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Autore: _SamanthadettaSam_    14/07/2013    5 recensioni
Maledetto, stramaledetto Alcool!
Eccomi di nuovo qua con la mia prima long sulla Jock *-*
Questa storia sono sicura che vi farà impazzire, ne sono certa^^
Buona lettura xD
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brick, Jo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Maledetto Alcool! - Capitolo 11

Jo aprì lentamente gli occhi.
Si ritrovò a fissare per un po' il soffitto bianco della sua stanza d'ospedale.
Si alzò a sedere con molta fatica e si guardò in giro: la stanza era piena di peluche, palloncini rosa e mazzi di fiori.
Tutto quello le faceva quasi venire la nausea, quasi.
Di sicuro i suoi amici erano venuti a trovarla mentre dormiva.
Notò un mazzo di fiori di campo particolarmente più grande e voluminoso degli altri. Prese il biglietto posto di fianco al mazzo e capì immediatamente chi era il mittente.

 

Ti aspetto in palestra con i tuoi piccoli angeli.
Tanti auguri

Zio Bob

 

Istintivamente sorrise a quel biglietto, ma ritornò subito seria.
Non poteva rischiare che qualcuno la vedesse sorridere, mandando a monte la sua reputazione.
Osservò l'orologio appeso alla parete.

17:45

Aveva dormito tutta la mattina e quasi tutto il pomeriggio.
Si sentiva stanca, con le gambe che le formicolavano.
Ma era un fastidio sopportabile.
All'improvviso, oltre la porta si sentì un grande fracasso.
Si avvicinò alla porta e poté sentire chiaramente, in mezzo a tutto quel casino, la voce di Alice.
- Non c'è niente da vedere qui. Abbiate almeno un po' di rispetto verso la paziente che sta riposando! Fuori di qui. -
Il suo orecchio sentì varie voci di dissenso, e altre che invitavano a uscire.
Una sola parola comparve nella mente della bionda.

Giornalisti.

Sapeva che non sarebbe riuscita a tenerli lontani da lei, soprattutto con l'arrivo delle gemelle.
Si sedette sul letto e cominciò ad osservare il cielo grigio di febbraio dalla finestra. In pochi mesi la sua vita era stata completamente stravolta e rivoltata come un calzino. L'arrivo di quelle piccole creature era, e lo sarebbe stato per molto tempo avanti, il suo più grande sconvolgimento. Ma stranamente ne era felice, mai prima di allora la ragazza aveva provato quella sensazione di calore che si propagava per tutto il suo corpo.
Un calore che sapeva di famiglia.

La sua famiglia.

I suoi pensieri poco adatti alla sua personalità maschiaccia furono interrotti dall'entrata di Alice nella stanza. La donna aveva i capelli sciolti e leggermente mossi, il viso poco truccato, solo il contorno occhi era marcato. Indossava un lungo ed elegante vestito color pesca sotto il camice aperto, con annessi tacchi non molto alti del medesimo colore. La mora si sedette accanto a lei e, dopo essersi sistemata le pieghe del vestito, cominciò a parlare.
- So che sarai arrabbiata con me, non ti biasimo. Ti ho mentito su un particolare della mia vita fondamentale per te... -
- E allora perché l'hai fatto? -
- Avresti dato più ascolto a una madre di un solo figlio, o di quattro quando hai scoperto di essere incinta? - Calamity non aveva bisogno di risponderle, perché entrambe sapevano la risposta. Rimasero in silenzio per molti minuti prima che la dottoressa ricominciasse a parlare.
- Samantha e Cassie stanno benissimo, mangiano tantissimo e non piangono quasi mai. Dovranno stare qui per almeno due-tre settimane dato che sono nate premature sai, per controllare il peso e per vedere se tutti gli organi si sono formati a dovere. -
La bionda annuì, cominciando a fissare i suoi piedi nudi.
- Com'è andato il matrimonio? - Fu la risposta secca di Jo. Doveva controllare che i suoi amici avessero eseguito i suoi ordini.
- Sono tutti felicemente sposati. Li ho dovuti minacciare per non portarmeli appresso, alle volte sono troppo testardi quei ragazzi... - Sospirò frustrata Alice, facendo ridere la ragazza.
Continuarono a parlare come due persone che si incontrano al parco, fino a quando non irruppero nella stanza i genitori di Calamity.
Essi parlarono un po' con la dottoressa per sapere lo stato delle loro nipotine e poi si concentrarono solamente sulla loro figlia.
Calamity lanciò uno sguardo alla donna che lo ricambiò all'istante.
Immediatamente la dottoressa uscì dalla stanza.
La madre l’abbracciò forte.
- Tesoro come stai? –
- Sto bene mamma,voglio solo uscire di qui a farmi nove chilometri di corsa. – Quella frase fece ridere i genitori che si guardarono, stranamente, con aria preoccupata.
- Che c’è mamma? – La donna la guardò intensamente negli occhi, mentre il padre si sedette accanto a lei sul letto.
- Jo, siamo preoccupati per te. Adesso lo sai che sarà difficile no? Insomma, dovrai pensare non solo a te, ma anche alle bambine. –
- Lo so mamma, tranquilla mi troverò un lavoro nella palestra di Bob. I suoi dipendenti vengono pagati bene. – Disse sicura la ragazza.
La madre abbassò lo sguardo, sospirando.
La donna aveva avuto Jo molto giovane, quindi sapeva benissimo quanto può essere difficile. Ma Calamity era preparata:
Aveva già chiesto un lavoro a Bob e l’uomo aveva detto che non c’era persona più qualificata di lei, dato i numerosi trofei di atletica vinti, per quell’ incarico.
Le bambine sarebbero venute con lei a lavoro, non si fidava di lasciarle in mano a una baby-sitter.
Aveva programmato già tutto.
La bionda prese il volto della mora tra le mani, in modo da guardarsi negli occhi.
- Andrà tutto bene, la tua figlia ha un sacco di assi nelle maniche. – E detto questo le riservò un veloce e piccolo sorriso, per tranquillizzarla.
La donna rispose al sorriso e cominciò a raccontarle quanto belle erano le gemelle. I genitori erano entusiasti di essere diventati nonni, ma non nascondevano la preoccupazione per la loro unica figlia. Jo lo sentiva questo, ma era normale. Avevano paura che anche lei entrasse nella depressione come Ellie, ma lei era forte non ci sarebbe caduta. E poi c’era Brick, lui l’avrebbe sostenuta sempre.
Non si sarebbe mai permessa di farsi vedere debole davanti al soldato.
- Mamma dov’è Brick? – Lo chiese senza pensare a niente, senza ricordarsi che i genitori non sapevano che il vero padre era il moro.
- E’ davanti al vetro della nursery. Non si stacca da li, neanche per un caffè. Dovresti vederlo, è una scena troppo tenera. – Jo si immaginò Brick con il naso schiacciato sul vetro, mentre osserva senza sosta le bambine e le sembrò davvero una scena divertente.
La visita dei genitori durò fino alla fine dell’orario di visite. Calamity, stanca per la notte precedente passata insonne e per tutto quello che era successo, si distese nel suo letto e si addormentò profondamente.

 

***

 

Erano due giorni che Jo era ricoverata in quell’ospedale. Adesso si trovava davanti al vetro della nursery, mentre Brick firmava alcune carte. I dottori avevano detto che potava tornare a casa, ma non voleva lasciare le sue piccole lì. Le bambine dormivano tranquille. Cassie aveva la boccuccia leggermente aperta, mentre Samantha si succhiava felice il pollice. Entrambe avevano già un ciuffetto di capelli neri che le rendeva ancora più adorabili.
Alice aveva detto che stavano aumentando di peso giorno dopo giorno e che presto sarebbero tornate a casa con lei.
Senza che neppure se ne accorgesse, Brick si avvicinò alla bionda
- Sono bellissime. –
La ragazza si limitò ad annuire. I due non avevano parlato molto dopo parto.

Né del bacio.
Né di altro.

Rimasero in silenzio, osservando  le gemelle dormire tranquille sotto i loro sguardi.
- Perché mi hai baciato? – La domanda a bruciapelo di Calamity sferzò l’aria intorno a loro.
Brick rispose alla domanda col mutismo. Rimase a guardare le bambine, non trovando il coraggio di guardare la ragazza dritta negli occhi.
Cosa doveva dirle?

Che l'aveva baciata per il semplice fatto che provava qualcosa di forte per lei?

Che era felice di aver concepito quelle creaturine con lei?

Che amava quelle bambine più della sua vita?

Che l'amava da tempo immemore?

Erano queste le domande che vorticavano nella testa del soldato, però non avevano il coraggio di uscire.
È così i due rimasero nel silenzio, lanciandosi sguardi ogni tanto e osservando quei piccoli angoletti oltre il vetro.
I ricordi della festa di Chris, incredibile ma vero, si erano fatto più leggeri nella mente di Jo, almeno da quando la Recluta era venuto a vivere con lei.
Cosa provava per lui?

 Rispetto?

Forse, ma per lei rimaneva un bagna braghe.

Amicizia?

Impossibile.

Affetto?

Probabile, era pur sempre il padre delle sue figlie.

Amore?

NO impossibile.

Oh forse si...

Scacciò immediatamente quel ridicolo pensiero, mentre prendeva tra le mani il fischietto d'argento che le aveva regalato.

Nel bene o nel male, fai sempre la scelta giusta

E Jo in quel momento fece la sua scelta.

- Ricordati la promessa Piscialletto. Mi hai dato la tua parola d'onore, non dimenticarlo. -
Calamity sentì chiaramente il rumore del povero cuore del moro, mentre si spezzava in mille pezzettini.
- Un vero soldato è di parola. - Mormorò Brick, regalandole un sorriso amaro.
Ed in quel preciso istante, senza che nessuno si accorgesse di niente, sul cuore di Jo comparve una piccola ma profonda crepa.

Angolo dell'Autrice:

Precisazione: gli amici di cui si parla all'inizio del capitolo non sono ovviamente Zoey, Dakota, Dawn e combriccola ma i ragazzi che frequentano la palestra dove va Jo.
Piccolo capitolino prima della fine. Eh si, anche Maledetto Alcool sta volgendo al termine....
Ma ho una piccola sorpresa!!!!
Guardate qui:

Image and
video hosting by TinyPic

Questo Collage è un insieme si piccoli dettagli fisici sui personaggi di ''Together forever''
ovvero...
Maledetto Alcool! 2
Lascio che la vostra fantasia voli su questo piccolo indizio.
Adesso pensiamo al presente: il prossimo capitolo di Maledetto Alcool! sarà l'ultimo (per la precisione ultimo capitolo fuso con l'epilogo) e lì vi darò un altro indizio, questa volta scritto.
Vediamo chi indovina per primo :D
Adesso vi saluto, vado a finire l'epilogo di Otherkin!!!
Un bacione:^.^:

Sammy

   
 
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