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Autore: Dominil    14/07/2013    5 recensioni
La gelateria sul ponte di Huntington Beach era una delle più frequentate e affollate nel periodo estivo.
Aveva certamente un nome ma nessuno lo ricordava più ormai, era stato il pontile stesso a darle un’identità.
Ed era lì che il piccolo Matthew si trovava, a fare la fila per un cono accanto ai suoi genitori che lo tenevano per mano. Stava sudando come non mai tra quella folla e la calura estiva di certo non aiutava. Le manine scivolavano tra quelle di mamma e papà e la maglietta cominciava ad aderire alla schiena.[...]
“Fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto – fa che non sia morto Cristo Santo…”
“Brian!”
Il ragazzo fece un balzo, staccandosi dal muro dell’ospedale della città.
“Signori Sanders…” blaterò a mezza voce.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Synyster Gates
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10:
Non mi piacciono gli addii, meglio i nuovi inizi; 2013/2023




11 giugno 2013

Matt...” La voce di Brian raggiunse le spalle del ragazzo metre una mano gli si posava sulla spalla. “Anche se stavo per commetterlo, non credo di poter sopportare un altro errore. Non lo stesso.”
Il primo uomo smise di camminare, ma non aveva nessuna intenzione di voltarsi.
Faceva male sentire quelle parole, era una vita che le aspettava, eppure gli stavano suonando totalmente sbagliate; aveva paura che non fosse Brian a parlare, che si fosse lasciato sopraffare dal senso di colpa che lo aveva perseguitato per tutti quegli anni.
I respiri di entrambi erano affannosi anche se non avevano corso, tutto questo perché i loro cuori avevano iniziato a pompare più sangue possibile tanto da far girare la testa.
Guardami.”
Brian sei sicuro di quello che hai appena detto? Ti aspetti che io abbandoni mia moglie quando tu te ne sei sbattuto per tutto questo tempo? Lei c'era, sempre, mentre la tua assenza è stato il macigno più pesante da sostenere sulle spalle.”
L'altro avrebbe voluto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma i suoi pensieri sembravano l'uno più stupido dell'altro e così rimase imbambolato aguardare Matt che si faceva a poco a poco più arrabbiato e deluso.
Ero riuscito a comporre quella canzone.” proseguì. “Volevo farti una sorpresa.”

Composi una canzone al piano, una volta.” disse Matt disteso sul letto di Brian, il quale era al suo fianco. Sentiva la spalla dell'altro sfiorare la sua mentre con una mano gli accarezzava le dita affusolate. Il moro aspettava che andasse avanti, d'altronde era abitudine del suo ragazzo iniziare un discorso apparentemente insensato che poi si sarebbe rivelato essere sempre molto profondo. “Poi però si stava facendo tardi e dovevo correre al molo da te, quindi me la sono dimenticata. Stavo cantando la canzone del secolo e me la sono e puf, sparita. Sono proprio un coglione.”
Matt rise sempre di più e anche se Brian da quella posizione non riusciva a vederle, era sicuro che due fossette gli stessero contornando le labbra carnose.
Sì, sei un coglione.” rispose, per poi girarsi su un fianco e allungare un braccio per cingere i fianchi del suo uomo. “Ma se tu non fossi un totale disastro, io non apparirei così brillante.”
Gli scoccò un bacio a fior di labbra e Matt storse il naso senza però rispondere alla provocazione.
I give my heart to you.” canticchiò. “I give my heart, 'cause nothing can compare in this world to you... È l'unica frase che ricordo, Bri.”

Voltati e cantala Matt, per favore.”
Brian allungò un braccio per prendergli la mano e lo costrinse a girarsi; anche se avevano fatto l'amore da poco fu piacevolmente sorpreso di riconoscere la forma del palmo e delle dita, anche se le dimensioni erano diverse da come le ricordava.
Hai rovinato tutto, idiota.”
Matt tentò di mollare la presa, ma Brian glielo impedì.
Sono qui adesso.”
Pensi davvero di poter fare come vuoi, Haner?”
Voglio tornare nella tua vita, voglio stringerti forte e vederti sorridere. Ah sì, voglio anche ascoltare le tue inutili paranoie.”
Sorrisero entrambi, anche se Matt più debolmente.
Ci vorrà molto tempo e pazienza, prima che tu possa riconquistare la mia fiducia.”
Mi basta poterti guardare negli occhi e sapere che un giorno le cose andranno meglio.”



18 agosto 2023, pontile di Huntington Beach


Il molo di Huntington Beach era illuminato dal riverbero cristallino dell'oceano e, nei pressi della gelateria, una bambina era intenta a stringere le mani dei suoi papà nonostante il caldo e il sudore.
Cioccolato e fragola, vero Melody?” chiese Matt abbassando lo sguardo verso la testa bionda della figlia.
Certo papà.” rispose, per poi sbuffare sonoramente.
Che hai?” domandò Brian.
Ho caldo e sono stanca di aspettare.”
I due genitori si rivolsero vicendevolmente uno sguardo eloquente che sembrava voler dire: ha ripreso tutto da te.
Va a sederti a quella panchina laggiù.” continuò. “Aspettaci là.”
Guarda che è la tua copia sputata, Haner.” disse Matt non appena la piccola Melody lasciò la sua mano e quella di Brian. “Ok a parte i capelli biondi, lo ammetto.” aggiunse poi, dopo aver ricevuto un'occhiataccia.
Anche se non avevano minimamente accennatto al passato, entrambi percepivano una sensazione piuttosto strana stando in fila proprio lì dove si erano conosciuti. Erano passati ventiquattro anni e ora la situazione era completamente cambiata, si era ribaltata, per la precisione, ma era bello vedere come i loro sguardi erano ancora complici nonostante tutto quel tempo.
Matt era solito fare pensieri sulla vecchiaia, sugli attimi che durante la vita vengono persi, eppure questa volta era Brian a notare, in un misto di felicità e malinconia, quante ne fossero passate e quanto tutto sembrava esser durato il tempo di una stagione. Gli bastava però volgere un'occhiata veloce a sua figlia, per scacciare via la tristezza; toccava alla sua piccola prendere in mano la vita adesso, doveva cavalcarle lei quelle onde che per molti anni aveva manovrato lui stesso, facendo un errore dopo l'altro.
Brian vieni, tocca a noi.” disse Matt stringendogli la mano, come per farlo tornare alla realtà. “Stai bene?”
Sì sì, alla grande tranquillo.”
L'altro non replicò, si limitò a prendere i gelati con un gran sorriso sulle labbra.
Posso sedermi?”
Sì, certo.”
Melody alzò lo sguardo dalle onde dell'oceano che quel pomeriggio erano placide, parevano formare uno specchio, per poi sorridere al bambino che si stava sedendo al suo fianco. Aveva i capelli biondi come i suoi, ma la carnagione era sicuramente più scura.
Mi chiamo Sam, e tu?”
Melody.” rispose prontamente. “E ho due papà!”
Forte!” replicò il bambino. “Almeno non ti costringono a mangiare le verdure!”
A dire il vero papà Matt sì, non posso mai lasciarle nel piatto.” commentò amaramente, per poi bloccarsi quando vide i suoi genitori avvicinarsi.
Ecco il tuo gelato, tesoro.” disse Brian, porgendoglielo. “E questo bambino?”
Tesoro.” Matt gli aveva già posato una mano sulla spalla, leggermente allarmato. Non era la prima volta che il suo compagno si mettesse a fare il gelosone con la loro piccola.
Sono Sam.” rispose il bambino, facendosi improvvisamente timido.
Io mi chiamo Brian, piacere di conoscerti.”
Cercò di infondere gentilezza con le sue ultime parole, o avrebbe dovuto sorbirsi una ramanzina senza precedenti una volta tornati a casa.
Papà appena finisco di mangiare posso giocare con Sam?”
M-Ma certo tesoro, mi raccomando però fai sempre in modo che noi possiamo vederti, ok?”
La bambina annuì e quando, dopo il gelato, si alzarono entrambe le pesti, furono Matt e Brian a prendere i loro posti; si sfioravano teneramente le dita mentre i loro sguardi erano puntati verso l'orizzonte.
Ho come l'impressione di sapere come andrà a finire.” commentò Matt guardando Melody e Sam giocare.
Ridacchiarono insieme intrecciando le dita l'uno in quelle dell'altro, tremavano ancora come foglie nonostante tutti quegli anni. La fase adolescenziale era passata da un pezzo, non passavano più intere giornate a sbaciucchiarsi inebriati dai loro stessi ormoni, ma un abbraccio o anche un semplice contatto avevano ancora il potere di farli sciogliere come ghiaccioli al sole.
Lo spero davvero per loro, spero anche però che sotto questo punto di vista nostra figlia sia come te.”
Con un esempio come noi, non potrà mai commettere quel genere di errori. Smettila però di rimproverarti, capito? Abbiamo costruito una famiglia adesso ed è questo che conta più di tutto.”

Brian correva verso la panchina del molo con gli occhi umidi, non aveva nessuna intenzione di scoppiare a piangere davanti a Matt, ma proprio non ce la faceva a resistere. Aveva una reputazione da difendere e non poteva distruggerla così, in cinque minuti.
Che hai?” chiese l'amico, allarmato, non appena notò che Brian non stava bene.
S-Sei la mia famiglia, la mia famiglia.” mugolò soltanto, per poi abbracciarlo forte. L'altro non disse niente, sapeva che i signori Haner avevano divorziato e voleva solo fare l'impossibile per far sorridere quel testone che aveva tra le braccia.

Forse per una volta hai ragione.” disse Brian, prima di appoggiare la testa sulla spalla di Matt.
I bambini del molo di Huntington Beach erano cresciuti, ne avevano passate tante, ma nonostante tutto erano ancora lì, insieme, si tenevano la mano promettendosi amore eterno, esattamente come quel lontano 25 luglio 1989, quando un ragazzino incuriosito chiese ad un altro con i capelli e gli occhi scuri se andava tutto bene.
Adesso andava bene, da quando c'era Matt Brian non aveva più smesso di sorridere.



I'll never feel alone again with you by my side.
You're the one, and in you I confide.
And we have gone through good and bad times.
But your unconditional love was always on my mind.
You've been there from the start for me.
And your loves always been true as can be.”










Nonostante ci abbia messo poco più di due anni per scrivere questo capitolo, ce l'ho fatta e ne sono davvero felice, sono legatissima a questa storia e mi piangeva il cuore a vederla incompleta. Sin dall'inizio il finale doveva essere di tutt'altro tipo e io ero completamente bloccata, non sapevo da dove iniziare e a questo punto mi viene da pensare che non riuscivo a scriverlo perché in realtà l'epilogo di questa fanfiction doveva essere tutt'altro.
Ah, preciso che la canzone alla fine del testo è Warmness On The Soul dei Sevenfold, anche se penso l'abbiate riconosciuta tutti.
Anche se moltissime delle persone che seguivano questa storia ora non sono più neanche attive su questo sito, io le ringrazio dal profondo del cuore perché mi hanno sempre sostenuta ed aiutata ad andare avanti; ringrazio anche chi, che magari durante la pubblicazione non conosceva EFP, si è imbattuto in questo racconto ed è stato costretto a leggerselo dall'inizio -chiedo scusa- arrivando fin qui.
Un ringraziamento speciale va però a Schecter che man mano mi sta costringendo a dare una fine a tutte le mie storie incomplete.
Alla prossima avventura guys, un bacio enorme!

Dominil.
   
 
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