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Autore: Meiko    26/09/2004    12 recensioni
Si dice che la mente umana viene controllata da cinque sentimenti: colpa, odio, vergogna, dolore, amore. Anno 0009. Comincia la guerra
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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PROLOGO

Socchiuse gli occhi, davanti a lei appariva un mondo totalmente in nero, solo la sua figura era ammantata di luce, da lei sembravano partire diversi cavi di luce che tentavano di illuminare in una specie di aurea il buio intorno a lei.
Si guardò intorno, con aria indagatrice, quasi a voler cercare qualcosa.
Restò così per alcuni minuti, poi aprì gli occhi del tutto, rivelando solo l'iride verde, la pupilla era scomparsa, mentre una sua mano lentamente si muoveva dalla posizione seiza* nella quale si era messa.
Sotto di se era un pavimento che ricordava il marmo nero, pieno di venature scure, e dal riflesso appariva la sua immagine ammantata di luce.
Si osservò, per poi allungare un dito verso la sua immagine, di colpo il pavimento divenne come uno specchio d'acqua, che s'increspò a quel contatto delicato con il dito della figura, un dito piccolo e magro.
Da bambino...
Un rumore improvviso indusse la figura ad alzare lo sguardo dai cerchi d'acqua che storpiavano il suo riflesso, velocemente intorno a questa i cavi si riunirono, diventando una bolla di vetro che la sollevò, senza scomodarla dall'alzarsi in piedi.
Davanti a lei, l'acquadi colpo sparì, quasi prosciugata, invece apparve una lingua di fuoco che lentamente da fiammelle sottili e delicate si fecero alte, brucianti, infernali, dalle fiamme provenivano grida, urla di terrore, delle figure nelle fiamme apparvero.
Donne, uomini, e anche qualche ragazzino che correva nella direzione opposta in cui la figura stava guardando, che guardò il viso di ognuno, per poi toccare la sfera che svanì, i piedi minuti toccarono il pavimento, una sorta di mantello coprì le esili spalle, mentr ela figura avanzava tra le fiamme, lasciandosi inglobare.
Le fiamme non avrebbero bruciato la sua anima.
Si guardò intorno, adesso era in un corridoio, sotto di lei poteva vedere la tapezzeria andare velcoemente a fuoco così come il pavimento in legno, gli arazzi su alcuni muri, impedendole tra l'altro di capire a chi potesse appartener eun casa tanto lussuosa che adesso andava a fuoco.
Altre urla, gente che correva d aun a parte all'altra gridando terrorizzata, tra le fiamme che si facevano sempre più alte, alcune persone si stavano facendo bruciare vivi tra urla di disperato dolore, le mani coprivano partì del corpo o visi, e queste “fiamme viventi” a volte si strusciavano a terra, cercando di fermar el'avanzata delle fiamme, che però implacabili divorarono corpi.
La figura vide uno di questi malcapitati andargli addosso, ma tutto ciò che successe fu che la persone trapassò la figura, che sorrise quasi divertita, osservando quel poveraccio morire sotto i suoi occhi adesso socchiusi a mo di gatto pigro.
I rumori erano confusi, frastornanti, ma l'inceder etranquillo e silenzioso della figura non era notato da nesusno, tutti troppo preoccupati a fuggire.
Vide alcune figure in nero entrare di colpo in casa, frangendo alcune vetrate, da mantelli neri apparvero pistole e altre armi che fecero stragi di poveri malcapitati, alcuni tentarono di difendersi, inutilmente.
Poi qualcosa attirò lo sguardo verde della figura dal vedere un uomo venir ucciso a colpi di pistola e una donna a cui veniva tagliata la gola, schizzi di sangue macchiavano la moquet che veniva divorata dalle fiamme.
Un ragazzo teneva tra le braccia qualcosa, sembrava un fagotto, e riusciva a far morire tra le fiamme una delle figure nere.
La figura dagl'occhi verdi si mosse, e un'istante dopo era accanto al ragazzo, che con un potente calcione scaraventò via il grosso portone in legno di quercia di quella che appariva come una biblioteca, l'unico posto ancora salvo dalle fiamme.
Gli occhi verdi guizzarono dal vedere la sala al ragazzo, che scoprì tra le braccia...un bambino...non avrebbe avuto che quattro, cinque anni al massimo.
E sembrava terrorizzato, continuava a piangere, stringendosi convulsamente a quello che sembrava suo fratello, in effetti i due erano molto simili.
La figura vide il ragazzo portare il bambino in un angolo buio, afferrando un lenzuolo capitato li chissà per quale motivo, e avvolgere il bambino.
La voce era chiara, limpida, forse l'unica cosa che si capiva in tutto quel caos, anche se era sussurrata, il ragazzo era affaticato e ferito ad un braccio, perdeva sangue.
-Resta qui-
-Hitoshi, non mi lasciare!-
il bambino si aggrappò saldamente alla camicia strappata in alcuni punti del fratello, e spalanco gli occhi, notando come, sulla manica, la camicia fosse zuppamdi sangue.
Questo scatenò ancora di più il panico nel bambino, che scuoteva la testa.
-RESTA! RESTA!!-
-Takao, calmati!!-
il ragazzo, sotto lo sguardo verde dell figura, si staccò dal bambino, che scuoteva la testa, gli occhi pieni di lacrime.
Occhi scuri, castani, che adesso però sembravano ritingersi di un colore azzurro.
La figura verde sussultò sorpresa, mettendosi una mano sulla bocca, per poi sorridere, sorridere di fronte a quella immagine, a quella scoperta.
Bene...
Nel frattempo il ragazzo di nome Hitoshi stava sorridendo al bambino, cercando anche di pulire le guance del bimbo dallo sporco del fumo, i vestiti in alcuni punti un po' bruciacchiati.
-Andrà tutto bene fratellino. Sii forte-
e Hitoshi partì di scatto, chiudendo dietro di lui la porta della biblioteca, senza neanche dare tempo al bambino di ribattere,il piccolo ora urlava il nome del fratello, piangendo con tutta la forza che aveva.
Fu in quel momento che la finestra della biblioteca si frantumò, i vetri si sparsero in tutta la sala, mentre la voce del bambino sembrava superare la barriera del suono.
Fu come le sa figura vibrasse, il respiro di questa mozzata nell'udire quel sibilo, ormai la voce del bambino non sembrava più esserci, solo uno stridio, uno strano sibilo che rimbombava nelle sue orecchie.
D'istinto se le tappò, lentamente il sibilo scomparve, dal buco dove prima c'era la finestra entrava un'aria gelida invernale.
La figura si guardò intorno, per poi notare gli occhi castani del bimbo guardarla stupita.
La figura sorrise in modo dolce, chiudendo lentamente gli occhi verdi, lasciando che il vento spazzasse via la sua immagine, mentre uno strano rumore proveniva da fuori della biblioteca, l'ultima cosa che la figura vide fu la porta che si spalancava, e una figura avanzare tra le fiamme.

*seiza, ovvero mettersi seduti sui talloni. Davvero scomodo, infatti viene usato per punizione o per cerimonie improtanti!
Io l'ho provato, se trovi la posizione giusta non è così scomodo, o forse sono io che sbaglio? ^_^
  
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