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Autore: aris_no_nami    13/07/2013    3 recensioni
“- Ora basta! Tu te ne vai dritta dritta in Corea! Mi sono rotta! Tu e quella sottospecie di quattordicenne di tuo fratello ve ne andate da qui! Vi sbatto subito a Seoul da vostro cugino! Mi sono proprio rotta!
Urlò quella stronza. Quella che, teoricamente, doveva essere la nostra tutrice, nostra zia.
-Bene! Perfetto! Preferisco alla grande nostro cugino che una come te! E osa un’altra volta parlare così di Malcol e ti spacco! Hai capito?! Ti spacco! Ti distruggo!
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo
-Partite domani mattina alle 8 in punto.
Certo! Perché secondo lei ero scema, vero?! Secondo lei non sapevo che aspettava che io toppassi per poco per mandarci dritti a Seoul?! Come se non sapessi che aveva due biglietti di sola andata, pronti da un casino di tempo?! Come se fossi cretina come lei!
-Se n’è andata?!
Mi chiese mio fratello, uscendo dal bagno, nel quale si era rifugiato con le sue cuffie, per fuggire a quella lite definitiva.
-Che stai ascoltando?
Gli chiesi io, cercando di sfuggire a quella domanda.
Anche a pochi giorni dal suo compleanno, quella stronza, doveva rompere!
-Heaven di Ailee …
Mi rispose sedendosi accanto a me.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “- Ora basta! Tu te ne vai dritta dritta in Corea! Mi sono rotta! Tu e quella sottospecie di quattordicenne di tuo fratello ve ne andate da qui! Vi sbatto subito a Seoul da vostro cugino! Mi sono proprio rotta!
Urlò quella stronza. Quella che, teoricamente, doveva essere la nostra tutrice, nostra zia.
-Bene! Perfetto! Preferisco alla grande nostro cugino che una come te! E osa un’altra volta parlare così di Malcol e ti spacco! Hai capito?! Ti spacco! Ti distruggo!
Uscì dalla stanza sbattendo la porta e dicendo
-Partite domani mattina alle 8 in punto.
Certo! Perché secondo lei ero scema, vero?! Secondo lei non sapevo che aspettava che io toppassi per poco per mandarci dritti a Seoul?! Come se non sapessi che aveva due biglietti di sola andata, pronti da un casino di tempo?! Come se fossi cretina come lei!
-Se n’è andata?!
Mi chiese mio fratello, uscendo dal bagno, nel quale si era rifugiato con le sue cuffie, per fuggire a quella lite definitiva.
-Che stai ascoltando?
Gli chiesi io, cercando di sfuggire a quella domanda.
Anche a pochi giorni dal suo compleanno, quella stronza, doveva rompere!
-Heaven di Ailee …
Mi rispose sedendosi accanto a me.
Io gli presi una cuffietta e cominciai ad ascoltare con lui.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e cominciò ad accarezzarmela.
A volte mi chiedevo chi dei due fosse il più grande.
Così ci addormentammo per l’ultima volta in quel posto. Nella nostra camera. Nel nostro paese. Perché sapevo che non saremmo più tornati.
Così fu la nostra ultima notte a Milano.”
 
-Penelope! Svegliati! Siamo arrivati! Sveglia dormigliona!
Io aprii lentamente un occhio.
-Che succede …
Chiesi con tutta la bocca impastata.
-Siamo arrivati, Penelope. Siamo a Seoul.
Aprii anche l’altro occhio.
-Giusto …
Mi alzai e seguii mio fratello.
 
Scendemmo dall’aereo e andammo verso il nastro trasportatore per prenderci le valige.
Ormai quella strada la sapevamo a memoria. Ogni piccola vacanza era una buona occasione per farci volare a Seoul da nostro cugino e dalla sua famiglia.
Presi le mie inconfondibili valige magenta e color petrolio. Mentre mio fratello prese i suoi tre borsoni verdi militare.
Ci incamminammo verso l’uscita. Fuori, come sempre, c’erano i soliti miliardi di taxi.
Tantissime persone che camminavano velocemente per non perdere l’aereo, che tornavano dalle vacanze o che tornavano a casa.
Tutti frenetici che parlavano velocemente.
Spallate, calci, spintoni. Ormai eravamo abituati.
Ci facemmo spingere dalla massa verso l’uscita.
Aspettammo li, immobili, l’arrivo di nostro cugino.
Finalmente, dopo una ventina di minuti, arrivò.
Appena ci vide ci stritolò in uno dei suoi favolosi abbracci.
-Venite, vi porto un po’ di valige.
Io gli diedi una valigia e mio fratello uno dei suoi amati borsoni.
Ci incamminammo verso la sua macchina.
Dopo poco mi si avvicinò e mi chiese preoccupato
-è stata dura per Malcol, vero?!
-Parecchio. In un certo senso è una fortuna che siamo venuti qui a Seoul.
-Io direi in tutti i sensi.
Io sospirai.
Malcol, a mia differenza, aveva assolutamente tutte le somatiche asiatiche. Gli occhi a mandorla, i lineamenti longilinei … ma, a differenza di molti coreani, era alto. Più alto di me. L’altezza non era l’unica cosa anomala … credo che fosse l’unico coreano mai esistito con i capelli biondi biondi, proprio come i miei. Quasi un biondo ossigenato, però più acceso.
Mentre, la mia unica caratteristica “asiatica”, erano gli occhi dalla leggera forma a mandorla.
La domanda di MiSan era riferita all’aspetto di Malcol: lui, per un anno, era stato in corea. Purtroppo in quella del nord. Nostra zia, Patty, l’aveva mandato la in vacanza studio, mentre io ero stata mandata a New York.
Io aveva 13 anni e mio fratello 12. Era stato discriminato da tutti, per via dei suoi capelli. Credevano fosse tinto e quindi lo definivano un “ribelle”. A forza di continue offese e colpe infondate si era chiuso in se stesso e aveva cominciato ad essere un vero “ribelle” … Anche la famiglia che lo aveva ospitato non lo voleva tenere. La nostra distanza era troppo grande e la stronza non ci aveva permesso di portare i cellulari. Ci scrivevamo lettere che arrivavano dopo mesi. Tornati a casa mi raccontò tutto, con una certa fatica. Purtroppo la situazione in Italia non era molto differente: tutti lo prendevamo in giro per la sua altezza, per i suoi occhi, per i suoi capelli …
Tutte queste offese cominciarono dalla terza elementare. Io ero in quinta … Ogni volta che lo offendevano io mi buttavo in mezzo e picchiavo chiunque fosse la persona che lo aveva offeso. Per non farlo sentire solo cominciai a tingermi i capelli. Alla stronza non gliene fregava niente. Solo quando venivano a lamentarsi gli altri genitori ci urlava dietro.
Qui a Seoul stava meglio. Le vacanze erano bellissime. La famiglia Parkim era favolosa. La madre di MiSan era la sorella di nostro padre … lui si che ci amava …
Insomma, nelle vacanze stava sempre con gli amici e con la nostra famiglia. Era sempre di buon umore. Non veniva discriminato tanto quanto dalle altre parti perché li era una cosa normale essere tinti. Bastava vedere i cantanti tipo i Big Bang, gli Shinee, i B.A.P e tanti altri.
Quindi … si. In tutti i sensi era molto meglio che ci aveva mandati a Seoul.
 
Arrivammo davanti ad un ponte con la sbarra giù. MiSan premette un bottone e questa si alzò.
Stavamo camminando da tipo un quarto d’ora.
-Ma dove cavolo hai parcheggiato?
Gli chiese Malcol.
-Un po’ lontanino …
-Cosa intendi con lontanino?
Gli chiesi io.
Lui sogghignò e cambiò discorso
-Allora ragazzi, come sapete ora io vivo da solo. Le carte che dicono che d’ora in poi sono il vostro tutore sono già tutte pronte …
-Oh ma che strano …
Commentai sarcastica.
-Quella stronza è senza scrupoli … Va be, stavo dicendo! Visto che vivo da solo ho preso una casa grandicella e …
-Scusa – lo interruppi io – vivi da solo e ti prendi una casa grandicella?!
-Se mi lasciassi finire di parlare! Allora, ho preso questa casa grandicella con altre due stanze per voi e con delle stanze stra fighe che mi servono per lavoro. E …
-A proposito – lo interruppi nuovamente – che lavoro fai?
-Ti prego. Lasciami parlare! Dunque … le vostre stanze le ho decorate, diciamo, secondo i vostri gusti che conosco bene. Però se volete potete cambiarle quando volete, basta che me lo diciate. In più ci sono delle stanze per gli ospiti quindi, se volete, potrete far venire a dormire da noi i vostri amici. E …
Lo stavo per interrompere di nuovo quando urlò a mio fratello
-Malcol, placcala!
E così fece. Ma proprio letteralmente! Infatti ci ritrovammo distesi per terra. A un’immagine del genere chi non si metterebbe a ridere?! MiSan sarebbe di sicuro il primo! Scusate: è il primo!
-Non era in senso pratico!
Detto questo Malcol si alzò e mi fece una carezza in testa con un sorrisone da bimbo. Io ricambia con una pacca in testa.
-Comunque, stavo dicendo – continuò nostro cugino – che potrete portarvi i vostri amici. E … un’ultima cosa … che musica ascoltate voi due …
Io e il mio amato fratellino ci scambiammo un’occhiata e, alzando al cielo la V di vittoria, urlammo insieme
-ONLY K-POP!
Sul volto di MiSan si stampò uno strano sorrisino.
-Da me ci saranno per un po’ di tempo degli amici … Spero non vi dispiaccia …
Disse semplicemente continuando a camminare.
Amici? Ma chi?
-GASEUMI GOJAGNAN GEOTCHE OREOM!
-WAAAAH!
Strillai presa di sorpresa da mio fratello che aveva attaccato l’I-Pod alle casse e mi aveva sparato da dietro Crash dei B.A.P.
Io lo polverizzai con lo sguardo mentre lui continuava a cantare tutto contento. Che tipo!
Cominciai a cantare anch’io ed insieme improvvisammo una mini coreografia camminando.
Dopo un po’ sentimmo un urlo pazzesco da dietro le spalle
-IUUUUUUUUUUUUUUHUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!!
Ci girammo e, una specie di razzo su uno skate, ci passò in mezzo e si fermò davanti a MiSan.
-Cavolo Mi! Ma quanto alta la spari la musica?! E perché hai una valigia fucsia?!
Chiese il razzo, riferendosi alla mia valigia.
-In verità è magenta.
Precisai io.
-Giusto!
Confermò Razzo. Poi mi guardò e mi chiese
-Chi sei?
-Loro son i miei cuginetti. Quella con i capelli di un colore strano è Penelope mentre il biondo è Malcol.
-Capelli strani a chi, vecchio demente!
In effetti … però … aveva un pochino ragione … i miei capelli non erano proprio il classico colore di capelli umani. Erano color petrolio. Alla base più scuro e più scendevi si schiariva sempre più fino ad una specie di azzurrino strano.
Razzo scoppiò in una risatina acuta e dopo si presentò
-Io sono Silver Gold!
-Come?
Gli chiesi io.
-Silver Gold!
-Argento Oro … figo!
Mi eccitai io.
Era una tipa parecchio stranina. Aveva un cappello a puffo enorme, quindi di capelli si intravedeva solo un pezzetto di frangetta di un colore indefinibile, pantaloni trequarti di stoffa a cavallo basso e una canotta enorme. Era poco più bassa di me, che ero solo un metro e sessanta.
-Senti – continuò Silver Gold, rivolgendosi a MiSan – dove andranno a scuola? Da quanto vedo è un po’ strano che veniate qui per le vacanze in settembre!
-Esatto. Rimarranno qui. Comunque andranno nella tua stessa scuola.
Confermò lui, continuando a camminare.
-In che classe dovete andare?
Ci chiese lei mettendosi al mio fianco.
-Uno: in che cavolo di scuola dovremo andare?! Due: dircelo prima no, vero?! Tre: dove stra cavolo hai parcheggiato la tua auto?! Quattro: prima quel mongolo di mio cugino mi risponde e dopo posso risponderti!
Lei annuì. Mentre MiSan cominciò a rispondermi
-Uno: è una scuola a tre ore di distanza da qui. È in stile occidentale quindi niente divise e strane regole. È semplice, nulla di speciale, ma dovrete impegnarvi. Due: quando avrei avuto il tempo di dirvelo, precisamente?! Tre: la mia auto è bella e parcheggiata a casa! Quattro: ora ti ho risposto!
Mio cugino era troppo figo! Oltre che di carattere non era niente male neanche d’aspetto. Non era troppo alto, con tutte le sembianze coreane. Ma era proprio figo!
Ok, ora potevo rispondere
-Io devo andare in terza mentre mio fratello in seconda superiore.
Lei per poco non si strozzò.
-Cioè stai dicendo che quel spilungone deve andare solo in seconda?! Cioè … Quindi … Hai solo 15 anni?!
-Aridaiie! Devo ancora compierne 15. Tra pochi giorni è il mio compleanno.
Rispose un po’ infastidito togliendosi una cuffietta dalla quale proveniva ancora Crash.
-Ma tu l’hai staccata dalle casse e adesso te l’ascolti con le cuffie? E per di più sempre la stessa?
Gli chiesi, riferendomi alla canzone.
Lui mi passò l’altra cuffietta
-Bravo il mio tato!
Accanto a me intanto Silver stava facendo qualcosa con il cellulare. Poi, d’un tratto, cominciò anche lei a canticchiare.
Io la osservai attentamente. Stava facendo tre cose contemporaneamente: cellulare, skate, canticchiare. Come cavolo era possibile?
Ed eccola! La parte di Zelo. E lei … la stava cantando al doppio della velocità?????????????????
Come cavolo …?
Lei mi guardò
-Ah scusa, mi sono fatta prendere …
-N-niente …
Risposi io, ancora sotto shok per la velocità di quella ragazzina.
-Be, ci si vede!
Disse lei sfrecciando via.
-Oh, Mi, ma chi era quella?
Chiese Malcol.
-Un’amica …
Rispose semplicemente quel mongolo.
 
Dopo altri dieci minuti, nei quali io e mio fratello ascoltammo e riascoltammo tutte le canzoni dei B.A.P, MiSan, finalmente si fermò davanti ad una bellissima casa moderna. Aveva una strana forma … ed era tutta bianca … era enorme. Sullo spiazzo davanti al garage c’era una bellissima Spider bianca.
Non poteva essere tutto di nostro cugino … non era possibile …
-MiSan, fai lo spacciatore?
chiesi io, vedendo tutto quel ben di dio.
-MA CHE CAVOLO CHIEDI?!
Chiese lui sgranando gli occhi.
-E allora che lavoro fai?
-Ve lo dirò … tempo … tempo Penelope … A proposito di lavoro! La vostra amata zietta mi ha detto che devi assolutamente trovarti un lavoro. Su questo sono d’accordo anche io. Quindi niente storie signor…
Io lo interruppi tutta entusiasta
-SI SI SI! LAVORO LAVORO LAVORO! SI! QUANDO COMINCIO?! HAI Già GUARDATO QUALCOSA PER ME?!
        Lui e mio fratello mi guardarono completamente sconvolti.
In effetti non era da me. Di solito ero una cazzeggiatrice ambulante. Ma, visto che da li a pochi giorni sarebbe stato il compleanno di Malcol, volevo guadagnare abbastanza per potergli fare uno di quei regali stupendi che riguardasse con il K-Pop. Avevo pensato a qualche concerto, per esempio dei BigBang, o solo di G-Dragon, oppure degli SHINee … no … sarebbe stato molto meglio il biglietto dei B.A.P. Insomma! Volevo fargli qualcosa di veramente bello. Se proprio non sarei riuscita a regalargli dei biglietto avrei pensato a qualche maglia, cd o collane. Perché in effeti noi non avevamo neanche un cavolo di poster dei B.A.P. In Italia non trovavi da nessuna parte cose del genere.
 
Entrammo dentro quella favolosa reggia e … era ancora meglio dell’esterno! Fighissima! Tutta moderna! Un salotto enorme. Cucina altrettanto grande. 7 camere da letto. Un bellissimo giardino con una piscina enorme. Era un sogno. Aveva addirittura due bagni!
Era un sogno. Un sogno che si avverava. Dopo tutto quello che io e Malcol avevamo passato, credo proprio che ce lo meritavamo …
-Bene ragazzi. Ora andate all’assalto delle vostre camere! Penelope, la tua è ha …
Non lo lasciammo finire che sfrecciammo via, alla ricerca delle nostre camere.
Ce le avevamo accanto.
Io e Malcol ci mettemmo davanti alla rispettiva porta. Ci scambiammo un’occhiata ed entrammo.
Avete presente quando da piccolo sei entrato per la prima volta a Mirabilandia?! L’espressione sconvolta, la gioia, la voglia di urlare e tutto il resto?! Ta-Dah! Camera mia equivaleva in tutto questo a Mirabilandia!
Cominciai ad urlare come una matta e a correre per quella favolosa camera. Cavolo, MiSan ci aveva proprio azzeccato!
Era tutta bianca. Avevo una scrivania in legno bianco, uno specchio ovale sopra un comodino per metterci tutta la mia bigiotteria. Due armadi ricoperti di stoffa di jeans. Un semplice letto, anch’esso in legno bianco con le lenzuola color jeans chiaro. E una finestra che dava direttamente sul giardinetto. Era fantastica!
Stavo ancora correndo per la camera quando la mia attenzione fu attirata da alcuni fogli arrotolati sulla mia scrivania. Mi precipitai ad aprirli. Non erano fogli … ERANO POSTER!!!!!! B.A.P, BigBang, 2NE1, SHINee. Per ogni componente c’era anche un suo poster da solo.
Cominciai a strillare ancora più di prima.
Mi sentivo tremendamente bimba-minchia …
Presi a camminare lentamente per la stanza per vedere dove potevo attaccare i poster. Nessun posto mi ispirava, così salii sul letto per avere una visuale diversa. Niente …
Mi girai verso il muro che avevo dietro, al quale appoggiava la testa del letto.
E fu in quel momento che ringraziai tutti i dei possibili ma, soprattutto, mio cugino.
Infatti attaccato al muro c’era un pannello enorme di compensato e attaccato ad esso una miriade di puntine con le testine a forma di testa di coniglio e di coroncina.
Così, cominciai ad attaccare poster come una forsennata.
Dalla stanza di mio fratello si sentiva andare a tutto spiano la canzone Never give Up di ZELO e Yong Guk.
Presa dalla canzone e dai poster presi a cantare e ballare un pochino.
Oh si, quella giornata era iniziata fantasticamente! L’unica cosa che mi dava sui nervi?! Domani sarebbe stato il primo giorno di scuola, la quale, era a tre ore di distanza da dove abitavamo … come cavolo aveva intenzione di portarci quell’idiota di un cugino?!
Passai una bella mezz’oretta ad attaccare poster e a ballare.
Quando finii ero stremata … Mi ero dimenticata di prendere le pastiglie …
Mi buttai a pancia all’aria sul letto. Ormai fuori si era fatto un po’ scuro. Spensi la luce e mi rilassai un po’. E senza accorgermene mi ero addormentata senza cena, cullata dalle canzoni dei B.A.P …





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OLA GENTE!!!!!!!!!!!!! COME VA?????????????? CHE VE NE PARE?! PROBABILMENTE QUESTO CAPITOLO SARà PIù LUNGO DEGLI ALTRI...AMATEMI^-^!!!!!
VORREI DIRVI UNA COSINA...PEL PIACELE LECENSITE....DITEMI CIò CHE PENSATE! VE NE PREGO! VA BE.....FATE QUELLO CHE VOLETE...COMUNQUE CI TERREI TANTOI TANTO!
kiss kiss
Aris*Chan

  
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