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Autore: sopra_al_rumore    13/07/2013    2 recensioni
Se avessi saputo che quello sarebbe stato l'ultimo compleanno festeggiato tra i banchi di scuola, giuro lo avrei abbracciato forte al punto di lasciargli addosso un po' di me.
Il mio nome è Ivy e questa è la triste storia di un amore soffocato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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01/02/09
 

 

Se avessi saputo che quello sarebbe stato l'ultimo compleanno festeggiato tra i banchi di scuola,
giuro lo avrei abbracciato forte al punto di lasciargli addosso un po' di me.


Ogni dannata mattina, da un paio di anni ormai, la sveglia suonava ripetutamente alle 7:00 am.
Quel suono così assordante non comportava altro che il mio abbandono al mondo dei sogni,
ed un risveglio spiacevole con la scritta School ben evidenziata davanti ai miei occhi.
Vivevo ad 
Holmes Chapel, nello Cheshire, un posto tranquillo, fin troppo per un'adolescente.

Ivy, muoviti o arriveremo tardi!
Si Becky, devo solo allacciarmi le scarpe, sono da te tra due secondi, massimo tre.


Becky era la mia migliore amica, 
fondamentalmente una bella ragazza, 
bionda naturale, occhi azzurro mare, fisico slanciato e genitori tedeschi immigrati in Inghilterra per lavoro.
Sapeva parlare 3 lingue diverse ed era sempre una delle prime della classe.
Io ero semplicemente me, il suo esatto contrario, ma non ne ho mai fatto un dramma.

Cosa c'è? Le dico scendendo le scale il più velocemente possibile per non fare ritardo.
Sai che giorno è oggi?
Uhm...
mi fermo un'attimo per riflettere... oh, oggi è il compleanno di Harold.
Sai che non gli piace essere chiamato così.
A me non piace quando lo chiamano Harry, mi fa pensare ad Harry Potter, ed io detesto quella saga!
Perfetto, ma è il suo nome, deve piacere a lui non a te!
Si ok, ma il suo vero nome è Harold per cui è lui che va contro natura, non io!

Sei impossibile Ivy!

Harold era qualcosa tipo il mio grande amore dall'asilo,
un ragazzo tranquillo, se non fosse che suonava a tempo perso in una band: i "White Eskimo", composta da altri tre ragazzi che proprio non riuscivo a sopportare.
A 15 anni appena compiuti sognava di cantare in una band e girare il mondo,
la band a quanto pare l'aveva trovata, ma il successo non lo aveva ancora raggiunto.
Non era molto alto, ai nostri tempi, non troppo esile, capelli ricci ribelli,
occhi grandi come pozzi, occhi in cui potevi solo annegarci, senza risalire mai a galla,
verdi come i miei non erano mai stati.
Si, perché anche io ho gli occhi verdi, ed i capelli neri,
ma non conta, non stiamo parlando di me adesso.
Tornando ad Harry, Harold, un 15enne in fissa con 
 Elvis PresleyFoster the PeopleColdplay, soprattutto il front man Chris Martin, e Kings of Leon. 
I
 Beatles e insomma, tutta quella roba di cui molti giovani inglesi non sanno nemmeno l'esistenza.
Harold è sempre stato diverso dai nostri coetanei, probabilmente  anche per questo  m'innamorai di lui.
 

"Happy Birthday to You
Happy Birthday to You
Happy Birthday Harry
Happy Birthday to You."
Intonava la classe non appena il festeggiato varcò la porta di entrata.
 
From good friends and true,
From old friends and new,
May good luck go with you,
And happiness too."
Concluse sorridendo Mrs. Stone e sbaciucchiando Harold augurandogli la massima felicità.

Io come sempre restai ferma in un angolino, aspettando che Harold si avvicinasse.
Morivo dalla voglia di fargli gli auguri, ma avrei aspettato il mio turno, dopo tutta la classe.

Ivy! Tuonò Becky, visibilmente sconvolta.
Cosa c'è?
Non hai ancora fatto gli auguri ad Harry!
Ma ho cantato la canzoncina!
Andiamo, quella l'hann cantanta tutti!
Mi disse con espressione palesemente annoiata.
Va bene, appena suona la campanella vado da lui.

Con lo zaino in spalle mi sistemai la divisa dirigendomi verso la cattedra pronta per andar via,
poi incrociai gli occhi di Becky che era già davanti alla porta.
Un degno sguardo da serial killer incombbe su di me.
Sapevo cosa volesse comunicarmi.
Mi voltai e tornai indietro mentre Harold stava sistemando i libri nel suo zaino.
Ehi... dissi apparentemente tranquilla mentre il mio cuore faceva capriole al contrario dalla tanta gioia d'incontrare gi occhi, la voce o più semplicemente il ragazzo dei miei sogni.
Ciao Ivy, tutto ok? Ti serve qualcosa?
No... sospirai... in verità no. Volevo solo farti gli auguri di persona... sai, prima tra tutta quelle gente...
Oh...
sorrise ed io iniziai a torturarmi le mani per via dell'ansia...
Beh ecco, quindi nulla, auguri... buon compleanno...
Ero pronta per andar via, quando ad un certo punto, Harold si schiarii la voce:
Niente abbraccio?
Oh...
dissi incerta voltandomi.
Ci abbracciamo, ma non ebbi il coraggio o la forza a sufficienza per stringerlo a me,
temevo che sentisse il battitto accellerato del mio cuore, e questa, era proprio una cosa da evitare.
Stasera c'è un festino in garage, suono con la band, verrà tutta la classe, sei dei nostri?
Certo...
rispose Becky dall'altra parte della stanza, prima che io potessi riprendermi da quel debole abbraccio.
Harold sorrise e ci incamminammo verso la porta.
Una volta lì, ognuno prese la sua strada.
Grazie Becky, sarò sembrata una stupida!
Oh, di nulla tesoro. Tu sei stupida! Insomma quanti anni sono che ti piace? 6-7? 
Faceva ancora la pupu nel pannolino e tu già lo amavi alla follia, disegnavi inviti di nozze e costruivi torte di fango cercando ogni volta di creare il design perfetto,
perché non provi a vedere se anche per lui è lo stesso?

Perché una volta ho visto un film... dissi tranquillamente... e uno dei protagonisti diceva: "Se un uomo ti vuole veramente, non gli importa se è difficile o complicato, ti renderà sua! Se non lo fa, è perché non gli piaci abbastanza..." o qualcosa del genere... conclusi in fretta.
Quindi mi stai dicendo che non fai il primo passo no perché sei timida ma perché hai visto un film che ti ha spappolato il cervello?
No, al contrario Becky, quel film mi ha dato una giusta prospettiva visiva sull'universo maschile.
Riposati, ci vediamo questa sera alla festa!
Concluse Becky, poi voltò per casa sua mentre io entrai in casa.
A dopo.

 
  
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