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Autore: pinkjude    13/07/2013    5 recensioni
Aprì l’unico occhio che gli era rimasto per capire dove si trovava; non riconosceva il posto. Non che fosse un’affermazione particolarmente importante detta da lui.
Provò ad alzarsi ma una dolorosa fitta alla testa e una navigatrice appoggiata al suo petto glielo impedirono. Rimise il capo a terra e provò a mettere insieme i pezzi.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì l’unico occhio che gli era rimasto per capire dove si trovava; non riconosceva il posto.
Non che fosse un’affermazione particolarmente importante detta da lui.
Provò ad alzarsi ma una dolorosa fitta alla testa e una navigatrice appoggiata al suo petto glielo impedirono.
Rimise il capo a terra e provò a mettere insieme i pezzi. Erano appena riemersi dall’isola degli uomini pesce, avevano deciso di fare rotta su un’isoletta per alcune compere. Quello se lo ricordava, anche perchè la mocciosa era tornata a cercarlo come al solito, poi..poi era tutto buio.
Sovrappensiero si mise ad accarezzare i capelli rossi sparsi sul suo torace, glieli prese a ciocche, li arrotolò e ricominciò, quel colore era ipnotico, sembravano lingue di fuoco. Come il fuoco che gli era divampato nel cuore più grande di prima quando, dopo due anni, se l’era ritrovata davanti, più sfrontata e indubbiamente più bella.
Continuò quel gioco mentre cercava di ricordare qualcosa che sembrava importante e che eppure continuava a sfuggirgli.
 
L’aveva sentito. Aveva sentito l’impercettibile cambiamento del suo respiro, aveva sentito quando, facendo leva con il braccio libero aveva cercato di alzarsi ma non si era mossa, un po’ perché era ancora assonnata e poi perché immediatamente dopo il tentativo fallito di spostarsi si era messo ad accarezzarle i capelli.
Non l’aveva mai fatto. Se doveva fingere di dormire per prendersi un po’ di attenzioni dal buzzurro avrebbe finto  fino a che non li fossero venuti a riprenderli. E poi si vergognava; per quello che aveva fatto, ma soprattutto per quello che aveva detto. Con che faccia poteva affrontarlo?
“Mocciosa?” si sentì chiamare un attimo dopo che smise di accarezzarla.
La pacchia era finita! Doveva aver sentito che si era svegliata, probabilmente aveva fatto qualche rumore. Maledetto il suo sensibile udito da battaglia!

“Che c’è buzzurro?” gli chiese staccandosi dal suo comodo giaciglio.
“Dove siamo?”
“Su un’isola..” rispose guardandolo.
Con la coda dell’occhio lo vide cercare di rialzarsi, senza successo “Hey che stai facendo?” gli chiese preoccupata sorreggendolo per un braccio.
“La gamba..mi fa male..ho preso un colpo?” chiese perplesso.
“Non ricordi?” rispose con un’altra domanda aiutandolo a sedersi su un masso.
“No..mi ricordo solo che mi sei venuta a cercare perché ero in ritardo e..” si tenne la testa con la mano “..e basta..” .
Nami si avvicinò, tranquillizzata che non ricordasse niente, tolse la mano dal punto in cui diceva di aver male e gli toccò la zazzera verde “Devi aver sbattuto la testa quando siamo atterrati..” rispose individuando un bel bernoccolo.
“Atterrati da dove?” chiese spostandosi di lato per  terminare il contatto.
Sospirò sedendosi sulla sabbia davanti a lui “Ero venuta a cercarti..e naturalmente stavi combattendo con un paio di dementi, nativi di quel posto, poi sono arrivati i pacifisti, ne hai abbattuti due ma il terzo se l’è presa con me, ti sei parato davanti e siamo stati portati su quest’isola!” concluse succintamente il racconto sorvolando su alcuni dettagli. Scrutò il volto dello spadaccino che sembrava credere alla veridicità della storia e si rilassò.
“Come torniamo?” chiese cercando di togliersi i pesanti stivali.
“Ci dovrebbero raggiungere tra alcuni giorni, c’è un log pose nella mia cabina.. a quest’ora Robin dovrebbe avere già impostato la rotta per rintracciare quello che ho al polso..fortunatamente non siamo molto distanti..” rispose sventolandogli il piccolo globo davanti al naso.
Zoro annuì arrotolandosi i pantaloni dello yukata mettendosi d’impegno per guardarsi la gamba, non aveva nulla di preoccupante ma doveva pulire la ferita.
“Dobbiamo pulire la ferita e poi magari bendarla..” gli lesse nel pensiero Nami.
“Mi sa che l’acqua di mare sia una buona soluzione no?” chiese già perfettamente deciso a buttarsi nell’oceano poco distante.
“Se non vedi soluzione migliore..io preferirei se ci addentrassimo un po’ nella foresta..magari troviamo un laghetto d’acqua dolce..e una caverna per la notte..”
Annui alzandosi traballante, Nami prese gli anfibi in una mano e l’altra gliela passò in vita per aiutarlo a camminare.
“Vedi di appoggiarti però..non fare il grand’uomo!” lo riprese dopo alcuni passi notando che non gli gravava per niente addosso.
“Sono pesante mocciosa..” cercò di giustificarsi.
“Non sono debole spadaccino..” gli rispose piccata.
“Lo so..” ghignò seguendo il consiglio.
 
Era rimasto da solo nella grotta con la promessa che non si sarebbe buttato nell’acqua senza di lei..come se fosse uno stupido poppante.
Si tolse il pezzo di sopra dello yukata rimanendo in pantaloni; camminare come uno storpio lo aveva fatto sudare ogni altra misura. Decise di guardare un po’ nei dintorni per cercare un po’ di legna da bruciare per la notte, non trovandola prese la spada e abbatté un albero, lo sfrondò e tagliò dei piccoli tocchetti.
“Dimmi buzzurro e questa la tua idea di –startene fermo e tranquillo-?”  sbraitò andandogli incontro appena messo al sicuro la frutta appena trovata.
“Le mani non hanno niente..”  si giustificò.
Lo guardò storto poi prese un paio di tronchi e li portò nella caverna, fece un paio di viaggi prima che lo spadaccino riuscisse a compierne uno “Spero che tu sappia accendere un fuoco con due sassi perché io non..”
Non finì la frase che si ritrovò l’accendino del cuoco tra le mani “Perché ce l’hai tu?”
“Ieri mi ha nascosto la pancera..”
“Non è stato Sanji..e non era nascosta..” chiarì mettendo l’accendino in un posto sicuro.
“Cioè?” chiese appoggiandosi al masso.
“Te l’ho lavata..era in giro per la nave e pensavo fosse sporca..ho fatto male razza di buzzurro?”
“No..grazie..” borbottò
Si tolse i sandali mettendoli vicino agli scarponi dello spadaccino e si sfilò la maglia.
“Ti stai spogliando?” le chiese arrossendo.
“Si..non vorrai che faccia il bagno vestita?” rispose sfilandosi anche la gonna e rimanendo in biancheria intima “Spogliati anche tu..cosa vuoi lavare la gamba da sopra i pantaloni?”
Vinto dal ragionamento logico della navigatrice si spogliò rimanendo in boxer neri.
“Ma dai..” gli disse apparendo al suo fianco “siamo coordinati..” continuò schiacciando il seno sul fianco dell’inerme spadaccino.
“Si ho visto..” rantolò spostando il viso dalla parte opposta.
“Quanti drammi buzzurro..è come se fossi in costume..sono sempre in costume sulla Sunny..”
“ I tuoi costumi sulla nave non sono trasparenti..” puntualizzò.
“Ah..comunque non sono trasparenti è pizzo..” sospirò “Beh va beh..sei più a tuo agio se ti aspetto in acqua o..”
“..o vado io e poi tu e finiamola qui!” ruggì cercando di scendere il più lentamente possibile tra le tonde pietre.
Si sedette su una di quelle più grandi ed immerse la gamba traendone un inaspettato godimento, l’acqua era terribilmente fredda e gli dava sollievo.
“Com’è l’acqua?” chiese curiosa a pochi passi di distanza.
“Ottima..perchè non fai un tuffo?” le suggerì ghignando.
Non vide lo storto sorriso che increspò le sue labbra per cui si fidò,  prese la rincorsa e si tuffò.
Zoro trattenne per un secondo il respiro e quando la vide riemergere tremante si mise a ridere come un forsennato.
“Tu, stupido buzzurro che non sei altro!” sbraitò al centro del lago, mentre con qualche bracciata cercava di raggiungerlo
“Cosa c’è mocciosa? Troppo fredda per i tuoi gusti?” continuò a deriderla.
“Sei un idiota..” gli rispose quando fu  a pochi passi da lui, livida per il freddo.
“Guarda che è corroborante per il fisico..” la sbeffeggiò porgendole in contemporanea la mano per uscire.
“Credi sul serio che ci sai bisogno di corroborare qualcosa?” gli rispose accettando l’aiuto e sedendosi poco lontano.
“No.” rispose poco dopo guardando la sponda opposta.
“No cosa?”
“No , non c’è niente da corroborare..”
“Lieta che tu l’abbia notato..” rispose stendendosi completamente sulla dura pietra a prendere il sole.
 
 
Le stava dando le spalle ma era certo che dormisse, non come questa mattina, non poteva esserne sicurissimo ma gli sembrava che fosse già sveglia..o  che si fosse svegliata  quando aveva preso tra le dita una delle sue ciocche setose. Quello che non capiva era perché era rimasta ferma immobile a lasciarsi accarezzare, quando sulla nave minacciava di uccidere chiunque la sfiorasse..chiunque no, solo il cuocastro. Beh di certo non poteva darle torto.
“Zoro..” bisbigliò distogliendolo dai contorti ragionamenti.
“Che vuoi?”
“Ho freddo..”
“Se non strappavi la tua maglia per bendarmi la gamba adesso avresti meno freddo..” la riprese buttando un ceppo nel fuoco.
“Avvicinati..brontolone..così stai coperto anche tu dal tuo yukata..”
“Io non ho freddo..” le ricordò.
“Io si invece..dai vieni vicino..”
Senza dire una parola e ringraziando che, a parte il fuoco non ci fosse altra illuminazione strisciò leggermente vicino alla mocciosa continuando però a dargli le spalle.
Nami sorrise e colmò la distanza addossandosi completamente alla sua schiena, appoggiando il naso tra le scapole e abbracciandogli la vita. Lo senti irrigidirsi ma non demorse; se dopo il risveglio era contenta che non si ricordasse niente adesso non ne era più sicura. Non voleva che tornassero indietro, anche perché si era resa conto che per quanto tentasse di comportarsi normalmente con quello che sapeva in più rispetto a  lui le era difficile mantenere la solita linea di condotta. E lui non era stupido per quelle cose..se ne era già accorto.
 Maledetto pacifista, spero ardentemente che qualcuno dei nostri compagni lo abbia fatto a pezzi, fu il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi.
 
La mattina più bella della sua vita, il fuoco era oramai spento, il sole si stava facendo strada nel cielo e lo spadaccino era completamente avvinghiato al suo corpo. Non si ricordava ne come ne quando era avvenuto il cambio dei ruoli ma adesso era lui a tenerla stretta a se, sentiva il suo respiro regolare solleticarle il collo e non poteva dirsi più felice.
“Mocciosa..” sbiascicò, sistemando meglio il viso tra i soffici capelli prima di aprire l’occhio e scacciare malamente la parte irrazionale del suo cervello che gli diceva che andava tutto bene, che era una cosa buona e giusta e dare ragione invece alla parte razionale che teneva alla sua incolumità e gli diceva di alzarsi immediatamente.
“Buon giorno buzzurro..” rispose trattenendo la sua grande mano callosa tra le proprie.
“Cosa fai?” le chiese cercando di alzarsi.
“Non puoi stare fermo qui con me un altro po’? Possibile che devi sempre alzarti?” gli chiese accoccolandosi al suo petto.
Zoro si rimise giù leggermente perplesso e soprattutto imbarazzato; dove stava portando la sua mano la mocciosa? “Avevo ragione..ieri eri sveglia..” disse per evitare di pensare alla sua mano intrappolata tra i seni soffici.
“E tu mi accarezzavi i capelli..”
“Pensavo dormissi..senti c’è qualcosa che dovrei sapere?” gli chiese con la voce oramai arrochita.
“Chiudi gli occhi” gli rispose invece girandosi e ritrovandosi a pochi centimetri dal suo naso.
“Come scusa?”
“Chiudi l’occhio..Zoro..” ribadì.
Non del tutto convinto ubbidì, ritrovandosi poco dopo le labbra della navigatrice sulle proprie; fu come un deja vù, l’aveva già baciata.
Nami si staccò osservandolo terrorizzata.
“Ci siamo già baciati prima vero?” le chiese.
Annui toccandosi di riflesso le labbra.
Si avvicinò prendendola per i capelli e avvicinandola di foga alle sue labbra, la baciò con passione, contento che la mocciosa ricambiasse con uguale sentimento poi fu tutto un flash back: i dementi con cui aveva attaccato briga, lei che tornava con un diavolo per capello a cercarlo, il pacifista, quelle parole, il raggio..
Si staccò da lei  accarezzandole la guancia “Mi ricordo..” le soffiò sul viso sorridendo.
“Tutto?”
“Si tutto mocciosa..però ne vorrei un altro..”
“Di bacio?”
“Si..lo sai che ho la testa dura..non vorrei dimenticarmi tutto ancora..”
“Farò in modo che questo non succeda buzzurro..” disse prima di saltargli addosso sorridente.
 
 
“Zoro..Nami..” urlarono Brook e Robin accorrendo sul posto quando videro in lontananza le figure dei pacifisti materializzarsi nel luogo dove, presumibilmente secondo la navigatrice, si trovava lo spadaccino.
Richiamati dalle urla dei suoi namaka, anche Rufy e Franky accorsero sul posto.
Non c’era più molto da fare, Zoro li aveva affettati tutti.
“Che noia è già tutto finito..” constatò dispiaciuto il capitano infilandosi l’immancabile dito nel naso; fece però appena in tempo a fare due passi per ritornarsene verso la Sunny che venne scaraventato a terra da una potente onda d’urto.
Un terzo e un quarto pacifisti spuntato dal nulla mirarono verso Nami, Zoro gli si buttò addosso scaraventandola lontano e riuscendo a malapena a sfuggire al raggio.
“Stupido buzzurro che non sei altro..” iniziò la navigatrice andandogli incontro “Non azzardarti a farlo mai più!”
“Che cosa?” ringhiò “Salvarti?”chiese parecchio contrariato mentre Franky concentrò le attenzioni del nemico su di se.
Nami gli tirò un ceffone "No, a salvarmi mettendo in pericolo la tua vita, non ho intenzione di passare altri momenti lontano da te hai capito?” gli urlò ad un passo dalle lacrime.
Zoro non disse niente, colmò con un passo la breve distanza le passò un braccio attorno alla vita e la baciò appassionatamente.
Tutti rimasero sconcertati quando i due vennero colpiti dal fascio di luce e teletrasportati chissà dove.
Rufy, riemerso dalle macerie, diede prova della sua proverbiale forza riducendo i due pacifisti in mille pezzi “Ragazzi cosa facciamo adesso?” chiese serio ai tre che ancora guardavano sconcertati il luogo dove i due erano scomparsi.
“Nami mi aveva spiegato come fare se fosse successo una cosa simile” prese la parola Robin “..mi ha lasciato le indicazioni e..”
“No, non dicevo quello, li troveremo..sono sicuro..”
“E allora cosa?”chiesero.
“Chi lo dice a Sanji?”
 









Hola a tutti..non è un gran che lo ammetto ma questa orribile giornata di lugliembre mi ha costretto a casa a scrivere cavolate..
Bacioni a chiunque ha avuto la forza di arrivare in fondo!
Pink.

P.S. il titolo è la canzone love is in the air, di John Paul Young, non centra niente..è che oggi l'avrò sentita venti volte e mi è rimasto in testa il ritornello!
  
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