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Autore: Alex_Andria    14/07/2013    0 recensioni
Slices of life di Gareth Eldrige e Alexandria Mayfield. Io le chiamo Garalex, racconti di come uno dei più farfalloni di Black Friars si sia fatto incastrare dalla giovane Alexandria e di come la loro storia d'amore si sviluppi, intrecciandosi alle vicende degli altri personaggi di BF.
Le storie traggono spunto dalle vicende che Alex e Gar vivono nel GdR di Black Friars.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexandria Mayfield, Altri, Gareth Eldrige
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho sognato un mondo dove tu non c'eri...

e aveva perso ogni colore...ogni forma...ogni poesia...

Ho sognato un mondo dove tu non c'eri e c'era solo il buio

e il freddo gelido di una finestra aperta quando fuori nevica e c'è la brina

Ho sognato un mondo dove tu non c'eri e io non esistevo...

F.R.
 

Questa è per te. Buon Compleanno.





-Corri!-
La voce di Gareth si perdeva nello scroscio della pioggia che cadeva sempre più fitta, coperta anche dal rimbombare dei tuoni.
Si trovavano nel bel mezzo di un tipico temporale primaverile,tanto improvviso quanto violento.
Alexandria teneva stretta la mano di Gareth che la tirava, correndo alla cieca tra gli alberi e i cespugli. Lei non vedeva nulla, aveva il fiatone, era zuppa dalla testa ai piedi.
La sua unica preoccupazione era non cadere e tenere quella mano più forte che poteva, come se da quello dipendesse la sua sopravvivenza.
Le parve di correre  da ore, le gambe non la reggevano più, il fango le aveva insudiciato le gonne che le pesavano il triplo e la facevano faticare il doppio.
-Resisti, siamo quasi arrivati!-
Gareth si fermò per controllare che stesse bene e le indicò un casolare che lei riuscì a vedere solo perché un lampo aveva illuminato il cielo nero, rendendone visibile la sagoma poco lontano da loro.
Quando arrivarono, Alexandria sapeva che ormai non c’era un centimetro del suo corpo che non fosse bagnato.
Gareth le lasciò la mano e lei rabbrividì stringendosi le braccia intorno al corpo, cercando di procurarsi un calore che non sarebbe arrivato, perché quella mano gliel’aveva portato via.
Con una spallata Gareth aprì la porta e le fece strada dentro quello che si rivelò essere poco più di un capanno.
Alexandria lo seguì, desiderosa solo di sottrarsi alla pioggia che ancora cadeva incessante. Un lampo illuminò la stanza e lei capì che il capanno era disabitato.
 Intravide un camino e la figura di Gareth china che armeggiava con dei ciocchi di legno. Lo sentì imprecare parecchie volte, almeno dal tono pensò che fossero imprecazioni, dato che le aveva pronunciate in una lingua che lei non conosceva, sicuramente il dialetto di Salimarr, la sua terra natale.
Forse in quello che aveva sentito dire delle sue scarse abilità manuali c’era un fondo di verità.

Dopo un po’ di tentativi, Gareth riuscì ad accendere il fuoco e una dolce luce arancione illuminò il capanno, mostrandolo interamente agli occhi di Alexandria. C’erano parecchi arnesi appesi alle pareti, un tavolo e delle sedie sulla parete più lunga  e delle pelli di animali ammassate in un angolo.
-E’ un capanno da caccia, Alexandria.- disse Gareth evidentemente leggendole in faccia la domanda.
- Non che io sia un cacciatore, sai. Lo conosco per via di mio fratello Stephen.
Non pensavo che l’avermi trascinato qui per uno dei suoi folli esperimenti, alla fine mi sarebbe servito. Dovrò mandargli un biglietto di ringraziamento.
“Fratello, grazie alle tue stramberie, ho trovato riparo in una notte buia e tempestosa, portando al sicuro la ragazza più bella che io abbia mai visto.”-
Alexandria lo guardò. La luce del camino rendeva i suoi lineamenti delicati ancora più attraenti. Gareth era bello, nel vero senso del termine.
Biondo e occhi verdi, alto e prestante, un vero adone. Il sogno di parecchie fanciulle.

Il giorno in cui Gareth era diventato Duca della Chiave, uno sciame di scolare lo aspettava per avere il tradizionale bacio del Duca. Lei ricordava l’eccitazione delle amiche. Dicevano che se l’avessero baciato avrebbero avuto tutto ciò che avevano mai desiderato al mondo.
Ricordava anche che, mentre loro correvano dal nuovo Duca per avere il bacio, lei era rimasta appoggiata a una colonna del portico dello Studium coi libri stretti al petto. Non riuscì a vederlo quel giorno, completamente circondato dai membri del suo Ordine e da una nuvola di fanciulle, ma pensò che qualcuna delle sue amiche era sicuramente riuscita ad avere quel bacio tanto agognato. Con somma gioia anche del Duca, il quale doveva essere stato ben contento di sacrificarsi per onorare la tradizione.
E ora Gareth era lì, davanti a lei.
Lo vide scompigliarsi i capelli biondi che la pioggia gli aveva appiccicato sulla fronte con un gesto che per lui doveva essere del tutto naturale ma che a lei sembrò molto sensuale. Gli occhi verdi erano fissi su di lei e la squadravano.
Si rese conto che doveva sembrargli un mostro, bagnata dalla testa ai piedi e con le vesti tutte infangate.
- Ti prenderai un malanno se non ti asciughi- Gareth si portò le mani al petto e iniziò ad aprire la camicia, lasciando intravedere la pelle ricoperta da gocce di pioggia.
Per tutti i santi di Altieres!  Gareth si stava spogliando davanti a lei.

Per un istante Alexandria riuscì a pensare lucidamente.
-Che diavolo stai facendo?- gli disse quando la camicia finì appesa su una sedia accostata al camino e Gareth era passato ai lacci dei pantaloni.
-Mi sto spogliando, mi pare evidente-
-Non puoi spogliarti-
-Perché no? Ho freddo e non voglio rischiare d’ammalarmi. Dovresti spogliarti anche tu.-
Alexandria sentì montare la rabbia dentro di lei. Realizzò in quel momento che se si trovava in quella situazione ambigua era solo colpa di Gareth.
Lui l’aveva trascinata in quel casolare sperduto nella campagna. Era colpa sua se lui le stava di fronte bellissimo,
a torso nudo e con lo sguardo più innocente del mondo puntato su di lei.
Prese quanto più aria poteva e gli ringhò contro, avvicinandosi pericolosamente a lui, puntandogli il dito sul petto.
-Che diavolo ti è saltato in mente di trascinarmi in questa situazione?-
-Non capisco perché ti arrabbi tanto. Siamo sani e salvi e al coperto, il che è quasi un miracolo visto con chi ti trovi. Ma, come vedi, è andata bene, sei al sicuro qui.-
-Al sicuro? Guardati intorno...guarda dove siamo finiti, guarda...-
La voce le morì in gola quando lo sguardo le cadde sul corpo seminudo di Gareth.
Lui si guardò e scoppiò a ridere, vedendo il rossore delle sue guance e la sua espressione inferocita e smise di slacciarsi i pantaloni.
-Cosa c’è? Non hai mai visto un uomo nudo? Non hai un centinaio di cugini?
Uno di loro avrai dovuto vederlo di certo.- Gareth sogghignò muovendosi lentamente dietro di lei, costringendola ad avvicinarsi al camino.

-Tu non sei mio cugino...-
Alexandria sobbalzò mentre Gareth le metteva le mani sul collo, slacciandole delicatamente i nastri del vestito inzuppato di acqua.
-Se ti ammalassi non potrei mai perdonarmelo!-
-E’ quello che dici a ogni fanciulla che trascini in un casolare sperduto nella campagna?- Alexandria si allontanò da lui e gli sorrise a sua volta.
-Meglio un malanno che diventare la tua prossima vittima.-
Sentiva una forte attrazione per Gareth ma sapeva anche di non essere il tipo da una notte e via. Lui era esperto, il suo passato ne era la prova,
lei era solo una delle tante e questo non le piaceva.
Gareth prese una delle pelli gettate in un angolo della stanza usandola come un tappeto e si sedette di fronte al camino.
- Sarà una lunga notte- disse voltandosi a guardarla.- Vieni a sederti davanti al fuoco, prometto di non mangiarti.-
Le tese la mano ma Alexandria la ignorò, sedendosi accanto a lui. Il calore del camino la riscaldava ma i vestiti zuppi le davano parecchio fastidio.
Pensò a quanto sarebbe stato meglio levarseli e asciugarsi al fuoco. Meglio per i vestiti e meglio per la sua salute ma di certo non meglio per lei.
-Chi era quella?- Le parole le uscirono di bocca senza neppure accorgersene.
Quel viso le era balenato in testa, quei lunghi capelli corvini e quegli occhi azzurri così diversi dai suoi che erano profondi e neri.
E quelle labbra carnose che baciavano quelle di Gareth.

-Perché ti interessa tanto?-
Lo sguardo di Gareth era perso nelle fiamme del camino che danzavano davanti a loro.
-Hai detto che non è la tua fidanzata-
-Non lo è, infatti.-
-Allora chi è?- Perché voleva sapere con tanta insistenza chi fosse la donna che aveva visto baciarlo alla festa al Borgo? Era gelosa? Oh, lo era.
Era gelosa di quel bacio e di quello che c’era tra di loro o di quello che c’era stato.
Perché Gareth le aveva detto che era libero e quella donna per lui era morta.
Ma chissà perché, lei non ci credeva.
-Era una donna che ha fatto parte delle mia vita tanto tempo fa. Un ricordo del passato.-
-Non sembra un bel ricordo per te.-
-Non più.- Gareth si voltò a guardarla negli occhi.- Saperlo cambierebbe qualcosa tra di noi? Ti spoglieresti?-
L’espressione sgomenta di Alexandria lo fece sorridere.
-Hai paura di me!-
-Non ho paura di te.- Si affrettò a rispondergli gesticolando con le mani davanti al viso. –Ho paura ...di me!-
Stavolta fu Gareth a essere sbalordito.

-Facciamo un patto. Tu rispondi a una mia domanda e io ti parlerò di quella donna.-
-Facciamo così: tu mi dirai cosa è stata per te quella donna e io risponderò alla tua domanda.-
-Dovresti far parte della Societas di Diritto. Sei davvero subdola.- Le sorrise scostandole una ciocca di capelli dalla fronte.-Va bene. Comincio io.
Il suo nome è Hule Jansen. L’ho conosciuta a un ballo al Palazzo della Reggenza di Salimarr. Era un’amica, diciamo così, di famiglia. Suo marito era amico di mio padre.
- La donna che ti ha baciato è sposata e suo marito è amico di tuo padre?- Alexandria scattò indietro, guardando Gareth allibita.
-E’ vedova. Lo era anche quando la frequentavo io. Ero solo un ragazzo all’epoca.
 A lei piaceva la mia compagnia e a me piaceva la sua.  Le donne mi sono sempre piaciute.-
Gareth distolse lo sguardo da lei sentendosi a disagio per quella confessione.
-Mi insegnò molte cose, sulle donne e su cosa le faccia felici, su come sedurle e su come conquistarle.
Mi insegnò anche a ballare.- Un sorriso amaro spuntò sulle labbra di Gareth,
 come se quello fosse l’unico insegnamento che da lei avrebbe voluto ricevere.
-Ma presto capii che non volevo essere il suo giocattolo, buono solo a compiacerla in tutto. E allora la lasciai. Venni qui e mi gettai tutto alle spalle.
Non la rividi più, fino alla sera al Borgo.-
Alexandria vide il suo volto irrigidirsi, la mascella serrata in una smorfia di dolore.
Raccontarle di quella donna non doveva essere stato facile per lui. Eppure con lei si era aperto, le aveva rivelato ciò che neanche il suo migliore amico poteva sapere, ciò che celava nel suo cuore e che forse era il motivo che lo spingeva a comportarsi così con le donne. Ma non con lei.
-Tocca a te ora rispondere.-

La voce calda di lui la distolse dai suoi pensieri. Si concentrò sulle fiamme del camino che ardevano e si preparò alla domanda di Gareth per lei.
-Chiedi pure, anche se dubito che la mia vita sia interessante come la tua. Sono solo una ragazza di Altieres con un centinaio di cugini.-
-No, non sei solo una ragazza di Altieres per me...-
Gareth le prese la mano tra le sue e Alexandria puntò i suoi occhi in quelli verdi di lui.
-Perché ti interessa tanto sapere di Hule? Sei semplicemente curiosa o c’è dell’altro?-
-Sei stato sincero con me, lo sarò anch’io con te.
Sei il Duca della Chiave, hai amici importanti, sei sempre circondato da tante fanciulle, non passi inosservato.
La tua reputazione parla per te. Non sei esattamente quello che i miei genitori, tipico esempio della mentalità del sud, definirebbero un ragazzo da sposare. Né io sono il tipo da condividere ciò che amo con qualcuno. Eppure da quando ti ho visto non riesco a non guardarti.-
-Hai fatto un riassunto interessante della mia vita. Eppure una cosa in comune tra di noi c’è. Neanche io riesco a non guardare te.-
Nell’attimo esatto in cui lo disse le prese il volto tra le mani e la baciò.
Alexandria sentì le morbide labbra di Gareth premute sulle sue e improvvisamente il freddo, che gli indumenti bagnati le avevano fatto patire
fino a quel momento, scomparve.
Pensò che forse le sue amiche avevano ragione, che un bacio del Duca della Chiave era tutto ciò che si poteva desiderare.
Ma solo perché non avevano avuto il resto tra le braccia.
E quel resto era davvero tutto ciò che lei poteva desiderare.
   
 
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