. Abbassai la piccola cerniera, aiutandolo a sfilarli dalle gambe.
Scese dal letto, lontano da dov'ero io, e tolse anche le scarpe. Rimase, così, in boxer.
Ero rigida, si vedeva lontano un miglio e per farmi rilassare, Liam, mi afferrò per le caviglie e mi tirò giù sul letto. Ridacchiai.
Gattonò fino al mio viso, dove cominciò a rilasciare tanti baci per tutta la faccia. Voleva farmi rilassare e così ci stava anche riuscendo.
Scese a baciarmi il collo e subito dopo il seno destro, ancora coperto dal reggiseno. Ma lì si bloccò e alzò lo sguardo, puntando i suoi occhi marroni nei miei.
"Davvero?" mi chiese e scoppiai a ridere, sapendo di cosa stava parlando.
Il dito di Liam sfiorò il mio stomaco, arrivando al mio gancio del reggiseno. Stava davanti. Li trovavo più comodi e poi era perfetto per quel vestito che avevo indossato alla festa. Lo sganciò, trovandolo come una sorpresa. Anche io ne ero piena, come poteva vedere.
Lo sfilò dalle mie braccia e lo lasciò cadere sul pavimento, cominciando subito dopo a baciarmi i seni.
Serrai subito gli occhi, mentre chiusi le mani a pugni tra le lenzuola, trattenendo qualche gemito.
Si sdraiò sul mio corpo, cercando in qualsiasi modo di non pesarmi comunque. Piegò una mia gamba, sfiorandomi con una mano e facendomi rabbrividire.
Si alzò di poco, continuando a lasciare una scia di baci umidi fino ai miei slip, dove si fermò e mi guardò per un secondo. Il mio cuore sembrò prendere una strana velocità, nemmeno fossi ad una gara ad ostacoli.
Le sue mani si posarono delicate ai lati delle mutande, sfilandole lungo le mie gambe e lasciandole cadere a terra, vicino al resto dei miei vestiti. Ero nuda. Completamente nuda.
"Ho paura" sussurrai, ma non tanto piano perchè lui mi guardò dritto negli occhi.
D'istinto chiusi le gambe. Ma non durò molto.
Le mani di Liam, infatti, le separarono, permettendogli così di mettersi in mezzo.
Sentii il suo respiro sulle mie labbra.
"Ho più paura io di te" mi confessò e non so perchè, ma la stessa sensazione di poco prima, si annodò alla bocca del mio stomaco.
La sua mano giocò appena con la mia intimità, provocandomi leggere scosse alla schiena. La inarcai, perfino, quando mi sfiorò di più con un dito.
Non stava facendo nulla, eppure era tutto perfetto, per me.
"Farà un pò male" mi avvertii, per poi provare ad entrare un dito in me.
Quello che sembrava un urlo di dolore, fu zittito da un bacio. Mi ritrovai ad infilare le unghia nelle sue spalle, mentre serrai violentemente gli occhi.
Mosse le sue labbra sulle mie, provando ad entrare la lingua nella mia bocca per farmi rilassare. 
 
Passarono minuti che per me sembrarono infiniti; poi, finalmente, sfilò il dito da me, allontanandosi.
Sentivo il mio cuore battere forte nel petto. Avevo perfino paura che mi scoppiasse da un momento all'altro.
Scese dal letto e camminò veloce fino al comodino; aprì l'unico cassetto e uscì una bustina argentata. 
Era arrivato il momento. Il mio. Il nostro.
Fece scivolare i suoi slip lungo le gambe, tornando poi addosso a me.
"Preferisci a luce spenta?" mi chiese e non so perchè, annuii.
Che ne sapevo io cosa preferivo? Era la mia prima volta, cosa mi cambiava se la luce fosse accesa o meno?
Forse il mio corpo voleva perdere altro tempo.
Liam allungò il braccio, spegnendo la luce, lasciando la stanza completamente al buio, illuminata dalla luna che quella sera era piena.
"Farò piano" sussurrò ancora. Poi si alzò di poco e lo vidi trafficare con la bustina, che subito gettò sul pavimento.
Deglutii a vuoto quando lo vidi concentrato a srotolare il preservativo sulla sua erezione. Forse avevo fatto bene a fargli spegnere la luce.
Si accasciò sul mio corpo, piegando entrambe le mie gambe.
Sentii le nostre intimità strofinarsi qualche volta prima di farci diventare una cosa sola.
Mi trattenni dall'urlare, perchè non era per niente come me l'avevano presentato nei film. No. Inarcai la schiena dal dolore, mentre Liam si fermò subito.
La mano di Liam cercò la mia nel letto, e quando la trovò, le intrecciò forti.
Passai l'altra mano dietro la sua schiena, ricordandomi di non dover conficcare di nuovo le unghie.
Posò le sue labbra sulle mie e provai a calmarmi. Per me era tutto nuovo, non sapevo cosa fare.
"Sto cercando di fare il più piano possibile..."
"Vai" lo interruppi, e prima che potesse dire altro, feci combaciare di nuovo le nostre labbra in un tenero bacio.
Lenti movimenti accompagnoro il bacino di Liam dentro me, e morsi il labbro inferiore per non urlare. Sentii perfino una lacrima scivolare lungo la mia guancia.
 
Il fiato di Liam si fece pesante sul mio collo, mentre cercava di tenermi salda a lui con una mano. Mi venne spontaneo salire i piedi sulle punte, come a trovare un'altra posizione che permettesse di stare comodi ad entrambi. E così fu.
Liam entrò più a fondo; tentai anche di non urlare, ma un gemito misto tra il dolore e la felicità uscii dalla mia bocca. Felicità perchè era quello che volevo.
Lasciai la sua mano per aggrapparmi con entrambe alla sua schiena. Ogni movimento rendeva i suoi muscoli rigidi e la pelle cominciava ad inumidirsi di sudore. Faceva più caldo, adesso, e la musica accompagnava quel silenzio, spezzato ogni tanto da qualche mio lamento.
Le mani del castano si posarono sotto il mio sedere, quasi a tenerlo fermo per il tempo che ci rimaneva. E cercò di aumentare di poco la velocità. Lo sentii affannato, di più, mentre la fronte sudata si appoggiava sulla mia.
Sorrisi, mentre lui ricambiò con un bacio veloce. Poi rallentò e si accasciò completamente sul mio corpo, sfinito. *
I nostri cuori battevano forti, riuscivo a sentire anche il suo, mentre i nostri petti si gonfiavano e sgonfiavano, cercando un pò di aria.
"You are the thunder and..."
"I am the lightning..." nemmeno avevo appena cominciato a cantare la canzone di Selena Gomez che risuonava per la casa, che lui aveva continuato al mio posto.
Sorrisi, mentre si accomodò al mio fianco, uscendo da me con attenzione.
Accese la piccola lampadina sul comodino, sfilandosi il preservativo pieno. Mi voltai da tutt'altra parte, cercando qualcosa per pulirmi.
Mi passò un tovagliolo, che afferrai velocemente, sussurrando un flebile "Grazie" e provai a pulirmi.
Il rosso del poco sangue che era uscito, colorò il fazzoletto. Lo piegai in quattro e lo gettai a terra, recuperando subito il mio intimo sparso per la stanza.
Si vestì anche lui velocemente, infilandosi per ultimo la maglia.
Cactus che silenzio! Mi stava uccidendo. Doveva essere così dopo aver fatto sesso?
Mi alzai dal letto, dopo aver indossato anche le scarpe e il viso di Liam apparve davanti ai miei occhi, quasi spaventandomi.
Con le mani prese il mio volto, avvicinandolo al suo e scambiando un bacio delicato.
Quando si staccò, mi prese per mano e mi portò fino alla porta della stanza.
"Possiamo dormire insieme, quest'ultima notte?" mi chiese. Mi scappò un sorriso, ma provai a non farmi notare.
"Sempre se ritroviamo la stanza da letto" lo avvertii, e ridacchiò anche lui.
"Anche questa di Harry non è male. Dovrei ringraziarlo per il pacchetto" e sentii le mie guance andare a fuoco.
"Andiamo alla festa, dai" lo tirai fuori dalla stanza.
 
Inutile dire che quella sera fu la migliore della mia vita. Non c'era altro posto in cui volevo essere. Nemmeno con altra gente.
Io, loro e quella festa.
 
 
* * *
 
Dio, che mal di testa!
Stropicciai gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte prima di connettere -per quello che potevo.
Mi guardai in giro, mentre mi coprii dal sole con una mano. Qualcosa pesava sul mio stomaco, e quando abbassai lo sguardo, constatai che un braccio peloso ci giaceva morto.
Oddio, morto no! Era solo addormentato!
Seguii con gli occhi la lunghezza del braccio, fino a riconoscere la testa castana di Liam. E sorrisi. Alla fine eravamo riusciti a dormire insieme. Anche se, in realtà, della sera prima ricordavo ben poco. Avevo completamente dimenticato ogni cosa. Perfino come ero arrivata ad una delle camere da letto.
Ma non quel dettaglio. Quello lo ricordavo benissimo. Io e Liam nella stanza che per ultimo aveva ospitato Harry, la sera prima. 
Provai a svegliare il castano, che al tocco aprì gli occhi, mugugnando qualcosa.
"Buongiorno" sbiascicò dopo.
Provai a parlare, ma l'unica cosa che uscii dalla mia bocca, fu qualcosa di strozzato. Merda. Avevo urlato talmente tanto la sera prima, che adesso non avevo più voce.
Lui sorrise e si appoggiò sui gomiti, guardandomi.
"Che c'è?" chiesi, pensando di assomigliare chissà a quale mostro in quello stato di prima mattina. Magari, non mi ero nemmeno struccata la sera prima. E i capelli, conoscendomi, non erano uno spettacolo dopo una sana dormita.
"Guardavo Zayn dietro te" e mi voltai, ritrovandomi non solo il moro, ma anche tutto il resto della ciurma buttata su un letto chissà messo quando in quella stanza.
"Non ricordi nulla?" mi chiese, attirando nuovamente la mia attenzione.
Mi voltai, per poi scuotere la testa in negazione.
Lui sorrise "Quando l'ultimo sopravvissuto alla festa è uscito di casa, abbiamo deciso di dormire tutti insieme e così abbiamo portato un altro letto qui" sorrisi. Chissà cos'altro mi ero persa.
"E tu dormivi" appunto.
Scoppiai a ridere, mentre sentii il letto muoversi sotto di me. Mi zitti immediatamente, ma ormai era troppo tardi.
La mia sonora risata aveva svegliato qualcuno.
 
Così dopo un paio di minuti, tutti eravamo per metà attivi.
Decidemmo di scendere per fare colazione, e mentre loro si avviarono in cucina -o quello che ne rimaneva-, io uscii sul retro, sedendomi sul gradino che separava la casa dalla terra.
Sentii dei passi venire nella mia direzione, poi uno ad uno si accomodarono al mio fianco.
"E' stata una bella vacanza" affermò Sophy, sbadigliando subito dopo.
Tutti annuimmo, mentre io appoggiai la testa sulla spalla di Liam, al mio fianco.
"Già. Dovremmo farlo più spesso" disse Harru, e io sorrisi.
L'aria fresca mattutina ci tenne compagnia per quei pochi minuti di silenzio, interrotti alla fine dallo strano rumore proveniente dallo stomaco di Niall.
Scoppiammo a ridere, mentre ci alzammo per riempire ognuno il suo. Liam mi bloccò prima di rientrare, e infilando le dita nei mie capelli, mi baciò.
Come inizio estate, non era male. Era l'inizio di qualcosa di nuovo, per me.
"Andiamo" lo tirai per una mano, avvicinandomi agli altri.
Chi l'avrebbe mai detto che una stupida vacanza avrebbe cambiato tante cose nella mia vita? 
Il sorriso di Liam fu l'unica cosa che continuai a guardare per il resto della giornata... Della vita.

 
  

 
FINE.
   
 
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