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Autore: Paradox    14/07/2013    5 recensioni
Oneshot | Fluff | Suspian ♥
«Le cose non avvengono mai due volte nello stesso modo»
E fu per questo motivo che, quando Susan incontrò di nuovo Caspian, non avvenne in una verdeggiante foresta di Narnia.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non so esattamente che cosa ci sto facendo qui, ecco, ma comunque... salve! 
Non so niente di questo fandom, ho visto solo i film: il primo un paio di volte, il secondo interamente OGGI, il terzo, in parte, mesi fa. In tv. I libri, beh, sogno di leggerli appena termino le leggerissime letture estive che ho già intrapreso e che intraprenderò. ADORO il fantasy, e quindi avevo intenzione di leggere quante più opere possibili del tipo: Le cronache del Mondo Emerso, LOTR (<3) e, appunto, le cronache di Narnia. Ergo non dovrei essere qui, non conosco bene il fandom per meritare di scriverci, ma ho ADORATO Caspian, un po' di meno Susan - avrei preferito gli si lanciasse addosso molto prima, uhm - e quindi non ho potuto fare a meno di scriverci sù. Perdonatemi.
Non credo scriverò nuovamente su questo fandom, prima di leggere i libri, e questo vi rincuorerà! LOL 
Fossi stata Susan, col cavolo che me ne sarei andata da Narnia, ma vabbé. 
Adieu. 
Aoi ~






 

Disclaimer: The Chronicles of Narnia © C. S. Lewis.













 

Things never happen the same way twice
[1252 parole]

 
«Le cose non avvengono mai due volte nello stesso modo»
Questa cosa, a Susan, gliel'aveva detta Aslan.
Successe quel giorno che, scossa e arrabbiata, chiese al grande leone per quale motivo avesse agito solo alla fine —  quel giorno in cui tutto, per lei, ebbe fine. 
Aslan le rispose così, con la voce solenne di chi sa che quella è l'unica ragionevole risposta, l'unica che possa essere accettata e compresa, ma Susan non era mai stata dello stesso parere.
Certo, aveva capito cosa Aslan voleva dirle, ma in cuor suo non lo aveva mai perdonato.
Non aveva mai perdonato il fatto che lui avesse potuto abbandonarli, anche se lei, Peter, Edmund e Lucy avevano fatto la stessa identica cosa. Non consapevolmente, certo, ma anche loro avevano abbandonato Narnia, il loro Regno, nel momento più luminoso, e ora non era rimasto —  almeno per Susan e Peter — nemmeno il tempo per rimpiangerlo, visto che dopo aver sconfitto il tiranno di Telmar, avevano dovuto dire addio a Narnia, al loro Regno e al loro magico sogno... per sempre.
Susan se lo ricorda, quel momento. 
Il momento dell'Addio.
Aveva cercato di mostrarsi algida, forte e fiera come si conviene ad una Regina, aveva cercato di trattenere le sue lacrime con tutta la forza che aveva, mentre guardava i monti, i boschi, e i volti della gente di Narnia, aveva cercato, in vano, di trattenere il suo dolore, davanti al Principe Caspian.
No, davanti al Re Caspian.
Ci aveva provato con tutte le sue forze, era anche stata sarcastica, per un attimo, e gli aveva sorriso, col cuore stretto e l'animo pieno di amarezza, ci aveva scherzato su, su quell0 —  Susan non sapeva come definirlo, e pur tuttavia si ostinava a definirlo nell'unico modo che le veniva in mente —  amore
Quello non poteva essere un amore, non erano stati che attimi, i loro, e uno, il più importante, un bacio.
L'unico momento in cui Susan ha potuto abbandonare tutto il suo decoro, l'unico momento che voleva tenersi per sé, nella memoria, il momento più folle e romantico che avesse mai vissuto a Narnia.
Il bacio.
Non era un'esperta in questo, ma sapeva che era stato casto, puro e ingenuo, ma ugualmente aveva continuato a stringere forte il cuore della ragazza in una morsa, proprio come quella delle braccia di Caspian, che non ne volevano proprio sapere di lasciarla andare.
Susan sapeva anche che, in quel momento, sarebbe stata capace di rinunciare a tutto: alla realtà, a Londra, a tutto ciò che la attendeva oltre l'arco, solo per non poter sciogliere quell'abbraccio, un abbraccio che nonostante il tempo e lo spazio, sarebbe rimasto nella memoria per sempre.
Erano sentimenti, quelli, che la Dolce non si sarebbe mai spiegata.
E ne era passato di tempo, tanto, troppo, mesi —  sei, per l'esattezza —  ma poteva percepire ancora, dentro di sé, la dolcezza delle braccia di Caspian che mentre la stringevano, fremevano al pensiero di saperla già lontana.
Lei ci stava provando con tutte le forze a viverci, in quel pazzo mondo, nel mondo in cui gli animali non parlavano perché erano trattati da sempre come bestie, nel mondo in cui i valori dei cavalieri erano morti da secoli, in quel pazzo mondo in cui gli alberi non danzavano, non combattevano per la propria Terra, ma restavano fermi ad aspettare di essere distrutti, ma proprio non riusciva a capacitarsi di dover scegliere quel mondo a Narnia. Era una prospettiva così... assurda.
I giorni sembravano tutti così uguali, e nei momenti in cui la monotonia era insopportabile, con la mente, per folli attimi, volava nei boschi che conosceva come le sue tasche, in quei boschi in cui sfrecciava sul suo destriero, insieme ai suoi fratelli.
Susan sapeva di non avere speranza di tornare, quel mondo oramai le era stato precluso per sempre, e come a lei così anche a Peter, ma Lucy ed Edmund avevano ancora speranza di tornarci, anzi, era assodato.
E anche se questo pensiero avrebbe dovuto rincuorarla, non poteva fare a meno di invidiarli, nel profondo.
In ogni caso, più di una volta Susan aveva favoleggiato su un possibile ritorno a Narnia, quasi era partita alla ricerca dell'Armadio, ma sapeva che se Narnia avesse avuto ancora bisogno della sua Regina, l'avrebbe chiamata a sé con altri mezzi, come fece Caspian con il Corno.
Ancora lui.
Doveva farsene una ragione, era finito quel sogno, per la Dolce e per il Magnifico, non c'era più spazio, per loro, a Narnia.
E nonostante ciò, Susan non riusciva a togliersi dalla testa quelle parole, le parole di Aslan.
«Le cose non avvengono mai due volte nello stesso modo»
E fu per questo motivo che, quando Susan incontrò di nuovo Caspian, non avvenne in una verdeggiante foresta di Narnia.
No, accadde un giorno come gli altri, in un posto anonimo: una biblioteca.
Susan aveva trovato una fuga dalla folle normalità di quel mondo nella biblioteca, nei libri; ce n'erano tanti e diversi, e alcuni parlavano di mondi che si avvicinavano —  seppur lontanamente —  a Narnia, e lei adorava leggere di quelle storie fantastiche, perché le ricordavano tanto le sue avventure.
Quel giorno, come tanti altri, successe che i suoi occhi, vagando alla ricerca di altri fantastici mondi, caddero, per un singolare caso, su quelli nero pece di un ragazzo, un ragazzo affascinante, dai capelli corvini e quegli occhi che le parvero così familiari.
Caspian.
Quello, di certo, non poteva essere Caspian, Susan doveva convincersi di questa innegabile realtà, ma quell'individuo era davvero identico a lui.
O per lo meno, al ricordo che aveva lei di lui.
Uno dei tanti motivi che fermava Susan dal cercare di raggiungere Narnia era il tempo; a Narnia, il tempo scorre diversamente dal mondo che conosciamo, e in sei mesi potevano esserne passati tanti, di anni, Caspian oramai doveva essere completamente diverso da come lo aveva lasciato.
Altro motivo per cui quello non poteva essere lui.
Ma, quando gli occhi scuri del giovane si posarono su quelli di lei, fermando le sue elucubrazioni, Susan comprese che fosse o meno Caspian, la somiglianza era disarmante, e le faceva palpitare il cuore come il vero Re.
Non si dissero niente, ma solo perché non c'era bisogno di dire qualcosa; si sorrisero, anche se probabilmente non si conoscevano —  o meglio, si erano conosciuti in un altro mondo, lontano da qualsiasi altro conosciuto — quelle che vennero dopo erano solo domande di circostanza, frivole e irrilevanti, perché l'unica cosa che contava era che Susan, per quanto lo negasse, non si sbagliava.
Quello era amore, un amore che va oltre i confini dello spazio e del tempo, un amore giovane, ingenuo e, in effetti, mai sbocciato veramente, ma che nonostante ciò, non era finito, perché non aveva avuto nemmeno il tempo per rovinarsi. 
Susan lo sapeva e in quel momento l'aveva compreso, anche quello che diceva Aslan, era tutto vero.
«Le cose non avvengono mai due volte nello stesso modo»
E fu per questo motivo che quando la Dolce rincontrò Caspian in quel mondo, poté innamorarsene di nuovo.
Perché ora aveva tutto il tempo del mondo — il suo mondo —  affinché accadesse come doveva accadere prima, come non aveva avuto possibilità di accadere a Narnia.
Perché Susan lo sapeva: non aveva detto addio al suo Regno, ai suoi sudditi, e al suo amore per rimpiangerli per sempre, ma per vivere una nuova, magica e fantastica avventura nel suo mondo, seppur senza il suo arco e senza gloriose battaglie.
E, ne era certa, non sarebbe stata sola.
  
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