Esme e Shaila erano sul letto di quest'ultima, nella camera che condividevano con Amber, che al momento però non era presente, a coccolarsi. Per nulla al mondo nessuna di loro due si sarebbe mossa da li, nemmeno se lucifero in persona avesse deciso di attaccare l'istituto. Quando erano assieme non erano delle cacciatrici, di cui una vampira, no erano semplicemente Esme e Shaila, due ragazze che si amavano, e nulla poteva sconvolgere la loro piccola bolla di pace, che si costruivano attorno ogni qual volta potevano avere un po' di intimità. Anche un semplice sorriso bastava alle due ragazze per isolarsi dal mondo. Per questo ora che avevano la camera tutta per loro avevano preso la decisione di appendere fuori dalla camera un cartello con su scritto: "Per Raziel Non Rompete! Amber tu bussa." Era stata una decisione di Esme di appendere un cartello così "cattivo", Shaila magari avrebbe aggiunto un per favore, ma alla fine si decretò d'accordo che in quel modo faceva più effetto. O almeno così speravano le due ragazze, ma a quanto pareva qualcuno non aveva recepito per bene il messaggio. Le due ragazze si stavano baciando ed erano già entrambe senza maglietta, e le loro mani vagavano per il corpo dell'altra, quando qualcuno bussò alla porta. Esme a malavoglia si staccò dalla sua ragazza. "torno subito" le sussurò sulle labbra dandole un tenero bacio, per poi così come stava  andare ad aprire la porta. Aprì e davanti a lei si ritrovò dante, per poco non si diede una manata in faccia da sola. "Cosa diavolo vuoi? Sai leggere?" gli disse fredda come aprì la porta, ora era arrabbiata, ma non lo dava a vedere, a parte per il colore dei suoi occhi, gli unici a tradirla, erano diventati rossi come ogni qualvolta che si arrabbiava. "Non hai una ragazza da cui andare? Cosa volevi?" gli chiese con lo stesso tono di prima, per poi aggiungere, senza dare il tempo al povero ragazzo, che nel frattempo era rimasto paralizzato alla vista di quelle due belle ragazze in reggiseno, di rispondere. "Anzi non mi interessa, vattene" disse sbattendogli, letteralmente, la porta in faccia con più forza del dovuto. Probabilmente era stata la sua rabbia a farle sbattere la porta in modo un po' troppo violento. Si calmò un attimo per poi tornare a dove era rimasta in precedenza.