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Autore: kamy    14/07/2013    0 recensioni
Slice of life su Hisoka e Tsuzuki.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CHIMICA
bunsen protezioni elettroni
vapore vetreria rotta cromatografie
Progressi: 0/6

Bunsen

“Non temere ragazzino, grazie al mio aiuto potrai spacciarti senza problemi per un assistente del professore di scienze” disse Tsuzuki per vantarsi. Gonfiò il petto e si diede una serie di manate sul petto. Unì le gambe e raddrizzò la schiena, si sporse appoggiò la mano sulla testa del biondo. Si girò e indicò un fornelletto sul tavolo.
“Quello si chiama bunsen” spiegò.
Hisoka si passò una mano tra i capelli e sospirò.
“Non chiamarmi ragazzino, idiota” borbottò. Si avvicinò al tavolo e si piegò.
“Suppongo tu sappia perché si chiama così” borbottò. Si voltò, vide l’altro voltarsi e sorrise.
“Robert Bunsen era un chimico fisico tedesco a cui venne attribuita l’invenzione che invece era stata perfezionata dal suo assistente Peter Desdega. Mi ricorda qualcosa, meriti e onori attribuiti a vegliardi…” sussurrò.
Tsuzuki scoppiò a ridere.
“Hai vinto, Kurosaki-chan” ribatté.

Protezioni

Tsuzuki si appoggiò Hisoka contro il petto, gli tolse una ciocca di capelli da davanti al viso.
“Ehy, bambino, sempre ad andare in zone vietate tu?” domandò.
Il più giovane socchiuse un occhio, l’iride smeraldina gli brillò. Si leccò le labbra e si voltò, vedendo alcune fialette sul pavimento e dal liquido alzarsi dei fumi violetti.
“Era qui che si nascondeva Muraki …” biascicò. Abbassò lo sguardo, guardò la mano del compagno e sgranò gli occhi. Dal moncherino nerastro scendevano dei rivoli di sangue vermiglio.
“E’ bruciata! Idiota, ti avevo detto di usare le protezioni quando entravi qui!” gridò. Le iridi ametista di Tsuzuki si fecero vitree.
“Non avevo…” biascicò, ricadde in ginocchio e strinse l’altro shiningam più forte, un rivolo di sangue gli colò dalla bocca.
“ … il tempo di prenderle”. Concluse, Hisoka mise la mano sulla pistola e lo strinse con l’altro braccio.
“Andiamo fuori, subito!” ordinò.


Elettroni

“Quindi gli elettroni sono come noi? Lavorano insieme per far funzionare il nucleo e sono ai margini delle loro società considerati da tutti negativi?” domandò Tsuzuki. Fece girare su se stesso il modellino dell’atomo e guardò i vari anelli di metallo girare intorno alla sfera centrale grossa quanto il suo viso.
“E’ di sicuro una visione fantasiosa, ma lascerò a Yutaka il compito di spiegartelo ancora” borbottò Hisoka.
Tsuzuki si voltò, si appoggiò una mano sul fianco e ghignò.
“Non potrei desiderare lezioni da nessun altro a parte te, partner” sussurrò con voce roca.
Hisoka avvampò e si alzò in piedi, afferrò un bicchiere e lo bevve tutto d’un sorso.
“No, è liquor …!” gridò Tsuzuki. Guardò il ragazzino chiudere gli occhi e cadere all’indietro privo di sensi.


Vapore

“Ti stavi avvelenando con quei vapori, erano tossici” borbottò il castano. Incrociò le braccia e si appoggiò contro il tronco dell’albero, nell’aria si diffusero i fiori di ciliegio. La vista di Tsuzuki fu oscurata dai petali, sorrise e mise le mani nelle tasche dell’impermeabile.
“Come la fai lunga, sono uno shiningam e ne sono venuto fuori” sussurrò.
Kurosaki diede un calcio a una zolla d’erba e la vide rotolare.
“L’avevo quasi preso, se non fosse stato per quel vapore soporifero” borbottò. Sentì la mano dell’altro stringergli la sua e si voltò.
“Siamo colleghi, giurami che non andrai mai più da solo” mormorò il castano.
Il biondo arrossì e annuì, Tsuzuki sorrise.


Vetreria rotta


“Hisoka non è una bambola!” gridò Tsuzuki. Muraki colpì con un calcio la vetreria davanti a lui, mandandola in frantumi. Saltò all’indietro evitando i cocci, lo shiningam si voltò e si nascose il capo con le mani. Due pezzi gli graffiarono il collo, uno gli tagliò la guancia e un terzo si conficcò nel risvolto della camicia.
Il dottore si piegò, afferrò un pezzo di vetro grande quanto la sua mano di forma triangolare. Si rizzò e si avvicinò all’altro che rialzò il capo, rimanendo con il corpo premuto contro l’angolo.
Muraki si sollevò gli occhiali, le dita tagliate gli sanguinarono, alzò il pezzo di vetro e lo puntò contro l’altro.
“Lui è una bambola, come tu sei un demone. Entrambi siete miei” mormorò.
“Io sono umano” biascicò.
Muraki ghignò.
“Hai ragione, anche tu come lui hai bisogno di un marchio che ti ricordi la tua natura” sussurrò, Tsuzuki rabbrividì.


Cromatografie


“La cromatografia, nata come tecnica separativa e sviluppatasi in seguito anche come tecnica analitica, si basa sul fatto che i vari componenti di una miscela tendono a ripartirsi in modo diverso tra due fasi, in funzione della loro diversa affinità con ciascuna di esse” spiegò Kurosaki. Mise una mano sulla pistola e socchiuse gli occhi.
Tsuzuki sporse il capo, si leccò le labbra e sentì il battito cardiaco accelerato. Chiuse gli occhi e leccò il ghiacciolo tutti gusti che il giovane biondo teneva nell’altra mano.
“Capito Tsu…”disse Hisoka. Si voltò e vide il collega in quella posizione, sentì una fitta al basso ventre e le guance gli divennero rosse.
Tsuzuki riaprì gli occhi, mise una mano dietro la testa e sorrise.
“Beccato vero?” domandò Tsuzuki.
Kurosaki abbassò le sopracciglia e corrugò la fronte.
“Vedi di ascoltarmi piuttosto” borbottò.
  
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