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Autore: LoversOcean    12/07/2013    2 recensioni
Tutto era tranquillo da almeno un paio di mesi. Nessuna creatura mostruosa che se ne andava in giro a sterminare la popolazione, nessun branco pieno di Alpha arrabbiati pronti a radere al suolo la città, nessun cacciatore che si lasciava prendere dalla frenesia del suo adorabile "hobby" e passava il tempo a dare la caccia ai suoi amici come fosse stata appena aperta la stagione delle anatre. In sostanza le cose non potevano andare meglio e questo si sa, non poteva che essere catastrofico.
------ MOMENTANEAMENTE SOSPESA ------
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Fatum »




Stiles era distratto. Be', più distratto del solito... Ovunque si trovasse, qualsiasi cosa facesse, riusciva a pensare unicamente al suo sogno e a quella strana donna.

"Ogni tuo desiderio sarà esaudito"

Non poteva smettere di ascoltare all'infito quella frase nella sua mente, analizzando ogni possibile implicazione, ormai più che abituato a vedersi ritorcere contro qualsiasi cosa... Per quanto i suoi piani apparissero ben più che a prova di bomba, i disastri, il male, l'allineamento dei pianeti o come lo volete chiamare, riusciva sempre a trovare uno spiraglio per entrare in azione e distruggere tutto il suo duro lavoro. Sfortuna cronica senza alcun dubbio. Adesso, come se la sua vita non fosse già sufficientemente piena di problemi che superavano di gran lunga le tipiche crisi adolescenziali, Stiles si trovava a far chiarimento fra la scoperta che esiste una Cacciatrice "speciale", che vi sono molte più creature sovrannaturali di quante si sentiva a suo agio pensare, che stava sviluppando poteri magici e che dormire, per lui, poteva concludersi con l'avere conversazioni che potevano condurre a scenari al quanto discutibili... Tutto ciò sarebbe dovuto essere sufficiente per farlo desistere dal pensarvi, per spingerlo ad etichettare il tutto come ridicolo o ancora meglio come pericoloso, invece si trovava seduto di fronte al suo pc, quando mancava poco più di mezz'ora per l'inizio delle lezioni, intento a sfogliare un numero indefinito di siti alla ricerca del ciondolo che gli era apparso. Aveva esaminato ogni tipo di pietra azzurra ed i loro utilizzi nel tempo e nelle varie culture; Amazonite: Si stimava avesse un effetto calmante ottenuto disperdendo le energie negative e liberando dalla tristezza e dal dolore, Apatite: La pietra della comunicazione. Si credeva aiutasse la balbuzia e l`ipertensione e a superare la tristezza e il dolore. Si dice che l`Apatite portasse forza nella lotta contro i virus ed assistesse nel mescolare il nuovo e il vecchio nella vita di ciascuno, Clanite: Una pietra calmante, aiuta a distendere la mente, dissolvendo confusione emotive e spirituale. Il Clanite pare sia particolarmente adatto ad eliminare rabbia e frustrazione.

- Tutto questo è inutile! - aveva detto il ragazzo, lasciando che la sua rabbia e la sua frustrazione prendessero il sopravvento. Non poteva farne a meno, quando non riusciva ad avere risposte tutto ciò che riusciva a fare era fissarsi ancora di più sul problema, lasciandosi avvolgere da questo fin quando non ne veniva a capo. Insomma, dubitava seriamente che chiunque fosse la donna del suo sogno volesse il ciondolo perchè le serviva come calmante... E se anche fosse stato quello il caso, dargli come ricompensa l'esaudimento di ogni suo desiderio era un tantino sproporzionato. - C'è qualcosa sotto, c'è sempre qualcosa sotto - brontolava fra se e se, fin quando anche l'ultima sveglia del suo cellulare si era attivata e quasi lo aveva assordato, ricordandogli che il liceo lo aspettava.

In classe non rusciva neanche a far finta di seguire la lezione, più impegnato a rivivere nella sua mente gli eventi della sera prima, la visita di Derek, l'ennesima lite e l'improvviso trasformarsi di camera sua nel set del Diario del Vampiro(*). Gli occhi del licantropo non erano mai stati così limpidi e onesti, almeno non quando erano rivolti verso Stiles e nonostante lui stesse ancora ribollendo di rabbia, ferito più di quanto avrebbe mai potuto esserlo fisicamente, quei dannatissimi occhi riuscivano a farlo sentire in colpa per aver cacciato via l'Alpha. Passò una mano fra i capelli, sbuffando piano e picchiettando la matita contro il proprio quaderno, stupito della sua capacità di essere riuscito a prendere un minimo di appunti, anche se quasi non aveva neanche idea di cosa si stava parlando. Era pronto a perdersi nuovamente nel ciclo impazzito dei suoi pensieri, quando qualcosa lo colpì alla tempia. "Ci attaccano!" aveva pensato subito, quasi cadendo dalla sedia per lo stupore, per poi vedere la piccola palina di carta che giaceva innoqua sul suo banco. - Hey amico, tutto ok? - aveva alzato subito gli occhi verso Scott, che sedeva di fianco a lui e gli rvolgeva come al solito uno sguardo da cucciolo di labrador geneticamente modificato. Stiles scrollò le spalle per fargli capire che non c'era niente di cui preoccuparsi, dopotutto non era certo la prima volta che il suo migliore amico lo vedeva distratto, ma questo continuava ad avere una strana luce preoccupata nello sguardo e per sostenere questa sua apprensione, con un cenno della testa, gli indicò il suo quaderno. Stiles espirò annoiato, ma abbassò comunque gli occhi e "Ma che ca..." pagine intere del suo quaderno erano piene di schizzi del ciondolo che aveva visto nel suo sogno. Non aveva preso affatto appunti, aveva disegnato quella pietra ancora e ancora e ancora, senza neanche rendersene conto. Al suono della campanella, raccolse le sue cose e si lanciò fuori dall'aula più velocemente di quanto non avesse mai fatto. Si sentiva scosso e aveva bisogno di distrarsi, magari parlare con qualcuno... Buffy gli saltò subito in mente, ma la donna sarebbe arrivava nel suo ufficio solo dopo la terza ora. Forse avrebbe potuto parlarne a quel suo "osservatore" in biblioteca, ma a dire il vero farlo da solo lo metteva un po' in soggezione. Be', avrebbe potuto farcela... Bastava aspettare. L'importante era che nessun altro lo venisse a sapere - Stiles! Aspettami! Che diamine è successo prima? - Scott aveva un pessimo tempismo.


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A differenza dalle credenze popolari, Derek non era stupido ed anche senza l'improvvisa esplosione delle lampadine nella stanza di Stiles aveva già capito che il ragazzo stava nascondendo qualcosa. Qualcosa che aveva preferito non dirgli, che aveva preferito affrontare da solo, che sicuramente aveva preferito confidare a qualcun'altro, perchè Derek l'aveva ferito e questa volta aveva superato il limite. Era un'idiota, non vi erano molte altre spiegazioni e non poteva nascondersi per sempre dietro il dolore per la sua famiglia ed i traumi e l'impossibilità di mettere in fila più di tre parole alla volta... Sarebbe dovuto riuscire a cambiare per Stiles, avrebbe dovuto essere semplice considerando quello che provava per il ragazzo, che si meritava di avere solo il meglio e forse era per questo che Derek non riusciva a fare nient'altro che danni. Un modo come un altro per far capire sia a Stiles che a se stesso che fra di loro non avrebbe mai dovuto esserci niente. In più il ragazzo presto se ne sarebbe andato all'università e la distanza non poteva fare che bene... Il licantropo sarebbe sicuramente riuscito a superare la cosa e dimenticare i propri sentimenti, giusto? In fondo non era come se stesse vivendo assieme al proprio zio che aveva recentemente reso il prendersi gioco del suo unico nipote la propria missione nella vita, girando il coltello nella piaga ad ogni occasione e in modi sempre più fantasiosi.

- Sai, dovresti scrivere un libro: come offendere il ragazzo che ti piace in quattro sillabe o meno - aveva commentato, senza che nessuno gli avesse chiesto la sua opinione, sfogliando una rivista solo per il gusto di farsi vedere occupato. Forse avrebbe dovuto cercare lavoro presso qualche impresa teatrale, il suo talento era innato... - Oh ti prego, risparmiami le sopracciglia del giudizio universale - aggiunse con un gesto di sufficienza della mano, quasi volesse scacciare via Derek e il suo umore nero come si fa con un moscerino persistente. Tipico comportamento che ti fa amare il calore della famiglia fra l'altro... - Chissà perchè Stiles non è ancora caduto ai tuoi piedi. Con te almeno avrebbe la scusa di poter parlare all'infinito per coprire anche la tua parte di conversazione - Nel sentire ancora una volta che l'unica risposta di suo nipote consisteva soltanto nello sbuffare e nel fissarlo immaginandosi che la sua testa potesse esplodere a comando, chiuse la rivista e rivolse tutta la sua attenzione verso il ragazzo. - Onestamente, mi diverte vederti andare in giro rimuginando sulla tua cotta come un'adolescente, ma lo hai detto anche tu, le cose devono andare così. Insomma per quanto Stiles riesca a vedere del buono in chiunque, cos'hai da offrirgli adesso? - c'erano diverse cose che facevano infuriare Derek nel discorso di suo zio. Per cominciare vi era il fatto che non sentiva particolarre malizia nella sua voce, a parte un po' di umorismo, non lo stava dicendo per ferire e in secondo luogo vi era il fatto che fosse tutto esatto... Sul serio, ogni tentativo di ribattere sarebbe stato una perdita di tempo. Stiles era davvero il tipo di persona che portava il proprio cuore fra le mani e lo offriva a tutti, anche a chi non lo meritava, anche a chi lo aveva ferito. Era leale e generoso, pensava agli altri e poi a se stesso e questi erano solo piccoli dettagli di tutto ciò che lo rendeva unico e indiscutibilmente speciale agli occhi di Derek. - Immagina come potrebbe andare la presentazione ufficiale con il caro sceriffo. Una sera lo inviterai a cena e gli mostrerai con orgoglio quel buco più tetro di una caverna che chiami appartamento o ancora meglio lo porterai alla vecchia casa... "Salve Sceriffo, benvenuto in quella che era la mia umile dimora, quello lì è il mio muro della tristezza e quello è l'altro mio muro della tristezza. Oh, questo colore? Io lo chiamo: lasciarsi risucchiare nell'oblio. Questo che vede non è un piccolo giardino, solo vegetazione che cresce soltanto grazie alle mie lacrime. Dicono che cantare ai fiori faccia bene, ma lo faccio solo quando sono da solo. Che è praticamente sempre..."(**) Già, non vedo come potrebbe non darti la sua benedizione istantanea, senza contare che ti ha arrestato e suo figlio è ancora minorenne - si, Peter doveva decisamente andare a lavorare in qualche impresa teatrale, nessuno meglio di lui era altrettanto bravo nei monologhi.

Sfortunatamente, per quanto Peter avesse deciso di esporre il suo pensiero come la migliore diva consumata, aveva ragione. Derek non sapeva quando era iniziato tutto, onestamente era convinto che non vi fosse davvero un inizio... In principio vi era fastido, senza dubbio c'era del fastidio, irritazione non di meno e una voglia incredibile di poter vedere l'adoloscente con l'influenza o qualcosa di simile per poter godere anche solo di un giorno senza le sue chiacchere incessanti. Invece adesso vi era questa cosa nel petto di Derek, che sembrava viva e coscente, calda, che si espandeva ancora di più quando si limitava anche solo a pensare a Stiles. - Non importa in ogni caso, questa volta ho superato il limite - rispose passandosi una mano sul viso in un gesto di resa e frustrazione - Quindi nel caso non ti senta soddisfatto e voglia girare il coltello nella piaga ancora un po', approfittane ora - aggiunse ormai così al limite della sopportazione che l'idea di essere soggetto al senso dell'umorismo contorto di suo zio non gli sembrava capace di rovinare ancora di più il suo stato d'animo.

- Non fraintendermi nipote, non sto sveglio la notte con la speranza di vederti entrare dalla porta in compagnia di quella che pensi sia la tua anima gemella, specialmente considerando com'è andata l'ultima volta... Ma Stiles non mi dispiace, avrei dovuto mordere lui e non McCall - disse con gli occhi puntati verso la finestra, come se in quel momento potesse vedere esattamente quelli che sarebbero stati gli eventi se avesse davvero attaccato Stiles e non il suo migliore amico, discutibilmente più imbranato di lui. Come se quell'unico evento avrebbe potuto cambiare radicalmente le cose e onestamente Derek non ne dubitava affatto. - Ma quel che è fatto e fatto, così è la vita e altre frasi fatte di poco conto... Quello che voglio dire è che sia tu che lui siete tanto stupidi quanto ciechi. Quel ragazzo è la definizione di un cucciolo fedele e se glielo chiedessi imparerebbe ogni tipo di esercizio da concorso di esposizione pur di renderti felice. Agogna la tua approvazione, prende una nuova boccata di ossigeno ogni volta che gli presti davvero attenzione... E non credere di essere diverso, tutti ci siamo accorti di come i tuoi occhi sono fermamente puntati su di lui anche quando è distante o non ha la minima relazione con quello che stai facendo, dello stupido rossore che un giorno ti manderà a fuoco le orecchie qundo lui ti sorridere o ti fa l'occhiolino, senza contare l'innalzamento del numero di volte in cui sembri scordarti di indossare una maglietta proprio quando arriva lui, seriamene stai per caso svolgendo un esperimento? Stai comparando la quantità di feromoni che riesci a fargli emettere? Onestamente, siete patetici - con quello si alzò dal divano, con l'etteggiamento di qualcuno che potrebbe avere altri due minuti prima di schiantarsi volontariamente contro il muro, giusto per uscire dalla noia. - Fossi in te mi chederei se ne vale la pena oppure no, perchè il nostro giovane amico sembra aver trovato altre labbra dalle quali pendere - concluse, raccogliendo la sua giacca di pelle e compiendo una delle sue perfette uscite ad effetto, senza neanche dare a Derek l'occasione di ribattere e lasciandolo a fissare un punto del pavimento, con mille pensieri ad occupargli la mente ed una sola certezza a fargli battere il cuore: ne valeva la pena.


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Considerando che mentire ad un licantropo era fatica sprecata, Stiles si era trovato costretto a vuotare il sacco con Scott, cosa che comunque non gli aveva richiesto davvero chissà quanto sforzo, in fondo sarebbe sempre stato il suo migliore amico, non importava quanto potesse avercela con lui di tanto in tanto o quanto si sentisse trascurato ultimamente... Certo, questa sincerità così spontanea e accorata richiedeva la condizione che nessun altro lo venisse a sapere e con ciò si intendeva in particolar modo Derek. Non aveva certo bisogno di dare al lupo ulteriori motivi per farsi dire come, quando e perchè fosse necessario stare lontano da Buffy.

- Quindi ricapitolando adesso sei amico di una cacciatrice più pericolosa degli Argent, la stai aiutando nelle ricerca di qualcosa che potrebbe potenzialmente scatenare una sorta di Apocalisse e stai avendo sogni che sembrano più visioni, che a quanto pare non puoi controllare - se la situazione non fosse stata così grave e preoccupante Stiles si sarebbe preso il suo tempo per dare fondo al repertorio di battute che gli stavano venendo in mente nel guardare l'espressione concentrata ed esterreffatta di Scott. Non lo aveva mai visto così crucciato neanche durante i test di chimica...

- E a quanto pare ho le potenzialità per diventare un mago - aggiunse prontamente con non poca soddisfazione personale, sorridendo e portando appena un po' in fuori il petto, lasciando uscire parzialmente il suo Jackson interiore in una posa che, se non fosse stato Scott il suo interlocutore, gli avrebbe fatto guadagnare quanto meno un pugno allo stomaco.

- Non mi era sfuggito questo, puoi stare tranquillo Harry, sto solo cercando di analizzare... E di capire come puoi fidarti così ciecamente di Buffy e dei suoi amici - ed ecco lo sguardo che metterebbe in ginocchio il killer più spietato e che porterebbe al pentimento l'uomo più senza scrupoli del pianeta. Non gli stava davvero chiedendo come aveva potuto fidarsi di loro, ma come aveva potuto non fidarsi di lui e non raccontargli in tempo reale quelo che stava accadendo. Colpo basso.

- Oh, andiamo. Nessuno di voi mi dava fiducia o se proprio vogliamo essere più precisi, nessuno di voi mi dava ascolto... Mi piace stare con Buffy, apprezza il mio aiuto e non le dispiace la mia compagnia, quindi no spiacente, non mi sento in colpa - ed era vero, per la maggior parte almeno. Per quanto si costingesse sempre ad ignorarlo Stiles si sentiva fin troppo spesso dato per scontato, ignorato dai suoi amici, dal suo branco. Finalmente c'era qualcuno che lo faceva sentire utile e importante, era così grave esserne felice? E non si trattava solo di Buffy, ma anche di Willow e Xander. Non aveva mai conosciuto nessuno come loro e non vi avrebbe rinunciato. E le sue parole sembravano aver fatto centro, se l'espressione colpevole di Scott era qualcosa su cui fare affidamento. - Ora, vuoi continuare a farmi la predica o vuoi vedere cosa so fare? - chiese sorridendo divertito, sottolineando le implicazioni della sua domanda con assurdi movimenti delle sopracciglia. Scott non poteva fare altro che scoppiare a ridere, abbracciando per un attimo il suo migliore amico e incitandolo a strabiliarlo con i suoi trucchetti ("non sono un illusionista Scott!"), dimenticando subito ogni tipo di discussione. - Ok, sta a guardare! - era sempre eccitato all'idea di usare la magia, da solo o agli allenamenti con Willow, ma farlo adesso con il suo amico era ancora meglio. Guardandosi intorno nella mensa intravide Greenberg con il suo tipico spuntino fatto in casa... Come poteva resistere? Si concentrò sul panino fra le mani del ragazzo e sussurrò - Reunere - un attimo prima che Greenberg potesse morderlo. Un secondo dopo i tratti del giovane si contorsero esprimendo il più grande disgusto mai provato, sputò e aprendo il suo panino vide che la carne era completamente carbonizzata e l'insalata aveva un colore giallo al quanto preoccupante... - Te lo sei preparato da solo Greenberg? - chiese il coach apparendo dal nulla, confermando che molto probabilmente durante la giornata aspettava i momenti migliori per potersela prendere con l'adolescente, che alla sua domanda rispose con un sì triste e confuso - Non mi stupisce per niente! - aggiunse l'uomo per poi andarsene, scatenando le risate dei ragazzi attorno.

- Ancora, ancora! - aveva esclamato Scott, emozionato come un bambino al Luna Park e Stiles non poteva far altro che sorridere divertito e onestamente compiaciuto. Per una volta era lui quello con le abilità, era lui quello che lasciava a bocca aperta gli altri e presto sarebbe stato lui quello dal quale gli altri avrebbero dovuto guardarsi... Niente più fragile umano lasciato indietro per paura che si faccia troppo male. - Dobbiamo provarlo su Jackson! - aveva continuato il moro, con così tanto entusiasmo che non stava più nella propria pelle e Stiles non avrebbe mai potuto negargli una cosa simile, anzi si chiedeva perchè non gli fosse venuto in mente di farlo sin da subito. Si voltarono entrambi verso il tavolo del capitano di lacrosse, impegnato come al solito nel mostrare al mondo la sua ginormica coda di pavone, mentre Lydia gli sede di fianco con aria annoiata, per quanto era innegabile la particolare luce nei suoi occhi ogni volta che posava lo sguardo sul suo ragazzo... Già, Stiles preferiva pensare ad altro. Si concentrò sulla mela nella mano di Jackson (che poi cos'è questa fissazione con le mele?!) e con sorriso mormorò - Diaphanum - così che il frutto scomparve per riapparire sul tavolino un secondo prima che Jackson potesse dargli un morso. Il ragazzo non vi diede troppo peso, in fondo era troppo distratto nel fare lo sbruffone con dei suoi compagni di classe per mettere in dubbio di aver effettivamente preso in mano la mela, mentre nel frattempo Stiles e Scott cercavano di tenere al minimo le risate. - Movet - un altro bisbiglio e la mela sembrò quasi prendere vita fra le mani di Jackson, finendo per terra e bypassando anche i riflessi supernaturali del ragazzo, che stava iniziando a mostrare segni di irritazione, soprattutto nel non riuscire a raggiungere la dannatissima mela, che ad ogni suo tentativo di avvicinarsi si allontanava un po' di più, finendo sotto il tavolo a fianco... Era come guardare un gatto inseguire la luce sul muro. In pochi istanti l'intera mensa scoppiò a ridere per la scena che si guadagnava senza dubbio un 110 e lode in comicità e che qualche brillante giovane si era già premurato di registrare sul cellulare.

- Non sono sicura che fosse per fare cose come questa che Willow ti sta aiutando - sia Stiles che Scott quasi saltarono in piedi dai loro posti in contemporanea nel sentire la voce alle loro spalle, che apparteneva a Buffy, la quale stava donando uno dei suoi migliori sguardi giudicatori ai due adolescenti e ad uno in particolare, che di tutta risposta tentava di addolcirla con il sorriso più innocente che conosceva. - Certo non posso dire che si arrebbierà, anzi probabilmente si metterà a ridere e Xander ti chiederà di farglielo rivedere... A volte mi sembra di gestire un asilo - a questo punto la donna stava praticamente parlando fra se e se e a riportarla con i piedi per terra era stato l'esulto vittorioso di Jackson che finalmente era riuscito a catturare il frutto indemoniato, anche se forse lo aveva fatto con troppo entusiasmo, considerando che adesso i suoi artigli erano come incastrati nella mela ed ogni movimento, non importava quanto delicato, l'avrebbe sicuramente distrutta. Buffy si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito e subito cercò di ricomporsi - Ok, era divertente, contenti? Ora però avrei bisogno di parlare con Stiles - disse guardando esplicitamente Scott in un modo che comunicava a grandi toni che non vi era spazio per discussioni. Onestamente, Stiles era convinto che nessuno sano di mente avrebbe mai anche solo pensato di poterla contraddire... Così salutò più o meno sbrigativamente il suo amico, con la promessa di fargli vedere cos'altro sapeva fare e di poter trovare altri modi per tormentare Jackson, per poi seguire Buffy fuori dalla mensa, dirigendosi con lei verso la biblioteca.


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Rupert era sommerso da un numero indefinito di libri, cosa che non gli capitava da anni e non poteva fare a meno di sentirsi incredibilmente bene. Era strano, a dir poco ridicolo e forse anche preoccupante, ma c'era qualcosa ad ogni crisi, ad ogni minaccia concreta che voleva abbattersi sul mondo, nella quale lui riusciva a trovare armonia... Forse era perchè poteva fingere di essere ancora un vero osservatore, poteva rivangare i vecchi tempi. Forse era perchè non era da solo a farlo, sicuramente era perchè non era da solo a farlo. Da subito si era sentito più come un padre per Buffy, Willow e Xander; li ha visti crescere, cambiare, maturare ed è estremamente orgoglioso delle persone che sono divenute. Era certo che nessuno potesse sentirsi legato a qualcuno come lo erano fra loro, anche perchè pochi, anzi nessuno, poteva vantare esperienze come le loro. Vampiri, licantropi, streghe, demoni e chi più ne ha più ne metta. Loro li avevano visti, combattuti e battuti tutti. Ovviamente non era mai stato semplice, anzi tutt'altro... Sin dal primo giorno le cose si erano prospettate complicate, con una cacciatrice che si rifiutava di abbracciare completamente il suo compito ed i suoi nuovi amici imbranati al seguito che giocavano a fare i supereroi. Ancora ricordava la sua prima conversazione con Buffy. - Ha sentito del morto, vero? Del ragazzo trovato nell'armadietto? - gli aveva chiesto come se niente fosse, per accertarsi che Giles fosse solo un semplice bibliotecario - Beh, è una cosa davvero stranissima: ha due piccoli buchi sul collo ed è completamente dissanguato. Non le sembra bizzarro? Non dovrebbe dire "Oooh"? - ripensandoci poteva lasciarsi andare ad una risata affezionata. La sua cacciatrice era sempre stata il tipo da colpire prima con le parole sagaci e poi con i pugni.

Il suo momento nostalgico dovette ad ogni modo interrompersi, poichè poteva sentire delle voci dall'altra parte della biblioteca, che gli notificavano che non era più solo. Uscendo dal suo piccolo studio vide subito Buffy in compagnia di un ragazzo, assorti in una conversazione tutta loro stando alle battute sarcastiche si andavano sprecando e Giles poteva giurare che per un attimo gli sembrò di rivedere la cacciatrice nel suo completo da cheerleader, che lo guardava con fare petulante e gli sottolineava per la centesima volta come fosse desiderosa di condurre una vita normale. - Immagino non siate qui per un progetto di studio - disse sistemandosi la cravatta e osservando i due di fronte a se, che vestivano due distinte espressioni in reazione alle sue parole.

- Onestamente non avevo idea che la scuola avesse una biblioteca, è la prima volta che metto piede qui dentro - rispose il ragazzo, guardandosi attorno come se la vista di qualche libro in degli scaffali fosse rara come quella di un unicorno nella foresta. - Non puoi dire cose del genere di fronte a lui! Devi sapere che ogni volta che qualcuno accende un computer e chiude un libro, un Giles muore. E non basta battere le mani per farlo tornare - aveva commentato Buffy con la sua solita ironia alla quale Rupert era ormai ben più che abituato e che non degnò neanche di una risposta, anche perchè parzialmente era vero... La tecnologia era la vera minaccia infernale! La vista di qualcuno con un libro in mano per sua scelta era pressoché mitologia oggigiorno.

- Suppongo tu sia Stiles - disse il bibliotecario, non dando ulteriore spazio alla vena comica di Buffy e cercando di mantenere l'incontro il più serio e diretto possibile - Io mi chiamo Rupert Giles e confido che ti sia stato già spiegato tutto, quindi proporrei di metterci subito a lavoro - aggiunse senza aspettare una conferma verbale, poichè da quanto aveva sentito parlare del ragazzo sarebbe stato in grado di riconoscerlo comunque. Condusse i due nello studio e tornò a sedersi alla scrivania dove giacevano svariati libri, alcuni ancora aperti su delle particolari pagine, altri invece già dimenticati.

- Potremmo avere un indizio, Stiles mi stava raccontando di un suo sogno - disse la cacciatrice, voltandosi verso il giovane e incoraggiandolo a parlare con lo sguardo, non che fosse davvero necessario poichè di certo non era un tipo timido o almeno non lo era nel senso più classico del termine. In pochi attimi il ragazzo espose tutto, in modo più o meno confuso e agitato - Ho fatto qualche ricerca su pietre che potrebbero somigliarvi, ma sono stati tutti enormi buchi nell'acqua, giganteschi pozzi senza fondo la cui unica destinazione potrebbe essere un vicolo cieco con appeso un cartello con scritto "bel tentativo!" o "ritenta, sarai più fortunato!" - concluse accasciandosi su una sedia, accompagnato da ampi gesti delle mani, lasciando Giles senza parole per qualche attimo nel contemplare quanto Willow e Xander non avessero esagerato nel dire che Stiles era una versione aggiornata e al maschile di Buffy. Era quasi terrificante in un certo senso.

- Si, ehm, era ciò di cui volevo parlarvi... Più o meno - commentò l'uomo, aggiunstandosi gli occhiali e prendendo uno dei libri alla sua sinistra - Come Buffy già sa, questo mondo è più antico di quanto si creda. Contrariamente alla mitologia religiosa, non è cominciato come un Paradiso. Per millenni e millenni i demoni abitavano la terra, era la loro casa, e anche il loro... Inferno. Ma col tempo persero il dominio su questa realtà e ci fu posto anche per le creature mortali, per l'uomo. Quello che resta dei Grandi Anziani sono solo vestigia, alcuni riti magici, delle creature e degli oggetti. Il Fatum è uno di questi - spiegò, lasciandosi probabilmente trasportare un po' troppo, dato che quasi li era sfuggito come Buffy si fosse accostata per qualche istante all'adolescente mormorando quella che ormai era una delle sue battute di punta - Non farti impressionare troppo, il vecchio Giles è un fedele abbonato dei "Racconti dell'oltretomba" - aveva detto divertita, facendo ridere sommessamente il ragazzo e sospirare rassegnato il bibliotecario - E conservo ancora l'agendina regalo, ma volendo andare avanti... Ho ragione di credere che il sogno di Stiles sia in qualche modo collegato a come trovare il Fatum. Dovreste parlarne con Willow, probabilmente è per lo stesso motivo che hai perso il controllo delle tue capacità - aggiunse riferendosi a Stiles e sentendosi libero di non preoccuparsi dei suoi poteri unicamente perchè il suo mentore era la strega più potente ancora in vita. - Ho il sospetto che questo significhi che farò tardi stasera... Meglio avvertire mio padre prima che mandi l'intera stazione di polizia a cercarmi - e con questo Stiles uscì dallo studio, lasciando Giles e la cacciatrice da soli.

- Non è male, vero? Immagina se fosse venuto a scuola insieme a noi, Cordelia si sarebbe messa ad urlare nell'avere a che fare con lui e Xander ogni giorno - disse divertita Buffy, molto probabilmente immaginandosi i possibili scenari di un così temibile trio e onestamente non poteva biasimarla. - A dire il vero si, riesco ad immaginarlo e la cosa mi fa temere ancora di più per il destino del mondo - rispose senza cattiveria, ma seriamente felice di come fossero andati gli eventi. Nessuno sarebbe potuto sopravvivere alla quantità di sarcasmo che Buffy, Stiles, Xander e gli altri riuscivano a produrre.

- Sono felice di vederti di nuovo così vitale Buffy, ma sai quanto me che devi dire la verità al ragazzo, tutta la verità - in fondo Giles sapeva per esperienza personale che tenere nascosto qualcosa alle persone non andava mai a finire bene... Vi erano stati svariati problemi con la stessa cacciatrice proprio per questo tipo di problema. - Merita di sapere, soprattutto adesso che lo abbiamo esposto a tutto questo. I sacerdoti del Primo potrebbero tornare per lui - aggiunse preoccupato, consapevole che Buffy conosceva più di chiunque altro il pericolo che risiedeva in tutto ciò che aveva a che fare con il Primo, ma Giles sapeva anche che la donna preferiva sempre accollarsi ogni responsabilità, esponendosi da sola e lasciando gli altri nell'ombra pur di salvarli.

- Lo so Giles, lo so... Ma non posso, non ancora. Prima devo risolvere la questione "possibile Apocalisse", se dicessi adesso a Stiles la verità sulla morte di sua madre perderei la sua fiducia e non riesco a pensare ad un modo per ottenerla di nuovo - rispose la cacciatrice con aria combattuta. Rupert le si avvicinò posando una mano sulla sua spalla in un gesto di supporto, poichè in fondo capiva bene i suoi motivi e le sue intenzioni... La donna sapeva bene cosa significava perdere la propria madre e sentiva che in cuor suo Buffy era convinta che sia la morte di Joyce sia quella della madre di Stiles erano colpa sua, colpa del suo destino e sapeva che anche il ragazzo avrebbe pensato la stessa cosa.


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La telefonata con lo sceriffo era andata meglio di quanto si aspettava. A quanto sembrava le parole "consulente scolastica" e "biblioteca" riuscivano a rassicurare suo padre come nient'altro al mondo. Certo questo significava che avrebbe dovuto presentargli voti eccellenti per i prossimi test, ma in fondo era un prezzo quasi ragionevole... L'importante era continuare a ripeterselo. Ad ogni modo ora aveva altro a cui pensare. Ci aveva visto giusto nel decretare che Buffy avrebbe potuto aiutarlo con il suo sogno e quel Giles sembrava un tipo a posto, simpatico a suo modo, ma forse era un giudizio poco stabile dato che l'unico altro uomo che aveva più o meno l'età del bibliotecario con il quale Stiles aveva avuto a che fare era Gerard... Insomma era difficile fare di peggio.

Nel tornare verso lo studio il ragazzo si ricordò di non aver ancora mostrato il suo quaderno dove aveva disegnato per almeno quattro pagine, fronte e retro, il ciondolo del suo sogno. Magari Giles sarebbe riuscito a trovarlo in qualche libro, per quanto internet fosse una fonte sconfinata di sapienza alcune cose restavano reperibili unicamente sulla carta. Estrasse il quaderno dallo zaino e si avviò per tornare da Buffy ed il suo osservatore ma arrivato a pochi passi dalla soglia sentì qualcosa che gli impedì di andare avanti...

- Sono felice di vederti di nuovo così vitale Buffy, ma sai quanto me che devi dire la verità al ragazzo, tutta la verità -

Non serviva un genio per capire che stavano parlando di lui, ma n ogni caso Stiles voleva dare il beneficio del dubbio ai due nella stanza, voleva credere che qualsiasi cosa fosse non era grave come sembrava... Voleva credere di non essere nuovamente ad un passo dal restare ancora una volta da solo. Li sentì parlare di sacerdoti, del Primo (chiunque esso fosse) e di come avrebbero potuto cercare Stiles? Lui non aveva la minima idea di chi fossero, per quale razza di assurdo motivo avrebbero dovuto andare a cercarlo? Certo adesso sembrava aver sviluppato qualche capacità, ma dubitava seriamente che il regno del male si sarebbe messo a tremare alla prospettiva di un adolescente in grado di accendere quache fuoco o poco più...

- [...] se dicessi adesso a Stiles la verità sulla morte di sua madre perderei la sua fiducia e non riesco a pensare ad un modo per ottenerla di nuovo -

Ogni tipo di discussione interiore si fermò nel sentire quelle parole. A dire il vero ogni muscolo e cellula del corpo del ragazzo sembrò fermarsi completamente per un istante. Buffy sapeva qualcosa riguardo la morte di sua madre? Era ridicolo, giusto? Insomma, che c'era da sapere su un cancro? Sono malattie fin troppo comuni, niente che possa relazionarsi agli interessi della Cacciatrice... No, si rifiutava di credere che la donna gli stesse tenendo nascosto qualcosa di così grande, qualcosa di così importante. Era stata onesta sin dall'inizio con lui, gli aveva rivelato la sua vera identità, gli aveva parlato di quante creature diverse camminano sulla Terra, lo aveva introdotto ai suoi amici più intimi e ora gli aveva chiesto di aiutarla e... Ma certo, era per questo. Gli serviva soltanto per trovare il Fatum, niene di più. Lo stava usando. Tutti quei discorsi su quanto fossero simili, su come lui fosse speciale e santo cielo, su come lui le ricordasse qualcuno... Buffy aveva conosciuto sua madre. Strinse i pugni fino a farsi male, mentre la vista sembrava apparnarglisi per un secondo per via degli occhi ora caldi e lucidi, il respiro gli usciva veloce e tutto sembrava preannunciare l'arrivo di un attacco di panico. Raccolse frettolosamente le sue cose e corse via dalla biblioteca, cercando di mantenersi il più calmo possibile fin quando non raggiunse il parcheggio del liceo e salì nella sua jeep. Si accasciò contro il volante, tremante come una foglia e con il viso rigato dalle lacrime. Respirava a fatica, ma improvvisamente si sentì avvolgere da del tepore, come se qualcuno lo stesse abbracciando... Alzò a fatica la testa, ma continuava ad essere da solo. Bene, finalmente stava impazzendo! Ci mancava come ciliegina sulla torta. Buttò la testa indietro contro il sedile e prese un respiro profondo per calmarsi, una, due, tre volte... Restò fermo in quel modo per dei minuti per poi riaprire gli occhi ed avviare l'auto. Ne aveva avuto abbastanza di quella giornata, ne aveva avuto abbastanza di tutto e desiderava solamente poter tornare a casa e andare a dormire.

- Io so cosa desideri -

Alzò gli occhi di scatto e si guardò intorno nel riconoscere la voce che aveva già sentito nel suo sogno.

- Io so cosa vuoi realmente e posso dartelo -

La voce continuava a parlargli, la sentiva vicina, come se vi fosse qualcuno seduto di fianco a lui. Tutto era deserto, alcuni erano ancora nell'edifico e lui era l'unico lì fuori... Inserì la marcia alla sua auto ed uscì dal parcheggio, inserendosi nella strada e guidando verso casa, imponendosi di non pensare a niente, di ignorare la voce, ma arrivato nelle vicinanze del bosco vide una luce riflettersi nello specchietto laterale della jeep, una luce blu che sembrava muoversi con lui e dannata la sua curiosità decise di seguirla. Si sentiva attratto da quella luce, sapeva che lo avrebbe condotto a qualcosa di importante, magari al ciondolo o ancora meglio al Fatum.

- Non temere piccolo uomo, non ti farei mai del male. Voglio esaudire il tuo desiderio -

Stiles aveva appena imparato che si fidava sempre delle persone sbagliate, quindi forse era anche per questo decise di credere alla voce. In fondo che male poteva fare fare un errore di giudizio in più? Con questo almeno non avrebbe dovuto stare ad ascoltare Derek ed il resto del branco ripertergli fino alla nausea che aveva torto e che avrebbe dovuto dargli ascolto. E forse stava pensando all'Alpha con troppa intensità perchè per qualche motivo si ritrovò di fronte alla vecchia residenza degli Hale. Non importava a quale ora del giorno la si vedeva, ogni volta dava i brividi... Stava per fere dietro-front e tornare a casa, seriamente questa volta, quando vide nuovamente la luce da una delle finestre della casa. Scese rapidamente dall'auto ed entrò nell'abitazione, cercando frenetico con lo sguardo un altro cenno della luce, che di tutta risposta lo stava guidando verso una di quelle che doveva essere una delle camere da letto. Ad ogni passo il pavimento scricchiolava minacciosamente, tanto che Stiles non si sarebbe sorpreso se gli avesse ceduto da sotto i piedi. - Ok, non mi chiamo Merida, quindi sarebbe fantastico se la smettessimo con il gioco di luci e arrivassimo al punto - disse il ragazzo, a metà fra il frustrato e lo spaventato. Era evidente che c'era qualcosa che non andava, ma ormai si era spinto troppo oltre per poter semplicemente tornare indietro.

- Sei arrivato - disse infine la voce, facendo voltare di scatto il ragazzo, il quale vide ancora la luce, ma questa volta sembrava più immobile, meno viva, chiusa nel cassetto di quella che probabilmente un tempo era una scrivania. Lo aprì e in mezzo a qualche foglio mezzo bruciato e una montagna di polvere lo vide: il ciondolo. Per un attimo si sentì vittorioso, era riuscito a trovarlo e con questo avrebbe potuto aiutare Buffy! Be', avrebbe potuto... Se la donna non lo avesse semplicemente usato tutto questo tempo. - Lei non può aiutarti. Nessuno può darti quello che io posso. La mia venuta porterà utopia - la voce continuava a parlargli con toni dolci, rassicuranti e Stiles voleva crederle, mentre il ciondolo sembrava quasi scaldarsi nel suo palmo. - Sai chi sono, dì il mio nome. Avrai tutto ciò che ti è stato negato. Tutto ciò che dovrebbe essere tuo - aggiunse questa volta quasi con tristezza, come se capisse davvero lo stato d'animo di Stiles, come se sapesse cosa stava passando e forse era così. Quindi non sprecò molto tempo a pensare sul da farsi, bastava solo una parola.

- Fatum -


Cosa vedono i miei occhi... E' un nuovo capitolo questo?!? Incredibile lo so, stento a crederci anche io. Ma vi avevo avvertite che sono pessima con gli aggiornamenti regolari, in più me ne sono successe di ogni colore... Recentemente con l'ultimo temporale in stile The Day After Tomorrow è saltato internet a tutto il mio paese! Ad ogni modo eccoci arrivati alla parte interessante della storia... Chi o cosa è davvero il Fatum? Ci si può fidare? Mh... Chi lo sa! Be', posso assicurarvi che lo scoprirete presto e che nel prossimo capitolo un sacco di emozioni sterek (e non solo) vi sommergeranno! Quindi restate collegate °-° Ora per i dettagli tecnici, avrete notato che ho cambiato simbologia per i discorsi diretti e l'ho fatto perchè mi è stato detto che ciò "<< >>" è troppo brutto, quindi per non ferire la sensibilità di nessuno ho cambiato, se anche questa soluzione vi turba ditemi voi cosa preferite. Inoltre, dato che in Teen Wolf c'è un numero esagerato di personaggi da gestire e questa mia storia è un po' tanto Stiles-centrica, mi era venuto in mente di fare un "Almost Like Home Extra" e cioè delle drabble con gli altri personaggi, così che anche i vostri preferiti possano avere spazio. Ad esempio vi piace Isaac? (Vi capisco) Potete chiedere di vedere un particolare momento di un capitolo secondo il suo punto di vista. Ovviamente se ne volete uno con un personaggio di Buffy va bene uguale. Ditemi cosa ne pensate ;D

(*) per chi non lo sapesse nel Diario del Vampiro (e parlo solo del telefilm) c'è Bonnie, la strega incapace. Chiedo scusa ai suoi fan, ma davvero... Ogni volta che usa i suoi poteri fa cose come accendere candele, rompere vetri, far saltare in aria lampadine, scatenare raffiche di vento, perdere litri di sangue dal naso... Utile no? E per una volta che fa un incantesimo serio, muore. Bonnie, accetta un consiglio, la stregoneria non è per te. ಠ_ಠ

(**) questa meravigliosa descrizione della vecchia casa degli Hale l'avevo trovata su tumblr e ci ho riso per non so nemmeno io quanto! xD Purtroppo il link che avevo salvato era di un blog che ora è stato cancellato quindi non posso passarvelo çAç

Come al solito (Come sono ripetitiva!) ringrazio chi ha messo questa mia storia nelle preferite, chi ha commentato e chi segue in silenzio. Soprattutto in questo periodo di magra che vi ho fatto sopportare! Fatevi un applauso, siete stupende e vi adoro alla follia <3
  
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