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Autore: funklou    13/07/2013    55 recensioni
Al Norwest Christian College le cose vanno così: o sei popolare, o non sei nessuno.
Ma c'è anche chi, oltre ad essere popolare, è anche misterioso, quasi pericoloso. E nessuno sta vicino al pericolo.
Tutti sapevano quello che Luke Hemmings e i suoi amici avevano fatto.
Ricordatevi solo una cosa: le scommesse e i segreti hanno conseguenze.
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Dal secondo capitolo:
"A me, invece, non sembri un tipo così pericoloso. Forse strano" affermò Avril, senza distogliere l'attenzione dal suo libro.
"Due." Si guardò intorno, in cerca di un banco libero.
"Due?"
"Due."
"Cosa significa?" Alzò lo sguardo e lo guardò confusa.
"Sinceramente? Nulla. Quando non so cosa rispondere, o quando non voglio rispondere, dico due." Scrollò le spalle, come se fosse la cosa più ovvia e si allontanò.
"Questo conferma la mia teoria, Hemmings."
Doped!Luke
Scene di droga esplicite. Se ne siete sensibili, non aprite.
Il trailer di Two: http://www.youtube.com/watch?v=NE35nheHyZY
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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A Susanna, perché riscoprire l'amicizia con lei
mi ha fatta sentire più viva.
-A
 
A Ilaria, per tutte le volte che
la sua amicizia mi ha salvata.
-M
 
 
 
 
Sydney.

Trasferirsi da Melbourne a Sydney non è per niente una cosa facile. Quando ti abitui ai viali alberati del centro, alle strade percorse dai tram e ai molti bar e negozi sparpagliati qua e là, è difficile sostituirli. Insomma, è risaputo che il clima sia decisamente migliore a Sydney, e che qui è tutto più rilassato ma, quando si porta una città nel cuore, non c'è più nulla da fare.
Lo sapeva bene Avril Mitchell, una sedicenne sul metro e sessanta, con le labbra sottili e rosee, gli occhi verdi, tendenti allo scuro, e i capelli lisci e lunghi, con le punte tinte di azzurro, il suo colore preferito. Si era trasferita nella città più popolosa dell'Australia sotto il volere della madre, per mantenere il suo lavoro. Ovviamente, aveva opposto resistenza, ma alla fine aveva ceduto. Aveva dovuto lasciare a Melbourne anche Jason, il suo fidanzato, e non c'era cosa più terribile di una relazione a distanza. 
Ma oggi era un giorno importante: oggi era il primo giorno di scuola. Quest'anno era allo Year 11, il penultimo. Spesso le era passata per la testa l'idea di abbandonare gli studi e andare a lavorare, non ne poteva più.
Si era preparata in meno di venti minuti: non amava truccarsi, le bastava rendersi presentabile per una giornata di scuola. Erano ormai le 7:45 e stava aspettando la sua adorata cugina nata e vissuta a Sydney, ed era l'unica persona che al momento conoscesse.
Sentì il clacson suonare e, dopo aver preso le chiavi di casa, uscì, vedendo già la Range Rover che l'aspettava e si avvicinò correndo.
"Vicky!" gridò non appena entrò nell'auto e l'abbracciò, quasi facendole perdere il respiro.
"Ehi, non riesco a respirare, Avril!" la rimproverò giocosamente.
"Scusa, è che mi sei mancata così tanto." Accennò uno sguardo dispiaciuto.
Vicky non poté che guardarla e sorriderle, rendendosi conto di quanto sua cugina le assomigliasse: erano entrambe bionde, stesso taglio di occhi, cambiava solo il colore azzurro.
"Mi sei mancata anche tu." e la macchina partì.
 
Si fermò solo dopo 10 minuti di viaggio, in un parcheggio in cui si affacciava una struttura enorme, nonché il Norwest Christian College. Dopo aver poggiato i piedi a terra, gli occhi di Avril guizzarono da una parte all'altra, osservando centimetro per centimetro la visuale che le si parava davanti. Era una struttura grande, perciò con molti studenti. 
Passarono pochi secondi e sentì una mano prenderle il braccio e portarla verso l'entrata dell'edificio.
"Ora ti faccio conoscere le mie amiche" affermò Vicky, decisa.
"Ok, ma potresti smetterla di torturarmi il braccio? Ce la faccio a camminare anche senza supporto" si lamentò la cugina.
Sbuffando, il suo ordine fu eseguito e, appena furono all'interno della scuola, camminarono verso il corridoio a sinistra, andando incontro ad alcune ragazze. 
"Ehi, ragazze, questa è Avril, la mia cuginetta!" prese ad urlare Vicky a mo' di annuncio con un tono fin troppo entusiasta.
Subito le guance della ragazza in questione si tinsero di un rosa più scuro.
"Non deve saperlo tutta la scuola, abbassa la voce!" Le tirò un leggero pugno sul braccio, provocando le risate delle tre ragazze di fronte a loro. Quando se ne accorse, Avril alzò lo sguardo su di loro.
"Oh, ehm... Io sono Avril, sua cugina, da come avrete capito." Lanciò un'occhiataccia alla ragazza di fianco, "Piacere." aggiunse.
"Ciao Avril, siamo contente di conoscerti! Vicky ha detto che sei una tipa simpatica. Io sono Alexia, e loro due Nicole e Marie." Con un gesto della mano le indicò e tutte e due le sorrisero, Avril ricambiò. Erano più alte di lei, senza dubbio, ed erano anche molto belle. In una sola parola: perfette. Ma erano simpatiche, e ciò la tranquillizzava.
"Questo è il tuo armadietto, poggia pure qui dentro i libri." Vicky le fece cenno e lei annuì, per poi fare come le era stato detto.
Il suono che indicava l'inizio delle lezioni sovrastò quella conversazione. Di rimando, Vicky tirò fuori dalla borsa due fogli e, dopo averli osservati, salutò le amiche e guidò la cugina verso un'aula.
"Ieri pomeriggio sono passata a ritirare i nostri orari, alla prima ora abbiamo scienze." sbuffò.
Avril non rispose ed entrò dopo di lei. Presero posto in ultima fila e aspettarono che il professore arrivasse. Dopo pochi istanti, dalla porta entrò un uomo snello e alto, capelli castani e un'aria assolutamente da stronzo.
"Buongiorno ragazzi." Aspettò che qualche studente ricambiasse il saluto e continuò, "Per chi non lo sapesse, sono il Professor Harvey, il vostro insegnante di scienze." Posò dei fogli sulla cattedra e si guardò intorno.
"Vicky," parlò Avril a bassa voce, "che cazzo vuole 'sto squilibrato?" scatenandole delle risate.
"Mitchell! Cos'ha da ridere?" la rimproverò il professore. 
"Oh, io..." e proprio in quel momento, la porta si spalancò di colpo e attirò l'attenzione di tutti gli studenti presenti in classe. Un ragazzo col cappello e un cappuccio sopra entrò nell'aula, tutti si irrigidirono. 
"Hemmings" scandì il professore con un tono che ad Avril sembrò quasi di disprezzo. "La stavo giusto cercando. Sempre in ritardo, eh?"
"E' in classe Calum?" chiese il ragazzo, senza dar peso alle parole dell'uomo. 
Questi sbuffò, come se quella scena fosse vista e rivista. "No" affermò e si sedette dietro alla cattedra. "Ha intenzione di restare lì o di entrare e seguire la lezione?"
Lui non rispose, con un gesto secco chiuse la porta e se ne andò. Tutta la classe era in silenzio. Avril, presa dalla situazione, domandò subito a Vicky chi fosse lo sconosciuto.
"E' meglio che tu non lo sappia. Davvero, Avril, stanne alla larga" le rispose con un tono serio.
"Perché ha fatto così?" chiese sempre più curiosa.
"Non lo so e non mi interessa. Questa scena si è vista tante di quelle volte..." sospirò Vicky, prendendo a sfogliare a caso le pagine del libro di scienze.
Intanto la lezione più noiosa di sempre era iniziata. Avril continuava a sbuffare, e ad un certo punto prese la matita e scrisse qualcosa sul banco della cugina.
 
Magari se pesto forte la testa contro il banco muoio.
 
Vicky cercò di trattenere una riasata e di ritornare a prestare attenzione alla lezione, con poco successo.
Ad un tratto la mano di Avril si alzò e chiese il permesso di andare in bagno. Si chiuse la porta alle spalle e iniziò ad andare alla cieca verso il bagno ma, quando svoltò verso destra, lo vide. Era lo stesso ragazzo di prima, affiancato da un altro più o meno alto come lui, apparentemente con i capelli tinti di...bianco e sparati all'aria con un ciuffo. Si era fermata ormai da cinque secondi per guardarli e loro, notandola, le posarono subito gli occhi addosso. 
Avril lo aveva capito, che quei due avessero qualcosa di così spaventoso. Con un solo sguardo, aveva percepito brividi per tutto il corpo, ma brividi di paura.
Distolse lo sguardo, si incamminò dalla parte opposta e trovò finalmente quel maledetto bagno. 
Chi erano, quei due? 
 
Il resto delle ore scolastiche passò molto lentamente. Avril trascorse solo due ore con Vicky, le altre con perfetti sconosciuti, ma nessuno le stava particolarmente antipatico, solo le stavano tutti indifferenti.

Finalmente era arrivata l'ora di tornare a casa e, non appena uscì da scuola, vide Vicky sorriderle e insieme si incamminarono verso l'auto, per poi salire.
"Allora? Come ti sembra?" chiese Vicky, mentre si ripassava il rossetto, guardandosi nello specchietto.
"Passabile, anche se mi sono annoiata a morte" rispose sbuffando.
"Cosa ti aspettavi? E' una scuola!" Entrambe risero e la macchina ripartì verso casa.
"Senti, ma se per stasera rimani da me?" interruppe Vicky il silenzio che si era formato durante il tragitto.
"Non credo sia un problema." Sorrise.
 
"Avril!" la chiamò Vicky dal bagno, "Puoi passarmi il mio pigiama?"
"Non ho voglia" borbottò Avril, sdraiata sul letto.
"Dai! Non voglio farmi vedere in questo stato!" insistette.
Avril si alzò, prese il pigiama e si avvicinò al bagno.
"Ok, apri."
Si sentì la maniglia abbassarsi e la porta si aprì.
"Da chi non volevi farti vedere? Sono tua cugina, stupida."
"Non sono abituata a farmi vedere con i capelli ricci. Preferisco piastrarmeli prima di uscire" si giustificò Vicky, prendendo il pigiama dalle mani di Avril, ma ormai sul volto di quest'ultima era comparso un sorriso malizioso.
"Non sono mica quel tipo tutto strano che ti piace, io. Non ti devi vergognare." Si appoggiò allo stipite della porta, aspettando una sua reazione che confermasse la sua tesi, ma ciò che vide fu un'espressione sconvolta della ragazza. Strabuzzò gli occhi senza dire niente per alcuni secondi, e poi sbottò.
"Avril, sei seria? Luke? Oh mio dio. Quello è un delinquente!"
"Ah, quel coso ha un nome. Comunque, a me sembra proprio che ti piaccia" ammiccò Avril, sicura di sè, allontanandosi dal bagno e buttandosi sul letto. Vide Vicky avvicinarsi a lei mentre le puntava un dito contro.
"Non mi piace! E' assurdo! Quel ragazzo ha ucciso il suo migliore amico e non sto scherzando" disse tutta seria, al contrario della cugina che iniziò a ridere. La guardò inizialmente scioccata, poi traumatizzata.
"Tu sei pazza." Prese a dirigersi verso il bagno, "Pazza."







 
Ehi people!
Okay, questa è la seconda ff in corso, però, quando mi fisso di fare una cosa, la devo fare, lol.
Quindi, eccomi qua con "Two". Sì, il nome è abbastanza strano, ma ha un significato.
Il capitolo è piuttosto corto, non so se riesca a far capire molto l'argomento. Questo è solo l'inizio, la storia vera e propria inizierà dal prossimo capitolo. 
Se vi va, lasciate una recensione (:
Ps: su twitter sono funklou
e alla storia contribuisce anche danswtr
Bye x
  
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