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Autore: Wei    15/07/2013    1 recensioni
‹‹Pronto, agente Fox? Sono l'agente Menner, abbiamo un nuovo caso.››
‹‹Buongiorno, che è successo?››
‹‹Un omicidio che hanno provato a spacciare per suicidio. La vittima è un certo Alex Smith...››
La chiamata si interruppe con un tonfo. Ellen stava in piedi con gli occhi sbarrati, il telefono le era scivolato dalla mano. No, non poteva essere.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‹‹Pronto, agente Fox? Sono l'agente Menner, abbiamo un nuovo caso.››
‹‹Buongiorno, che è successo?››
‹‹Un omicidio che hanno provato a spacciare per suicidio. La vittima è un certo Alex Smith...››
La chiamata si interruppe con un tonfo. Ellen stava in piedi con gli occhi sbarrati, il telefono le era scivolato dalla mano. No, non poteva essere.

Ellen doveva risolvere un altro caso, semplice routine. Un uomo morto nella propria casa, poteva sembrare suicidio per Overdose ma trovarono tracce di tessuto sotto le sue unghie e lividi sui fianchi, segno che qualcuno l’aveva bloccato per potergli iniettare l’eroina endovena. Sarebbe stata semplice routine se lei non avesse avuto un passato diverso da quello che tutti credono. Sarebbe stata semplice routine se la sua vita non fosse solo una copertura. Sarebbe stata semplice routine se lui non fosse stato il suo migliore amico, quando la sua vita era ancora normale.
Mariah aveva tutto. Due genitori che le volevano bene, una casa grande, un cane, tanti amici di cui un migliore amico fantasmagorico… Ma non poteva far a meno della cocaina. Era diventato il suo nettare vitale, non riusciva più a staccarsene. Era estate, aveva 17 anni, i suoi genitori partirono per un mesetto lasciandole pochi soldi. Solo lo stretto necessario. Questo, quindi, significava niente coca. I primi giorni li passò quasi decentemente, ma poi… poi la situazione divenne davvero insopportabile. L’unica speranza rimasta era Jo, un pazzo malato che spacciava a poco prezzo solo per trovare delle prede per le sue manie. Doveva, era costretta.
Le chiamate, da che erano 2 o 3 al giorno, passarono a una 20ina. Ogni tanto la seguiva, provava a toccarla, a convincerla a cedersi. Dopo neanche una settimana non poteva più uscire di casa, lo dovette denunciare per Stalking. E questo no, non piacque per niente a Jo. La sera dopo la bloccò in un vicolo e, oltre a “convincerla a cedersi” a modo suo, la picchiò a morte.

…Quasi.

Da quel giorno dovette cambiare identità. Non poté avvertire nessuno, neanche i suoi genitori.
Neanche il suo migliore amico, Alex Smith.
Fu data morta.
È così che la debole 17enne Mariah diventò Ellen, la poliziotta 35enne con più controcazzi di tutti.
‹‹Bene ragazzi, tra 10 minuti partiamo con quelli della Scientifica, ci son molte cose abbastanza strane sul luogo del delitto.››
La casa era distante dal distretto, ma nonostante questo il tempo volò per Ellen.
“Non ci pensare, tu non lo conosci. Non sai chi lui sia. Tu sei Ellen, Ellen Fox, nata e cresciuta in Inghilterra e poi trasferitasi a Brooklyn per questioni di lavoro.” le rimbombava in testa.
Arrivati. Secondo piano, non c’era l’ascensore. Ogni gradino diventava sempre più faticoso, sembravano quasi sussurrargli “No Mariah, fermati qui. Dì a tutti la tua storia. Non soffrire più, quel che hai passato basta e avanza.”
No.
Doveva.
Un ragazzo sui 35 anni, moro e riccio buttato sul letto sfatto con un visibile foro da ago sul braccio e lividi su i fianchi che gli facevano da cintura. Era lui, era Alex.
Ellen dovette ricacciare indietro una lacrima che la stava pregando di poter uscire.
L’agente Menner, conosciuto come Occhio di Falco, notò una piccola macchietta di sangue sul fondo del letto. Si avvicinò e si rese conto che non era uno schizzo casuale, era una freccia che indicava il pavimento. E sul pavimento cosa poteva esserci? Una piccola macchia di sangue che, no, non era uno schizzo casuale, ma una freccia che indicava sotto il letto.
‹‹Fox, vieni. Ho trovato qualcosa.››
‹‹
Cosa succede?››
‹‹
Due frecce disegnate con il sangue che portano sotto al letto.›› -accese la torcia- ‹‹Mi sembra di vedere un foglietto, riesci a prenderlo? Questo maledettissimo letto è troppo basso. ››
Lo spettacolo che le si presentò davanti la lasciò basita.
Era un foglio lilla con una rosa piccolina disegnata in alto a destra. L’ultima volta che ne vide uno del genere fu quando stava segnando dei numeri d’emergenza da attaccare sul frigo…
Di casa sua.
Quando 17 anni.
Perché i genitori dovevano partire.
Le mani iniziarono a tremare, le lacrime a riempirle gli occhi.
‹‹Fox? Cosa succede?››
Non lo ascoltò, aprì il foglio piegato accuratamente in due e lesse.

Troverò anche te, Mariah. Ah, giusto, ora ti fai chiamare Ellen, Ellen Fox che vive al 145 della Nostrand Ave. Hai davvero un gran bel pastore tedesco, sai? Non mi ha mai ringhiato.

“L’incubo ricomincia.” pensò prima di leggere l’ultima frase.

L’incubo non è mai finito.
  
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